CASTELLO DI LUCERA

Posto sulla sommità piana del colle sul quale sorgeva l'acropoli della Lucera romana, difeso per tre lati da ripide pareti a strapiombo, il castello di Lucera domina il Tavoliere di Capitanata. Federico II ne aveva voluto la costruzione per rinchiudervi, negli anni '20 del 1200, i ribelli musulmani Saraceni deportati dalla Sicilia che, con ripetute campagne, non era riuscito a sedare nè ad inquadrare nell'ordinamento statale. Questo audace esperimento, pur apparendo la soluzione più drastica e crudele, si rivelò un notevole successo politico, sortì infatti un duplice risultato positivo: portò alla pacificazione della Sicilia e diede un forte impulso all'artigianato, al commercio ed all'agricoltura nella Capitanata. Quando i Saraceni si convinsero che non era intenzione dell'imperatore sterminarli ma lasciar loro ogni possibilità di professare la loro fede e di lavorare in piena libertà sotto un proprio capo e propri amministratori, trasformarono l'odio in devozione fanatica. In una sorta di riconoscenza "interessata", Federico onorò alcuni membri della comunità deportata della carica di parte scelta dell'esercito e guardia del corpo dell'imperatore poi diede loro l'ordine di rendere inoffensive le restanti comunità musulmane di Sicilia. In origine, per volontà di Federico, fu fatto erigere un palazzo imperiale del quale oggi rimane ben poco ma che all'epoca si presentava come un altissimo donjon ovvero un torrione quadrato, suddiviso in piani con pareti verticali, impostato su di uno zoccolo quadrilatero scarpato anche esso a due piani, quello superiore a livello del terreno e quello inferiore sotterraneo. All'interno nascondeva un piccolo cortile ed aveva forma quadra nella parte bassa ed ottagonale nel piano più alto, lo adornavano ricchissimi motivi ornamentali romanico-gotici ed una raccolta di sculture classiche. Le stanze erano arredate con sfarzo e raffinatezza, quasi a contrastare l'aspetto esterno del torrione, minaccioso ed inaccessibile. Intorno, erano disposti altri ambienti tra cui una delle principali zecche imperiali, officine per fabbricare armi, finimenti, vesti e tutto ciò di cui la corte avesse bisogno. Era il 1233, anni prima della costruzione del più noto Castel del Monte che quindi trova, nel palazzo di Lucera, un importante precedente. Nel 1269 Carlo I D'Angiò espugnò la fortezza e costruì la gigantesca cortina muraria irregolare che attualmente corona la collina. La cortina è lunga ben 900 metri, scandita da 13 torre quadrate, 2 bastioni pentagonali, 7 contrafforti e 2 torri cilindriche angolari, tra cui spicca la maestosa "Torre della Leonessa", elevata ad un angolo del recinto sulla base di una preesistente torre sveva. Fu costruita anche una chiesa dedicata a S. Francesco, della quale rimangono visibili le fondamenta. Nell'opera di ricostruzione furono impegnati gli architetti Pietro D'Angicourt, Riccardo da Foggia e Giovanni da Toul. Nel 1456 un terremoto arrecò gravi danni al complesso già in cattivo stato di conservazione e nel '700 il palazzo imperiale fu distrutto per ricavarne il materiale necessario alla costruzione di una Regia Udienza (l'attuale Tribunale). L'opera di distruzione continuò per tutto l'800. All'inizio del secolo, sull'onda di un rinato interesse per il monumento con l'avvio di opere di ricerca, scavo e restauro, sono stati ritrovati ruderi di antiche costruzioni romane e bizantine di notevoli dimensioni. La posizione strategica e la sua antica fama di fortezza inespugnabile, ha fatto guadagnare al castello di Lucera l'appellativo di "Chiave di Puglia".

Testo: Antonio Diviccaro
Foto: Francesco Rubino