Le
credenze mistiche, le pratiche magiche e le più
strane superstizioni sono una parte importante della cultura e della
tradizione russa. Queste credenze hanno origini antichissime, e in
principio erano destinate a rendere propizie le divinità, o a impedire
al loro potere di diventare dannoso e a contrastare certe potenze
maligne.
Molti autori russi (Puskin, Gogol, Tolstoj, Lermontov) hanno descritto i
riti popolari più diffusi in Russia nelle loro opere. Puskin nel suo
celebre poema "Eugenio Onegin", scrive di Tatiana, una fanciulla tipica
della campagna russa, "russa nell'anima", che crede alle favole
dei tempi antichi, alle favole del popolo semplice, ai sogni, al destino
predetto dalle carte, alle profezie della luna e a tutti quei segni di
buona o cattiva sorte. "La turbavano i segni. Ogni oggetto,
misteriosamente, le preannunciava qualcosa. E i presentimenti le
opprimevano il petto. Ora erano le moine di un gatto che, accovacciato
sulla stufa, faceva la fusa e si lavava il musino con la zampetta: segno
infallibile dell'arrivo di ospiti. Se vedeva all'improvviso l'aspetto
bicorne della luna, a sinistra nel cielo. subito tremava e impallidiva.
O se le accadeva, in qualche posto, di incontrare un monaco nero, o se
una lepre veloce nel fuggire tra i campi le attraversava la via, stava
immota per la paura, piena di amari presentimenti, in attesa di una
disgrazia." (Cap. V, versi V-VI)
Le notti stellari in campagna sono meravigliose e sembrano essere fatte
per i riti magici. "La notte e' di gelo, tutto il cielo e' sereno. Armonioso
e placido scorre lo sciame divino delle stelle celesti..." (Puskin).
Il
rito delle candele.
Nelle lunghe sere dell'Epifania le ragazze russe erano solite a riunirsi
per fare alcuni riti magici con lo scopo di concludere il matrimonio, o
per conoscere il volto o il nome del futuro marito. Le ragazze russe
avevano due modi per conoscere il nome del futuro fidanzato. Il primo
modo, piuttosto semplice, consisteva nell’uscire da casa e chiedere al
primo che passava per la strada davanti a casa come si chiama. L'altro
modo si basava sulle interpretazioni dei disegni lasciati dalla cera che
facevano colare nell'acqua.
Le porte dell'Inferno
Tra i due ghiacciai più vasti dell'Unione Sovietica, l'Inilcek
meridionale e quello settentrionale, a 3200 metri dal livello del mare, si
trova uno specchio d'acqua, il Merkbaker, che i Kirghisi (tribù nomade
della zona proveniente dell’Afghanistan) hanno soprannominato "Lago
del Diavolo". Il bacino possiede infatti una curiosa
peculiarità: periodicamente le sue acque si svuotano d'improvviso, per
poi ricomparire altrettanto repentinamente; si crede che sia Satana in
persona a svuotarlo quando apre le porte dell'Inferno per far passare le
anime dannate. (In realtà l'avvenimento è legato a una complessa serie
di meccanismi connessi con il disgelo, e alla presenza di un vasto
canale sotterraneo che convoglia le acque del lago verso i canali
Inilcek e Oaragiaz).
La vendetta dei condannati
e inquietanti presenze
Il
Lobnoje Mesto, letteralmente
"il patibolo", è una massiccia costruzione di forma circolare che sorge
sulla Piazza Rossa di Mosca, di fronte alla chiesa di San Basilio; ai
tempi degli Zar vi venivano eseguite le condanne a morte. Si dice che
chi sosta sul piedistallo centrale provoca l'ira delle anime dei
condannati, che si vendicano scagliandogli addosso una
maledizione.
Nella
biblioteca Lenin a Leningrado si dice che è frequentata da un fantasma
che, periodicamente, appare nei suoi immensi archivi. Gli addetti - a
quanto riferisce la stampa - si sono ormai abituati alla sua presenza.
Le
superstizioni
I russi
credono che un evento infausto può essere evitato prestando attenzione e
interpretando ogni presagio. Al contrario di antichi Romani o Greci, i
russi non pensavano che questi segni fossero i mezzi coi quali il Dio
Onnipotente dava avvertimenti e li metteva in guardia, anzi, le
superstizioni erano sempre qualcosa di "nascosto", completamente diverso
dalla religione ufficiale. La superstizione apparteneva ai riti pagani
che la Chiesa non approvava.
I segni di sventura
russi, per un verso simili ai nostri e per l’altro più esagerati, sono:
Rovesciare il sale sul tavolo.
Passare
il sale di mano in mano.
L’ululato del cane è presagio di morte.
Aprire
l'ombrello in casa.
Rompere
lo specchio.
Trovare
lo spillo per terra.
Uccidere un grillo o una cavalletta.
Ricevere un dono che punge (l'ago, lo spillo, il coltello).
Fischiare.
Tamburellare con le dita sul tavolo.
Farsi
rammendare gli abiti addosso.
I fiori
regalati non in numero dispari
Incontrare il gatto nero che vi attraversa la strada.
Il
numero 13.
Il
gesto scaramantico più comune
contro la iettatura, il malocchio e la sfortuna è "toccare legno"
(anziché il nostro toccare ferro) tre volte e preceduto da uno sputo
sopra la spalla sinistra.
I
segni di buon augurio in Russia, palesemente inferiori di numero e più
rari da verificarsi rispetto ai segni di sventura, sono ad esempio
vedere cadere una stella, trovare un ferro di cavallo o una monetina
bucata, che ci ricordano alcuni di quelli occidentali.
Il
maledetto malocchio….riti scaramantici e amuleti
I
russi da sempre temono il malocchio e cercano di proteggersi con i riti
scaramantici e gli amuleti (oggetti indossati o custoditi in un luogo,
allo scopo di propiziarsi la fortuna o di proteggersi da malattie o
malefici. L'uso dell’amuleto deriva dalla credenza che gli attribuisce
delle virtù magiche). Come piccoli amuleti che si credeva proteggessero
dal malocchio venivano usate anche le coccinelle, monete e monetine,
scope e scopette scaccia guai. In Russia è molto diffusa l’usanza di
tenere un ferro di cavallo in casa, appeso ad una parete o alla
porta d’ingresso. Si dice che il ferro porta la fortuna e protegge
contro la iella o la malasorte. Ancor oggi i ferri di vari tipi vengono
venduti su larga scala ed usati come portafortuna.
L'aglio e' sempre stato
considerato come un rimedio sicuro contro il malocchio, i vampiri e le
paure notturne. Appeso in mazzetti al soffitto o in trecce alle pareti,
si dice allontani la sfortuna e tuteli la salute. Non darà un buon
alito, ma è assodato che aiuta a mantenere bassa la pressione. Ma oltre
al consueto uso i russi, durante le epidemie, portavano le trecce
d'aglio intorno al collo per proteggersi dal contagio della malattia.