1906-1928

Le vicende del "Football Club Torino" cominciano il 3 Dicembre 1906, quando nella birreria Voigt di Via Pierto Micca, un gruppo di sportivi appassionati del nuovo gioco che gli inglesi chiamavano football, si erano riuniti con l'idea di fondare un nuovo club.
I colori sociali sono il granata e il bianco, il primo presidente fu eletto all'unanimità, si tratta di Hans Schoenbrod, giocatore modesto ma dirigente appassionato, nessuno dei presenti immagina che questi sono i primi passi di una delle più gloriose Società del Calcio Italiano. Sono trascorsi pochi giorni ed i granata muovono i primi passi anche sul campo di calcio, il 16 Dicembre, il Torino vince la sua prima partita 3-1 in casa della Pro Vercelli.


Nel Campionato 1907 il Torino fu protagonista, aggiudicandosi entrambi i Derby, con somma gioia di Alfred Dick, uno dei fondatori fuoriuscito dalla Juventus che nel frattempo era diventato presidente. Le gare dei granata si svolgevano al velodromo Umberto I, dove oggi sorge l'ospedale Mauriziano.
Il primo Derby si disputò il 13 Gennaio 1907 con il punteggio di 2-1 per i granata. La rivalità è accesa ma composta e le sfide cittadine richiamano sempre più appassionati. Il Torino di questi anni è una società in evoluzione sia tecnicamente sia a livello organizzativo, non coglie successi importanti, ma si comportò sempre in modo decoroso nei vari raggruppamenti e tornei eliminatori in cui di volta in volta viene a trovarsi.
Il primo vero allenatore granata è un uomo, che diventerà il simbolo del calcio Italiano: il torinese Vittorio Pozzo. Con Pozzo alla guida, il Torino intraprese nel 1914, una vera e propria avventura: una tournée in Sud America. Il viaggio in America Latina fu trionfale, sei partite e sei vittorie con avversari come la nazionale Argentina e il Corinthians. Al loro ritorno in Italia i granata trovarono l'Europa in guerra, molti furono arruolati e come altri giovani Italiani non tornarono.



Dopo la guerra, il campionato riprese nella stagione 1920-21, Pozzo rimette insieme una nuova squadra; fra gli emergenti si distingue un giovanotto, il secondo di quattro fratelli pinerolesi: Cesare Martin. Mentre il vecchio capitano Bachmann cedeva il posto a Martin II, il giovane Janni si affacciava alla ribalta, Pozzo lo colloca al centro dell'attacco, potente e intelligente sarà nazionale per ben 23 volte e granata per 15 anni. A Vittorio Pozzo, che lascia la guida della squadra il 7 Aprile 1922 "per motivi familiari", succede un maestro della didattica calcistica, l'austriaco Karl Sturmer, che costruisce un undici di tutto rispetto.
Nell'estate del 1924 ci fu una svolta nella storia del Torino: alla presidenza fu eletto il Conte Marone Cinzano. Il Conte è un personaggio di gran capacità organizzativa, non esita a riportare Sturmer alle giovanili per dare continuità al vivaio; fin dall'estate 1925, da inizio ad una campagna acquisti dirompente: dall'Alessandria fa arrivare in granata l'interno Adolfo Balonceri, mentre dall'Argentina approda Julio Libonatti punta implacabile, primo oriundo a vestire la maglia della nazionale. Insieme a Rossetti costituirono un trio formidabile, una miscela di potenza e classe; Gino Rossetti arrivò dallo Spezia, all'inizio del campionato 1926-27. Un grande Toro era nato grazie all'ambizione del Conte Cinzano, che voleva prevalere a tutti i costi sui cugini bianconeri ed arrivare al sospirato scudetto.
La stagione 26-27 fu per i granata la sfortunata annata dello scudetto revocato. Il giallo si riferisce ad un derby, il secondo della stagione vinto dal Torino 2-1, con il quale il Torino si aggiudicò anche lo scudetto. Il giornale "Lo Sport" di Milano pubblicò la notizia di un broglio a favore del Torino nel derby, Allemandi terzino della Juventus era accusato di aver venduto la partita ai granata, il tentativo di corruzione, in effetti, ci fu, ma Allemandi intascata la metà della cifra pattuita cambiò idea, tanto da risultare tra i migliori del derby; tutte queste voci fecero scattare l'inchiesta federale e lo scudetto fu revocato (e mai restituito).



Grande fu lo sconforto, ma altrettanto prepotente fu la voglia di rifarsi, così l'anno seguente giustizia fu fatta: il Torino si riconfermò Campione d'Italia. Questa la formazione vincitrice del primo scudetto: Bosia, Martin III, Martin II, Martin I, Colombari, Sperone, Vezzani, Balonceri, Libonatti, Rosseti, Franzoni. Allenatore: Tony Cargnelli. Un Torino a tratti insuperabile, una macchina da gol, capace di goleade incredibili: 11-0 a Napoli e Brescia 14-0 alla Reggiana.

   
     

   



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