CALVI RISORTA

LA MADONNA DEL ROSARIO TRASLOCA DALLA SUA CAPPELLA DEL 700

E LA CONGREGAZIONE VOLUTA DAL RE FERDINANDO IV APRE IL MONOLOCALE

 (di Paolo Mesolella)

Per gli amanti di storia locale, per gli abitanti di Calvi, ma soprattutto per i fedeli della Regia Confraternita di Maria SS. del Rosario di Petrulo, è stato un brutto colpo.La pregevole statua in legno del 700, raffigurante la Madonna Santissima del Rosario, e conservata per anni, nell’antica cappella in Vico Marco Mandara a Petrulo, da un paio di mesi e ha cambiato casa: è stata costretta ad adattarsi in un monolocale al piano terra di un edifico appena ristrutturato in via XX settembre. Quattro metri quadri, due panche, qualche quadretto alle pareti e su un banco, la sua statua col vestito di seta e la corona d’oro. Dopo tanti anni, quindi, la Madonna venerata dalla Confraternita del SS. Rosario a Petrulo (una Confraternita illustre, fondata nientemeno che dallo stesso re Ferdinando IV a Napoli, il 15 aprile 1788), lascia la sua cappella, forse ricordata dal vescovo di Calvi e cardinale Antonio Capace Zurlo nella sua opera “Ragguaglio istorico della città e Diocesi di Calvi” e va in esilio in un banale locale, posto al piano terra di un vecchio edificio appena intonacato. E’ in ogni caso più difficile celebrarvi una messa e sentirsi come in una chiesa. Al suo posto, nella vecchia cappella è stata posta una statua di Padre Pio. A sentire i fedeli che a Petrulo, ormai da secoli, venerano questa Madonna, la vecchia statua (tra l’altro di pregevole fattura), non meritava questo esilio. Né le polemiche che sono seguite. La stessa Confraternita non se l’aspettava di dover lasciare un luogo di culto che risale ai primi anni del Settecento. Del resto fu lo stesso Ferdinando IV, Re delle Due Sicilie, di Gerusalemme, Infante di Spagna e Duca di Parma, Piacenza e Castro, oltre che Principe ereditario di Toscana, nel 1788 a firmare l’atto istitutivo della Confraternita del SS. Rosario di Petrulo. “i fratelli della Congregazione eretta dentro la parrocchiale chiesa di Petrulo di Calvi, è scritto nel manoscritto,umilmente prostrati al Real trono, con suppliche espongono a Vostra Maestà, come per il buon governo e regolamento di essa confraternita, hanno formato le regole, e perché desiderano che le dette regole abbino il loro effetto, le presentano alla maestà vostra e la supplicano di concedergli il regio assenzo e lo riceveranno a grazia. “Firmato: don Michele Zanni, parroco della chiesa parrocchiale di Petrulo di Calvi. E seguono oltre cento firme. “I fratelli di essa congregazione, continua il manoscritto, procurino con pietà di recitare ogni giorno il Rosario e si sforzi ogni fratello di digiunare il mercoledì… Ogni uomo prima di essere ammesso deve fare il suo noviziato per lo spazio di sei mesi; deve confessarsi nella domenica e nelle feste. E mancando sarà ammonito dal Priore”. Nella confraternita poi c’erano anche gli assistenti, i sagrestani, gli infermieri che “dovranno avere la cura degli infermi, per visitarli e , quando sono poveri, dare loro denaro.” Oggi la Madonna del Rosario ha lasciato la sua vecchia dimora. Al tempo del vescovo di Calvi, Zurlo apparteneva  “jus padronato” alla nobile famiglia Mandara Marco. Questi l’ affidò con lo stabile annesso, alle suore per tenervi un asilo. L’asilo Marco Mandara, durò una cinquantina d’anni, fino a quando vent’anni fa non è stato chiuso e l’edificio con la cappella acquistato da un privato.  Ora la Madonna è stata trasferita in casa di Domenico Cammuso, in via xx settembre. Ma non è la stesa cosa: Il locale, sebbene offerto, è piccolo, angusto e difficilmente potrà essere utilizzato come una vera cappella. E poi la storia? Allontanando la vecchia statua della Madonna e la stessa Confraternita dalla cappella  è come se tutti noi avessimo dimenticato tanti anni della nostra storia.

(Roma- Gazzetta Caserta, 20 aprile 2001)