CALVI
Uno scrigno di memoria
La Calvi Medioevale
CALVI MEDIOEVALE
Nonostante ciò, la presenza di altri monumenti, altrettanto importanti, che al contrario possono
essere facilmente individuati, suggerisce una visita attenta alla parte medievale della città. Intorno al
571 venne incorporata nel ducato longobardo di Benevento. Più tardi, verso l'863, fu ricostruita da
Atenolfo nipote del vescovo di Capua Landolfo, limitatamente all'area dell'arce. In quell'occasione
il suo antico nome ausone fu trasformato in Calvi. Sotto il governo di Atenolfo la città
si trasformò in castrum fortificato. Divenne sede di gastaldato della contea longobarda di
Capua e assistette alla lenta ed inesorabile trasformazione degli
edifici pagani in cristiani. Sorsero a quel tempo i casali di
Petrulo, Visciano, Zuni e Martini. Essi conservano ancora oggi il
loro carattere di borghi rurali. I monumenti che si possono
ammirare, sostando nei pressi della via Casilina, sono la
cattedrale, il castello, il seminario vescovile c la dogana
borbonica. Si può scegliere quale delle due parti della città
visitare: la prima ricca di ruderi archeologici, raggiungibile a
fatica dalla via Casilina; più facilmente accessibile la seconda,
quella di età medievale in cui, per secoli, il potere ecclesiastico
prima e quello laico poi, ha apportato notevoli modifiche. Il
primo edificio che si vede dalla strada e' il castello. Avuta sin dalle origini la
funzione di guardia e difesa del valico, fu costruito in età angioina su ciò che restava dell'antico
castrum longobardo a sua volta impiantato su quello di età romana. Nella sua veste attuale si
presenta come un maniero aragonese, poiché proprio a cominciare da11452 esso fu restaurato ed
adeguato alle più moderne esigenze difensive; si irrobustirono le torri che furono dotate di basi
scarpate creando un profondo fossato. Le campagne limitrofe conservano tesori d'arte medievale
come le due grotte rupestri dei Santi e delle Formelle. La prima, scavata nel tufo, servì da
catacomba ai primi cristiani durante le persecuzioni diventando, successivamente, luogo di culto per
le popolazioni delle campagne circostanti. L'interesse principale, per cui vale la pena percorrere un
sentiero di campagna, e dato dagli affreschi votivi, databili tra il X e il XIII secolo, che ricoprono le
pareti della cappella e della rozza abside. Essi trovano analogia con quelli più noti di Sant'Angelo in
Formis a Capua e della Madonna della Stella a Riardo. La grotta delle Formelle è invece scavata
nel fianco di una parete tufacea e presenta anch'essa un ciclo di affreschi. Le più antiche notizie riguardanti il cristianesimo a Calvi ci informano che il
primo culto fu officiato nel vecchio edificio della palestra romana fino alla costruzione della
Cattedrale a nord-est del borgo. La tradizione vuole che la primitiva costruzione abbia occupato gli
ambienti del tempio di Giano Bifronte, mentre le fonti storiche fanno risalire la prima fondazione
della fabbrica all'epoca del conte Pandolfo (IX secolo circa) come attesterebbero alcuni elementi
decorativi di matrice longobarda (alcuni capitelli e una lastra tombale posta come architrave del
portale sinistro della facciata, oggi purtroppo scomparso) reimpiegati nella fabbrica successiva. La
cattedrale calena rappresenta uno dei monumenti medievali meglio conservati della Campania.
Dedicata alla Vergine Assunta, la chiesa ha una pianta basilicale divisa in tre navate (in origine da
colonne di spoglio romane) e tre absidi che all'esterno presentano conci di tufo squadrati lasciati a
vista. All'interno spicca per bellezza la cripta suddivisa in sei navate da cinque coppie di colonne
con capitelli di spoglio. Essa e l'unico ambiente che abbia conservato il fascino dell'epoca
medievale. Al contrario la basilica superiore subì un primo restauro nel 1452 ed oggi presenta
sostanzialmente le forme che ha acquistato nei primi decenni del Settecento. Conservatasi quasi
intatta nel suo impianto originario la chiesa romanica risale (come sostiene Mario D'Onofrio) alla
prima metà del XII secolo sia per la regolarità del paramento murario esterno, sia per alcune
peculiarità decorative. Essa, infatti, e è simile alle cattedrali di Sessa Aurunca e di Caserta Vecchia,
consacrate rispettivamente nel 1113 e nel 1153. Il monumento di maggior pregio (al momento
conservato a Teano), che decora l'interno, è il trono episcopale sorretto da due figure zoomorfe
simili ad elefanti che per le loro caratteristiche formali ricordano esempi pugliesi dello stesso
periodo. I due leoni, che decorano lo sgabello alla base della sedia, invece, furono posti
successivamente quando fu costruito l'ambone. All'esterno, infine, si possono ammirare due splendidi portali
archivoltati, quasi certamente del XII secolo, analoghi a quelli della cattedrale di Alife e della chiesa
di San Marcello a Capua. Un accenno meritano le grandiose opere idrauliche di età preromana,
anch'esse conservate nel territorio circostante. Sono la testimonianza delle primitive tecnologie
messe in pratica dagli abitanti di questi luoghi per rifornire la città di acqua, irrigare i campi ed allo
stesso tempo drenare il terreno. Infine, si può ammirare il seminario diocesano. Trasferita la diocesi di Calvi a Teano, in esso fu
sistemato il Museo Archeologico fino al 1980, anno del terremoto che colpì la Campania e che
spinse la Soprintendenza ad effettuare lavori di restauro. Ci auguriamo che i preziosi oggetti,
custoditi oggi presso altri musei, possano ritornare a
Cales, in quella sede scelta proprio affinché i reperti
venissero esposti vicino ai luoghi nei quali erano stati
rinvenuti. Speriamo quindi che al più presto la visita dei
monumenti medievali possa essere accompagnata da
sopralluoghi guidati nell'area archeologica e che si possa
visitare il museo il cui scopo è senz'altro quello di
raccogliere e testimoniare, nelle sale del seminario vescovile restaurato, la lunga e ricca
storia di Calvi.