NEUROPATIE
Sono complicazioni tardive del dibete mellito che
colpiscono i tessuti del sistema nervoso. Ne possono essere affetti tanto i
pazienti con diabete di tipo 1 che quelli di tipo 2, ma
soprattutto coloro il cui controllo glicemico lascia molto a desiderare; e
se alcuni non ne sono colpiti affatto, c'è chi se ne ammala più
precocemente di altri.
L'incidenza varia a seconda dei metodi usati per la
diagnosi: c'è chi dice 6 casi su 10.000 persone.
In generale i primi sintomi compaiono dopo 10 - 20 anni
dall'inizio del diabete.
Non si conosce l'esatta causa della neuropatia diabetica:
vari sono i meccanismi proposti per spiegarne l'eziopatogenesi.
È stato in realtà provato che la microangiopatia
provoca ipossia endoneurale e perdita di fibre nervose, ma non si esclude
che possano esistere altre cause e concause per cui, salomonicamente,
l'opinione corrente è che la patogenesi della neuropatia sia
multifattoriale (A. Veves: "Diabetic Peripheral Neuropathy".
Diabetic Foot Management, nov.7-8,1996.
La neuropatia del sistema nervoso autonomo può
danneggiare la perfusione tissutale, anche in presenza di un normale apporto
ematico, mediante uno "shunt" di derivazione artero-venosa nella
microcircolazione. Ma una interazione ancor più dannosa fra neuropatia e
perfusione riguarda il riflesso nocicettivo che porta alla produzione locale
di istamina; questo riflesso è molto attenuato nei diabetici e la sua
assenza può contribuire ad una minore reazione infiammatoria delle ferite:
il paziente non avverte dolore e non si rende conto dell'infezione se non
quando le lesioni sono già estese, molto più estese di quanto lasciassero
supporre i segni e i sintomi, come accade molto spesso nel piede diabetico.
Viene colpito più frequentemente il sistema nervoso
sensomotorio (somatico) anche se non risparmia quello del sistema
autonomo (viscerale). In entrambi i casi si tratta di una degenerazione
delle cellule nervose che causa alterazioni nella conduzione degli impulsi
sensitivi o motori.
La neuropatia periferica (somatica) colpisce sia i nervi
cranici sia quelli spinali. I sintomi sono progressivi: dapprima
intermittenti con formicolii nelle parti lese, specie nelle estremità e
soprattutto nei piedi, con o senza dolori; poi i dolori diventano costanti e
se ne aggrava l'intensità; infine spariscono e sopraggiunge la mancanza di
sensibilità nelle zone colpite. La possibilità di gravi infezioni non
percepite in tempo è un grave rischio che questi pazienti corrono.
La neuropatia del sistema autonomo (viscerale) colpisce i
nervi che controllano le funzioni vitali involontarie dell'organismo,
muscoli lisci e ghiandole. Possono quindi essere colpiti tutti gli organi
viscerali, vescica, stomaco, intestino e cuore. I sintomi si manifestano
lentamente e a seconda dell'organo colpito possono andare dalla diarrea alla
stitichezza, atonia della vescia con perdita di urine, vertigini, debolezza,
impotenza sessuale, difficoltà nel deglutire o articolare le parole.
La terapia è sempre sintomatica per quanto riguarda il
dolore e va dagli analgesici comuni, alla codeina. Nella gangrena degli arti
inferiori danno un grande sollievo le somministrazioni di anestetici locali
o morfina in minuscole dosi attraverso un catetere peridurale permanente,
unite ad accurate medicazioni delle parti necrosate.
La chirurgia ha la sua voce nelle ricostruzioni arteriose
mediante bypass con le arterie tibiali distali o la dorsale del piede.
Nei casi gravi, dove la rivascolarizzazione non può
essere effettuata, l'amputazione è l'ultima risorsa.
PIEDE DIABETICO
Il diabete, come si è visto, prima o poi provoca dei
danni nelle piccole e grandi arterie (micro e macro-angiopatia diabetica)
e delle lesioni ai nervi (neuropatia diabetica), oltre ad una
ridotta capacità di difesa contro le infezioni.
Fra gli organi più frequentemente colpiti dalle queste
angiopatie periferiche sono le gambe e soprattutto i piedi.
In essi la deficiente irrorazione sanguigna porta a
lesioni necrotiche dei tessuti, gangrena diabetica, che sono causa di
molte sofferenze. Per queste lesioni a volte è necessario procedere a delle
amputazioni. Basti considerare che su cento pazienti diabetici ricoverati in
ospedale, venti ricoveri sono causati da problemi ai piedi: metà delle
amputazioni di gamba, escludendo gli incidenti traumatici, sono operate su
diabetici.
Negli USA (F.W.LoGerfo, Harvard Medical School), il 10%
della popolazione sopra i 65 anni di età soffre di diabete mellito e, di
questo gruppo, circa l'uno per cento per anno è a rischio di amputazione.
Sono tre i meccanismi patogenetici coinvolti nel piede
diabetico: l'ischemia, la neuropatia e le infezioni.
Essi giocano complessi ruoli di interdipendenza, anche se l'ischemia è il
meccanismo più spesso considerato.
L'eziologia dell'ischemia nel piede diabetico è
l'aterosclerosi occlusiva della parte distale delle arteria poplitea e delle
tibiali e si pensava che esistessero lesioni occlusive anche nella
microcircolazione. Però recenti studi "non hanno confermato
l'esistenza di processi occlusivi nelle arteriole e nella
microvascolarizzazione del piede, pur esistendo delle anormalità
non-occlusive, anatomiche e fisiologiche, la più importante delle quali è
un ispessimento della membrana basale dei capillari il cui lume, però, non
è ridotto in diametro.
È quindi logico supporre, anche se non è dimostrato,
che l'ispessimento della membrana basale dei capillari pregiudichi il flusso
delle sostanze nutrienti e forse anche il passaggio delle figure
corpuscolate del sangue (Frank LoGerfo: Overview of lower extremity vascular
disease. Diabetic Foot Management, nov. 7-8,1996)".
Spesso queste vasculopatie provocano la neuropatia
diabetica: il tipo somatico, il più comune, e quello del sistema
autonomo sono coinvolti nella patogenesi del piede diabetico.
Non si conosce l'esatta causa della neuropatia diabetica,
e vari meccanismi sono stati proposti per spiegarne l'eziopatogenesi.
È stato provato, però, che la microangiopatia provoca
ipossia endoneurale e perdita di fibre nervose, ma non si esclude che
possano esistere altre cause e concause per cui, salomonicamente, l'opinione
corrente è che la patogenesi della neuropatia sia multifattoriale (A.
Veves: "Diabetic Peripheral Neuropathy". Diabetic Foot Management,
nov.7-8,1996).
La neuropatia del sistema autonomo può danneggiare la
perfusione tissutale, anche in presenza di un normale apporto ematico,
mediante uno "shunt" di derivazione artero-venosa nella
microcircolazione. Ma una interazione ancor più dannosa fra neuropatia e
perfusione riguarda il riflesso nocicettivo che porta alla produzione locale
di istamina; questo riflesso è molto attenuato nei diabetici e la sua
assenza può contribuire ad una minore reazione infiammatoria del piede.
Perciò il paziente non avverte dolore e non si rende conto dell'infezione
se non quando le lesioni sono già estese, molto più estese di quanto
lasciassero supporre i segni e i sintomi e molto spesso le lesioni
richiedono già l'amputazione di un dito.
Per queste ragioni il diabetico dovrebbe: