Il diabete tipo 2 è un'alterazione metabolica dei
glucidi (zuccheri) causata da una diminuita produzione d'insulina o da una
ridotta possibilità di utilizzarla.
L'insulina è un ormone che il pancreas produce
maggiormente (oltre la produzione basale) ogni volta che il livello di
zucchero nel sangue sale al disopra del normale.
L'insulina, quindi, permette alle nostre cellule di
utilizzare questo zucchero.
Il diabete mellito di tipo 2, detto anche
non-insulino-dipendente, si manifesta molto lentamente in persone i cui
livelli d'insulina possono essere inferiori, uguali o superiori a quelli
normali. Ma le cellule dell'organismo (le quali presentano un ridotto numero
di recettori insulinici) sono incapaci di utilizzare adeguatamente l'ormone
che dovrebbe permetter loro di servirsi del glucosio circolante (resistenza
insulinica).
Perciò lo zucchero non utilizzato si accumula nel sangue
con conseguente della glicemia che, a sua volta, sollecita il pancreas a
produrre dell’altra insulina, che però non risolve il problema perché le
cellule non riescono poi a servirsene in modo ottimale e, col tempo, si
arriva all’intolleranza glucidica.
Prima o poi, continuando questa vana sollecitazione del
pancreas a produrre più ormone, si arriverà ad un "esaurimento"
di quest’organo e quindi all’insorgere della malattia.
Come già detto, per i meccanismi esposti, l’insorgenza
della malattia non è mai improvvisa, dato che il circolo vizioso è già
cominciato da tempo. Alcune volte sono varie forme di stress a farla
appalesare, oppure una infezione intercorrente o anche la gravidanza, un
intervento chirurgico o un evento vascolare maggiore.
Il diabete tipo 2 si presenta in genere nelle persone
adulte, molto spesso in serio sovrappeso. Raramente richiede un trattamento
con insulina, ma una dieta dimagrante adeguata per diabetici, ed esercizio
fisico. Solo nei casi in cui dieta e moto non migliorano la glicemia del
paziente, occorrerà prescrivergli dei farmaci ipoglicemizzanti orali.
Non si conoscono le vere cause di questo tipo di diabete,
ma certe condizioni possono avere un ruolo importante, come la componente
genetica e alcuni fattori di rischio.
I fattori di rischio sono l’obesità (al
momento della diagnosi il 75% degli individui sono obesi). Ma anche la
cosiddetta "pancetta" - cioè l’accumulo di grasso viscerale in
persone con peso nella norma - è un fattore di rischio come l'obesità
perchè entrambe le condizioni, di per sé, provocano la resistenza
insulinica di cui si è parlato sopra. La mancanza di attività fisica, gli
stress fisiologici o emotivi, la gravidanza, certi medicamenti, età sopra
40 anni, storia di familiarità, ipertensione, colesterolemia HDL uguale o
sotto i 35 mg/dl e trigliceridemia superiore a 250 mg/dl possono essere
altri fattori predisponenti.
La malattia può essere del tutto asintomatica in molti
casi, e soltanto un esame occasionale mostra valori glicemici alterati che
fanno scattare l'allarme e praticare i soliti esami di cui si è parlato nel
diabete di tipo 1.