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PRIMO PIANO

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Parigi sotto attacco, 129 morti. ‘Atto di guerra’
Tra i kamikaze uno schedato, un rifugiato, 3 belgi
 

Video Massacro al Bataclan, spettatori
appesi alle finestre e in fuga - foto
Era un locale nel mirino dei terroristi

 

Ieri 7 attentati (la cronologia). “Attentatore ha provato a entrare nello stadio poi si è fatto esplodere”
5 arresti a BruxellesIsis: “E’ la prima goccia”. Assad critica Francia: “Paga politiche sbagliate” – TV(14-11-15)

“E’ stato un atto di guerra dell’Isis. Siamo stati aggrediti, ora saremo spietati”. Così Francois Hollande annuncia la reazione della Francia, mentre la capitale si risveglia blindata (ora per ora). Venerdì Parigi è stata sconvolta da sparatorie ed esplosioni. Stadio, ristoranti, e la music-hall Bataclan, diventata il simbolo di questo attentato (leggi). La polizia indaga e traccia l’identikit dei terroristi: francesi (o con doppio passaporto), non solo uomini. In tutto le vittime accertate sono 129, 352 i feriti di cui almeno 90 “in gravi condizioni”. Sette gli attentatori rimasti uccisi, ma ad agire sarebbero stata “tre squadre distinte”.

“Bataclan, spari a caso. Tutti a terra”
Su Twitter un account per rintracciare
i dispersi. Tra loro una 28enne italiana

kerry lavrov 990

Siria, “governo transizione entro 6 mesi”
Incognite sul cessate il fuoco e Assad
Mosca: “Necessaria coalizione anti-Isis”

Isis675

Leader dell’Is in Libia
Al Zubaidi ucciso da
raid aerei statunitensi

Isis, quanto è grande davvero 
il Califfato?
 

Siria, media Usa: colpito e ucciso in raid
Jihadi John, il carnefice inglese dell’Isis

Pentagono: “Stiamo facendo verifiche”
(13-11-15)

Gli analisti militari hanno messo a confronto le mappe dei territori controllati dai miliziani di Al Baghdadi dal 2013 ad oggi.

Da quando Isis ha preso il controllo di Mosul, il 10 giugno del 2014, il mondo ha iniziato a guardare con preoccupazione l’espansione del cosidetto Stato Islamico.L’Institute for the Study of War ha monitorato passo passo il controllo dei territori in Iraq e in Siria.

Come si può osservare dall’infografica le zone effettivamente controllate dagli uomini di Al Baghdadi (il cosidetto santuario) non sono poi così estese e gravitano intorno alle città di Raqqa e di Mosul. Diverso discorso per la zona di influenza che è più vasta. Nonostante la propaganda, il Califfato è dunque ben lontano dall’essere una realtà. La missione primaria di Isis rimane concentrata su quello che gli analisti definiscono l’Interiori Ring del Califfato (Iraq e Siria) è si riduce ad una difesa delle postazioni conquistate. Tra gli obiettivi c’è però l’espansione e la conquista. E con la Libia abbiamo visto come Isis stia tentando di affermarsi anche su fronti più esterni. Il territorio di Isis è diviso in 33 «wilaya» — province — dal Nord Africa all’Afghanistan: in alcune la presenza è reale (come nel Sinai), in altre ha radici poco profonde. Secondo altre fonti nell’ultimo anno Isis avrebbe in realtà perso il 10 per cento dei suoi territori. Ma si tratta di dati poco verificabili in quanto è molto difficile definire effettivamente i contorni del Califfato. Quel che è certo è che i miliziani di Al Baghdadi controllano ancora città importanti come Mosul e Ramadi in Iraq, Raqqa e Palmira in Siria.


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I padroni del vapore. Bari,1955. In-8,pp. 292,ill.,bross.,sovracc. con ill. d iMaccari. L'economia del regime.

La liberazione dell'Emilia Romagna. Barazzoni-Gilioli, Milano 1979. In-8,pp.240 con alcune ill. in b/n, bross.

(*) Per sindrome scozzese intendiamo il calamento di braghe sistemico a fronte di interessi legati al denaro: il 16 settembre 2014 la Scozia indiceva REFERENDUM per CHIUDERE L'UNIONE CON L'INGHILTERRA sancita dallo UNION ACT del 1704 all'indomani dell'estinzione della Casa Reale avita scozzese ormai miscelata con la corona inglese. L'occasione per rendersi indipendente è stata vanificata dalla sconfitta degli indipendentisti fattisi minoranza di fronte alla paura di ritorsioni economiche da parte dell'inghilterra. Nel maggio 2015 poi, all'interno delle elezioni politiche di Gran Bretagna il cancelliere Cameron, una mezza tacca clamorosa ma che è riuscito a sfangare il referendum sulla secessione, stravince le elezioni al pari dei rappresentanti di Scozia che si presenteranno in 50 a Westminster per la prima volta...

 

 

 

 
   
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Madonna registra l'intervista  da Fabio Fazio: l'assedio dei fan    Video : la cantante esce dagli studi

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Madonna registra l'intervista
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Boschi e Madia sul 'red carpet' Gli ospiti alla prima di Veltroni    Foto: la serata-     trailer - Leggi


 

Boschi e Madia sul 'red carpet'
Gli ospiti alla prima di Veltroni

Foto: la serata- trailer - Leggi
 

Alla première la critica stronca "50 sfumature di grigio"

 

Madia e M5S: "Di Battista ed io? Catechisti insieme a vent'anni"

 

Madia: la regina del Burlesque

Madia: "Sì ai matrimoni gay"

REP TV / INVASIONI BARBARICHEMadia: "Sì ai matrimoni gay"

 

Pa, Madia: “Blocco turnover ingiusto ma la crisi pesa”. Pin per i servizi dal 2015

Il governo lancia la riforma della P.A.

 

 

 

 

 

 

 

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Keira come Meg: l'orgasmo rivive ''Harry ti presento Sally''

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Keira come Meg: l'orgasmo
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Il nuovo set dopo l'Oscar Riconoscete questo attore?

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Aria di crisi per Amal e George la signora in rosso non risponde

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Aria di crisi per Amal e George
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Diario di un anno(2 giugno 1943-10 giugno 1944). Milano, Garzanti,1947. in-8, pp. XL,208,bross. Prima edizione, rara ed autorevole testimonianza di ciò che avrebbe dovuto rappresentare l'insurrezione partigiana nei confronti degli Alleati.
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Carte di credito «contactless», come le transazioni diventano a rischio...cosa sono i tag

Banche e Poste stanno distribuendo carte di pagamento dotate di un chip che permette di pagare senza neanche dover strisciare la carta. Al momento però risultano molto vulnerabili e sono in aumento i furti dei dati.

Si stanno diffondendo anche in Italia le carte di pagamento contactless, ovvero quelle carte dotate di tecnologia Nfc con cui possiamo pagare rapidamente negli esercizi commerciali più disparati senza pin, né firme, semplicemente passando la carta vicino al lettore, per le spese inferiori ai 25 euro.

Emesse da molte banche e dalle Poste Italiane, le 6 milioni di carte distribuite in Italia però sono ancora molto vulnerabili: senza neanche dover essere connessi a Internet un cybercriminale, con un banale dispositivo, a meno di un metro da noi, può intercettare la carta e rubarci i dati in essa contenuti.

A spiegarci come sia facile “sniffare” le carte Nfc è Raoul Chiesa, uno dei maggiori esperti mondiali di sicurezza informatica che, con la sua Security Broker, ha la responsabilità di anticipare le vulnerabilità dei sistemi e intervenire per migliorare la sicurezza: «In questo protocollo Nfc (“near field communication” - comunicazioni ravvicinate) esiste un baco che permette di rubare facilmente dati sensibili, movimenti bancari e soldi delle persone. Non sembra esserci un identikit della vittima tipo e per essere esposti al furto basta passare vicino al cybercriminale dotato di un apposito lettore. Quindi ad esempio metro, stazioni, aree di sosta e aeroporti diventano chiaramente luoghi a rischio».

Lo standard Nfc per effettuare pagamenti è diffuso in tutto il mondo, ma in Italia, ci chiarisce Chiesa, «hanno invece applicato il protocollo Nfc anche alle transazioni economiche senza però aver implementato la criptatura. Senza autenticazione né cifratura è possibile rubare in chiaro tutti i dati e poi con quelli ad esempio effettuare acquisti su Amazon dove non è richiesto il CVV.»

http://www.corriere.it/inchieste/reportime/societa/come-ci-rubano-soldi-carta-credito/faa8baf0-1100-11e4-beef-e3441e67d81c.shtml

NFC Tools è un app che ti permette di leggere, scrivere e programmare compiti nei tuoi tags NFC o altri chip RFID compatibile.

Tutto quello che devi fare è mettere il tuo dispositivo civino al chip NFC e leggere le informazioni presenti o eseguire compiti.

Semplice e intuitivo, NFC Tools può registrare informazioni standard nei tuoi tag che saranno compatibili con tutti i dispositivi NFC.
Per esempio, tu pui memorizzare una VCARD per condividere i dettagli del contatto in maniera semplice, aprire un URL, condividere un numero di telefono o un posizione geografica.

Ma l'app NFC Tools va oltre e può permetterti di programmare compiti nei tuoi tag NFC in maniera da automatizzare azioni che sarebbero noiose se fatte ripetutamente.
Accendere il Bluetooth, impostare un allarme, impostare il volume, condividere una configurazione di una rete WiFi e molto altro ancora.

https://play.google.com/store/apps/details?id=

com.wakdev.wdnfc&hl=it

 

DOPO SIENA E PARMA E' IL TURNO DELL'INTER???(21-10-15)

Dopo l'assemblea dei soci all'Hotel Gallia di Milano , le voci di una uscita anticipata di Moratti dal suo 30%, un debito consolidato del gruppo di oltre 140 milioni di euro a fronte dell'escamotage del bilancio civilistico della sola FC Internazionale SPA (che si ferma ad un rosso di 74 milioni di euro), SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI UN PROSSIMO TRACOLLO FINANZIARIO DEL CLUB DEL TRIPLETE, con il raffinatore, visto l'andazzo,intenzionato ad abbandonare baracca e burattini MOLTO VELOCEMENTE per non esser travolto dai debiti prodotti in vent'anni e non esser accostato AD UN CLAMOROSO FALLIMENTO.

140,4 milioni di deficit

 

 consolidato

Una valutazione sul bilancio presentato dall'Inter: la strada intrapresa è quella giusta?
"Capisco che la società voglia portare l'Inter in alto, sia economicamente che sportivamente parlando, ma il fatto di non essere riusciti ad andare in Champions e di aver optato, per quanto riguarda l'aspetto economico, per certe modalità operative piuttosto che altre, per quanto rientri nella piena libertà di chi è al comando di un club, sicuramente non sta facilitando le cose. I numeri del bilancio, quelli che è possibile fotografare, lasciano qualche dubbio. Bisogna fare molta attenzione nell'analizzarli".

Qualora non arrivasse anche in questa stagione la qualificazione alla prossima Champions League, cosa accadrebbe dal punto di vista del Financial Fair Play?
"C'è una situazione complessa nella valutazione del bilancio. L'Inter ormai si è strutturata come un gruppo societario, quindi per capire qual è lo stato di salute finanziario bisognerebbe andare oltre il bilancio di FC Internazionale, che presenta il 'rosso' di 74 milioni annunciato ieri. Ecco, questo dato andrebbe integrato con gli altri gruppi, come InterMedia and Communication, ovvero la società in cui sono confluite tutte le attività e rami d'azienda legate al brand dell'area commerciale. Società che impegnano Unicredit per conto di Goldman Sachs nell'ambito della ristrutturazione della salute economica della società iniziata da Thohir. Da questa operazione emerge una plusvalenza di oltre 75 milioni legata alla cessione del patrimonio di Inter Brand a questa società, in un'operazione, per dirla in modo semplice, in cui 'i soldi escono da una tasca ed entrano in un'altra tasca'. Insomma, hanno un effetto contabile, ma non si tratta di guadagni veri, concreti. Di conseguenza, sul bilancio dell'Inter grava un'ulteriore perdita di circa 75 milioni di euro, e quindi si arriva al deficit consolidato di 140,4 milioni. E su questo bilancio il club ha deciso di caricare molti oneri straordinari, come il contratto di Mazzarri e i 10 milioni del contenzioso Alvarez legati al finanziamento con Goldman Sachs. Ma anche senza contare queste voci straordinarie ci ritroviamo con un 'rosso' di 100 milioni, un deficit in linea con quello dello scorso anno".

I tifosi dell'Inter devono stare tranquilli?
"Io non lo sarei. Capisco l'ottimismo mostrato da Thohir e dalla dirigenza interista, ma chiaramente, da analista, non sarei molto tranquillo, proprio perché l'Inter quest'anno dovrà guadagnare per almeno 70 milioni. E senza la Champions League non è molto semplice, considerando inoltre le spese sul mercato. La campagna acquisti si è chiusa con un bilancio tutto sommato soddisfacente, quasi in pareggio, ma di fatto posticipando spese e oneri per oltre 50 milioni, qualora fossero poi esercitati tutti i diritti, obblighi di riscatto. L'azionista di maggioranza ha deciso di prestare dei soldi all'Inter, da un lato perché il
 FFP non consente iniezioni di capitali superiori a certe cifre, ovvero 30 milioni, mentre dall'altro è stata caricata sull'Inter un'esposizione finanziaria con il tasso dell'8-9% che non è basso, anzi. Sono quindi maturati degli interessi per circa 4 milioni. Bisogna poi considerare che il prestito concesso da Goldman Sachs nell'ambito dell'operazione di cui sopra è meno del 6%. C'è quindi da lavorare, la mancata qualificazione in Champions League ha pesato, e non poco, e in due anni si registra un 'rosso' di 200 milioni al netto di 40 che per benevolenza non consideriamo, essendo straordinari. Ma i costi, per esempio, legati a Mazzarri messi sul bilancio di quest'anno non vuol dire che non esistano. Il 'rosso', quindi, negli ultimi due anni sarebbe di 240 milioni".

Etihad ha smentito qualsiasi trattativa in essere con l'Inter: cosa le risulta in questo senso? Le strade di Inter e Pirelli si divideranno?
"Etihad sta valutando possibili sponsorizzazioni in Italia, ma più con la Roma che con l'Inter. Pirelli, invece, potrebbe avere ancora interesse a continuare, ma un'uscita di Moratti potrebbe cambiare gli scenari, spingendo la stessa azienda a chiudere il rapporto con l'Inter. Ma non è ancora deciso quello che accadrà in questo senso. Per quanto riguarda Moratti, una sua uscita era prevista, e mi risulta che le sue quote siano già state offerte a Thohir, il quale ha però rifiutato".

 

link di riferimento:

http://www.inter-news.it/mondo-inter/bucchioni-inter-sta-fallendo-parma-bis-moratti-furbo/

Intervenuto in collegamento durante la diretta di “Calcio € Mercato” su Sportitalia, il giornalista del Quotidiano Sportivo, Enzo Bucchioni, spara a zero sulla situazione economica dell’Inter, considerata praticamente fallita e senza speranze

RISCHIO PARMA BIS  «Mi sembra che l’Inter abbia investito molta su se stessa, che pagherà fino al 2017 i giocatori che ha acquistato quest’estate. Se non dovesse andare in Champions League, sarebbe una situazione allucinante. Il caso Parma potrebbe non essere l’ultimo in Italia».

INTER PRATICAMENTE FALLITA  «Se Erick Thohir non fosse intervenuto due anni fa, l’Inter sarebbe fallita. Ha spalmato il debito di Massimo Moratti, ma i soldi da pagare restano e sono spese di una follia assoluta. Nel calcio uno più uno raramente fa due, ma non è certo che arrivi primo con la squadra più forte del Mondo. E l’Inter ce la fa ad arrivare prima o seconda?».

MORATTI FURBO, SCAPPA  «Moratti è il responsabile di questa situazione e adesso fa la “furbata” per non tirare fuori altri soldi per quel 30%, in caso di aumento di capitale. Cerca di scappare ancora una volta, perché se c’è da capitalizzare verrà chiamato in causa ancora. Tutti aspettano, ma l’Inter è sull’orlo del fallimento, anche se ci dicono che non è vero. Anche andando in Champions League, 50 milioni non basteranno per riprendersi».

MERCATO BLOCCATO  «L’Inter come fa a fare mercato a gennaio? Con quali soldi? Il debito c’è e soprattutto c’è il rischio di sforare i parametri del Fair Play Finanziario. Quest’anno al Barcellona hanno bloccato il mercato, l’Inter è sulla stessa strada. Thohir presta i soldi all’Inter e chiede gli interessi? Mi sembra un’assurdità. Di mestiere fa il finanziere, se si stanca di fare questo “gioco”, cosa rimane dell’Inter?».

30 giugno 2013. La disastrosa gestione Stramaccioni porta l'Inter ad un passo dalla serie B, fuori da tutti i giochi e soprattutto fuori dalla Coppa dei campioni a fronte di una spaventosa campagna acquisti: Juan Jesus, Guarin,Cassano, Kovacic,Schelotto,Rocchi,Kutzmanovic,Gargano, Palacio,Icardi,Jonathan. Nell'allora Piazza Duse c'era aria di "decreti neroniani" con persone che abbandonavano gli uffici in fretta e furia, l'ex DG Paolillo tanto per citarne uno, e con il presidente a snocciolare un debito di 430 milioni di euro. Moratti, che nel ventennio di presidenza ha speso oltre 1,2 miliardi provenienti dalla cassaforte di famiglia della Saras (la raffineria costruita cinquant’anni fa dal padre Angelo Moratti in Sardegna), per regalare ai tifosi e a se stesso gioie e dolori, deve ora tirare i remi in barca. Il gruppo Saras ha infatti chiuso il 2014 con una perdita di 266,2 milioni di euro, in miglioramento rispetto al rosso di 271 dell’anno precedente, ma con un netto di -90,4 milioni di euro leggermente peggiore dei -84 del 2013. Ora, è di oggi la notizia che il titolo Saras sta perdendo in borsa dopo l’annuncio di ieri della compagnia russa Rosneft di voler cedere almeno del 9% delle quote sul 21% che detiene. Come è cambiato il calcio, passando dalla gestione a capitalismo famigliare di Moratti a quella finanziaria e speculativa di Thohir, così cambia anche il mercato globale delle materie prime. Tuttavia la finanza speculativa è quella delle scatole cinesi vuote piene di pegni e l'architettura indonesiana ne prevede due al vertice basate ad Hong Kong ( l'Asian Sports Ventures e la Nusantara Sports Ventures) che sono due semplici fermo posta con scritture camerali che prevedono due pegni che, se non vengono rispettate le scadenze, vengono ceduti all'International Sports Capital, anch'essa basata ad Hong Kong, che detiene il 70% di FC Internazionale Spa ed è nei confronti dell'International Sports Capital che Goldman Sacs ed Unicredit hanno acceso il prestito da 230 milioni di euro nel giugno 2014 con mega rata finale da 184 milioni di euro da saldare il 30 giugno 2019 (in caso contrario ecco scattare i due pegni che finiscono in pancia alle banche....). Thohir di tasca sua ha sganciato 80 milioni di euro per liquidare il 70% della posizione di Moratti e 108 milioni di euro ma non in conto capitale, bensì come prestito fruttifero ad un interesse del 9,5%, soldi fatti arrivare da una terza scatola vuota basata alle Caiman: la Merdeka Investiment che ha incassato 4,2 milioni di euro di interessi. Sommando i 230 milioni di euro del prestito Unicredit-Goldman Sacs, i 108 milioni di euro del prestito Thohir e gli 80 milioni di euro girati a Moratti, si sfiorano i famosi 430 milioni di euro del 30 giugno 2013 che quindi non sono per nulla spariti...

link di riferimento: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/20/moratti-laddio-anticipato-allinter-e-la-fine-del-calcio-a-gestione-famigliare/2145362/

 

 

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Rossi E. Una spia del regime.Documenti e note....Milano,Feltrinelli,195,In-8,pp.272,bross. con sovracc di A.Steiner. I documenti originali che permettono di ricostruire l'inquietante vicenda di Carlo Del Re, spia e confidente della polizia fascista e poi nazista durante il ventennio. costo 26 euro  - 

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La crescita rallenta, frenata per il pil italiano
Pesa la crisi dei Bric, dalla Cina alla Russia

La mini ripresa italiana perde slancio, rallentata dalla frenata cinese e dalla recessione russa. Nel terzo trimestre, stando alle stime preliminari dell’Istat, il Pil è cresciuto dello 0,2% dopo il +0,3% del periodo aprile-giugno e il +0,4% registrato tra gennaio e marzo. Il dato è sotto le attese degli analisti e le previsioni dello stesso istituto di statistica: il consenso si attestava su un +0,3%.

Renzi 675

NASCE Sinistra Italiana, Renzi: “Attaccano Happy
Days perché sono lontani dalla felicità”
“Riforme, se perdo referendum lascio”
•Sinistra Italiana, teatro pieno. In Parlamento saranno 41 •VIDEO – Sinistra Italiana, Vox: ‘Vogliamo essere rappresentati’(08-11-2015)

Pd, il partito unico con il nulla intorno

Sere fa, a Otto e Mezzo, Paolo Mieli, con il sorriso stampato dello Stregatto di Alice nel Paese delle meraviglie infieriva cordialmente sul deputato Alfredo D’Attorre che cercava di spiegare come e perché lui e molti altri preferiscono andarsene dal Pd, piuttosto che restare a fare i soprammobili di Renzi. Del resto, la tesi secondo cui la sinistra interna meglio farebbe a reprimere i propositi di fuga per migliorare con il suo fattivo impegno le leggi renziane era talmente comica che perfino Mieli non ha avuto il cuore di insistere.

Il giorno prima era toccato a un altro ex di spicco, Stefano Fassina, prendersi la sua dose di insulti per avere ipotizzato un appoggio al M5S, e non al Pd, nel caso di un ballottaggio a Roma. “Non è di sinistra organizzare piccoli partiti che non vinceranno mai”, ha sentenziato infine Renzi, e così il tentativo di far passare i protagonisti di una criticabile ma legittima e trasparente protesta politica per una congrega di traditori o, nel migliore dei casi, di sfigati ha ricevuto la sua bolla papale.

Che la sinistra nostrana si sia ridotta nel corso degli anni a una serie di litigiose cosette rosse, in perenne competizione per strapparsi, se va bene, un 5-6% di voti, è sotto gli occhi di tutti. Un agglomerato incapace ormai di riempire una piazza, tanto che l’ultima manifestazione “di sinistra” che ricordiamo sono i funerali di don Andrea Gallo, a Genova, nel maggio di due anni fa. Così come è indubitabile che la sinistra soffra in tutta Europa l’assenza di un’identità vincente, sballottata tra le fughe all’indietro dei laburisti inglesi di Jeremy Corbyn, i compromessi al ribasso di Alexis Tsipras in Grecia e le eruzioni magmatiche dei Podemos spagnoli, che forse neppure di sinistra sono. Eppure, tornando al nostro cortile di casa, neppure Renzi può dormire sonni tranquilli perché sa bene che quei “partitini che non vinceranno mai” sono gli stessi che possono far perdere il Pd. Tanto che a proposito delle tante crepe che si stanno aprendo al Nazareno, si potrebbe parafrasare un celebre libro del dissidente Andrej Amal’rik sulla fine annunciata dell’Urss, e cioè: sopravviverà il Pd fino al 2018?

Al primo posto nella lista dei guai del Pd di Renzi, c’è Renzi medesimo. Quello che da un anno a questa parte è impegnatissimo ad applicare nei fatti l’antica regola del divide et impera, che negli anni 70 un candidato repubblicano alla Casa Bianca così traduceva: “Spacchiamo il paese e prendiamoci il pezzo più grosso”. Solo che allo statista di Rignano qualcosa non sta andando nel verso giusto: stando ai sondaggi, infatti, la forbice dei consensi tra i Democratici e i 5Stelle si va restringendo tanto che dalle simulazioni di un eventuale ballottaggio con l’Italicum, emerge che il movimento di Grillo potrebbe non partire sfavorito. Ma il punto vero è il progressivo sfarinamento del blocco sociale intorno al Pd che risultò vincente alle Europee di un anno e mezzo fa. La lista degli scontenti si allunga ogni giorno di più.

La Cgil di Susanna Camusso, per l’insofferenza quasi fisica che il premier ha nei confronti dei sindacati. Gli insegnanti presi a pesci in faccia da una legge che ha il nome di una presa in giro: “La Buona Scuola”. L’Italia che paga le tasse, che non gira certo con rotoli di migliaia di euro in tasca, discriminata a favore dell’Italia degli evasori. Tutti voti Pd in libera uscita, destinati a disperdersi tra M5S e la Sinistra Italiana di Fassina, D’Attorre e Vendola o a finire nel mare magnum delle astensioni, ma che difficilmente torneranno a casa. Anche perché nella base elettorale che alla vigilia delle Europee inneggiava al Renzi della rottamazione e degli 80 euro, non sono pochi coloro che oggi assistono sgomenti alla rapida mutazione antropologica di un partito che ha sotterrato la questione morale berlingueriana, sempre più infognato in pratiche affaristiche e comunque disdicevoli.

Essere passati in pochi giorni dalla cacciata con atto notarile del sindaco di Roma Ignazio Marino (coinvolto a sua volta nel pasticcio degli scontrini) alle accuse di concussione per il governatore della Campania De Luca per una brutta storia di ricatti, mostra la faccia della politica peggiore, quella che non molto tempo fa il Pd diceva di combattere a fianco dei cittadini onesti. Del resto, la creazione del Partito renziano della Nazione, più volte annunciata, non potrà che avvenire sulle ceneri di un Pd sempre di più scatola vuota. Nel disegno del premier i voti della sinistra saranno sostituiti, in tutto o in parte, da quelli del centrodestra in fuga dagli eccessi xenofobi e securitari (quelli che prima sparano e poi chiedono chi è) del führer lumbard Matteo Salvini. E anche nel caso probabile che i risultati della prossima primavera a Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli non siano favorevoli al Pd, Renzi ha già pronta la pista d’atterraggio: il referendum confermativo sulle riforme costituzionali dove conta di vincere e, una volta rafforzato, andare subito a nuove elezioni e prendersi ciò che resta di una democrazia.

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Riforme Incostituzionali, ok di Palazzo Madama ad articolo 1: il senato ridotto a 100 comparse nominate dall'alto che non danno fiducia al governo. Una escrescenza istituzionale.

Sondaggio Euromedia Research, Denis Verdini può costare 7 punti al Pd. Nella simulazione M5S primo partito, Pd al 25%(30-09-15)

 

La liberazione dell'Emilia Romagna. Barazzoni-Gilioli, Milano 1979. In-8,pp.240 con alcune ill. in b/n, bross.

 

Def, Renzi usa i migranti contro Bruxelles

Matteo Renzi gioca un gioco pericoloso con l’Unione europea. La sua scelta è, in estrema sintesi, di non rispettare i vincoli che anche il suo governo si era impegnato a seguire. Nel dibattito pubblico il rapporto con l’Unione europea sembra tutto una questione di muscoli, pugni sul tavolo, aperture e chiusure. Ma ci sono delle regole precise.

“Il profilo di finanza pubblica permetterà di rispettare la regola del debito. Siamo all’interno delle regole anche per quanto riguarda la regola del debito, quello che conta è il percorso di aggiustamento strutturale”, ha detto ieri sera il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ma non è del tutto vero.

Nell’ultima relazione dell’Ufficio parlamentare di bilancio, l’autorità indipendente che vigila sui conti del governo, si legge chiaramente che il governo già si era preso tutta la flessibilità lecita nell’ultima legge di stabilità. Per quanto riguarda il deficit strutturale, cioè quello depurato dalle componenti dovute alla congiuntura negativa, “nel 2015 quest’ultimo diminuirebbe di 0,2 punti percentuali del Pil, anziché di 0,3 punti come concordato a fine 2014 con le istituzioni europee. Nel 2016 migliorerebbe di 0,1 punti, a fronte degli 0,5 previsti dalle regole europee”.

Spiegazione dell’Upb: “La più bassa correzione è programmata a fronte della richiesta del governo di potersi avvalere della flessibilità prevista dalle regole europee – a favore dei Paesi che avviano importanti riforme strutturali con effetti positivi sulla sostenibilità di lungo periodo delle finanze pubbliche – di poter deviare temporaneamente dall’obiettivo di medio termine o dal percorso di aggiustamento verso di esso nell’anno successivo a quello di pubblicazione del Programma di stabilità”. Con una postilla: “Sarà la Commissione europea a verificare sia l’esistenza delle condizioni per usufruire della flessibilità sia quanta flessibilità concedere. Ciò dipenderà dal tipo di riforme e dalla loro effettiva realizzabilità”.

Ma se la deviazione da temporanea diventa permanente? Padoan non solo ha comunicato che il rispetto della regola del debito viene di fatto rinviato di un anno al 2018. Che è come dire mai, visto che in origine era previsto per il 2014. Non solo: il governo vuole alzare anche quello nominale, da 2,2 per cento al 2,4. Non si capisce bene perché: la scusa è l’emergenza migranti, visto che non si può più sostenere che c’è una recessione di gravità eccezionale (le stime di crescita vengono riviste al rialzo) e la flessibilità sulle riforme è già stata ottenuta anche se gran parte delle riforme, come quelle istituzionali e parte del Jobs Act, non sono state ancora approvate in via definitiva.

Il ragionamento, sulla carta, sembra sensato: l’Italia è la porta di ingresso per molti dei migranti che arrivano via mare. E’ una caratteristica peculiare e siamo in un periodo in cui il flusso è rilevante e crescente. Dunque sarebbe giusto chiedere margini di bilancio per gestire tutto questo. Ma lo stesso Padoan ammette di non sapere “come funziona esattamente” questa ipotetica regola. Il premier Renzi si avventura a citare un regolamento europeo del 1997 (comunque superato o come minimo integrato da tutta la nuova legislazione comunitaria e nazionale in materia di bilancio).

Posto che la base giuridica è assai dubbia, altrettanto incerto è il fondamento economico: l’Italia sta chiedendo di avere uno spazio di bilancio di 2 decimi di punto, cioè almeno 3 miliardi di euro, da spendere per i migranti? O, con la scusa degli sbarchi, ritiene di avere diritto a un “bonus” da spendere però per tutt’altro, cioè gli sgravi fiscali cui si è impegnato Renzi?

Non è affatto detto che a Bruxelles qualcuno si faccia convincere. I tecnici della Commissione si rifiutano di considerare le misure solo annunciate e non approvate in via definitiva, figurarsi se si impelagano in arbitrarie e discutibili valutazioni come quanti miliardi di Tasi si possono abolire per ogni diecimila migranti arrivati in Sicilia.

Siamo solo all’inizio della sessione di bilancio. E l’unica certezza è che la legge di Stabilità di Renzi, che dovrebbe valere 27 miliardi, parte già piena di buchi.

 

M5S, sondaggio Piepoli per la Stampa. Grillini al massimo storico, con l'Italicum sempre protagonisti al ballottaggio (2-09-15)

Il Fmi all'Italia: "Vent'anni perché la disoccupazione scenda al pre-crisi"

Il Fondo sottolinea la ripartenza economica, ma il lavoro resterà a lungo un problema. Anche nel resto dell'Eurozona c'è ripresa senza occupazione: generazioni di giovani a rischio. Confermate le stime di crescita, dalla Grecia ancora possibile contagio. Il Mef contesta l'analisi: "Trascura gli effetti delle riforme avviate"

MILANO - La ripresa si sta materializzando, ma per l'Eurozona rischia di essere un percorso lungo e che darà i suoi risultati sul fronte della disoccupazione solo tra molto tempo. E' quanto afferma il Fondo monetario internazionale nel suo rapporto sull'area euro, nel quale si legge che "senza una significativa accelerazione della crescita, ci vorranno 10 anni alla Spagna e quasi 20 anni a Portogallo e Italia per ridurre il tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi". L'istituzione di Washington sottolinea che la disoccupazione nella zona della moneta unica "è alta" e che "probabilmente lo resterà per del tempo". Conclusioni sulle quali salta la Cgia di Mestre, che mette in evidenza come dal 2007 al primo trimestre del 2015 in Italia si sono persi 932.000 posti di lavoro. Secondo l'analisi dell'Associazione degli artigiani, le regioni più colpite sono state quelle del Sud: in Sicilia gli occupati sono diminuiti di 168.000 unità, in Campania di 129.000 e in Puglia di 100.000. In tutte le regioni meridionali il calo occupazionale ha interessato 580.000 lavoratori (pari al 62,2 per cento del totale).

La situazione italiana. Il tasso di disoccupazione, spiega di nuovo l'Fmi, "è atteso rimanere più alto che durante la crisi in Italia". Nel nostro paese in particolare, si stima che il "tasso naturale di disoccupazione" - definito come il tasso di disoccupazione a inflazione stabile (Nairu) - "resti più alto di quello visto durante la crisi". Per un confronto, in Francia sarà nel medio termine a livelli pari a quelli durante la crisi mentre in Spagna il Nairu "scenderà in modo significativo rispetto a livelli senza precedenti ma rimarrà sopra il 15% nel medio termine".

Al Belpaese, che esce da tre anni di recessione, il Fondo consiglia cinque tipi di interventi. Jobs Act e legge sulla responsabilità civile dei giudici sono indicati come passi avanti positivi, poi seguono le raccomandazione: "L'adozione e l'implementazione della pianificata riforma dell'amministrazione pubblica"; la seconda riguarda "ulteriori misure volte a migliorare l'efficienza della giustizia civile" razionalizzando i tipi di casi che arrivano alla cassazione, permettendo un'ulteriore specializzazione dei tribunali e premendo l'acceleratore sul progetto per lo sviluppo di indicatori sulla performance dei tribunali. La terza raccomandazione comprende, oltre al rafforzamento delle politiche previste dal Jobs Act, la "legislazione e l'implementazione di misure concrete per ridisegnare" gli ammortizzatori sociali "in un sistema universale di sostegno condizionale alla ricerca di lavoro e al training". La quarta raccomandazione del fondo per l'italia riguarda una "decentralizzazione della contrattazione salariale per permettere una maggiore flessbilità nei contratti nazionali". Infine, l'Fmi chiede la rapida approvazione e implementazione della legge annuale sulla competizione per affrontare le barriere regolamentari esistenti in settori chiave come il retail e i trasporti.

E quella dell'Eurozona. La ripresa nell'area con la moneta unica "si sta rafforzando", ma l'area euro "è vulnerabile a shock negativi" e restano i rischi di "stagnazione" legati a un prolungato periodo di bassa crescita e inflazione. Il Fmi teme che dalla Grecia possa ancora partire un contagio per i vicini europei, intanto conferma stima di crescita del Pil della zona euro all'1,5% per il 2015 e all'1,7% per il 2016. "La debole prospettiva di medio termine e il limitato spazio di manovra rende l'Eurozona vulnerabile a shock che potrebbero indurre a un prolungato periodo di bassa crescita e inflazione", sottolinea il Fondo spiegando che per evitare i rischi di stagnazione sarebbe necessario mettere in campo riforme che affrontino i gap strutturali sui mercati del lavoro, dei prodotti e dei capitali.

La ripresa economica fatica a trasformarsi in ripresa occupazionale: l'alto tasso di disoccupazione giovanile potrebbe danneggiare il potenziale del capitale umano e dar luogo a una 'lost generation', generazioni perdute per il Fmi. "Nonostante i recenti miglioramenti - sottolinea il Fondo - il tasso di disoccupazione rimane sopra l'11% nell'area euro e vicino al 25% in Grecia e Spagna. La quota di disoccupazione di lungo termine continua ad aumentare, accrescendo i rischi di un'erosione delle capacità".

berlusconi-newpp

Carcere, intercettazioni, carriere giudici
B mette condizioni per votare le riforme
(13-08-15)

renzi berlusconi pp 990

Il Pd rivuole (e supplica) Berlusconi
‘Ricostruire legame che serve a Paese’(12-08-15)
Possibile incontro Renzi-B a settembre

Sì Senato, via libera al decreto fallimenti con le norme per salvare Ilva e Fincantieri

Sì Senato, via libera al decreto fallimenti con le norme per salvare Ilva e Fincantieri

Imprese, facilitazioni per l'accesso al credito 

 

Le riforme fantasma del signor Renzi (27-07-15)(decreto enti locali, riforma pubblica amministrazione, riforma scuola,job act,italicum....)

Mentre l’opinione pubblica è desolata e logorata da una crisi da cui non si vede via d’uscita, si pretende che si impegni nel dibattito, e parteggi pure, sulle cosiddette riforme costituzionali. Tuttavia se ancora si discute in maniera surreale di Senato elettivo o nominato, mentre non si capisce che fine abbia fatto l’Italicum, forse non è male fare un piccolo e rapido bilancio sulle riforme alle nostre spalle.

Cominciando dalla sbandierata soppressione delle Province, basta soltanto dire che essa è ancora lungi dall’essere a regime: è stata una risposta affrettata, per certi versi maldestra, all’antipolitica, ma con l’unico risultato assai modesto (in funzionamento ed economia) della scomparsa dei Consigli provinciali mentre gli apparati burocratici sono rimasti intangibili, con un effetto generale, salvo eccezioni, di vuoto, immobilismo o, peggio, caos.

L’altra è stata la riforma del titolo V della Costituzione che ha “devoluto” competenze fondamentali alle Regioni, nel nome del più sconclusionato federalismo inseguito da una classe politica subalterna alla Lega. Una riforma cervellotica, persino nello smottamento semantico della carica di vertice della Regione – da presidente in “governatore” – che ogni giorno pone all’attenzione generale temi scottanti: scandali di proporzioni gigantesche; servizi drammaticamente dequalificati per sprechi e incompetenze (oltre al malaffare); bilanci fuori controllo.

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Se i diversi livelli istituzionali regionali, salvo lodevolissime eccezioni, in questi anni sono stati oggetto di devastanti indagini giudiziarie che hanno scoperchiato maleodoranti pentoloni e messo a nudo la peggiore classe politica esistente senza distinzione di latitudine, se il dato di massima è omogeneo circa la pessima qualità dei servizi prestati, se il danno economico è ingente, come si può negare che si sia dinanzi a un sistema inaccettabile, o che la riforma indotta e condotta sotto l’egemonia politica e culturale della Lega debba essere subito archiviata? Eppure oltre a tutto ciò, di per sé rilevantissimo nella crisi che l’Italia sta attraversando, si aggiunge un dato sociale e giuridico che investe direttamente gli italiani e che produce non soltanto disuguaglianze odiose ma alimenta sempre più processi di disgregazione e di perdita dell’unità nazionale.

Basta pensare a due soli esempi: sanità e scuola, che riguardano peraltro diritti costituzionali. Mentre prima esisteva un Servizio sanitario nazionale, improvvidamente cancellato, adesso ce ne sono venti e la situazione non è certo migliorata: i trattamenti sono diversi; i servizi hanno perduto qualità; i costi sono saliti alle stelle e il diritto alla salute oggi, soprattutto al Sud, è una chimera.

Mentre prima la scuola italiana non pensava certo a formare piemontesi, lombardi, sardi, toscani ma italiani (così tuonava 60 anni fa in Parlamento Concetto Marchesi), da quella riforma il federalismo più insensato, privo di senso storico e antropologicamente grottesco si è riversato nei programmi e ha pure dato fiato ai tromboni di un’insulsa propaganda, come ad es. la festa dell’Autonomia speciale della Sicilia; e mentre si vorrebbe inculcare un’identità siciliana ci si convince invece sempre più che, per l’atavica inadeguatezza delle classi dirigenti siciliane, quell’autonomia abbia prodotto più danni della mafia.

Purtroppo l’Italia rischia di apparire poco più di un’entità geografica destinata alla marginalità persino in Europa. Allora se davvero si volesse riformare l’articolazione dello Stato italiano bisognerebbe andare con coraggio in direzione opposta per tre obiettivi. Innanzitutto, l’abolizione delle Regioni, che hanno dato questa pessima prova. Al tempo stesso, una nuova attribuzione di forza e competenze alle autonomie locali, riassegnando strategicamente dignità all’indirizzo politico spesso mortificato o intralciato a vantaggio delle burocrazie locali dalle riforme Bassanini e riconoscendo loro antichi livelli di capacità di spesa sebbene con controlli ferrei.

Sono le città e le grandi aree metropolitane italiane che costituiranno i centri e i motori dello sviluppo economico e dell’ammodernamento del Paese, in termini di ricerca, innovazione tecnologica, coerente utilizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico.

Terzo, ricostruzione di uno Stato centrale forte, con una rigorosa Scuola di formazione della burocrazia, capace di trasmettere non solo competenze e specializzazione, ma anche una solida dimensione etica, che ognuno sa quanto varrebbe se tradotta in punti di Pil. Delle Regioni, delle nostre attuali Regioni, francamente gli italiani non sanno che farsene.

PASSA LA QUINTA CAGATA DEL GOVERNO (SCOR)RENZI: IL DECRETO ENTI LOCALI DIVENTA LEGGE COL TAGLIO DI 3 MILIARDI DI EURO ALLA SANITA'(05-08-15)

ROMA - Via libera definitivo della Camera al decreto enti locali che contiene, tra l'altro, i tagli alla sanità. I sì sono stati 295, i no 129. Già approvato in Senato, il maxiemendamento diventa legge. Il ministro Maria Elena Boschi aveva annunciato in un'Aula deserta che il governo avrebbe posto la fiducia sul testo; fiducia che è stata votata stamattina. La nuova legge contiene una serie di misure per i bilanci dei Comuni e delle Province e per le aree metropolitane alla luce del riordino sugli enti territoriali imposto dalla riforma Delrio; contiene inoltre una serie di provvedimenti relativi ai temi diversi, dalla possibilità di assumere 2500 agenti delle forze di polizia in vista del prossimo Giubileo alla ratifica del taglio da 2,3 miliardi di euro dei trasferimenti alle Regioni per garantire il servizio sanitario; dalla 'ricognizione' sulle concessioni demaniali delle spiagge all'allentamento del patto di stabilità per i Comuni veneti colpiti dal maltempo, fino al 'consolidamento' degli lsu calabresi.

Ecco in sintesi cosa contiene il provvedimento.
Assunzioni all'Aifa: 240 nuove assunzioni per l'Aifa nei prossimi tre anni.
Polizza Giubileo per pellegrini - Una sorta di "polizza Giubileo" da 50 euro che, sottoscritta dai pellegrini stranieri garantirà l'assistenza sanitaria pubblica senza altri costi.
Assunzioni forze dell'ordine per il Giubileo -  Per garantire l'ordine è autorizzata l'assunzione di 1.050 poliziotti, 1.050 carabinieri e 400 finanzieri e 250 vigili del fuoco.
Sanità, Regioni rivedono i contratti - I contratti per le forniture sanitarie vengono rinegoziati dalle regioni. Obiettivo è ridurre la spesa. Se non si raggiunge un accordo con i fornitori si potrà recedere dal contratto.
Fatture sanità al Mef - Le fatture per le forniture sanitarie dovranno essere trasmesse al Mef ed al ministero della Salute che predisporrà un Osservatorio nazionale sui prezzi dei dispositivi medici.
Sanità, aziende fornitrici a rischio se si sfora - L'eventuale superamento del tetto di spesa sanitaria regionale sarà posto a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici per una quota complessiva pari al 40% nel 2015, al 45% nel 2016 e al 50% decorrere dal 2017.

Sanità, prezzo farmaci rinegoziabile - Entro il 30 settembre 2015, l'Aifa conclude le procedure di rinegoziazione con le aziende farmaceutiche per la riduzione del prezzo di rimborso dei medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale.
Stop a prestazioni diagnostiche inappropriate - Meno analisi, risonanze e affini. Il decreto prevede che siano individuate "le indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale". Viceversa il costo sarà a totale carico dell'assistito. Se il medico convenzionato con il servizio sanitario fa prescrizioni inappropriate rischia una riduzione del trattamento economico accessorio. Il medico potrà evitare le sanzioni sul salario accessorio in caso di prescrizioni inappropriate motivando le proprie decisioni. Per chiarire quali siano queste prestazioni, che dovrebbero essere 180 su un totale di 1700, il ministero della Salute dovrà varare un decreto entro 30 giorni.

Autodromo Monza defiscalizzato - Defiscalizzazione per l'autodromo di Monza. Consentirà alla Regione Lombardia di investire 20 milioni e salvare così il Gran Premio d'Italia.
Lsu Calabria - Il governo li stabilizza inserendoli nel maxiemendamento.

Agenzie fiscali - Sono autorizzate ad annullare le procedure concorsuali per la copertura di posti dirigenziali bandite e non ancora concluse e a indire concorsi pubblici entro il 31 dicembre 2016. Autorizzata l'assunzione dei vincitori. In attesa della conclusione del concorso si prevede l'attribuzione da parte degli attuali dirigenti di deleghe 'a tempo' ai funzionari (non oltre fine 2016 appunto).
Risorse alle aree metropolitane e Regioni colpite da maltempo - Risorse per le Città metropolitane di Milano e Torino, ma anche in favore di Sicilia, Valle d'Aosta. Sconto di 7,5 milioni sul patto di stabilità per i Comuni del Veneto colpiti a inizio luglio da una tromba d'aria. Fondi alla provincia di Mantova per i danni del terremoto.

Amministratori locali assicurati - Gli amministratori locali potranno essere assicurati contro eventuali rischi connessi al loro mandato.
Precari Province  - Province e Città metropolitane che hanno sforato il patto di stabilità nel 2014 potranno comunque prorogare i lavoratori precari impiegati in questi enti.
Regioni a rischio multa - Le Regioni che non assorbono le competenze delle Province dovranno pagare i costi per far continuare a funzionare le amministrazioni provinciali per quelle che vengono definite "funzioni non fondamentali".

Più docenti a scuole infanzia - Un emendamento mette fine al blocco delle assunzioni e prevede la possibilità per i Comuni di assumere nuovi insegnanti anche oltre i limiti di spesa imposti dal Patto di Stabilità.
Commissario per Bagnoli - modifica alle norme per il commissario straordinario di Bagnoli che potrà essere scelto "tra persone, anche estranee alla pubblica amministrazione, di comprovata esperienza gestionale e amministrativa". La nomina potrà essere fatta con Dpcm.
Polizia provinciale - Il personale viene trasferito alla Polizia municipale.
Screening Regioni per concessioni balneari  - Si avvia un censimento-controllo a livello regionale in vista della revisione delle concessioni demaniali marittime.

(*)Regionali 2015, Renzi ha già il fiatone (Dieci riflessioni sul voto)

Renzi ha già il fiatone. Da vecchio democristiano quale è, dirà di avere vinto anche quando ha perso. In realtà ha preso una botta in fronte (quella fronte così inutilmente spaziosa) così grande che ancora deve accorgersene. Dieci considerazioni.

1. E’ difficile perdere quando si vince 5-2: è proprio un controsenso logico palese. Renzi però ce l’ha fatta. Quattro regioni erano scontate (Toscana, Marche, Umbria, Puglia) e ciò nonostante in Umbria – regionali e comunali – il Pd ha rischiato tanto. Inoltre i candidati in queste regioni non erano renziani della prima ora, ma più spesso politici che c’erano già molto prima di Renzi, e talora anche poco ortodossi (Emiliano, Rossi).

2. L’unica vittoria pienamente renziana è quella in Campania con De Luca, e io non me ne vanterei. (Nota a margine: chi è causa del suo male pianga se stesso. Campani, piangete: ne avete motivo).

3. I due candidati più renziani erano Alessandra Moretti e Raffaella Paita. Entrambe ‘impresentabili’, anche se per motivi diversi. La Moretti ha inanellato gaffe su gaffe e incarna la totale impreparazione delle droidi renzine. La Paita è molto peggio: prosecuzione dichiarata del burlandismo, finta nuova, indagata. Il gattopardismo 2.0 ai livelli più deleteri. Renzi aveva puntato tutto su Moretti (con tanto di video in auto agghiacciante) e Paita (inviandole le Charlie’s Angels del renzismo: Boschi, Madia, Pinotti, Serracchiani). Se n’è fregato, come sempre, delle critiche. I risultati si sono visti.

4. La Moretti, in particolare, ha ottenuto un risultato straordinario. Zaia ha preso più del doppio dei suoi voti. Tutto era perfetto per lei: l’appoggio dei media, la rottura tra Zaia e Tosi, l’investitura del Gran Capo. Macché. Le ha prese come se piovesse. La Moretti aveva promesso, in un tweet leggendario, che avrebbero vinto 7-0 e il suo sarebbe stato il golden gol. E’ verosimile che, il golden gol, lo abbia realizzato alla Playstation mentre Renzi e Orfini giocavano a Pes ieri sera.

5. A proposito: la partita di Renzi alla Playstation di ieri sera è stato il suo sforzo intellettuale più gravoso degli ultimi anni. Siategli vicini (#renzistaisereno).

6. Perdere con Toti pareva impossibile a tutti, ma Renzi ce l’ha fatta. E’ impresa vera: applausi. Qualcuno potrebbe chiedersi come sia stato possibile. Toti è stato sottovalutato da tutti. Anche negli studi televisivi, quando gli espertoni e i parlamentari (anche del Pd) ne parlavano, il loro riassunto fuori onda era: “La Paita è improponibile, ma vincerà perché Toti è un signor nessuno, al limite arriva secondo il Movimento 5 Stelle”. Io ero convinto del 6-1, lo ammetto, e avendo perso la scommessa mi sono dovuto comprare tutti i cd di Mengoni (aiuto), ma ho sempre detto e scritto che Alice Salvatore non aveva alcuna chance e sarebbe arrivata (ottima) terza. L’intellighenzia tende a ritenere invotabili quelli che reputa antipatici. Tipo Toti. La solita autoreferenzialità. E nel frattempo la destra, abituata a turarsi il naso, vince.

7. Conosco decine di persone di sinistra che, pur di non veder vincere Paita e Moretti, hanno votato Toti e Zaia. Li conosco anche tra i parlamentari di Sel, che pure per esempio in Veneto appoggiavano la Moretti. Questo spiega le loro Waterloo e, al contempo, ribadisce quanto quelle due scelte siano state scriteriate.

8. Il Movimento 5 Stelle ottiene un ottimo risultato. La “seconda fase” che privilegia i contenuti, che contempla la tivù e che vede i parlamentari in primo piano (e non sullo sfondo dietro Grillo-Casaleggio) sta pagando. Anzi ha pagato: è la seconda forza nazionale. Renzi ha fallito anche qui: nel non ammazzare politicamente l’unica forza che teme realmente. Lo aveva promesso e non ce l’ha fatta. Per i 5 Stelle, però, c’è il solito problema: se si vuole correre sempre e solo da soli, scelta va da sé rispettabilissima, il massimo che puoi ottenere è arrivare secondi. Una ipotetica forza Savatore-Pastorino, in Liguria, avrebbe vinto.

9. Come fece a suo tempo la Bresso in Piemonte, i renziani – tipo la Serracchiani – hanno incolpato Pastorino e i civatiani per la (meravigliosa) sconfitta della Paita in Liguria. Questa “nuova” classe politica, tanto dannosa quanto caricaturale, si caratterizza per un’arroganza carnivora smisurata. Prima ti cacciano dalle commissioni o magari dal partito; ti trattano come paria, ti bastonano ogni giorno: poi, se qualcuno nel Pd osa ribellarsi, si arrabbiano perché i sottoposti hanno osato alzare la testa. Evidentemente sono convinti che, nel Pd, tutti i “dissidenti” siano come Bersani, che si è ridotto a fare pure lui il testimonial della Paita nonostante le continue mazzate ricevute dai renziani. Se la Paita ha perso non è per colpa di Pastorino: è per colpa della Paita.

10. Salvini è pronto per governare. Ha un consenso ormai trasversale, ha sfondato definitivamente anche al centro ed è il vero leader del centrodestra. Se – come è naturale – deciderà in salsa nazionale di presentarsi con tutte (ma proprio tutte) le forze del centrodestra, può eccome vincere le elezioni. Le regionali di ieri spostano dunque il quadro globale. Fino a ieri il goffo bulletto Renzi poteva fare il gradasso e minacciare le elezioni, certo di avere vinto. Ora è ancora favorito, vantando la nota benevolenza di larga parte dei media, ma vincente sicuro proprio no. Sono cambiati i rapporti di forza. L’Italicum, nato per uccidere il M5S, paradossalmente potrebbe aiutare proprio i 5 Stelle; e Salvini è in totale ascesa. Tenendo conto che dal trionfo alle Europee è passato solo un anno, Renzi appare un po’ stanchino (cit). La sua narrazione del Bene (lui) contro il Male (i gufi) non funziona più. E le sue supercazzole paiono avere già la muffa.

 

PASSA LA QUARTA CAGATA DEL GOVERNO RENZI IN CARICA DA 18 MESI: LA PSEUDO RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE IDEATA DA UNA TROIA TIRAPOMPINI (04-08-15)

ROMA - L'aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl di deleghe al governo sulla riforma della pubblica amministrazione. I sì sono stati 145, i no 97, nessun astenuto. Maggioranza compatta a favore del testo, contrari le minoranze e anche il nuovo gruppo dei verdiani Ala.

"Un altro tassello: approvata la riforma pa #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufi" ha commentato su Twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Il 17 luglio era arrivato il voto finale della Camera al testo che vede, tra le misure più significative, la stretta sui dirigenti: gli incarichi non saranno più a vita e c'è la possibilità di essere licenziati se l'ultimo incarico ricoperto viene valutato negativamente. Inoltre il testo prevede il riordino delle partecipate e dei servizi pubblici locali e uno spostamento di risorse dal Corpo Forestale dello Stato ai vigili del Fuoco.

La riforma era finita sotto il fuoco delle polemiche per un emendamento che introduceva un 'punteggio' diverso, ai fini dei concorsi pubblici, a seconda degli atenei dove si è conseguita la laurea. Una norma poi cancellata nel passaggio al Senato.

Il  Senato  salva Azzollini   video    No alla richiesta  di arresto

Il Senato salva Azzollini video
No alla richiesta di arresto (29-07-15)

189 voti contro. Pd ha dato libertà coscienza
Proteste Lega-M5s: "Fate schifo"
foto video
Imbarazzo Serracchiani: "Avrei votato sì"

 

Dopo Job Ac ed Italicum ECCO UN'ALTRA PORCATA .Riforma scuola dai numeri sempre piu' risicati, sì del Senato alla fiducia: 159
Medie, disabili, stranieri

I no sono stati 112. Caos in aula. Lacrime e tensioni fuori. Carabinieri chiudono la strada (video)
“UN’OCCASIONE PERSA”. “TROPPO FACILE CRITICARE”. IL DDL VISTO DAGLI ESPERTI D’ISTRUZIONE(25-06-2015)

Il governo ha incassato al Senato la fiducia sul ddl Scuola. I voti favorevoli sono stati 159, i contrari 112 e nessun astenuto. Il provvedimento passa alla Camera. Non ha dunque pesato sulla maggioranza la decisione di alcuni dissidenti del Pd di non partecipare al voto. Tra loro ci sono Corradino Mineo, Walter Tocci e Roberto Ruta. Molto fischiato dal M5s invece, il voto favorevole dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lo stesso Mineo è stato duramente contestato dal corteo degli insegnanti. “Buffone”, “Te ne devi andare”, “Cosa ci fai qui?”, gli hanno chiesto. Qualcuno ha anche lanciato degli oggetti, ma il senatore ha risposto: “Io e Tocci non abbiamo votato la fiducia”

Blocco stipendi illegittimo, ma non per il passato
Pubblico impiego, la Consulta “salva” il governo

La Corte dichiara incostituzionale il congelamento delle buste paga che va avanti dal 2010, ma la
sentenza non ha effetto retroattivo. Dribblato il rischio di un buco da 35 miliardi nei conti pubblici
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La    Corte incostituzionale...

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 24, comma 25, del decreto c.d. Salva Italia (d.l. n. 201/2011 convertito dalla legge n. 214/2011), nella parte in cui prevede che «In considerazione della contingente situazione finanziaria, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’art. 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per cento». La Corte ha dunque statuito che è incostituzionale il blocco della rivalutazione delle pensioni previsto per gli anni 2012 e 2013 su proposta dell’allora ministro Fornero, meglio nota come “lacrima piangente”.

 

 

La Procura di Roma ha chiesto ed ottenuto il giudizio immediato per 34 delle persone coinvolte nell’inchiesta su Mafia Capitale. Tra i destinatari del prov
ILFATTOQUOTIDIANO.IT

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mafia capitale, Buzzi collabora e fa i nomi
‘Patto Zingaretti-Gramazio su un appalto

Tangenti, prossima fermata in Regione?

Di Loredana Di Cesare e Marco Pasciuti

 

 

 

LA DISINTEGRAZIONE TOTALE DELLA SINISTRA EX IDEOLOGICA (DALLO SFASCIO DEL SECONDO GOVERNO PRODI-2006-2008-,DALL'ECATOMBE DELLA SINISTRA ARCOBALENO,aprile 2008:L'INVOLUZIONE esce di scena  anche l'ultimo comunista storico: Armando Cossutta (15-12-15)

 

VERSO LA DISINTEGRAZIONE DI CIO' CHE RIMASE DELLA "GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA" FUORIUSCITA DALL'ULTIMO CONGRESSO COMUNISTA DEL 1990)

Bologna non c’è più

Quindici anni fa i Gang cantavano “Bologna non c’è più ce l’hanno presa loro”. Io, tra andate e ritorni, è dal 2003/2004 che abito in questa città, non ho mai conosciuto cosa c’era prima, rimane il fatto che, ad oggi, credo sia palese come Bologna l’abbiano presa del tutto loro. Recentemente gli sgomberi di Atlantide e dell’Ex Telecom sono stati due casi emblematici di inefficienza e autoritarismo che hanno riaperto ufficialmente la stagione dell’intolleranza e degli sgomberi coatti. Domenica, Salvini, Berlusconi e Meloni, hanno definitivamente infierito su una città sempre più militarizzata, mettendo le dita dentro la piaga, premendole e girandole contro la carne viva. Concedere la piazza a questa sorta di postfascisti in una regione come l’Emilia, non solo è un offesa per la storia che ha avuto, una storia appunto fatta di Resistenza, di lotte e di morti antifascisti, ma è anche un sintomo di ignoranza, di non saper più leggere la storia, dimenticando totalmente cos’ha significato per questa regione, ad esempio, la stagione della estate del 1960.
Stiamo assistendo ad un rigurgito di fascismo che l’amministrazione comunale chiama democrazia. Gli spazi del dialogo, dei comizi e delle manifestazioni dovrebbero essere dati esclusivamente a realtà antifasciste, avendo quindi come uniche discriminanti l’appartenenza a valori quali l’antirazzismo e l’antifascismo. Se questi presupposti non esistono, non si dovrebbe concedere nessuna piazza.

Questo continuo assecondare le realtà avverse in chiave elettorale è spregevole. Mi spiego. In una città che negli ultimi mesi ha attuato una governance di destra, lasciare la piazza principale a manifestazioni di questo tipo, non fa altro che ribadire il concetto di esclusività, come dire: “Attenti, avete visto cosa succede se gli si dà una piazza? Vorrete mica concedergli il governo di una città o di un Paese? Ecco allora votateci. Ok non vi piacciamo più, va bene, però attenti se non ci votate prendono il comando loro”. Questo, è un ricatto spregevole. Bisogna sempre ricordarsi che non si fa niente per niente, tutto ha un interesse e un proprio tornaconto, in questo caso il tornaconto è elettorale. Poco importa se di mezzo ci sono prefettura e questura, un’amministrazione deve prendere posizioni chiare a salvaguardia del territorio. Questo, negli ultimi tempi, non viene più fatto. E non solo il Pd è coinvolto, bensì tutti gli altri partiti che formano il consiglio comunale: Lega, Forza Italia e M5S.

Dall’altra parte, chi ha contrastato Salvini si è mostrato debole, balcanizzato e senza una strategia. Tre cortei, una divisione infantile maturata con una serie di scazzi per motivi nemmeno degni di nota, in questi anni di nulla assoluto. Siamo arrivati al punto che anche sull’essere antifascisti ci sono delle divisioni. Da fuori, quello che si è visto, è stato il nulla pneumatico. Se si vuole fare politica bisogna coinvolgere le persone nel proprio progetto, altrimenti conviene stare nell’orto ad innaffiare i fagiolini e a cambiare l’acqua alle galline. Se il discorso vuole essere totalmente autoreferenziale senza nessuna possibilità di apertura all’esterno, conviene che rimaniate così, senza la possibilità di confrontarvi con il mondo reale.

Molto spesso nei miei post sul Fatto parlo di sgretolamento, ecco questo ne è l’esempio perfetto: la piazza principale di una città storicamente antifascista data alle destre postfasciste, l’incapacità di reagire di una giunta comunale, la frammentazione degli oppositori che si tramuta in un inefficace contrasto. C’è una grande tristezza in tutto questo, un enorme senso di perdita. Stiamo lentamente toccando il fondo, quando ci arriveremo inizieremo a scavare, confidando che prima o poi una lastra di roccia fermi questo tracollo e ci imponga di risalire.

La Resistenza?? Quel coglione pensa sia il fil di ferro dei trasformatori....

 

 

 

 

Corteo No Expo, tute nere devastano centro Milano/ tutti i video
scontri, incendiati auto e negozi. 10 fermati -
fotoracconto - video - 01-05-2015

L’Italicum diventa legge. A maggioranza
Ultima parola a quella testa di cazzo di  Mattarella che ovviamente Firmerà” 
Pressing "fantasioso" delle opposizioni: “La blocchi”
(04-05-2015)

 

 

 

Renzi: "Def senza tagli né aumenti di tasse"
"Crescita allo 0,7%il solito prefisso telefonico, ma siamo prudenti"
video

Fassina: "Manovra recessiva". Fi: "Illusioni". Vaffa di Salvini

 

Milano, i grattacieli di Porta Nuova passano tutti al fondo del Qatar

Economia

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La crisi perenne: ridimensionamento Unicredit, irruzione del contenitore a basso costo Netflix, l'assalto a ciò che rimane di Telecom, il crollo di RCS libri ed il gigantismo di Mondadori, il disastro Saipem,
Fiat in USA, gli arabi nel centro di Milano, Pirelli ai cinesi, i Benetton ed il bond autostrade, l'arrivo di Netflix

 

 Unicredit taglia 18.200 dipendenti in Europa

Esuberi superiori alle attese: 540 in più in Italia, che si aggiungono all'accordo 2014 da 5.100 uscite. Il patrimonio Cet1 salirà al 12,6%, al lordo delle cedole da erogare al 40% degli utili, visti salire a 5,3 miliardi nel 2018. L'ad Ghizzoni: "Piano realistico e ambizioso, tutto autofinanziato". L'azione sale.

Il nuovo piano di Unicredit al 2018 prevede 18.200 tagli di personale, includendo la vendita della controllata in Ucraina e la società paritetica con il Santander e i fondi sulla controllata del risparmio gestito Pioneer, due operazioni attraverso le quali usciranno dal perimetro aziendale 6mila dipendenti. Gli altri 12.200 lavoratori lasceranno il gruppo per effetto di razionalizzazioni nei centri direzionali (dove è previsto un calo del 17% rispetto alla forza lavoro 2014) e nella rete di banca commerciale in Germania, Austria e Italia e Centro Est Europa (-9%), così da portare la forza lavoro a 111mila dipendenti fra tre anni.

In Italia gli esuberi nuovi dovrebbero riguardare 540 persone, per la maggior parte dirigenti. Nel marzo 2014, infatti, Unicredit concordò con le rappresentanze sindacali un piano al 2018 che prevedeva 5.100 esuberi (di cui 2.400 già avvenuti, e 2.700 da effettuare). Mentre secondo fonti sindacali il nuovo documento, che traguarda la stessa scadenza triennale, implica l'uscita di altri 540 dipendenti. Nella presentazione che Unicredit ha diffuso allegata al piano strategico si parla per l'Italia di 6.900 uscite, ma questo numero ricomprende sia i vecchi accordi sia i dipendenti di società basate in Italia ma che operano in altri paesi dove la banca è presente. La nota parla anche del taglio di 800 filiali entro il 2018 da parte della commercial bank in Italia, Austria e Germania. Al settembre scorso, già 928 sportelli erano stati chiusi.

Anche per effetto delle riduzioni di personale (che comunque costeranno 1 miliardo al lordo delle imposte), l'istituto otterrà un contenimento dei costi per 1,6 miliardi di euro, e potrà rilanciare la redditività, con un obiettivo di utile netto a fine piano di 5,3 miliardi. Nel bilancio 2014 Unicredit ha guadagnato 2 miliardi. L'azione a Piazza Affari ha allungato il passo dopo la diffusione delle linee guida del piano industriale. I titoli, che salivano di quasi il 2%, hanno accelerato superando la soglia dei 6 euro.

"Il piano prevede per il 2018 importanti obiettivi in termini di redditività e coefficienti patrimoniali, confermando la capacità del gruppo di generare capitale in modo organico e distribuire dividendi - ha detto l'amministratore delegato Federico Ghizzoni, al termine del cda -. E' un piano rigoroso e serio e al tempo stesso ambizioso. Ma è soprattutto realistico, perchè si basa su azioni che dipendono dalle nostre scelte manageriali, ed è un piano totalmente autofinanziato".
 
Il piano strategico sarà incentrato su cinque azioni chiave: "accelerazione delle misure di taglio dei costi sia del personale sia delle altre spese operative"; "cessione o ristrutturazione dei business poco redditizi come la banca commerciale in Austria e il leasing in Italia"; "forte focus sull'evoluzione digitale, sostenuta da 1,2 miliardi di investimenti tra il 2016 e il 2018" (e che permetterà di chiudere ulteriori sportelli e agenzie fisiche); "chiusura della sub-holding austriaca" e trasferimento delle partecipazioni bancarie nei paesi del Centro Est Europa (Cee) "sotto il diretto controllo della holding UniCredit", con un passaggio da Vienna a Milano che permetterà di ridurre il personale "rafforzando le funzioni di governo centrali e concentrandosi sulle sinergie commerciali"; "sfruttare i business in crescita nei paesi Cee e il risparmio gestito, aumentando e riequilibrando i ricavi da business a basso assorbimento di capitale". Che sono quelli con maggiore futuro nel settore bancario: e nel caso di Unicredit si parla di gestioni patrimoniali, attività nei paesi Cee e "servizi di negoziazione e consulenza per le imprese".

La banca con sede a Milano ha anche diffuso i conti del terzo trimestre, chiusi con un utile netto di 507 milioni, in calo del 29% rispetto a un anno prima ma sopra le attese medie degli operatori che erano di 458 milioni. Nei primi nove mesi del 2015 la dote di profitti netti sale così a 1,5 miliardi, pari a una redditività sul patrimonio tangibile del 4,8%. Il capitale Cet1 è stabile al 10,53% degli attivi ponderati per il rischio.

 

Telecom converte le azioni risparmio: un ostacolo sulla strada dei francesi

A sorpresa, il cda riunito per la trimestrale mette ai voti il progetto di conversione. Ai soci senza diritto di voto viene offerto il concambio con un'azione ordinaria, aggiungendo 9,5 centesimi e rinunciando al privilegio sulla cedola per poter votare. La conversione può ostacolare la scalata dei francesi al gruppo di tlc. Azioni sospese nell'afterhours

Il consiglio di Telecom Italia riunito per approvare i conti del terzo trimestre, a sorpresa mette ai voti il progetto di conversione delle risparmio in azioni ordinarie a pagamento. L'operazione, che era già stata studiata diverse volte durante la gestione di Franco Bernabè, prevede che venga offerto ai soci senza diritto di voto di concambiare il loro titolo con un'azione ordinaria aggiungendo 9,5 centesimi di euro e rinunciando così al privilegio sul dividendo. L'operazione è facoltativa, ma poi diventerà obbligatoria con la fine del periodo di offerta a un concambio di 0,87 ordinarie per ogni azione di risparmio. Il tutto avverrà prima della distribuzione del dividendo 2015, che di fatto verrà annullato per le risparmio. Per chi opterà per la conversione facoltativa il premio rispetto alle quotazioni degli ultimi 6 mesi è del 12,7%, mentre per l'obbligatoria è del 7%. Servirà l'approvazione dell'assemblea degli azionisti delle risparmio. In caso di voto favorevole, chi non aderirà potrà far valere il diritto di recesso fissato a 0,9241 euro contro gli 0,98 della chiusura odierna. Le ordinarie hanno chiuso a 1,19 euro. La società si riserva di sospendere la conversione se il recesso costerà più di 100 milioni di euro. La Borsa ha sospeso i titoli dalle contrattazioni serali. L'assemblea per modificare lo Statuto di Telecom, necessaria per avviare la trasformazione, è convocata il prossimo 15 dicembre. Il 17 dicembre sarà la volta degli azionisti di risparmio.

Per Telecom Italia l'operazione crea valore sotto tanti punti di vista. Per prima cosa, la società incasserà circa 600 milioni di euro dal mercato; in secondo luogo - eliminando i 166 milioni di extra cedole legate alle azioni risparmio e attualizzando questo valore al costo medio del capitale ponderato - il gruppo di fatto si trova a risparmiare circa 2,3 miliardi. E così, tra incasso e minori costi, Telecom crea circa 2,9 miliardi di maggior valore che su 19 miliardi di azioni (ipotizzando la totale conversione delle rnc in ordinarie) si traduce in circa 15 centesimi in più per azione. L'operazione dovrà essere approvata dall'assemblea dei soci ordinari Telecom, con una maggioranza dei due terzi.

Ma Telecom non sarà solo più ricca, sarà anche più grande e con molto più flottante, un requisito fondamentale per rientrare negli indici europei di capitalizzazione e liquidità, da cui il gruppo italiano era stato escluso quando in concomitanza con l'apice della crisi era scivolato a un valore di mercato tra azioni ordinarie e di risparmio di soli 13 miliardi di euro

Attualmente il capitale sociale del gruppo consta di 13,5 miliardi di azioni ordinarie e 6 miliardi di azioni risparmio non convertibili, pertanto una completa conversione avrebbe l'effetto da una parte di creare circa 15 centesimi di valore ma dall'altra di diluire del 31% i diritti di voto degli attuali azionisti. Non è un dettaglio di poco conto in un momento in cui la società è oggetto dell'interesse di diversi gruppi esteri tra cui il colosso dei media Vivendi (già socio al 20,5% del capitale) e l'imprenditore francese Xavier Niel (che ha acquistato opzioni sul 15,2% del capitale). Dunque se l'operazionedi conversione avesse successo, la partecipazione di Vivendi scenderebbe al 14% circa del capitale ordinario della nuova Telecom mentre per quanto riguarda Niel si dovrebbe verificare se questo evento straordinario possa far scattare delle clausole di conversione anticipata delle opzioni.

Il Fondo strategico compra il 12,5% di Saipem dall'Eni

In primavera aumento di 3,5 miliardi e bond per 1,6 miliardi. Patto triennale a due sul 25% del capitale della controllata. Per il Cane a sei zampe incasso da 6,5 miliardi per focalizzarsi sulla ricerca di petrolio. Il titolo vola in Borsa. Cao: "Ora siamo più forti, realizzeremo gli obiettivi del piano".

LONDRA - Circa quattro ore per tre consigli di amministrazione diversi sanciscono la prima tappa della separazione tra Eni e Saipem, il contrattista del gruppo da 58 anni. Tra Milano e Londra ieri pomeriggio gli organi deliberanti hanno detto sí all'articolata operazione con cui il gruppo degli idrocarburi lascia al suo destino la controllata nei servizi, cedendone il 12,5% al Fondo strategico italiano - lo strumento della Cassa depositi e prestiti per investire nelle aziende ritenute strategiche dal governo - a un prezzo compreso tra 7,40 e 8,83 euro per azione, e mettendo le basi per deconsolidarne il debito: ben 5,7 miliardi nei conti a fine settembre, uno in più di un anno prima. "E' una tappa fondamentale per la strategia di trasformazione di Eni - ha detto l'ad dell'Eni, Claudio Descalzi -. Ci permette di focalizzarci sulle attività principali e usare le risorse finanziarie addizionali per lo sviluppo delle ingenti riserve di olio e gas scoperte negli ultimi anni".A latere, ma secondo criteri e logiche strettamente connessi alla scelta della casa madre (Eni dal 1998 ne detiene il 43%), Saipem ha aggiornato il proprio piano industriale, attrezzando la tesoreria per il suo futuro autonomo. Il viatico per la controllata nelle costruzioni e perforazioni passa per un aumento di capitale da 3,5 miliardi, e un prestito ponte da 4,7 miliardi che l'anno venturo sarà parzialmente rimborsato attraverso 1,6 miliardi di emissioni obbligazionarie targate Saipem (le agenzie di rating hanno garantito che ci sarà l'investment grade). Il nuovo debito Saipem consterà poi di 1,5 miliardi di linee di credito, per un complessivo indebitamento netto di 2 miliardi. Per effetto delle nuove misure, la leva finanziaria sui dati 2015 pro forma scenderà da 4,6 all'1,7 volte il margine operativo lordo. "questo giorno è di svolta per Saipem - ha detto l'ad Stefano Cao - abbiamo un nuovo assetto azionario, una nuova struttura finanziaria e nuovi obiettivi strategici per migliorare la redditività, generare cassa e creare valore". Anche il piano di efficienza, stimato in estate valere 1,3 miliardi di tagli di costi, è stato aumentato a 1,5 miliardi nel triennio, senza però far salire il numero degli esuberi, pari a 8.800 persone su 50mila.

Il prezzo di Borsa di Saipem valorizza circa 400 milioni la quota ceduta, ed Eni ha fatto sapere che ha in carico la partecipazione a valori "in linea con i livelli di prezzo attuali". Ma il Cane a sei zampe beneficierà soprattutto del rimborso del debito della controllata, che da 6,7 miliardi lordi scenderà a zero entro la fine del primo trimestre 2016. Considerazioni che spingono i titoli coinvolti nell'operazione a Piazza Affari, dove partono copiosi gli ordini d'acquisto sia su Saipem che su Eni.

Il Fondo guidato da Maurizio Tamagnini si è contestualmente impegnato a sottoscrivere la quota parte della futura ricapitalizzazione Saipem, mentre Eni sottoscriverà i diritti per il suo 30,4% nell'aumento 2016. Eni e Fsi hanno inoltre sottoscritto un patto parasociale triennale sul 25% del capitale di Saipem: è la soglia dell'Opa obbligatoria, e implica che il primo azionista di San Donato in futuro potrà vendere ancora fino al 17% di Saipem.

La parte restante della ricapitalizzazione la garantiranno comunque le banche finanziatrici: un consorzio che comprende Goldman Sachs, Deutsche Bank, Citi, Jp Morgan, Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Unicredit. Gli advisor sono invece Credit Suisse a fianco dell'Eni venditrice, e Lazard per la ristrutturazione di Saipem. Sull'operazione si è espresso anche Giuseppe Guzzetti, leader delle Fondazioni ex bancarie che della Cdp detengono il 18% e quindi sono coinvolte nel nuovo investimento. "Bisogna vedere nel merito, è chiaro che l'oggetto della Cassa non è stato cambiato e quindi non può investire in aziende che non abbiano bilanci a posto. Gallia e Costamagna sono molto noti come professionisti e non credo faranno fare delle avventure alla Cassa, anche perché lo statuto non lo consente". Un'affermazione che sembra quasi un monito. Anche perché nei primi nove mesi, esaminati ieri dal cda, Saipem ha perso 866 milioni dopo ricavi per 8,44 miliardi (uno in meno dell'anno prima), e veleggia verso un bilancio 2015 che prevede una perdita per 800 milioni. E a sentire l'ad Stefano Cao, è andata ancora bene: "I risultati incoraggianti del terzo trimestre - chiuso con un utile di 54 milioni, in calo dai 76 di un anno prima, ndr - in uno scenario profondamente deteriorato, ci permettono di confermare le stime comunicate in occasione della semestrale".

Netflix arriva in Italia il 22 ottobre (30-09-15)

Comunicata la data ufficiale: abbonamenti a partire da 7,99 euro al mese.

Netflix, la rete di internet tv, arriverà in Italia dal 22 ottobre. Da oggi la data è ufficiale. Gli abbonamenti partiranno da 7,99 euro al mese e gli utenti in Italia potranno guardare in streaming documentari, serie originali, film e altri programmi da tutto il mondo.

FOCUS Ecco come Netflix rivoluzionerà la televisione

Le possibilità di abbonamento saranno tre (la guida completa). Quello base, il più economico, 7,99 euro al mese tutto incluso, prevede contenuti in qualità standard (niente Hd, quindi) visibili da un solo dispositivo a scelta (pc, smart tv, tablet o altro). Il secondo - 8,99 euro al mese - prevede il Full Hd, ossia l’alta definizione, e l’utilizzo contemporaneo da parte di due dispositivi: questo significa che due utenti possono vedere due programmi diversi su due tv, su una tv e una consolle e così via.

Il top dell’offerta è l’abbonamento da 11,99 euro al mese: in questo caso i contenuti in streaming sono visibili in 4K, ossia in Ultra Hd e l’uso è consentito su quattro dispositivi diversi.

Per chi si abbona non c’è alcun vincolo minimo di fedeltà: l’abbonamento si può sospendere in ogni momento e si può addirittura scegliere di non pagare un mese e riprendere quello successivo.

Netflix è la più grande rete di internet tv del mondo, con oltre 65 milioni di abbonati in più di 50 paesi, che ogni giorno guardano più di 100 milioni di ore di programmi. Consente di guardare una quantità illimitata di programmi in qualsiasi momento e ovunque. Basta uno dei tanti dispositivi abilitati con schermo e connessione internet. Gli abbonati possono riprodurre i programmi, metterli in pausa e riprendere a guardarli quando vogliono, senza pubblicità.
questa ipotesi della rivoluzione televisiva loro non tengono affatto. Sono quelli di Netflix, colosso mondiale della tv via Internet. Stanno per sbarcare in Italia, data imprecisata ma nella seconda metà di ottobre dovremmo esserci. I big dell'azienda arrivano ogni tanto da noi, incontrano la stampa, ragguagliano, spiegano, fanno il punto. E da ieri, per esempio, hanno speso un concetto preciso: "I nostri veri avversari siamo noi stessi nella capacità di convincere il pubblico ", e soprattutto "siamo complementari alle altre pay-tv": aggiungendo che tutti loro dedicano soltanto l'1 per cento del tempo a valutare quel che fa la concorrenza (qui Sky e Mediaset Premium, che offrono da tempo servizi simili). Dietro, in un angolo, c'è il poster della campagna pubblicitaria italiana e dice "Tesoro, sono a casa". Un'ode alla stabilità della famiglia visto che chiunque, se ha Netflix, rimane a guardare tranquillo la tv senza uscire in missioni a rischio. Forse.

L'approccio, insomma, sta diventando via via più prudente, e forse più razionale, rispetto a certe premesse che volevano milioni e milioni di italiani pronti da domani a buttare all'aria vecchia tv, vecchia pay-tv e tutto quello che veniva a tiro. Complementari: forse così ha un senso, sicuramente si capisce di più. Netflix è un catalogo, il catalogo è questo.

TELESPETTATORI A VITA
Niente live, niente news, niente sport, niente talk-show. Il resto c'è tutto (e detta così c'è quasi da correre ad abbonarsi). Netflix è la produttrice di serie gioiello come House Of Cards, oppure Orange is The New Black , ma in una fase acerba del cammino e quindi sono state vendute alle pay-tv sul campo. Ma vengono promesse serie prodotte in proprio e solo su Netflix in tempi brevi (Narcos è un esempio), nulla si sa di produzioni italiane vere e proprie che si mettano magari a fare concorrenza a prodotti come Gomorra (all'ipotesi, circolata nei mesi scorsi, di una cosa su Mafia Capitale i manager replicano: "Non sappiamo proprio cosa sia"): quindi c'è soprattutto il catalogo. Sterminato, di film, serie tv anglosassoni, cartoni animati di lusso, documentari al top della produzione mondiale.

Vuoi chiuderti due giorni in casa e guardare venti episodi di Breaking Bad? Con loro è possibile ma soprattutto più semplice che con chiunque altro. Agli incontri-stampa troneggia sul muro un tv gigante di ultimissima generazione, dentro c'è la schermata principale con l'offerta in sintesi e riquadri sgargianti e sembra francamente il paradiso. A patto di passare il resto della propria vita a fare il telespettatore. Ma ci sono anche vie di mezzo, nella vita medesima.

FACILE COME YOUTUBE
Serve internet, un discreto, preferibilmente buono, meglio se buonissimo, collegamento in casa. Anche qui, toni rassicuranti dai manager: "Se vedete YouTube sul computer, allora vedrete anche Netflix".

In teoria un wifi all'altezza migliora le cose, anche se la ditta è provvista di un marchingegno detto "streaming adattativo": ovvero il segnale si adegua alla banda di wifi che hai e fornisce il miglior livello video per le tue possibilità. Poi serve una tv, le Smart Tv sono fatte apposta, oppure con un cavo vi colleghi il computer. O sul computer. O ancora via Chromecast, chiavetta evoluta che riceve il segnale una volta innestata nel tv. O ancora le console dei giochi, il lettore Blu-Ray, l'Apple Tv o anche lo smartphone . E chissà che altro, in teoria è escluso dal servizio solo chi accende la tv col bottone, ha perso il telecomando da anni tra i cuscini del divano e non lo trova più.

IL PRIMO MESE GRATIS
Più che il quanto, vale il come. Ed è quello che differenzia Netflix dagli analoghi servizi - Sky Go, Infinity, Sky On Line - della concorrenza. Chi usa Spotify o servizi simili per la musica sa già come funziona.

Nessun abbonamento permanente, ci si attiva via Internet (un mese gratis di prova) e poi via con tre modalità di abbonamento che sembrano confermate: a 7,99 euro per il servizio in qualità standard e su un solo dispositivo, 8,99 euro per il servizio in full hd e su due dispositivi, 11,99 euro per l'altissima qualità 4K - qualunque cosa sia - e su quattro tv, o altro, diverse. Ci si dis-abbona quando si vuole, in tempo reale.

Ma attenzione, Telecom e da ieri c'è anche l'annuncio di Vodafone ("abbonamenti offerti con i piani 4G e Fibra") offriranno Netflix con offerte promozionali e probabilmente con qualche sconto importante. Ogni abbonamento potrà avere cinque adesioni differenti - ovvero per i vari membri della famiglia, per esempio - e personalizzati in base ai gusti: i capi del servizio spiegano che da loro lavorano soprattutto centinaia di ingegneri alle prese con gli algoritmi che suggeriscono titoli e spunti in base ai gusti che hai dimostrato di avere nei primi giorni di abbonamento.

LA SPECIFICITÀ ITALIANA
Quelli di Netflix sono colossi veri a livello mondiale, hanno esportato la streaming tv in parecchi Paesi ma il centro delle operazioni è assai americano.

L'impressione per ora è che si aggirino come marziani in una terra sconosciuta e di fronte alle obiezioni sul Paese televisivo italiano (che negli anni è diventato una sorta di installazione ideata da un folle) ribattono tranquilli: che problema c'è? Per esempio, su certi proclami del tipo "la tv generalista è morta e sparirà in pochi anni" c'è da andarci molto cauti: in questa fase da noi sta succedendo esattamente il contrario, le pay-tv si sono molto appassionate ai canali in chiaro, ne hanno comprati, vi stanno riversando parecchia produzione prima a pagamento: e soprattutto da anni non scuciono un dato sugli abbonati paganti mentre ogni giorno vantano gli ascolti dei programmi-top, ovvero il contrario della mission pay-tv.

Magari per Netflix tutto questo è un bene, ma la specificità italiana in campo televisivo - e comunque la robusta concorrenza a base di SkyGo e Infinity che esiste già sul campo - sarà complicata da domare.

Per tacere poi dell'ipotesi vagheggiata di ulteriori arrivi di servizi simili in futuro, da Amazon a Apple, immaginando il pigro telespettatore italiano pronto a scucire dieci euro al mese a chiunque prometta meraviglie.

Fantascienza, meglio andarci piano e intanto parte Netflix. Puntando quindi sull'ipotesi che il famoso slogan "siamo complementari" risulti alla fine convincente e convinca soprattutto il pubblico pagante.

 
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vende ai tedeschi il 45% delle azioni
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GIUSTIZIA E DELINQUENZA

 

Mauro Floriani ha patteggiato la condanna. Per la Procura sarebbe stato consapevole della minore età di una delle due studentesse minorenni di cui
ROMA.REPUBBLICA.IT
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NON GLI E' BASTATA LA CONDANNA A QUATTRO ANNI DI CARCERE, LA DECADENZA DAL SENATO E L'ANNO TRASCORSO AI SERVIZI SOCIALI PER FRODE FISCALE: A QUANTO PARE CI STA PROVANDO ANCORA....

Diritti tv gonfiati e scalata al Milan: l'inchiesta segreta che scuote il calcio

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Al setaccio i movimenti di denaro tra gli uomini chiave. Fininvest: nessuna inchiesta, danni irreparabili al club.

 

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(*)Compravendita senatori, Silvio Berlusconi condannato a tre anni

Processo a Berlusconi  per compravendita senatori  Chiesta  condanna a 5 anni

 

Eternit: “Processo prescritto prima di iniziare”
Cassazione accusa politica: “Lenta sulle norme”

Le motivazioni sulla sentenza che ha cancellato condanne e risarcimenti per 2000 vittime dell’amianto
Disastri ambientali, gli altri procedimenti a rischio. Riforma ecoreati avanti piano tra blitz e lobby (leggi)

Mentre la riforma che prevede pene più dure e prescrizione allungata per i crimini ambiantali torna in Senato un anno dopo il deposito (articolo di Vincenzo Mulè), la Cassazione rende note le motivazioni del colpo di spugna sulla strage dell’amianto a Casale Monferrato e in altri comuni che ospitavano impianti Eternit. La corte sancisce il legame tra l’amianto e i tumori, ma sottolinea l’inadeguatezza delle norme: “L’Italia non adottò per tempo i provvedimenti dovuti e la Corte di giustizia europea dichiarò l’Italia inadempiente”

Eternit 240

INGiustizia & Impunità IN ITALIA

Eternit, al via il processo
bis: ‘Omicidio volontario’
Difesa promette battaglia

 

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Blatter, Platini e Valcke sospesi per 90 giorni dalla Fifa. Reggenza ad interim ad Hayatou, già sotto inchiesta per tangenti.

Squalifica per l’ex vicepresidente della Fifa Chung Mong-joon per sei anni e multa di 100mila franchi svizzeri. Ora la reggenza ad interim della Fifa dovrebbe essere presa dal dirigente di più alto grado: il senior vicepresidente Issa Hayatou, che ha già ammesso di avere ricevuto tangenti e che è sotto inchiesta in un’altra indagine.

Alla fine ce l’ha fatta, il re è caduto, era inevitabile, ma nel farlo ha trascinato con sé l’ex delfino che aveva osato sfidarlo per impossessarsi del suo trono. Il giorno che il Comitato Etico della Fifa annuncia la sospensione per 90 giorni (prorogabili di altri 45) “da tutte le attività calcistiche a livello nazionale e internazionale” del presidente Sepp Blatter, con lui è bandito per lo stesso lasso di tempo anche il presidente della Uefa Michael Platini. L’uomo che ha governato come un caudillo per vent’anni la multinazionale che controlla il calcio globale, e quello che tutti auspicavano o temevano gli sarebbe succeduto, scompaiono così dalla scena in un colpo solo. Il 26 febbraio si vota, e nonostante Platini gridi ai quattro venti che conferma la sua candidatura e che è vittima di un complotto, né lui né il suo maestro potranno ora candidarsi. Ma il problema resta, nonostante l’estromissione di Blatter e Platini. Ora la reggenza ad interim della Fifa dovrebbe essere presa dal dirigente di più alto grado: il senior vicepresidente Issa Hayatou, che ha già ammesso di avere ricevuto tangenti e che è sotto inchiesta in un’altra indagine. A dimostrazione che alla Fifa il più pulito ha la rogna.

Andiamo con ordine. Dopo quattro giorni di consiglio la camera giudicante del Comitato Etico, presieduto da Hans Joachim Eckert, ha sospeso per 90 giorni Blatter e Platini per i fatti ben noti. Lo svizzero, che finora era uscito pulito e profumato da diverse inchieste che lo vedevano al centro del misfatto, è stato iscritto dieci giorni fa sul registro degli indagati dalla Procura generale svizzera per un contratto con sua firma del 2005, da cui emerge che i diritti tv dei Mondiali 2010 e 2014 sarebbero stati venduti sottocosto per 600mila dollari alla federcalcio caraibica controllata da Jack Warner (uno degli arrestati di maggio) che li avrebbe poi girati a una compagnia da lui controllata, la JDI, che li avrebbe a sua volta rivenduti al network SportMax per una cifra vicina ai 20 milioni. Il francese per avere ottenuto nel 2011, pochi mesi dopo l’assegnazione del Mondiale 2022 al Qatar, un pagamento di circa 2 milioni di euro da Blatter per lavori svolti tra il 1999 e il 2001, prima di diventare vicepresidente della Fifa e braccio destro di Blatter. Alleanza sgretolatasi solo dopo il 2011, anno in cui Platini da presidente Uefa appoggia ancora fortemente Blatter alle presidenziali Fifa e dirotta su di lui i voti europei, anno in cui, secondo gli inquirenti, riceve 2 milioni da Blatter.

Platini si è difeso dicendo che il pagamento è arrivato dieci anni dopo perché all’epoca la Fifa era in difficoltà finanziarie, ma dai bilanci della stessa Fifa risulta che “il quadriennio 1999-2002 è stato un considerevole successo per la Fifa, chiuso con un attivo straordinario di 115 milioni”. Oggi è stato sospeso per 90 giorni (+ eventuali 45) anche il segretario generale della Fifa Jerome Valcke, e squalificato per 6 anni l’ex vicepresidente Chung Mong-joon, il sudcoreano vicino alla Hyundai che si era candidato alla successione di Blatter ed era considerato tra i papabili alla presidenza.

La presidenza ad interim della Fifa sarà quindi ora assegnata al camerunense Issa Hayatou. Presidente da quasi trent’anni della Caf, la confederazione africana che porta in dote 56 voti alle presidenziali, membro da oltre dieci del Cio, Hayatou ha ammesso nel 2011 proprio davanti all’esecutivo del Cio (e per questo è stato “ammonito”) di avere ricevuto nel 1995 la cifra di 100mila franchi dalla Isl: compagnia svizzera per la gestione del marketing e dei diritti tv del calcio fallita nel 2001, che secondo l’inchiesta in corso serviva alla Fifa per tangenti e pagamenti in nero. Nel 2011 poi il Sunday Times scrisse che Hayatou aveva ricevuto una mazzetta di 1,5 milioni di dollari per votare a favore dei Mondiali 2022 in Qatar, e su questo le indagini sono ancora aperte. Oggi il dispotico re Blatter e il suo furbo delfino Platini sono stati finalmente destituiti, ma, come si vede, c’è ben poco da festeggiare.

Euro 2016: Turchia e Croazia qualificate, Bosnia ai playoff, flop Olanda

Euro 2016: Turchia e Croazia qualificate, Bosnia ai playoff, flop Olanda
La gioia dei giocatori della Turchia dopo il gol qualificazione (reuters)

Notte di emozioni in chiave qualificazioni: Inan spedisce Terim alla fase finale con una punizione magistrale all'89', obbligando l'Ungheria allo spareggio e l'Olanda all'eliminazione. La Croazia scavalca la Norvegia grazie al successo dell'Italia, Djuric trascina la Bosnia, Belgio in testa al ranking FIFA

E' la notte di Croazia e Turchia, nonché quella che certifica l'incredibile fallimento dell'Olanda. Sarà un Europeo senza "oranje" quello del 2016: l'ultima giornata della fase a gironi sancisce il flop della selezione allenata da Blind. C'è lo zampino dell'Italia e del Kazakistan nelle due qualificazioni inattese alla fase finale: il ribaltone azzurro permette a Perisic e compagni di volare in Francia, scavalcando la Norvegia, mentre il successo kazako in Lettonia regala a Fatih Terim lo "scettro" di miglior terza, evitandogli così il passaggio per gli spareggi di metà novembre e beffando l'Ungheria. Il sorteggio che coinvolgerà Bosnia, Ucraina, Eire, Slovenia, Ungheria, Svezia, Norvegia e Danimarca si svolgerà domenica 18 ottobre a Nyon.

TURCHIA ALL'ULTIMO RESPIRO  -  La sfida più tirata è stata senza dubbio quella tra Turchia e Islanda, con quest'ultima già qualificata ma comunque a caccia di un altro risultato di prestigio. I padroni di casa non hanno perso le speranze di strappare il passaggio del turno neanche dopo la sacrosanta espulsione di Gökhan Töre a 12 minuti dalla fine, decisa dal fischietto italiano Rocchi. Terim aveva appena tolto dal campo Çalhanoglu, stella del Bayer Leverkusen, perdendo così un superbo tiratore di piazzati. Ma era la notte giusta per la Turchia, che ringrazia il Kazakistan (0-1 in Lettonia) e vola a Euro 2016 proprio con un calcio di punizione: Selçuk Inan pennella col destro a giro all'89esimo, facendo esplodere la festa. Inquietante, invece, l'epilogo olandese: gli "oranje" dovevano sperare in un fallimento turco per strappare gli spareggi ma finiscono per perdere in casa (2-3) contro la già qualificata Repubblica Ceca, che allunga sullo 0-3 prima del parziale rientro di Sneijder e compagni.

RIDE LA CROAZIA, PIANGE L'UNGHERIA  -  Il doppio incastro di risultati tra Turchia e Kazakistan costringe agli spareggi l'Ungheria, spettatrice interessatissima: il meccanismo per sancire la miglior terza era basato sui risultati ottenuti contro le altre quattro squadre meglio piazzate di ogni raggruppamento e il successo del Kazakistan ha spostato gli equilibri del Gruppo A. Turchia a quota 16 punti raccolti, Ungheria ferma a 15 e beffata al fotofinish. Ride anche la Croazia, che grazie alle reti di Florenzi e Pellé scavalca la Norvegia: basta il gol dell'interista Perisic per superare Malta e guadagnare il secondo posto nel girone dominato dall'Italia di Antonio Conte.

Euro 2016: Turchia e Croazia qualificate, Bosnia ai playoff, flop Olanda

La delusione olandese


BELGIO LEADER, BOSNIA AI PLAYOFF  -  Gli azzurri non saranno però teste di serie nel sorteggio dei gironi di Euro 2016: il successo odierno del Belgio su Israele (3-1 il risultato finale) permette ai Diavoli Rossi di volare addirittura in vetta al ranking Fifa, costringendo di fatto la nostra nazionale alla seconda fascia. Strappa un posto nei playoff la Bosnia, che sbanca Cipro (2-3) nonostante un Edin Dzeko tenuto a riposo: è Medunjanin a prendere per mano i propri compagni, realizzando due reti in un primo tempo finito 2-2. Dalla panchina si alza nuovamente Djuric, centravanti del Cesena, che si rivela decisivo così come nel confronto con il Galles: sua la rete del 2-3.

I RISULTATI  -  Questo il riepilogo dell'ultima serata della tre-giorni europea che sancisce la fine dei gironi di qualificazione.
GRUPPO A: Lettonia-Kazakistan 0-1 (Kuat), Olanda-Repubblica Ceca 2-3 (Huntelaar, van Persie; Kaderabek, Sural, aut. van Persie), Turchia-Islanda 1-0 (Inan).
Classifica: Repubblica Ceca 22 (qualificata), Islanda 20 (qualificata), Turchia 18 (qualificata), Olanda 13, Kazakistan 5, Lettonia 5

GRUPPO B: Belgio-Israele 3-1 (Mertens, de Bruyne, Hazard; Hemed), Galles-Andorra 2-0 (Ramsey, Bale); Cipro-Bosnia 2-3 (Charalambidis, Mytidis; Medunjanin, Medunjanin, Djuric).
Classifica: Belgio 23 (qualificata), Galles 21 (qualificata), Bosnia 17 (playoff), Israele 13, Cipro 12, Andorra 0

GRUPPO H: Bulgaria-Azerbaigian 2-0 (Aleksandrov, Rangelov), Italia-Norvegia 2-1 (Florenzi, Pellé; Tettey), Malta-Croazia 0-1 (Perisic).
Classifica: Italia 24 (qualificata), Croazia 20 (qualificata), Norvegia 19 (playoff), Bulgaria 11, Azerbaigian 6, Malta 2

TUTTE LE QUALIFICATE  -  Mancano solamente gli ultimi quattro nomi per completare il quadro

della fase a gironi di Euro 2016. Già qualificate Francia (paese ospitante), Repubblica Ceca, Islanda, Turchia, Belgio, Galles, Spagna, Slovacchia, Germania, Polonia, Inghilterra, Svizzera, Irlanda del Nord, Romania, Austria, Russia, Italia, Croazia, Portogallo e Albania. Nei playoff, che vedranno le sfide di andata spalmate tra il 12 e il 14 novembre e quelle di ritorno tra il 15 e il 17 novembre, saranno coinvolte Bosnia, Ucraina, Eire, Slovenia, Ungheria, Svezia, Norvegia e Danimarca

Euro 2016, Russia e Slovacchia qualificate. Ucraina flop, l'Ungheria spera

Euro 2016, Russia e Slovacchia qualificate. Ucraina flop, l'Ungheria spera
La gioia dei giocatori russi (ansa)

Salgono a 18 le qualificate a Euro 2016: l'ex nazionale di Capello avanza battendo 2-0 il Montenegro, Hamsik e compagni ottengono il pass piegando 4-2 il Lussemburgo. La squadra di Fomenko fallisce lo spareggio con la Spagna e dovrà disputare i play-off assieme alla Svezia di Ibrahimovic. En plein dell'Inghilterra: 10 vittorie su 10 gare

Salgono a 18 le squadre qualificate a Euro 2016. Le gare dell'ultima giornata dei gruppi C, E e G hanno, infatti, consegnato il pass a Russia e Slovacchia. L'ex nazionale di Capello ha centrato l'obiettivo battendo 2-0 Montenegro mentre la Slovacchia è passata con il minimo sforzo (2-4) in Lussemburgo, risolvendo la pratica già nella prima mezzora.
 
TUTTO FACILE PER LA RUSSIA - Nel gruppo G la Russia aveva bisogno di un pareggio contro il già eliminato Montenegro, ma la squadra di Slutski, ct del dopo Capello, non ha voluto correre rischi. E' successo tutto nel primo tempo: Kuzmin, al 33', ha aperto le marcature con un tocco al volo sull'uscita del portiere, poi Kokorin, su rigore al 37', ha chiuso i conti. I russi chiudono con due punti di vantaggio sulla Svezia, la cui vittoria sulla Moldavia non incide sulla classifica.
 
SVEZIA, IBRA-GOL NON EVITA I PLAY-OFF - A Stoccolma finisce 2-0: Ibrahimovic (59/a rete in nazionale) apre dopo aver evitato l'uscita del portiere, raddoppia Zengin con un morbido pallonetto. Il gruppo aveva già promosso l'Austria come prima classificata. La Nazionale di Koller ha chiuso il suo cammino praticamente perfetto (9 vittorie su 10 gare) vincendo anche l'ultima gara con il Liechtenstein con un netto 3-0. Al Pater, completamente esaurito, apre le marcature l'ex Inter Arnautovic al 12' del primo tempo, sfruttando un rimpallo fortunoso. Nella ripresa, al 9' e al 12', arriva la doppietta di Janko per il definitivo.
 
FRICK, STORICO ADDIO AL LIECHTENSTEIN - La gara con l'Austria è stata l'ultima con la nazionale del Liechtenstein per Mario Frick, ex attaccante di Arezzo, Verona, Ternana e Siena che a 41 anni sta chiudendo la carriera da difensore centrale nella squadra dove è cresciuto, i Balzers, che militano nella quarta serie svizzera. Con 125 presenze (e 16 reti) collezionate in quasi 22 anni, Frick si è guadagnato comunque un posto nella storia del calcio mondiale visto che è diventato il 3° giocatore (8021 giorni), dopo l'ecuadoregno Hurtado (8178) e il nordirlandese Jennings (8093), per tempo trascorso in nazionale.
 
HAMSIK TRASCINA LA SLOVACCHIA - Nel gruppo C la Slovacchia doveva vincere in Lussemburgo per assicurarsi la seconda piazza e lo ha fatto più facilmente di quanto non dica il risultato finale (2-4). Ha aperto le marcature al 24' Hamsik con un gol di pregevole fattura: lanciato da Weiss, ha saltato Chanot con un dribbling a rientrare e poi ha infilato la porta con un forte sinistro. Quindi Nemec e Mak hanno firmato lo 0-3 già al 30'. La Slovacchia si è rilassata e nella ripresa ha consentito al Lussemburgo di rendere meno pesante il passivo grazie ai gol di Mutsch (61') e Gerson su rigore (65'). Poi, però, ha pensato ancora Hamsik a mettere il sigillo sulla qualificazione con un preciso destro dal limite.
 
LA SPAGNA FA SOGNARE L'UNGHERIA - Sarebbe approdata in Francia con una vittoria anche l'Ucraina, ma la Spagna, già qualificata, non le ha fatto sconti. E' passata al 22' con un colpo di testa dell'esordiente Gaspar e ha addirittura mancato, 2' dopo, il raddoppio con Fabregas che si è fatto parare un rigore da Pyatov. La squadra di Fomenko le ha tentate tutte per raddrizzare la situazione ma sulla sua strada ha trovato un grande De Gea che ha impedito a Kravets, Garmash (2), Konoplyanka e, infine, a Rybalka di segnare. Il ko dell'Ucraina, costretta a disputare i playoff, fa sperare l'Ungheria che è a un passo da qualificarsi come migliore delle terze. Centrerà l'obiettivo a meno che, nelle ultime gare del gruppo A, la Turchia batta l’Islanda e, contemporaneamente, il Kazakistan passi in Lettonia.
 
CESAR MANDA LA SLOVENIA AI PLAY-OFF - Ai play-off ci sarà anche la Slovenia che, nel gruppo E, si è assicurata il 3° posto vincendo (0-2) a San Marino. Consapevole di aver bisogno di un solo punto per mettere fuori definitivamente causa Estonia e Lituania, la squadra di Katanec ha sonnecchiato per un tempo, rischiando anche di andare sotto su una conclusione di Vitaioli. Poi ha pensato il difensore del Chievo Cesar a sistemare le cose sbloccando il risultato di testa al 54' sugli sviluppi di un angolo. La Slovenia si è sciolta e ha chiuso in conti con Pecnik. Nello stesso girone l'Inghilterra si è tolta la soddisfazione di chiudere a punteggio pieno (10 vittorie su 10) passando (0-3) in Lituania (gol di Barkley e Oxlade-Chamberlain più un autogol di Arlauskis). Bene anche la Svizzera che ha completato il proprio cammino con un successo in pieno recupero (94') in Estonia: l'1-0 è arrivato grazie a un'autorete di Klavan su cross di Embolo.

Islanda prima, Olanda quasi fuori: cambia l'Europa del calcio

Islanda prima, Olanda quasi fuori: cambia l'Europa del calcio
La festa islandese dopo la qualificazione (ansa)

La piccola isola agli Europei è una novità, ma presto sarà raggiunta dal Galles (che nel ranking Fifa ha superato l'Inghilterra), dall'Irlanda del Nord e probabilmente dall'Albania. Il tutto mentre qualche colosso tradizionale del calcio -su tutti i tulipani- segna il passo.

ROMA - Non esistono più le squadre materasso, come dice Conte, anche se lo sappiamo ormai da una trentina d’anni. Il problema è che l’Islanda o l’ Irlanda del Nord si stanno addirittura allargando, non si accontentano di una bella partita, di un pareggio contro una big, ma tolgono posti alle solite note. L’Islanda è in festa per la qualificazione matematica già ottenuta in anticipo a Euro 16. E non ci arriva per caso: nel corso della sua qualificazione ha battuto due volte nientemeno che l’Olanda, mandandola in crisi e servendola su un piatto d’argento alla Turchia che l’ha fatta a fette.  La qualificazione agli Europei è uno dei tanti segnali di rinascita di un’isola stato geograficamente estrema che aveva risentito più di tutte della crisi economica degli anni passati. “Mi pento di non aver dichiarato prima la festa nazionale - ha detto il primo ministro Gunnlaugsson, appena 40 anni (ha ottenuto il record di primo ministro più giovane al mondo) - ma pub, discoteche e ristoranti resteranno aperti quanto vogliono per festeggiare questo trionfo”. 

I SEGRETI DEL CALCIO ISLANDESE

La qualificazione dell’Islanda ha un fortissimo segnale simbolico. La lacerante crisi economica che ha mandato a gambe all’aria banche e istituti di credito infatti aveva indotto il governo a uscire dal Fondo Monetario Internazionale, condannandosi sostanzialmente all’autarchia economica. Quel posto cui ha spontaneamente rinunciato l’Islanda se lo riprende adesso prepotentemente nel calcio. L’Islanda non si è mai qualificata né per i Mondiali né per gli Europei. L’eroe di oggi è Gylfi Sigurdsson, 26enne di Reykjavikik, attaccante esterno dello Swansea, è stato lui ad aver segnato i gol che hanno messo ko l’Olanda, fatto il giro del mondo, e mandato l’Islanda del calcio su tutti i giornali del mondo. Un successo che nasce da  un lavoro intenso cominciato circa 3 anni fa, fatto sui giovani dalla coppia di ct Lagerback e Hallgrimsson: ora che i giovani sono maturati e cresciuti ecco i risultati. Ovviamente la maggior parte dei giocatori sta giocando all’estero, Danimarca, Svezia, Norvegia, Inghilterra. E anche Italia  visto che una delle colonne della nazionale è anche il pelatissimo Emil Halfredsson, centrocampista del Verona. Una nazionale nata e costruita su un serbatoio di poco più di 300.000 abitanti, praticamente un  miracolo.

E’ chiaro che il fantastico mélange di giocatori di tutte le nazionalità nei club europei, sta comportando difficoltà alle grandi nazioni del calcio e facendo emergere delle rappresentative  solitamente marginali. L’Olanda sta cercando se stessa ed è in evidente difficoltà anche se non più di un anno fa ha fatto un ottimo Mondiale sotto la guida di Van Gaal che però dopo è andato a cogliere soldi a palate al Manchester United. Capello non è riuscito a rianimare la Russia e anzi ne ha accentuato le contraddizioni e i problemi: un giro enorme di denaro, che però non viene concretizzato con risultati ed esplosione di grandi giocatori. La Russia del dopo Capello comunque ha visto risollevare le proprie chances.
 
L’Irlanda del Nord è sicuramente un’altra grande novità. Anche questa è una nazionale singolarissima che nasce su un serbatoio di poco più di un milione di abitanti e con i calciatori che hanno anche la possibilità di optare per l’Eire. E’ praticamente un risveglio addirittura dai mondiali dell’86. I giornali inglesi sono costretti ad occuparsi non solo di Rooney di che eguaglia il record di gol di Bobby Charlton ma anche e soprattutto del Galles di Bale, che non è riuscito a far gol a Israele ma ha praticamente portato la sua nazionale agli Europei. E forte è stato l’imbarazzo quando il ranking Fifa ha registrato l’imbarazzo del sorpasso del Galles al nono posto, contro l’Inghilterra al decimo.  L’Albania di De Biasi ha già battuto la Francia in amichevole, fermato la Danimarca e ha chance di togliere il posto a Portogallo o Danimarca stessa. E del resto la stesso nostro calcio ha anticipato questo boom: nell’Albania giocano Berisha (Lazio), Hysaj (Napoli ex Empoli), Memushaj (Pescara).  Al di là di Bale che è una grande star, le piccole nazionali hanno portato in copertina i gol del’irlandese Lafferty e dell’islandese Sigurdsson. Miracoli della globalizzazione.

Euro 2016, l'Austria fa festa in Svezia. Storico Rooney: supera Bobby Charlton

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Qualificazioni Euro 2016, Goetze-show: la Germania stende la Polonia

Qualificazioni Euro 2016: colpo Islanda in Olanda, solo un pari per la Croazia

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Olanda-Islanda: il rigore decisivo di Sigurdsson (afp)

Italia-Malta 1-0, ci pensa ancora Pellè

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Il gol vittoria di Pellè (ansa)

 

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Fifa, la brutta merda Michel Platini vuole
il posto di Sepp Blatter
“Mi candido presidente”

Qualificazioni Mondiali 2018, l'Italia pesca la Spagna

Gli azzurri contro i fortissimi spagnoli in un girone che comprende anche Albania, Israele, Macedonia e Liechtenstein

 

 

 

 

 
 

 

ESTERI 2015-2016

Inghilterra, favola Ranieri: il Leicester è in vetta. Chelsea, un altro ko. Testacoda amaro per il City: solo pari con l'Aston Villa. Primo ko per il Liverpool di Klopp,pari anche per l'Arsenal.
La squadra del tecnico romano batte 2-1 il Watford e, in attesa delle gare di City e Arsenal, è capolista: per la nona gara in fila segna Vardy. Sempre peggio i Blues di Mourinho, sconfitti a Stoke. Vince lo United, pari del West Ham. La squadra di Pellegrini fermata sullo 0-0 a Birmingham. Ma resta in vetta con i Gunners, che non ne approfittano e non vanno oltre l'1-1 in casa con il Tottenham. Cadono in casa i Reds (1-2 con il Crystal Palace).
Capolista almeno per una notte. Il Leicester allenato da Claudio Ranieri batte 2-1 il Watford e aggancia momentaneamente in vetta alla Premier League, Manchester City e Arsenal, che saranno impegnate domenica. La settima vittoria stagionale della squadra del tecnico romano porta anche la firma di Jamie Vardy, il capocannoniere (12 reti) che segna da nove partite consecurive di campionato ed è ormai vicino al record assoluto di dieci detenuto da Ruud van Nistelrooy. Il Leicester è andato in vantaggio all'8 della ripresa con Kante, Vardy ha raddoppiato al 20' su rigore, inutile per gli ospiti la rete del 2-1 di Deeney.

Ad una lunghezza dalla vetta resta il Manchester United, che si impone 2-0 sul West Bromwich Albion. Gara complicata per la squadra di Van Gaal, che deve aspettare il 7' della ripresa per sbloccare la situazione con Lingard al 7'. Di Mata su rigore la rete del raddoppio in pieno recupero. Perde terreno West Ham, costretto al pareggio interno (1-1) dall'Everton. Negli altri incontri del pomeriggio, il Newcastle vince 1-0 lo scontro-salvezza a Barnemouth, il Norwich supera con lo stesso punteggio lo Swansea. Altro 1-0 è quello del Southampton: Sunderland sconfitto e al penultimo posto.

Infine, si aggrava la crisi del Chelsea. I 'blues' senza Mourinho in panchina perché squalificato vanno ko in trasferta contro lo Stoke City per 1-0. A firmare la rete che condanna i londinesi è Arnautovic all'ottavo minuto della ripresa. In classifica lo Stoke sale al decimo posto a quota 16, mentre il Chelsea resta fermo in sedicesima piazza con solo 11 punti.Testacoda amaro per il Manchester City, che non va oltre lo 0-0 a Birmingham contro l'Aston Villa, dove faceva il suo debutto in panchina il nuovo allenatore Remi Garde. L'Arsenal fallisce però la chance di portarsi da solo in testa alla Premier League. All'Emirates finisce 1-1 il derby col Tottenham, con gli Spurs avanti al 32' con Kane. La squadra di Wenger trova il pari con Gibbs al 77' e resta comunque agganciata al City al primo posto a quota 26, col Leicester di Ranieri a una sola lunghezza. Prima sconfitta invece per Jurgen Klopp alla guida del Liverpool: ad Anfield Reds battuti 2-1 dal Crystal Palace, a segno con Bolasie e Dann. Di Coutinho il momentaneo pari.

 

Inghilterra, tris del Liverpool al Chelsea: Klopp inguaia Mourinho (31-10-2015)

I Reds espugnano 3-1 Stamford Bridge in rimonta, grazie alla doppietta di Coutinho e al gol di Benteke che ribaltano il vantaggio di Ramires. I Blues, fermi a quota 11 punti, sono poco sopra la zona retrocessione e la panchina dello Special One si fa sempre più in bilico: ''Non sarà la mia ultima panchina qui''
Forse è vero che al peggio non c'è mai fine. Vale senz'altro per il Chelsea di questa stagione, la peggiore da quando i Blues sono in Premier League: le prime dieci giornate (un quarto del campionato dunque) avevano già prodotto un disastro, con la squadra di Mourinho appena sopra alla zona retrocessione e oggi è arrivata un'altra umiliante sconfitta, casalinga per di più, come se non bastasse ad opera del Liverpool, rivale storico per il club londinese. Da appena due settimane affidati al tedesco Jurgen Klopp, subentrato a Brendan Rogers, i Reds hanno battuto il Chelsea 3-1, in rimonta, sostanzialmente dominando la partita. Ma ancora più di quello che ha fatto il Liverpool, i commentatori inglesi mettono l'accento su quello che "non" ha fatto il Chelsea per rimediare alla situazione: praticamente niente, undici giocatori spenti, abulici, undici fantasmi in campo. Con uno spettro, Mou, al bordo del campo, anche lui apatico, assente, annichilito, al fischio finale. E adesso è proprio il destino del tecnico portoghese a essere sempre più in dubbio: ha un contratto triennale da 20 milioni di sterline e finora è apparso sicuro di sé, convinto che Abramovich non lo licenzierà perché è comunque lui "il migliore", ma per dare una scossa alla società non è escluso che il petroliere russo butti via il capitale che ha speso per Mourinho e chiami un altro alla sua corte, forse Carlo Ancelotti, che al Chelsea ci è già stato con successo, vincendo un titolo e una Coppa d'Inghilterra (prima di essere a sua volta defenestrato alle prime difficoltà).
I Blues sono andati subito in vantaggio: al quarto minuto segna Ramires di testa e per un momento sembra che la loro stagione possa ripartire. Ma il Liverpool, rianimato da Klopp che lo fa correre più di ogni altra squadra di Premier, non si arrende, reagisce, attacca e fa barcollare il Chelsea, credendoci fino al 435esimo e oltre. Infatti il pareggio arriva nei minuti di recupero, al 48esimo, con un gol spettacolare di Coutinho. Stessa storia nella ripresa, i Reds premono e hanno il maggiore controllo del campo e della palla, i Blues combinano poco. A 16 minuti dal termine, di nuovo Coutinho porta i suoi in vantaggio con un tiro deviato dal difensore John Terry; e a 7 minuti dalla fine il sostituto Benteke sigla il 3-1 per gli ospiti e la fine di ogni illusione del Chelsea di acciuffare almeno un pareggio. Vittoria assolutamente meritata, commenta la Bbc.

E' il primo successo in campionato per Klopp, la cui cura comincia a dare effetti, riportando il Liverpool in prossimità della zona Champions, al sesto posto con gli stessi punti del Tottenham. Il Chelsea, viceversa, è ora quindicesimo, in fondo alla classifica, con un bilancio di tre vittorie, due pareggi e sei sconfitte in undici gare. Citato in tribunale per licenziamento indebito dalla dottoressa del club Eva Carneiro, multato dalla federcalcio per i suoi continui alterchi con gli arbitri, secondo alcune indiscrezioni in procinto di essere contestato anche da almeno una parte del proprio spogliatoio, Mou potrebbe trovarsi al capolinea della sua seconda avventura con il Chelsea: nella scorsa stagione era stato un trionfatore, vincendo titolo e Coppa di Lega, dalla quale è già stato eliminato ai rigori nei giorni scorsi, prima della nuova battuta d'arresto davanti al pubblico amico (almeno un tempo) dello Stamford Bridge. Lui per ora tiene duro e, come in altre occasioni, se la prende con il destino, o meglio con i direttori di gara. "Quello che ho visto dai miei giocatori è stato buono fino al momento in cui era impossibile fare meglio". Cosa significa? Lo si intuisce dalla frase succesiva: "La lotta va avanti ma a volte ci sono lotte che è impossibile vincere. Posso giocare contro qualsiasi squadra, contro qualsiasi allenatore, vincere o perdere, ma più di così...". Un apparente riferimento a un fallo commesso da Lucas nel secondo tempo, quando il giocatore del Liverpool aveva già ricevuto un cartellino giallo: l'arbitro avrebbe potuto punirlo con un'espulsione e invece non lo ha fatto. Ma a molti osservatori non è
apparsa la decisione cruciale del match. Pensa che questa, chiede a Mou un reporter mentre esce dal campo, sarà la sua ultima partita da allenatore del Chelsea? "No, non lo penso". E adesso allora cosa succede? "Adesso vado a casa, guardo la finale dei mondiali di rugby in tivù, cerco di distrarmi un po' e poi inizio a preparare l'allenamento per la partita di mercoledì". Se mercoledì ci sarà ancora lui sulla panchina dei Blues.

Chelsea, Ancelotti alla finestra. E Mou pensa a Psg e Inter

Chelsea, Ancelotti alla finestra. E Mou pensa a Psg e Inter

Abramovich pensa a dare il benservito al tecnico portoghese. Lui ostenta serenità e pensa già al futuro. Anche l'italiano tra i nomi per la successione, ma solo con un contratto lungo. Isco, in rotta col Real, piace in premier. Così come Pato, che potrebbe passare al West Ham.

"Non ho bisogno di altre rassicurazioni, la mia situazione generale è fantastica: domani (oggi, ndr) avrò un giorno libero e mi godrò la mia fantastica famiglia, posso dormire bene ogni notte e giovedì sarà un giorno uguale a quelli che ho avuto negli ultimi 15 anni". Anche dopo la sconfitta ai rigori con lo Stoke City che è costata al Chelsea l'eliminazione in Coppa di Lega, Josè Mourinho ostenta tranquillità e allontana le voci su un suo possibile esonero. "Se pensate che i giocatori non siano con me o che non diano tutto per vincere la partita, è triste e mancate di rispetto a loro, non a me - ha aggiunto - Per me sarebbe fantastico se i giocatori mi remassero contro perchè potrei dire che i risultati non arrivano per questo motivo. La verità è che abbiamo giocato bene e i ragazzi hanno voluto mandare un messaggio a chi parla e scrive di loro: "Siete degli stupidi'". Ma secondo i tabloid inglesi, quelle di Mourinho sarebbero tutte dichiarazioni di facciata. La sua seconda avventura a Stamford Bridge sarebbe ormai ai titoli di coda e, riporta l'"Independent", il suo entourage starebbe già sondando le possibili alternative: Paris Saint Germain e Inter.

Qui Mourinho. Anche se Abramovich sembrerebbe intenzionato a dargli ancora tempo - perché l'esonero gli costerebbe oltre 40 milioni di euro -, lo Special One si starebbe già guardando attorno. Con le panchine delle big d'Inghilterra e Spagna off-limits, la prima scelta di Mou sarebbe il Psg, che ha le risorse necessarie per competere ai massimi livelli in Europa e che gli potrebbe consentire anche di eguagliare Tomislav Ivic e vincere il campionato in cinque Paesi diversi. Il principale ostacolo fra Mourinho e il Paris Saint Germain si chiamarebbe Cristiano Ronaldo: il fuoriclasse del Real è il grande sogno degli sceicchi del Qatar per la prossima estate ed è noto che i rapporti fra il giocatore e il tecnico si sono incrinati durante la comune esperienza in blanco. Sullo sfondo ecco dunque un possibile ritorno in nerazzurro: le recenti dichiarazioni d'amore verso l'Inter ricordano quelle fatte verso il Chelsea nella stagione 2012-13, quando la sua avventura al Real Madrid stava per chiudersi.

Ipotesi Ancelotti. E al posto di Mourinho? Il nome in cima alla lista resta quello di Carlo Ancelotti. Roman Abramovich, però, vorrebbe portare a Stamford Bridge Pep Guardiola, in scadenza di contratto col Bayern Monaco, e starebbe pensando di offrire al tecnico di Reggiolo un ruolo di traghettatore. Ma è un'ipotesi che Ancelotti non intende prendere in considerazione. Il 56enne allenatore italiano avrebbe già qualche riserva nel tornare in un club che lo ha cacciato nel 2011, un anno dopo aver centrato l'accoppiata Premier League-FA Cup, ritrovando come direttore tecnico quel Michael Emenalo che spinse per il suo esonero. Eppure, se Abramovich gli proponesse un contratto che vada oltre la stagione in corso, Ancelotti potrebbe accettare, vista anche la voglia di tornare a lavorare in Premier League. L'altra soluzione ad interim porta il nome di Guus Hiddink, che ha già ricoperto questo ruolo con successo nel 2009 vincendo la FA Cup. Il sì di Hiddink, inoltre, permetterebbe al magnate russo di continuare a inseguire il sogno Guardiola, corteggiato dal Manchester City ma più affascinato dalla possibilità di vivere a Londra. 

Altri movimenti. Isco è in rotta col Real Madrid e secondo la stampa spagnola, il 23enne trequartista avrebbe chiesto a Florentino Perez di essere ceduto visto il poco spazio che continua a trovare. Per lui fin qui tanta panchina, 14 presenze e zero gol, oltre a una serie di prestazioni non certo esaltanti. Rafa Benitez, davanti a un'offerta importante (attorno ai 50 milioni), non si opporrebbe alla sua cessione e in Inghilterra non manca chi vorrebbe assicurarsi il giocatore. In prima fila l'Arsenal, con Arsene Wenger che sogna già di affiancare Isco ad Alexis Sanchez e Mesut Ozil, ma anche Chelsea e Liverpool sarebbero pronti a farsi avanti. Intanto l'attaccante brasiliano Alexandre Pato potrebbe trasferirsi al West Ham United in Premier League nella sessione di mercato di gennaio, secondo i media in Brasile. Il 26enne attaccante del San Paolo ha segnato 26 gol in tutte le competizioni.Secondo il portale di notizie Uol, il giocatore interesserebbe oltre al West Ham, anche al Manchester United e all'Arsenal. Pato attualmente è negli ultimi due mesi di un prestito di due anni al San Paolo dal Corinthians, che hanno acquistato l'attaccante per 15 milioni di euro dal Milan nel 2013. Il presidente del Corinthians, Roberto de Andrade questa settimana ha detto che il club "sarebbe pronto a vendere Pato piuttosto che tenerlo".

Inghilterra, Coppa di Lega: Chelsea eliminato, Mourinho sempre più a rischio

Inghilterra, Coppa di Lega: Chelsea eliminato, Mourinho sempre più a rischio
Hazard sbaglia il suo rigore, Chelsea eliminato dallo Stoke (afp)

I Blues perdono ai rigori contro lo Stoke, la panchina del portoghese trema. Tiri dal dischetto fatali anche per il Leicester di Ranieri. Fuori pure l'Arsenal, clamorosamente travolto (3-0) dallo Sheffield Wednesday

L’avventura di José Mourinho sulla panchina del Chelsea potrebbe essere giunta al capolinea. I Blues, infatti, sono stati sorprendentemente eliminati dallo Stoke negli ottavi della coppa di Lega inglese. Sorpresi al 52’ da Walters, ai londinesi non è bastato il gol in pieno recupero (91’) di Remy e mezz’ora di superiorità numerica per l’espulsione di Bardsley per centrare la qualificazione. Nell’epilogo dal dischetto a tradirli, proprio all’ultimo tiro, è stato Hazard che si è fatto parare la conclusione da Butland.

FUORI ANCHE ARSENAL E LEICESTER – Il Chelsea è in buona compagniavisto che sono usciti di scena anche l’Arsenal e il Leicester. I Gunners sono stati clamorosamente travolti per 3-0 dallo Sheffield Wednesday mentre la squadra di Ranieri si è inchinata ai rigori all’Hull dopo essere stata illusa dal gol nei supplementari (99’) di Mahrez a cui ha immediatamente replicato l’ex palermitano Hernandez (105’). I tiri dal dischetto hanno portato fortuna, invece, all’Everton che ha piegato 5-4 Norwich volando ai quarti.

 

Premier regina del mercato, Manchester City il più spendaccione

 

Spagna

 

 

Tris del Barcellona, pressione sul Real
Suarez, Neymar e Sergi (reuters). Crolla il Celta Vigo in casa (1-5), male come al solito l'Espanyol. Rimane solo l'Atletico Madrid a dar fastidio alle due super corazzate totali. (08-11-15)

il Barcellona crolla a Vigo (1-4), Celta in vetta con il Real(24-9-15)

Spagna: il Barcellona crolla a Vigo, Celta in vetta con il Real
(ap)

I blaugrana travolti 4-1 dalla nuova capolista, a segno con Nolito, Aspas (doppietta) e Guidetti. Per la squadra di Guidetti inutile gol di Neymar sullo 0-3. La squadra di Benitez passa 2-1 a Bilbao con una doppietta di Benzema.Clamoroso crollo del Barcellona nella quinta giornata della Liga: dopo quattro vittorie di fila, i campioni di Spagna e d'Europa tornano dal 'Balaidos' di Vigo battuti 4-1 dal Celta, che li scavalca anche in vetta alla classifica. Micidiale uno-due fra il 26' e il 30' firmato da Nolito e Aspas, lo stesso Aspas fa tris all'11' della ripresa mentre nel finale Neymar prova a riaprire la contesa. Ci pensa Guidetti, però, a spegnere sul nascere le speranze blaugrana. Il Celta vola al primo posto insieme al Real Madrid, che passa al San Mames 2-1 con l'Athletic Bilbao: doppietta di Benzema per i blancos, in mezzo il momentaneo pari (durato solo 3') di Sabin per i baschi.

Le altre partite: avanti 2-0 con la doppietta di Baston, l'Eibar viene bloccato sul 2-2 a Valencia dal Levante, che evita la sconfitta grazie al gol al 93' di Deyverson mentre Trashorras su rigore e Guerra firmano il 2-1 con cui il Rayo Vallecano piega lo Sporting Gijon.

Spagna, favola Eibar: era retrocesso, ora comanda la Liga

 

COPPE EUROPEE 2015-2016 : detentori Barcellona e Siviglia(bis).

Ottavi di finale

Chiusi i gironi: Roma agli ottavi con soli 6 punti ed una sola vittoria, record storico negativo

Champions, il Bayern travolge l'Arsenal. Chelsea ok, sollievo per Mourinho

Champions, il Bayern travolge l'Arsenal. Chelsea ok, sollievo per Mourinho
Bayern-Arsenal 5-1: gol di Robben (afp)

Show dei bavaresi: 5-1 ai Gunners, ora spalle al muro in chiave qualificazione dopo il successo dell'Olympiacos sulla Dinamo Zagabria. Suarez e Neymar trascinano il Barcellona, il Chelsea si salva nel finale con il gol di Willian. Lo Zenit vince ancora, doppietta del solito Dzyuba.

ROMA – Il Bayern Monaco demolisce l’Arsenal, il Barcellona non può ancora alzare le mani dal manubrio. Il trionfo dei tedeschi sui londinesi è chiaramente il risultato più eclatante del mercoledì di Champions League: finisce addirittura 5-1 all’Allianz Arena, i Gunners sono sempre più lontani dal passaggio agli ottavi di finale, complice il successo in rimonta dell’Olympiacos sulla Dinamo Zagabria. Il risultato dell’Olimpico mette invece i blaugrana, oggi vincenti contro il BATE Borisov, di non poter festeggiare la qualificazione. Mourinho si salva con la Dinamo Kiev, acuto dello Zenit in casa del Lione: i russi sono già agli ottavi.

GRUPPO E, SHOW DI SUAREZ E NEYMAR – Con tutti gli occhi puntati su Roma-Bayer Leverkusen, il Barcellona non ha faticato più di tanto contro il BATE Borisov. Il 3-0 finale è griffato dalla doppietta di Neymar – il brasiliano ha aperto le danze su rigore – e dal gol di Suarez. Scambio di cortesia fra i due attaccanti: l’ex Santos ispira il compagno in occasione del momentaneo 2-0, “El Pistolero” ricambia al minuto 83. Blaugrana saldamente in testa a quota 10 punti ma non ancora aritmeticamente certi della qualificazione.

GRUPPO F, BAYERN SCHIACCIASASSI – Dopo l’inattesa sconfitta dell’Emirates Stadium, Pep Guardiola vede i suoi schiantare l’Arsenal. Finisce 5-1, con i “soliti sospetti” a dominare la scena. Robert Lewandowski sblocca con uno spettacolare colpo di testa, Thomas Müller mette a segno una doppietta, in mezzo le reti di Alaba e di Arjen Robben, a cui bastano 30 secondi per trovare la via del gol. Inutile il pur splendido gol di Giroud. Arsenal ora distante ben 6 punti dalla coppia di testa: l’Olympiacos ha faticato ma ha steso in rimonta la Dinamo Zagabria, decisivo l’ingresso di Pardo. Sua la doppietta che proietta i greci a pari punti con il Bayern.

GRUPPO G, MOURINHO PUO’ RIFIATARE – Se l’è vista nuovamente brutta José Mourinho, che incassa ancora una volta gli applausi di Stamford Bridge ma rischia di lasciare il pari alla Dinamo Kiev. Fa tutto Dragovic fino all’1-1: autogol per il momentaneo vantaggio “Blues” e gol del pareggio a 12′ dalla fine. Ci pensa Willian a salvare lo Special One, Chelsea che torna secondo in classifica. In testa rimane il Porto, corsaro senza fatica a Tel Aviv (1-3 il finale) con le reti di Tello, Andre Andre e Layun.

GRUPPO H, DZYUBA STREPITOSO – Il Girone H ha un protagonista assoluto: è lo Zenit San Pietroburgo, che sbanca la Gerland (0-2) grazie all’ennesima doppietta stagionale di Dzyuba, ispirato in entrambi i gol da Hulk. Torna prepotentemente in corsa per la qualificazione il Gent, che domina il Valencia per almeno un’ora, trovando la rete decisiva soltanto dal dischetto: Kums porta i suoi a 4 punti, due in meno degli spagnoli.

IL RIEPILOGO – Questo il riepilogo delle gare di giornata e delle classifiche.
GRUPPO E – Barcellona-BATE Borisov 3-0, Roma-Bayer Leverkusen 3-2
Classifica: Barcellona 10, Roma 5, Bayer Leverkusen 4, BATE Borisov 3
GRUPPO F – Bayern Monaco-Arsenal 5-1, Olympiacos-Dinamo Zagabria 2-1
Classifica: Bayern Monaco 9, Olympiacos 9, Arsenal 3, Dinamo Zagabria 3
GRUPPO G – Chelsea-Dinamo Kiev 2-1, Maccabi Tel Aviv-Porto 1-3
Classifica: Porto 10, Chelsea 7, Dinamo Kiev 5, Maccabi Tel Aviv 0
GRUPPO H – Gent-Valencia 1-0, Lione-Zenit 0-2
Classifica: Zenit 12, Valencia 6, Gent 4, Lione 1

 

Roma-Bayer Leverkusen 3-2, Pjanic risolve una partita folle

Roma-Bayer Leverkusen 3-2, Pjanic risolve una partita folle
Pjanic realizza il rigore del 3-2 definitivo (ansa)

Un rigore a 10' dalla fine del bosniaco consente alla squadra di Garcia di piegare i tedeschi e risalire al 2° posto nel girone. In precedenza Mehmedi e Hernandez avevano replicato alle reti di Salah e Dzeko. Espulso Toprak, infortuni a Florenzi e Maicon.

ROMA – Nella serata del dentro o fuori la Roma risponde presente. Supera il Bayer al termine di un’altra partita thrilling e torna in piena corsa per la qualificazione agli ottavi di Champions. Sono stati 90’ folli, esattamente come due settimane fa. Segno che la formazione giallorossa, soprattutto in Europa, fatica a trovare fondamentali equilibri. Alla fine, però, ed è quel che conta, cambia il risultato: il 3-2 consente alla Roma di portarsi da sola al 2° posto. Contro Barcellona e BATE l’aspetteranno altre due finali. Ma, almeno, si è guadagnata la possibilità di avere il destino nelle proprie mani.

UNA ROMA DAI DUE VOLTI – E’ incredibile come la squadra di Garcia riesca a complicarsi da sola la vita. Avanti 2-0 dopo aver dominato per 45’ gli avversari, ha rovinato tutto con un approccio sbagliato in avvio di ripresa. Si è fatta riprendere in appena 6’ e si è rialzata solo dopo aver addirittura rischiato di incassare il 2-3. Bene le è andata che, alla fine, sia riuscita a indovinare l’azione giusta per mandare in tilt l’inguardabile difesa del Bayer, avversario che, ancora una volta, si è confermato assolutamente alla portata dei giallorossi.

GARCIA RECUPERA DE ROSSI, BAYER COL 4-2-4 – Senza pensare all’attesa stracittadina con la Lazio, Garcia ha schierato la formazione migliore con il recuperato De Rossi in cabina di regia, Florenzi riproposto nel ruolo di laterale destro e Salah e Gervinho a completare con Dzeko un tridente a trazione anteriore. Per nulla spaventato, Schmidt sul fronte opposto ha replicato addirittura con un presuntuoso 4-2-4 con due mezze punte come Mehmedi e Calhanoglu a sostegno di due centravanti come Kiessling e Hernandez.SALAH SEGNA IN CONTROPIEDE – Il Bayer è parso sbilanciato fin dalle prime battute e dopo appena 2’, è stato inevitabilmente infilato in contropiede: Dzeko ha lanciato sul filo del fuorigioco Salah che con un tocco d’esterno ha infilato un incerto Leno. Spianatasi la strada, la Roma, sorniona, ha preferito lasciare l’iniziativa agli avversari, affidandosi al contropiede.

DZEKO RADDOPPIA IN FOTOCOPIA – E dopo aver controllato senza patemi una squadra senza idee, al 29’, ha raddoppiato con un’azione in fotocopia: stavolta è stato Nainggolan a servire in verticale Dzeko che, solo davanti a Leno, non ha avuto problemi a sbloccarsi dopo 602’ di digiuno. Il Bayer ha barcollato ma la Roma lo ha graziato fallendo, incredibilmente, subito dopo il 3-0 con lo stesso Dzeko, smarcato solo davanti alla porta da Salah.

IL BAYER TORNA IN PARTITA IN 6’ – La facilità con cui sono riusciti a portarsi sul 2-0 ha giocato un brutto scherzo nell’intervallo ai giallorossi che, al rientro, sono apparsi assolutamente svagati. Il Bayer, ridisegnato da Schmidt con un 4-2-3-1 con l’innesto di Bellarabi al posto di Kiessling, ne ha subito approfittato e, al 1’, ha accorciato le distanze con un destro di Mehmedi su assist dalla destra di Kampl. Trascinato dagli 800 tifosi scesi nella Capitale, il Leverkusen ha insistito e, al 51’, ha clamorosamente pareggiato: su un lancio in profondità, Florenzi ha sbagliato a fare il fuorigioco e ha consentito a Hernandez di infilare Szczesny con un preciso diagonale.LA ROMA PERDE FLORENZI E MAICON – Garcia si è visto costretto a sostituire per due infortuni muscolari prima Florenzi con Maicon e poi lo stesso esterno brasiliano con Torosidis e la Roma, prima di riprendersi, ha rischiato grosso, facendosi prendere d’infilata proprio sulla fascia destra: a salvarla ha pensato Szczesny che si è opposto con prontezza a un altro diagonale, stavolta di Mehmedi.

PJANIC, RIGORE DECISIVO – A poco a poco i giallorossi hanno ripreso possesso del centrocampo e, dopo aver mandato un paio di avvisaglie a Leno con due tiri da fuori, hanno trovato il modo per costruire all’80’ l’azione del fondamentale 3-2: De Rossi ha concluso un batti e ribatti in area con un forte destro che Leno non ha trattenuto: sulla respinta si è fiondato Salah, steso a porta vuota da Toprak. Inevitabili il rosso e il rigore che Pjanic ha trasformato con un forte rasoterra.

UN FINALE IN AFFANNO – Seppur in 10, il Bayer si è spinto tutto in avanti e la Roma, inseguita dai fantasmi del passato, ha continuato a tremare nel quarto d’ora finale, faticando a gestire con calma il pallone. Per sua fortuna i tedeschi non hanno trovato il modo per riuscire a impensierirla. Ma certo non è con questo costante affanno che la squadra di Garcia può pensare di continuare di proseguire il suo cammino in Europa.

ROMA-BAYER LEVERKUSEN 3-2 (2-0)
Roma (4-3-3): Szczesny 6, Florenzi 5 (11′ st Maicon sv, 31′ st Torosidis sv), Manolas 6.5, Rudiger 6, Digne 5.5, Pjanic 7, De Rossi 5.5, Nainggolan 6.5, Salah 7, Dzeko 6.5, Gervinho 6. (23′ st Iturbe sv). (26 De Sanctis, 5 Castan, 21 Vainqueur, Iago Falquè). All.: Garcia.
Bayer Leverkusen (4-2-4): Leno 4.5, Donati 6.5, Tah 5.5, Papadopoulos 5.5, Wendell 6, Toprak 5, Kampl 6.5, Mehmedi 7 (43′ st Brandt sv), Kiessing 5 (1′ st Bellarabi 6.5, 28′ st Kramer sv), Hernandez 6.5, Hakan Calhanoglu 5. (25 Kresic, 2 Ramalho, Boenisch, 35 Yurchenko). All.: Schmidt.
Arbitro: Karasev (Russia) 6.
Reti: nel pt 2′ Salah, 29′ Dzeko; nel st 1′ Mehmedi, 6′ Hernandez, 35′ Pjanic (rigore).
Angoli: 2-0 per la Roma.
Recupero: 2′ e 4′.
Espulso: nel st Toprak per gioco scorretto.
Ammoniti: Papadopoulos per gioco scorretto, Torosidis per gioco falloso, Szczesny per ostruzionismo.
Spettatori: 40.000 circa.

 

Borussia Moenchengladbach-Juventus 1-1, E' IL MANCITY A FARE IL FAVORE AI LADRONI SAVOIARDI ANDANDO A VINCERE A SIVIGLIA ED ELIMINANDO I TEDESCHI...

I bianconeri vengono scavalcati dal Manchester City in vetta al girone di Champions ma ipotecano la qualificazione con il pari del Borussia Park: Johnson porta avanti i tedeschi, lo svizzero fissa il risultato nella gara del ritorno dopo i problemi cardiaci. Vecchia Signora in 10 dal 52' per l'espulsione di Hernanes, sontuoso Buffon nel finale.

MOENCHENGLADBACH (Germania) - Un giro sull'altalena vale un piede e mezzo agli ottavi di Champions League. La Juventus vive una notte particolare al Borussia Park, mette in mostra il peggio e il meglio di sé, uscendone con un pareggio che non chiude definitivamente i giochi qualificazione, permette al Manchester City di prendere la vetta del girone  -  e il passaggio del turno - ma mette la Vecchia Signora in condizione di poter spiccare il volo verso la fase a eliminazione diretta del torneo più affascinante. Nella serata in cui Stephan Lichtsteiner non solo torna in campo dopo aver risolto i problemi cardiaci ma trova anche lo splendido gol del pareggio, il rovescio della medaglia è rappresentato dall'ennesima giornata da incubo vissuta da Hernanes, che dopo 52 minuti di nulla lascia anche i suoi compagni in 10 uomini. A conti fatti, l'1-1 ottenuto contro il Borussia Mönchengladbach è un risultato da non buttare via.

ASSALTO TEDESCO - Massimiliano Allegri rispolvera il rombo di centrocampo, affidando al "Profeta" la trequarti e inserendo Sturaro sul centro-destra. In difesa è Barzagli ad accomodarsi in panchina. Il ritmo imposto dai ragazzi di Schubert in avvio è altissimo, praticamente insostenibile per una mediana come quella juventina, particolarmente compassata. Marchisio va in crisi dopo soli 8 minuti, Lahoud ruba palla e guida la transizione centrale, provvidenziale la rimonta disperata di Lichtsteiner. Il mediano si mette in proprio a ridosso del quarto d'ora, sassata di esterno destro che sorprende Buffon: è una conclusione potente e precisa, traversa piena. Al 18′ il Gladbach sblocca. Wendt scappa alle spalle di Sturaro e va al cross rasoterra da sinistra, Chiellini combina un disastro nel tentativo di spazzare. Raffael raccoglie e allarga per il solissimo Johnson, diagonale destro su cui Buffon non può nulla. E' il momento peggiore per la Juventus, con i padroni di casa che spingono per l'immediato raddoppio. Proprio Chiellini salva su un cross di Traoré, con quest'ultimo che impegna relativamente Buffon sugli sviluppi dell'angolo.

RIPARTE LA JUVE  -  Dal 25′ in poi, i tedeschi iniziano a rifiatare. Con i ritmi più bassi la Juventus può crescere, Morata di tocco manda in porta Dybala, destro contrato dalla chiusura di Nordtveit. Chiellini potrebbe trovare il pari sul corner seguente, colpo di testa a lato di pochissimo. Da un difensore a un altro: Evra incorna a 6′ dalla fine del primo tempo, Sommer si distende bene sulla sua destra. Il destino ha riservato però il gol all'uomo più atteso della retroguardia bianconera. Pogba alza la testa e si traveste da Pirlo, con uno di quei lanci "a memoria" che hanno caratterizzato la Juve di Conte: Lichtsteiner si inserisce con i tempi giusti sul delizioso esterno destro del francese, diagonale al volo chirurgico del terzino svizzero, si va negli spogliatoi sull'1-1. Forte del pari ottenuto in chiusura di tempo, la Juventus rientra in campo con la voglia di chiudere la pratica. Il destro a giro di Pogba dopo neanche 120 secondi esce di un soffio tra le preghiere di Sommer, lo svizzero va in affanno un minuto più tardi sul pressing bianconero ma riesce a limitare i danni in corner. Destro sporco di Morata al 5′, la deviazione spiazza Sommer ma il pallone sfila a lato. Quando i bianconeri sembrano padroni del campo la partita cambia nuovamente padrone.

DISASTRO HERNANES, SHOW DI BUFFON - Hernanes si allunga il pallone a circa 25 metri dalla porta e per recuperarlo sfodera un'entrata potenzialmente pericolosissima su Xhaka: il contatto, per fortuna dello svizzero, è leggero, ma Kuipers punisce l'intenzione ed estrae il rosso diretto per l'ex Inter e Lazio. Nonostante l'inferiorità numerica, Pogba va comunque vicino al raddoppio su punizione, trovando l'esterno della rete. Allegri, però, non vuole rischiare. Dentro Cuadrado per Dybala prima e Barzagli per Morata poi, la Juventus non esce più dai propri 16 metri, barricata con una sorta di 5-3-1 in cui il colombiano è la cosa più simile a un riferimento avanzato. Johnson spara alto col sinistro su cross di Wendt, nel finale è decisivo Buffon. Miracolo di piede su incornata di Stindl, smanacciata provvidenziale su un destro a giro di Hazard: il pallone bacia la traversa, la porta bianconera è salva e con lei anche una bella fetta di qualificazione.

BORUSSIA MÖNCHENGLADBACH-JUVENTUS 1-1 (1-1)
Borussia Moenchengladbach
(4-4-2): Sommer; Nordtveit, Christensen, Dominguez, Wendt; Johnson (40′ st Hazard), Dahoud, Xhaka, Traoré; Raffael, Stindl. (Heimeroth, Brouwers, Schulz, Drmic, Hrgota). All.: Schubert
Juventus (4-3-1-2):

Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Sturaro (43′ st Lemina), Marchisio, Pogba, Hernanes; Dybala (18′ st Cuadrado), Morata (30′ st Barzagli). (Neto, Alex Sandro, Mandzukic, Zaza). All.: Allegri
Arbitro: Kuipers (NED)
Reti: 18′ pt Johnson, 44′ pt Lichtsteiner
Ammoniti: Marchisio, Dybala, Sturaro
Espulso: Hernanes
Recupero: 1′ e 3′

 

M'Gladbach fa l'Inter ed inchioda la Juve sullo 0-0.Allegri furioso(21-10-15).Juventus-Borussia Mönchengladbach 0-0, poche emozioni allo Stadium. Ora il ManCity è ad un punto, battuto il Siviglia (2-1)

Juventus-Borussia Mönchengladbach 0-0, poche emozioni allo Stadium
La delusione di Chiellini (lapresse)

I bianconeri creano pochissimo e soffrono l'organizzazione degli avversari, l'unico rimpianto è legato alla mancata espulsione di Dominguez nel primo tempo: il fortino tedesco tiene e la Vecchia Signora non riesce mai a sfondare, mantenendo la vetta del girone ma sprecando l'occasione per allungare sul Siviglia.Se non è un'occasione persa, è un qualcosa di molto simile. La Juventus rimane in testa al Gruppo D ma perde la chance per allungare sul Siviglia, sconfitto in extremis a Manchester: il City torna a far sentire il fiato sul collo ai bianconeri, fermati allo Stadium da un Borussia Mönchengladbach ordinatissimo, pur senza guizzi degni di nota nella metà campo avversaria. Troppo statica la manovra della Vecchia Signora, che si affida prevalentemente al tiro da fuori per provare a portare a casa l'intera posta: l'unico vero rimpianto per Buffon e compagni può essere legato al mancato rosso nei confronti di Dominguez, in un episodio che avrebbe certamente potuto cambiare le sorti del match.

RISULTATO GIUSTO  -  I tedeschi arrivano a Torino con l'idea di non prenderle e riescono pienamente nell'intento, tornando in Germania con uno 0-0 che vale il primo punto nel girone e soprattutto tiene aperto lo spiraglio Europa League, con il Siviglia distante ora solamente due lunghezze. La squadra di Schubert è compatta, l'assenza di Herrmann toglie quel pizzico di fantasia che servirebbe per far male nelle ripartenze e allora l'arma principale diventa il pressing, per sporcare un fraseggio bianconero già non particolarmente ispirato di suo. Allegri sceglie lo stesso 4-4-2 spurio che si era visto con il Siviglia, anche se al fianco di Morata c'è Mandzukic e sulla sinistra tocca ad Alex Sandro al posto di Evra. Ma la Juventus soffre, non riesce praticamente a entrare in area di rigore, complice la serata no di Cuadrado che di rado crea la superiorità numerica sulla corsia. Ci prova Pogba alla mezz'ora, destro dal limite, sfera a lato. Il migliore, e per distacco, è Andrea Barzagli, sorprendente anche da terzino. Un suo break scatena il contropiede bianconero, Cuadrado per Morata, troppo egoista lo spagnolo, che spara alto col mancino. A 5′ dalla fine si fa vivo anche il Gladbach, con un bel cross di Traoré per Raffael: Chiellini si rifugia in angolo. La prima frazione sta per finire in archivio ma c'è l'ultimo episodio da registrare.

 

 

 

 

 

 

 

Novanta minuti sulle montagne russe. Sotto di due gol, poi sopra di due, alla fine di nuovo pari sul 4-4. E quando la Roma scende dalla giostra della BayArena le…
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Come 3 anni fa con il Lille, il tecnico francese incassa un altro pesante ko dagli uomini di Yermakovich. Sotto 3-0 dopo mezz'ora, trafitti da Stasevich e
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Ritorno a casa amaro per lo "Special One": il suo Chelsea cade ancora, nella notte in cui Iker Casillas diventa recordman di presenze in Coppa Campioni. Clamoroso crollo casalingo dell'Arsenal, altrettanto clamorosamente a zero punti.
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Roma-Barcellona 1-1, una magia di Florenzi ferma i catalani

Avanti grazie a un gol di Suarez (in fuorigioco), gli uomini di Luis Enrique vengono ripresi da una rete da antologia dell'esterno giallorosso, a segno con un pallonetto da 50 mt. I blaugrana recriminano per un rigore negato e per una traversa di Messi. Infortuni a Szczesny e Rafinha

Champions, cade il Manchester Utd. Vincono le tre spagnole

I 'red devils' si fanno sorprendere in rimonta ad Eindhoven dal Psv. Brillano Siviglia (3-0 al Borussia M'gladbach), Real (4-0 allo Shakhtar Donetsk) e Atletico Madrid (2-0 al Galatasaray). Vittorie anche per Psg, Benfica e Wolfsburg

Champions: buona la prima per Bayern e Chelsea, cade a sorpresa l'Arsenal

La squadra di Guardiola passa 3-0 sul campo dell'Olympiakos (doppietta Mueller e Goetze), quella di Mourinho travolge 4-0 il Tel Aviv, poker anche del Bayer Leverkusen al Bate Borisov nel girone della Roma. La formazione di Wenger sconfitta 2-1 a Zagabria, colpo dello Zenit San Pietroburgo (3-2) a Valencia, pari in Dinamo Kiev-Porto e Gent-Lione

champions league 675

Juventus con City, Siviglia e Borussia M.
La Roma pesca Barça, Leverkusen e Bate
L’Italia nella Serie B del calcio europeo

 

 

Niente 'Remuntada' per il Barça, Supercoppa all'Athletic,fallito il Sextete (18-08-15)

Niente 'Remuntada' per il Barça, Supercoppa all'Athletic

L'Athletic alza al cielo la Supercoppa (reuters)


 

 

 

 

 

 

 

 

Inter-Roma 1-0, Medel firma il sorpasso nerazzurro (31-10-15)

Inter-Roma 1-0, Medel firma il sorpasso nerazzurro
Festa Inter e delusione Roma a fine partita (lapresse)

Con una gara di grande sacrificio, la squadra di Mancini piega i giallorossi e vola in vetta alla classifica. Decide un tiro da fuori del cileno al 31'. Gli uomini di Garcia recriminano per le tante occasioni sciupate.

MILANO – Nella notte di Halloweeen, l’Inter gioca un brutto  scherzetto alla Roma: la batte con il suo marchio di fabbrica, il sesto 1-0 della stagione, e le strappa il primato in classifica. Un risultato meritato soprattutto per l’abnegazione con cui l’intera squadra nerazzurra ha giocato: tutti i giocatori si sono sacrificati l’uno con l’altro riuscendo, così, ad annullare il gap tecnico con i più blasonati rivali. La Roma incassa, così, il 2° ko in campionato e, un po’ come era avvenuto a Genova con la Samp, recrimina per le tante, clamorose occasioni fallite. E’ vero che davanti ha trovato sulla sua strada un superlativo Handanovic ma è anche vero che in molte circostanze i suoi avanti non hanno avuto la lucidità necessaria per angolare, come avrebbero dovuto, le conclusioni.

MANCINI, UNA GARA PERFETTA – E’ stata la vittoria di Mancini, bravo a lasciar sfogare la Roma per poi colpirla di rimessa e bravo anche ad indovinare tutte le mosse, da D’Ambrosio, tra i migliori, scelto per la prima volta titolare sulla fascia destra, a Jovetic intelligente falso nueve, a Brozovic perfetto e onnipresente intermedio fino a Nagatomo, strepitoso nel frenare le discese prima di Gervinho e poi di Salah.

ROMA TRADITA DA DZEKO E SALAH – La Roma è stata tradita soprattutto da Dzeko e Salah, imprecisi sottoporta come non mai. Solo così si spiega il primo digiuno dopo 24 gare ufficiali. Ma la squadra è tornata anche a mostrare antichi difetti: il giropalla troppo lento, l’incapacità di creare superiorità numerica sulle fasce. E così ha finito per sbattere contro un muro, esaltando la prova della difesa nerazzurra.

ICARDI IN PANCHINA – Considerata anche la squalifica di Felipe Melo, Mancini ha sorpreso tutti cambiando ben 6 undicesimi nella squadra passata a Bologna: oltre agli scontrati rientri di Murillo, Guarin, Medel e Jovetic, ha preferito inserire D’Ambrosio sull’out di destra, preferendo Nagatomo a Telles e Juan Jesus sulla fascia opposta. In più ha confermato Brozovic lasciando Kondogbia insieme a Icardi in panchina. Sul fronte opposto Garcia ha deciso alla fine di non rischiare De Rossi, non al meglio, e allora ha confermato Nainggolan davanti alla difesa con Maicon terzino destro e Florenzi a centrocampo. In più ha restituito una maglia a Salah, al rientro dopo il turno di stop.

DZEKO E MAICON MANCANO LO 0-1 – L’Inter ha scientemente lasciato l’iniziativa agli avversari ma la Roma non ne ha approfittato: ha impegnato Handanovic con un colpo di testa di Dzeko, su cross di Digne, e poi con un diagonale di Maicon sulla cui respinta Dzeko è arrivato con poca decisione consentendo a D’Ambrosio di effettuare un prodigioso salvataggio in scivolata a porta vuota.

MEDEL PUNISCE LA ROMA – Per vedere il primo in porta dei nerazzurro si è dovuto attendere il 29’ quando un destro a giro da fuori di Jovetic ha sorvolato di 3 mt la traversa. E’ stata l’avvisaglia del gol che è arrivato 2’ dopo. Lo stesso Jovetic ha smarcato ai 25 mt Medel che con un preciso destro in diagonale ha infilato il pallone nell’angolo basso. La Roma ha accusato il colpo e ha rischiato il raddoppio prima della fine del tempo su due altre insidiose conclusioni da lontano di Brozovic e Guarin.

SUPER HANDANOVIC, ROMA ALL’ASCIUTTO – Nella ripresa l’assedio giallorosso si è fatto ancora più insistente e l’Inter ha avuto bisogno di un superlativo Handanovic per conservare il vantaggio. Il portierone sloveno ha salvato almeno 5 volte la propria porta sulle conclusioni ravvicinate di Dzeko, Salah (2), Florenzi e su uno sfortunato tentativo di autogol di Nagatomo. Le ultime occasioni la Roma le ha gettate al vento su due calci d’angolo deviati oltre la traversa di testa da Manolas e Rudiger.

PJANIC ESPULSO, NIENTE DERBY – Poi, dopo l’ingenua espulsione di Pjanic (che salterà così il derby), la squadra si è spenta e a nulla è valso il 4-4-1 varato da Garcia con Falque gettato nella mischia a fare l’intermedio. L’Inter ha controllato senza patemi e ha finito per ottenere una vittoria che gli dà sempre più consapevolezza di poter sedersi al tavolo con le pretendenti al titolo.

INTER-ROMA 1-0 (1-0)
Inter (4-3-3): Handanovic 8; D’Ambrosio 7.5 (34′ st Ranocchia sv), Miranda 7.5, Murillo 7.5, Nagatomo 7.5; Guarin 6.5, Medel 7.5 (6′ st Kondogbia 6.5), Brozovic 7; Ljajic 6.5, Jovetic 6.5 (20′ st Palacio 6.5), Perisic 7. (30 Carrizo, 5 Juan Jesus, 9 Icardi, 11 Biabiany, 12 Telles, 14 Montoya, 21 Santon, 27 Gnoukouri, 97 Manaj). All.: Mancini. Roma (4-3-3): Szczesny 5.5; Maicon 6, Manolas 6, Rudiger 5.5, Digne 5.5; Florenzi 6 (19′ st Falque 5.5), Nainggolan 6, Pjanic 5; Gervinho 5.5 (39′ st Iturbe s.v.), Dzeko 5 (33′ st Vainqueur sv), Salah 5. (26 De Sanctis, 5 Castan, 16 De Rossi, 18 Ponce, 23 Gyomber, 33 Emerson, 35 Torosidis, 48 Ucan, 97 Sadiq). All.: Garcia.
Arbitro:

Rizzoli 6.5.
Rete: 31′ pt Medel.
Recupero: 1′ e 5′.
Angoli: 10 a 3 per la Roma.
Espulsi: Pjanic per doppia ammonizione.
Ammoniti: Pjanic per proteste e per gioco non regolamentare, Guarin, Palacio, Ljajic per gioco non regolamentare, Handanovic per perdita di tempo, Digne per proteste.
Spettatori: 59.21.

 

Roma e Napoli non si fermano, cade la Juve

Roma e Napoli non si fermano, cade la Juve a Sassuolo

La Fiorentina riparte, Lazio ko a Bergamo raggiunta dal Sassuolo (10a giornata)

 

I nerazzurri passano 1-0 a Bologna e tornano in vetta in attesa delle altre gare. Decide l'argentino nella ripresa, dopo che l'espulsione di Felipe Melo aveva lasciato in dieci la squadra di Mancini. Allo scadere super parata di Handanovic su Destro

Al Barcellona la Supercoppa 2015-2016 (5-4 ai supplementari sul Siviglia), manca la Coppa del Mondo per Club e la Supercoppa Spagnola per bissare il SESTETE della stagione 2009-2010.

Inter-Juventus 0-0: due pali e poco altro nel derby d'Italia

Inter-Juventus 0-0: due pali e poco altro nel derby d'Italia
Pogba contrastato da Melo (lapresse)
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Al Meazza finisce senza reti una gara senza troppe emozioni. Un tempo per parte, acceso dai legni colpiti da Brozovic e Khedira. Nerazzurri che restano dietro alla Fiorentina capolista.MILANO – Si chiude a reti bianche il derby d’Italia numero 165. A San Siro il posticipo dell’ottava giornata tra Inter e Juventus finisce 0-0 con un palo per parte. Resta, quindi, un tabù la supersfida al Meazza con la Vecchia Signora per i nerazzurri. L’ultimo successo milanese in casa contro i bianconeri è datato addirittura 16 aprile 2010.

BUONA JUVE, L’INTER NON SA PIU’ VINCERE – Nonostante il risultato, però, la sfida è stata bella avvincente con tanto agonismo in mezzo al campo. Ai punti l’avrebbe vinta la Juventus, ma nel calcio ciò che conta è buttarla dentro e questa sera gli uomini di Allegri hanno sbattuto in un paio di occasioni addosso ad Handanovic. E dove non arrivava il portiere sloveno ci pensava il palo a negare la gioia della vittoria alla Juventus. Il distacco tra le due squadre, quindi, resta di otto lunghezze e questo permette ai bianconeri di pensare ancora a una rimonta. Con 30 gare ancora da giocare e 90 punti in palio sarebbe stato da pazzi escludere a priori, in caso di sconfitta, la Juventus dalla corsa per il titolo. Un ipotetico -11 dai nerazzurri, con Fiorentina, Napoli, Roma e Lazio nel mezzo, avrebbe però reso davvero ardua l’impresa dei campioni d’Italia. Questa sera Buffon e compagni hanno mostrano ampi margini di miglioramento rispetto alle ultime uscite in campionato, mentre gli uomini di Mancini portano a casa un punticino che permette loro di riagganciare il secondo posto alle spalle della Fiorentina in attesa di ritrovare i tre punti che da queste parti mancano ormai da tre giornate.IL MATCH – Gara vivace a San Siro con Inter e Juventus molto aggressive in fase di non possesso palla. La tensione si taglia con il coltello sia sugli spalti che in campo. Al 16′ gli ammoniti iscritti sul taccuino di Valeri sono già quattro. Parte meglio la squadra di Allegri che dopo appena 5′ va a un passo dal vantaggio con Cuadrado: il destro del colombiano è deviato in angolo da Handanovic. Col passare dei minuti, però, i padroni di casa iniziano ad alzare lentamente il proprio baricentro prendendo sempre di più in mano le redini del centrocampo. Così alla mezz’ora Brozovic colpisce in pieno la traversa con un tiro a giro da posizione defilata che Buffon riesce a deviare con la punta delle dita sul legno alto della porta. Nella ripresa la Vecchia Signora torna a macinare gioco e a creare occasioni da gol. Pronti via e la sfida tra Cuadrado e Handanovic si rinnova a distanza di un tempo e ancora una volta è lo sloveno ad avere la meglio. L’Inter risponde con Jovetic da fuori, ma Buffon blocca in due tempi. Al 23′ la fortuna assiste i nerazzurri quando Khedira, colpevolmente solo al centro dell’area di rigore, colpisce in pieno il palo con Handanovic battuto. I bianconeri insistono, i nerazzurri si vedono solo su calcio da fermo, ma al triplice fischio di Valeri è 0-0.INTER-JUVENTUS 0-0
INTER (4-3-1-2): Handanovic 6.5; Santon 6, Miranda 5.5, Murillo 5.5, Jesus 6; Medel 6.5 (47’st Kondogbia sv), Melo 6.5 (19’st Guarin 5.5), Brozovic 6.5; Perisic 5.5; Jovetic 6.5 (47’st Palacio sv), Icardi 6. In panchina: Carrizo, Berni, Kondogbia, Biabiany, Telles, Montoya, Ranocchia, Gnoukouri, D’Ambrosio, Nagatomo, Manaj. Allenatore: Mancini
JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6.5, Bonucci 6, Chiellini 6; Cuadrado 6.5, Khedira 6, Marchisio 5.5, Pogba 6, Evra 6; Morata 6 (26’st Mandzukic 5.5), Zaza 5.5 (33’st Dybala SV). In panchina: Neto, Audero, Hernanes, Alex Sandro, Lemina, Padoin, Asamoah, Rugani, Sturaro, Pereyra. Allenatore: Allegri
ARBITRO: Valeri di Roma
NOTE: serata serena, terreno in buone condizioni. Spettatori: 79.154. Ammoniti: Marchisio, Melo, Khedira, Zaza, Evra, Brozovic, Chiellini, Miranda. Angoli: 8-5 per la Juventus. Recupero: 0′, 3′.(1956-1957)

 

Calcio, Fiorentina prima dopo 16 anni        Grande Napoli e fischi al Milan       foto

Calcio, Fiorentina prima dopo 16 anni (era il 1999 con in panchina Trapattoni....)
Grande Napoli e fischi al Milan
:0-4   foto (05-10-15)

Juve ok, Lazio terza. E riscatto della Roma
Mihajlovic: dimissioni? Non ci penso
video

Inter fermata in casa Samp / Sassuolo ko  / Guarda i gol

Inter a punteggio pieno, scivolone Juve col Frosinone(1-1), Roma battuta dalla Samp (1-2), Napoli inchiodato dal Carpi (0-0), crolla il Torino col Chievo (0-1),Sassuolo terzo in classifica espugna Palermo (1-0). Fiorentina seconda in classifica: non accadeva dal 1998. (24-9-15)

Serie A, risultati e classifica – Inter a punteggio pieno, scivolone Juve col Frosinone, Roma battuta dalla Samp

 
 

Solo pari per la Roma. Il Napoli strapazza la Lazio:altra batosta,0-5!! (19-09-15)

 

la Lazio ne prende 4; Sassuolo,Palermo,Torino, Chievo 6, Juventus 0 !!!(30-08-15)

Serie A, risultati e classifica 2° turno Jovetic salva l’Inter, la Lazio ne prende 4

 

Serie A, arriva 'Lega Tv': tre partite in diretta on line ogni settimana

Presentata ufficialmente la nuova televisione: trasmetterà ogni giornata tre gare del campionato (il sabato alle 18, la domenica alle 12.30 e una delle 15). Soddisfatti il presidente della Lega Beretta e Galliani: ''Non godiamo di buona stampa, ma offriamo prodotti all'avanguardia''

SERIE B e C

Serie B,10a giornata:  frenano Crotone e Cagliari. Il Cesena torna al 2° posto

I calabresi mancano l'occasione di andare in fuga facendosi riprendere nel finale dal Brescia. Sardi bloccati a Perugia. I romagnoli piegano 3-1 il Como. Si rialzano Bari e Vicenza, fermati Livorno e Spezia.

Il Crotone si fa riprendere nel finale (1-1) dal Brescia e sciupa l’occasione per partire in fuga. Alle sue spalle, infatti, frena anche il Cagliari che non va oltre lo 0-0 al Perugia. Un risultato che fa felice il Cesena che torna al 2° posto battendo per 3-1 il Como. Si rialza il Bari che passa (0-1) a Vercelli e scavalca Livorno (0-0 a Chiavari con l’Entella) e Spezia (1-1 a Modena), risalendo in 4/a posizione. Ritrova il sorriso anche il Vicenza che espugna (1-2) Trapani. In coda, colpo grosso della Ternana (1-2) a Latina e boccata d’ossigeno per l’Avellino che travolge (3-0) l’Ascoli. Infine il Lanciano rimonta due reti (2-2) alla Salernitana. Novara-Pescara è stata rinviata a data da destinarsi per nebbia.

CROTONE-BRESCIA 1-1
Un Crotone sciupone si fa riprendere nel finale dal Brescia e manca l'occasione di volare a +3 sulla terza. A rompere l'equilibrio pensa al 44' Ricci, lesto a riprendere una respinta di Minelli dopo un tiro dal limite di Torromino. Sulle ali dell'entusiasmo la capolista insiste nella ripresa ma manca il colpo del ko con Capezzi (traversa), Zampano e Torromino (palo). Il Brescia ringrazia e all'87' acciuffa il pari: il gol lo segna il subentrato Abate, lesto a risolvere in scivolata da pochi passi una mischia in area.
PERUGIA-CAGLIARI 0-0
Al Cagliari non basta una buona prestazione per passare al Curi. I sardi creano palle a ripetizione ma trovano sulla loro strada un superlativo Rosati che si oppone da campione sulle conclusioni ravvicinate di Melchiorri, Farias e Joao Pedro. Il Perugia non resta a guardare e fa gridare al gol i prpri tifosi su una conclusione di Ardemagni, deviata sul palo da Ceppitelli. Nella ripresa i ritmi calano ma i sardi continuano a rendersi pericolosi sfiorando il bersaglio con Fossati e Giannetti.

Serie B, frenano Crotone e Cagliari. Il Cesena torna al 2° posto

Una fase di Perugia-Cagliari


CESENA-COMO 3-1
Il Cesena supera il Como e aggancia il Cagliari al 2° posto. I romagnoli impiegano appena 12' per sbloccare il risultato: l'1-0 lo firma Djuric con una bella girata volante di sinistro su cross di Mazzotta. Il Como manca il pari con Casoli e, al 30' viene punito da Garritano che smarcato in area con un cross dalla destra di Kessie, batte agevolmente Scuffet. Il Cesena s'addormenta e, allora, il Como ne approfitta. I lariani mancano una buona occasione con Ebagua e poi (52') riducono le distanze con un tap-in di Bencivegna, lesto a riprendere un tiro di Casoli respinto dalla traversa. Il Cesena sbanda e rischia il 2-2 sulle conclusioni di Bessa e Ebagua. A scacciare i fantasmi a Drago pensa Ciano che, dopo aver colpito una traversa su punizione, chiude definitivamente i conti all'89' con una bella azione personale, conclusa con  un forte sinistro dal limite.

 

Serie B: Colpo del Como nel posticipo, 0-2 al Novara

  • 28 settembre 2015

Serie B, ecco i calendari: subito il derby campano.

 Il Cagliari inizia con il Crotone

Si parte il 5-6 settembre con la novità della gara la domenica alle 17:30, due caselle ancora mancanti. Prima giornata subito calda con la sfida tra Salernitana-Avellino, Livorno-Pescara, Bari-Spezia e Cesena-Brescia. I sardi, grandi favoriti, contro i calabresi. Il presidente Abodi: "Ricominciamo più forti di prima"

Lega Pro: ecco i gironi senza incognite,

 cinque gare della prima giornata il 16 settembre

Ufficializzate a Firenze le 34 giornate dei tre gironi, con ancora quattro incognite in attesa dei verdetti della giustizia sportiva e della decisione del consiglio Figc sul 54° club, ma Seregno e Messina chiedono il format a 60 squadre

 

 

 STAGIONE 2015-2016

 

 

 

http://kassiesa.home.xs4all.nl/bert/uefa/data/method4/crank2014.html  :per conoscere il ranking Uefa corrente

SI
JUVENTUS-BARCELLONA 1-4
,finale Coppa dei Campioni ai catalani per la quinta volta e secondo triplete della storia.
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TA LA MARCIA INDIETRO

 

 


 
 
PDF della prima pagina

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PRIMA PAGINA

Torneo di Viareggio all'Inter: il Verona cede in finale

Finisce 2-1 l'ultimo atto a Pisa: nerazzurri avanti subito con Bonazzoli, nella ripresa il pari di Cappelluzzo. Poi quando i supplementari sembrano inevitabili, decide Gyamfi

PISA - Il Torneo di Viareggio va all'Inter. I nerazzurri completano il percorso netto fatto di sole vittorie battendo 2-1 il Verona nella finale disputata a Pisa. Bonazzoli, prestato dalla prima squadra (presente sulle tribune anche Roberto Mancini), ha sbloccato il risultato al 2' portando in vantaggio l'Inter: l'attaccante ha confermato il notevole fiuto del gol, avventadosi sul un corto retropassaggio di un difensore veneto ed anticipando il portiere.

Il pareggio scaligero è arrivato al 60': Cappelluzzo è abile nel deviare di testa in rete un cross proveniente dalla destra. La gara prosegue abbastanza equilibrata e sembra destinata ai tempi supplementari, ma ad un minuto dal termine ci pensa Gyamfi, che al volo riprende una respoiunta del portiere e con il piattone mette in rete.

L'attaccante dell'Inter Federico Bonazzoli è stato eletto all'unanimità "Golden Boy" del torneo. Bonazzoli inoltre ha vinto pure il titolo di capocannoniere del torneo con 5 reti, premio condiviso col giocatore del Palermo Accursio Bentivegna. Il titolo di miglior portiere della competizione è andato a Pierluigi Gollini dell'Hellas Verona mentre il portiere di riserva dell'Inter Marco Pissardoha ricevuto il premio in qualità di giocatore più giovane della finale essendo nato l'8 gennaio 1998. Riconoscimenti infine per i due allenatori finalisti Stefano Vecchi dell'Inter (premiato col "Trofeo credito sportivo" dal commissario straordinario dell'Istituto per il Credito Sportivo Paolo D'Alessio) e Massimo Pavanel del Verona.

 

 

Ferrero, gaffe su Thohir: "Dissi a
Moratti di cacciare quel filippino del cazzo...."

 

 
LINK INTERNATIONWEB:

DESQUARED DONNA

CATWOMAN

ZALANDO BURTON

DESQUARED DONNA 2

DESQUARED DONNA 3

DESQUARED DONNA 4

DESQUARED DONNA 5

LINK STORIA 1

POLITICA ITALIANA: dal caso Matacena al massacro della finale di Coppa Italia 2014

POLITICA ITALIANA: da Cosentino ad Aldovrandi, lo sfascio della vendita degli immobili pubblici, fuori onda della Gelmini: sono una troiona pazzesca, def e spending review, arresto cosentino, arresto zagaria, silvio crolla angelino scappa, botte da orbi a Roma per il corteo casa.....

POLITICA ITALIANA: il feroce attacco di BeppeGrillo ad Obama,quando Salvini era un COMUNISTA PADANO,bunga bunga, dubai,caso baby squilloe la responsabilità del marito della Mussolini, quella che voleva la castrazione chimica, telefonate ai Ligresti della ministra della giustizia Cancellieri, la nuova vita di Ruby,artigiano du youtube:Italia paese di merda, ascesa e caduta di Cottarelli mister spending rewiev, affari e cosche: dalla Brianza all'Expo, il caso stamina, la fuga di Renzi, l'uscita di scena di D'Ambrosio il capo del pool mani pulite, grazie al suo lavoro venne spazzata via la secolare DC, secessionisti veneti in cescita, mps cede un altro 6%,Veronica Lario vuole 540 milioni di euro per divorziare dal Pagliaccio di Arcore, province addio, i manuali di difesa dall'euro....

POLITICA ITALIANA: dall'interdizione di berlusconi all'arresto della dama bianca

POLITICA ITALIANA: Referendum veneto un segnale a Roma?

POLITICA ITALIANA: chiude il MOndo CORSER

POLITICA ITALIANA: Ferrovie dello Stato,24 miliardi di investimenti ma 15 arrivano dai contribuenti, BPM di Ponzellini, ben 3 milioni di euro alla SATANCHE' senza alcuna garanzia, solo il suo buco del culo plastificato da troiona, o crescita o morte, la Ministra Giannini BATTE in strada, passa il demansionamento delle province di Del Rio, la nuvola di Fucsas: 180 milioni di euro di stronzate, l'impegno della Giannini: sono una troia pompinara, auto blu al via la vendita su ebay,

ESTERI: dalla scomparsa dell'aereo Malaysia all'occupazione russa della Crimea

ESTERI BIS

 

L'INTER IN MANO ALLE BANCHE

MEDIASET SI PRENDE LA COPPA DEI CAMPIONI 2015-2018

ETO HA 39 ANNI

L'ATLETICO MADRID E' CAMPIONE DI SPAGNA DOPO 18 ANNI

CHELSEA-ATELTICO MADRID 1-3

BAYERN M.-REAL MADRID 0-4

IMPRESA ATLETICO. BARCELLONA ELIMINATO

BAYERN CAMPIONE DI GERMANIA A MARZO 2014

STORIA DEGLI AIUTINI ARBITRALI ALLA MERDENTUS NEL 2013-2014

2020 : EURO 2020 ROMA SI CANDIDA

SCOPPIA L'EPOCA DELLO STADIO DI PROPRIETA'

LA ROMA PRESENTA IL NUOVO STADIO DA 300 MILIONI DI EURO

MILAN-PARMA 2-4    2013-2014

VERONA-INTER 0-2   2013-2014

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