AUTOLISTI ANONIMI

INTRODUZIONE

"Ciao, il mio nome é Jane e sono un autolista."

Ammettiamolo, l'idea di un programma di recupero in 12 passi per autodipendenti potrebbe a prima vista sembrare una provocazione, ma l'intenzione è seria. O meglio, siamo abbastanza seri per voler raggiungere dei risultati, ma contemporaneamente possediamo una sufficiente dose di autoironia da soprannominarci "educatori per Autolisti". Come tutti sappiamo, molti problemi ambientali e sociali sono conseguenti all'utilizzo indiscriminato dell'automobile. Possiamo affrontarli cercando di essere propositivi e lavorando per il cambiamento dei comportamenti individuali e collettivi.

Niente di tutto questo vuole suggerire che la responsabilità dell'attuale disastrosa situazione - rumore, inquinamento, morti, invalidi, sviluppo suburbano incontrollato etc - sia da addebitare principalmente ai singoli automobilisti. Al contrario, l'esistenza di un'industria dei trasporti potente ed autosuffciente ha molto a che vedere con il fatto che le alternative all'automobile sono fino ad ora rimaste al palo. Non si tratta di fare della dietrologia, ma semplicemente di avere chiari i motivi per i quali l'auto è diventata in molti casi la scelta più conveniente e pratica, al contrario di quanto succede nelle tradizionali città senz'auto, come Venezia, nelle quali non c'è bisogno di questo programma.

Proprio come nei paesi del socialismo reale le persone non erano ipocrite se si opponevano al regime anche se dovevano appoggiarsi ad esso per sbarcare il lunario, non c'è contraddizione nell'utilizzare l'automobile malvolentieri nel momento in cui questa è l'unica possibilità percorribile. Un regime è un sistema imposto dall'alto - non sempre ci si può permettere il lusso della non partecipazione. Eppure l'opposizione dei singoli è di fondamentale importanza, dato che l'accettazione passiva chiude ogni spazio all'azione, o anche solo al desiderio di cambiamenti.

Così il punto di partenza per gli Autolisti Anonimi è il desiderio di prendere una posizione a livello individuale, non importa quanto minuscola e incompleta, contro la tirannia dell'auto e, soprattutto, a favore di una vita felice, sana e indipendente. Ma bisogna anche rilassarsi e prendersi tutto il tempo che serve. Non c'è soddisfazione nell'imbarcarsi in progetti grandiosi e poi imbattersi in difficoltà così soverchianti da abbandonare tutto e dimenticarsene in fretta. E' meglio porsi delle mete realistiche e gestibili, affrontando delle sfide ragionevolmente difficili. Dimentichiamoci dei sensi di colpa, della vergona e della nozione di purezza. Andiamo con il nostro passo senza focalizzare troppo la nostra attenzione sul successo o sul fallimento. Può darsi che non vivremo abbastanza per raggiungere la meta finale, ma è un fatto da tener presente e non un motivo per smettere di provare. Così cerchiamo di apprezzare gli aspetti positivi delle nostre scelte e divertiamoci!



Così, adottate il programma per due settimane senz'auto, e provate a verificare cosa riuscite a fare. Se riuscite a gestirvi per una settimana senza automobile, potreste anche riprovarci. E se avete già superato il programma di disintossicazione, perchè non tenere dei seminari, aiutando altri autolisti a superare i loro problemi? Diffondete il programma tra gli autodipendenti, amici e famigliari.



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