Una comunità di pratica sulle mappe concettuali

 di Marco Guastavigna, pubblicato in Insegnare, 10/2004

 

Le ragioni della comunità di pratica

Abbiamo costruito e promosso sul web un osservatorio sulle mappe concettuali nella didattica, strutturato come comunità di riflessione e di pratica su base aperta e interattiva: abbiamo cominciato a collaborare ed a discutere con alcuni colleghi interessati all’uso di tale metodologia nella didattica e per lo sviluppo degli apprendimenti  e ci auguriamo di estendere questa cooperazione anche grazie a questa occasione di presentazione del nostro lavoro. L'iniziativa nasce e viene implementata nell'ambito del progetto Dschola, che negli ultimi anni ha coordinato le iniziative di sperimentazione e animazione sull'uso dell'ICT nella didattica in Piemonte, e unifica le energie e le risorse umane e professionali che nello stesso periodo hanno reso vivo, attuale e visibile il dibattito sull'uso educativo del concept-mapping nelle scuole, in  particolare progettando e realizzando le pagine “Mappe concettuali nella didattica” sul sito di Pavonerisorse,  la sezione dell’Equipe IAD dell’OPPI di Milano ed il “Progetto Cmap”dell’ITIS Divini di San Severino Marche. Ci interessa in primo luogo esplicitare le linee generali dell’attività e soprattutto motivare il perché di questa decisione e di questo impegno. La ragione fondamentale è la necessità di fare (nuovamente) chiarezza. Nessuno infatti sosterrebbe mai che sia indifferente tracciare un areogramma piuttosto che un istogramma, mentre sono purtroppo invece frequenti, anche su molti libri di testo, le confusioni e le “sovrapposizioni” tra mappe concettuali, mappe mentali, schemi e così via. Tutti i “manufatti cognitivi” citati appartengono in modi diversi all’insieme degli strumenti per la rappresentazione della conoscenza, ma i primi sono formalismi ben più consolidati e soprattutto ben più condivisi nell’immaginario didattico collettivo di quanto siano i secondi. Se ciò che chiamiamo genericamente schema, è in effetti una rappresentazione della conoscenza a basso tasso di formalizzazione e, conseguentemente, con criteri di costruzione e di interpretazione non sempre facili da mettere in comune con altri, coloro che le hanno teorizzate - rispettivamente [Novak, 2001] e [Buzan, 1982]) hanno in realtà attribuito alle mappe concettuali e a quelle mentali un’impostazione scientifica ed un modello operativo e funzionale ben precisi e assolutamente distinti l’uno dall’altro. Il tasso di diffusione e di penetrazione di tali distinzioni e delle regole logiche che ne conseguono presso gli insegnanti è però molto limitato: ci è parso quindi molto importante fornire riferimenti chiari, rigorosi ed efficaci. La pagina di apertura della comunità propone pertanto una rassegna di esempi di diverse rappresentazioni della conoscenza, che hanno la forza e l’immediatezza dell’impatto visivo: invitiamo i lettori ad analizzarli e confrontarli con attenzione. Ci impegniamo insomma affinché avvenga una crescita della consapevolezza teorica e operativa perché pensiamo che sia importante che nella  prassi didattica si attui l'integrazione tra i diversi modelli di rappresentazione della conoscenza e non si realizzi invece una sterile contrapposizione, purtroppo in qualche modo alimentata dalla impostazione di qualche sito di produttori di software per l'elaborazione di mappe mentali. Ci poniamo anche l'obiettivo di recuperare la dimensione generale delle rappresentazioni della conoscenza, quali strumenti per la costruzione di apprendimento significativo, analisi, brainstorming e progettazione. In particolare è necessario superare una diffusa visione riduttiva delle rappresentazioni della conoscenza coniugate con le Tecnologie della Comunicazione e dell’Informazione, secondo cui le mappe sarebbero essenzialmente strumenti subordinati alla progettazione (e alla fruizione) di ipertesti e di ipermedia; si tratta di una visione molto frequente, soprattutto presso coloro che hanno incontrato le mappe quando hanno incontrato un qualche software finalizzato a questo tipo di elaborazione digitale.

Articolazione della comunità

La comunità è raggiungibile in http://map.dschola.it/. Consigliamo i naviganti che vi fossero approdati, di consultare e analizzare in prima istanza il suo manifesto programmatico realizzato come mappa concettuale, che qui di seguito riportiamo.

Manifesto della comunità map.dschola.it

 

Dai nodi della mappa concettuale, infatti, sono raggiungibili una serie di approfondimenti culturali relativi a ciascuno di essi. Il “manifesto” è infatti stato realizzato con CmapTools®, che è un programma – free per l’uso didattico e no profit - pensato proprio per la elaborazione rigorosa di mappe concettuali e che consente, tra le altre cose, di pubblicare le proprie mappe su computer remoti e di renderle visibili non soltanto all’interno del  software stesso, ma anche con un ordinario browser per il web, come normali pagine. CmapTools® è quindi per definizione un ambiente che stimola all’apertura, al confronto, al decentramento, alla discussione, alla revisione.

 

Abbiamo pertanto affiancato al sito della comunità vera e propria, realizzato con Microsoft SharePoint© e quindi a sua volta strutturato per attività collaborative quali forum di discussione e condivisione e co-redazione di documenti, un server Cmap, raggiungibile dall’interno di CmapTools®, sul quale chiediamo agli insegnanti di pubblicare le loro mappe concettuali (o altre diverse rappresentazioni della conoscenza, purché definite in modo preciso) corredandole con una scheda di documentazione nella quale tentiamo di cogliere con la maggior precisione possibile gli aspetti processuali che sempre sono sottesi all’elaborazione di una mappa e  in genere costituiscono un elemento non facile da intercettare, fissare, descrivere ad altri.

 

Le domande di fondo della comunità

La comunità è un luogo virtuale nel quale dare vita a circoli virtuosi tra il rigore della teoria e la concretezza e la vivacità delle pratiche didattiche. Se tutti coloro che hanno promosso la comunità sono infatti convinti dell’efficacia delle mappe concettuali come strumento cognitivo e condividono l’ipotesi generale che esse siano un metodo essenziale per una didattica ad impostazione costruttivista e che miri all’apprendimento significativo da parte degli allievi, allo stesso modo tutti sono concordi che sia necessario attraverso la ricerca-azione proposta e sostenuta dalla comunità stessa dare progressivamente risposta a una serie di questioni che ci accingiamo a condividere con i lettori. In primo luogo bisogna capire quale rapporto vi sia tra le rappresentazioni della conoscenza, il curricolo formativo, formale e sostanziale, e il bagaglio delle competenze degli allievi: attualmente, infatti, al di là dell’ampia visibilità che la metodologia, almeno apparentemente, ha, essa non trova una collocazione precisa nella progettazione didattica - la sua trasversalità, che ne costituisce un punto di forza sul piano teorico, si rivela una debolezza sul piano pratico, delle implicazioni organizzative e didattiche. Non ha ancora una risposta precisa infatti nemmeno il quesito relativo a quale sia il momento del percorso formativo in cui è bene cominciare ad utilizzare le Rappresentazioni della Conoscenza; per quanto riguarda le mappe concettuali, poi, è noto che la gran parte degli esempi più convincenti proposti da Novak sono di tipo scientifico: quali sono gli spazi e le specificità degli altri campi disciplinari? Ha senso ipotizzare una sorta di primato delle materie, appunto, scientifiche ed una conseguente delega a una parte dei colleghi delle prime attività volte all’acquisizione di questa metodologia o piuttosto è meglio pensare a come un consiglio di (inter)classe possa programmare un intervento formativo interdisciplinare e organicamente e intenzionalmente trasversale? È nostra convinzione che una buona capacità di usare in modo consapevole e mirato le rappresentazioni della conoscenze dovrebbe essere un obiettivo acquisito al termine della scuola secondaria di primo grado: nella realtà concreta della scuola le cose vanno diversamente: si possono concepire attività di recupero di tali competenze nel biennio iniziale della scuola secondaria di secondo grado? Quali devono e possono essere? Su tematiche come questa ci interesserebbe un contributo diretto dei lettori di questa rivista. Al problema del recupero associamo quello della propedeutica: ci pare difficile, in particolare per le mappe concettuali, entrare immediatamente “in medias res”: riteniamo molto utile pertanto raccogliere informazioni sulle attività di avvicinamento e di orientamento a cui fossero ricorsi i colleghi. Molto importante è poi avviare e raccogliere una discussione specifica sul principio fondante il modello logico-operativo delle mappe concettuali: Novak  fornisce indubbiamente utili punti di riferimento e una sorta di linguaggio logico condiviso, identificando nell'inclusività il criterio logico intorno a cui si organizza una mappa concettuale e, accanto a questa tipologia di connessioni, prevedendo i collegamenti trasversali. Quali vincoli e limiti pone all'elaborazione questa sintassi? Se gli insegnanti hanno individuato dei limiti, come li hanno superati senza perdere in significatività e rigore? Sempre Novak ha fornito in più occasioni indicazioni per la valutazione delle mappe. Altri studiosi e insegnanti hanno aggiunto loro contributi. Qual è lo stato dell'arte? Che esigenza pongono le esperienze didattiche concrete? Come possiamo valutare con efficacia altre forme di rappresentazione della conoscenza? Accanto alla collaborazione culturale e professionale tra colleghi la comunità si propone di valorizzare la possibilità offerta anche agli allievi da alcuni ambienti digitali di costruire mappe in modo collaborativo e a distanza: ci proponiamo di documentare quali valori aggiunti e quali problemi siano implicati in contesti formativi così modificati nell’infrastruttura ma anche nella mentalità.

 

Come far parte della comunità

Aderire alla comunità è molto semplice. Basta pubblicare sul server Cmap una mappa concettuale originale e la relativa scheda di documentazione, che è ovviamente scaricabile insieme a tutte le istruzioni di base per l’uso dei vari ambienti da http://map.dschola.it/. Fatto questo si riceveranno nome utente e password per partecipare alle attività  della comunità come collaboratore, ruolo che consente di interagire pienamente e di utilizzare tutte le risorse disponibili in modo attivo. Il sito è in ogni caso aperto a tutti.

 

In rete per approfondire

 

La comunità di pratica

http://mappe.dschola.it/

Mappe concettuali nella didattica

http://www.pavonerisorse.to.it/cacrt/mappe/

Progetto Dschola

http://www.dschola.it/

Equipe IAD dell’OPPI di Milano

http://www.oppi.mi.it/equipe/IAD/index.htm

Progetto Cmap dell’ITI Divini di Severino Marche

http://server.divini.net/cmap/

CmapTools®

http://cmap.ihmc.us/

Primo congresso internazione sulle mappe concettuali a Pamplona (settembre 2004)

http://cmc.ihmc.us/

Programma del congresso

http://cmc.ihmc.us/

 

 

Riferimenti bibliografici

 

Buzan T., Usiamo la testa, Frassinelli, Milano, 1982

Buzan T. e B., Mappe mentali, NLP Italia, Milano, 2003

Gineprini M., Guastavigna M., Mappe per capire, capire per mappe, Carocci Faber, Roma, 2004

Guastavigna M., Mappe per la rete, Italiano&Oltre, 1, 2002, pp. 18-21

Guastavigna M., Le mappe informative: modelli logico-operativi, differenze, possibili integrazioni nel percorso formativo , Informatica & Scuola,  2, 2004, pp. 18-21

Novak J.D.,. Gowin  D.B, Imparando a imparare, SEI, Torino, 1989

Novak J.D., L'apprendimento significativo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento, 2001