Vita Indipendente: una buona prassi
I/512/97
Estratto dal progetto Vita Indipendente

 

Sintesi del progetto e dei suoi obiettivi

La presente proposta intende sviluppare un progetto pilota nella provincia di Venezia, di durata annuale, così strutturato:

  • Attuazione di un percorso formativo, di 100 ore, con durata annuale (compresi i follow-up) rivolto e frequentato da persone disabili (30), residenti a livello locale e operatori sociali (8)

  • Attivazione di un servizio di aiuto alla persona chiamato "Vita Indipendente" mirato all'integrazione della persona disabile, da attuarsi in via sperimentale per tre giorni alla settimana per due ore al giorno per un periodo di sei mesi.

Tali azioni dovranno portare a nuove prospettive per un migliore utilizzo delle risorse sociali a disposizione di ogni persona disabile.

 

Gruppi bersaglio

  • Soggetti disabili (30)
  • Operatori sociali (8)

 

Descrizione e giustificazione del progetto

Il presente progetto è frutto della conoscenza di altre esperienze similari oltre confine già collaudate e sperimentate e della convinzione che lo sviluppo di tale progetto porterà nuove prospettive per un migliore utilizzo delle risorse sociali a disposizione di ogni persona disabile.
Ciò rappresenta per la U.I.L.D.M. il presupposto culturale a partire dal quale viene costruito questo progetto e, consci che già molte forze si stanno adoperando per questo obiettivo, siamo spinti a presentarvi questo progetto anche in virtù della conoscenza del territorio in cui operiamo come Sezione provinciale.
In questo senso la U.I.L.D.M. vuole sempre più divenire ideatore ed organizzatore di proposte e di soluzioni operative e capaci di assumere, nel loro insieme, le caratteristiche di una progettualità complessiva ed organica; tutto ciò in autonomia o in collaborazione con Enti pubblici, altre organizzazioni e gruppi (cooperative sociali e altri gruppi o associazioni di volontariato).
Assumere la veste sostanziale di gestore del proprio servizio di assistenza significa, per noi, reperire risorse in forma autonoma per realizzare servizi ed interventi di carattere socio-assistenziale in modo razionale, organizzato e creativo, per essere di volta in volta autori, attori e compartecipi dei nostri circuiti vitali. L'attuazione del nostro progetto richiede principalmente il raggiungimento dei suddetti traguardi:

  1. formazione delle persone disabili ad assumere atteggiamenti e comportamenti di "Vita Indipendente"
  2. formazione di operatori sociali ad assumere atteggiamenti e comportamenti professionali sempre meno assistenzialistici e sempre più socio-riabilitativi nei confronti delle persone disabili
  3. adattare il servizio al bisogno
  4. valorizzare la centralità della persona
  5. perseguire la massimizzazione dell'utilità sociale e non del profitto, attraverso la partecipazione in prima persona nell'atto costitutivo della propria indipendenza

Riteniamo che l'esigenza di solidarietà non si esaurisca nella pura realizzazione di servizi gestiti da filtri e che la priorità nella propria gestione sia il presupposto di base per offrire spazi e momenti di sviluppo personale e sociale non solo per chi gestirebbe il servizio, cioè il disabile, ma anche per chi per la prima volta vedrebbe il disabile gestore in prima persona del proprio essere e della propria vita.
Il nostro progetto "Vita Indipendente: una buona prassi" vuole avere come obiettivo quello di utilizzare la conoscenza pratica e teorica di quanto viene attualmente svolto e garantito dai Servizi sociali pubblici e privati per il raggiungimento di quanto vogliamo ottenere.

 

Origine e contesto del progetto

La buona prassi può assumere diverse forme, come la cattiva prassi, ma la buona prassi fa riferimento ad alcuni principi fondamentali. In genere la buona prassi incorpora un riconoscimento del diritto ad avere servizi completi, adeguati e tempestivi, volti a far sì che la persona disabile possa raggiungere la massima indipendenza. Ciò comporta la parità di opportunità e la cittadinanza.
Il raggiungimento della parità di opportunità per le persone disabili può richiedere l'attuazione di ragionevoli adattamenti o di servizi di assistenza personale, che contribuiscano ad eliminare gli ostacoli che si frappongono alla parità.
Ogni esempio di buona prassi deve riconoscere il concetto di cittadinanza che attribuisce agli individui il diritto di accesso ai beni e servizi e deve riconoscere al tempo stesso la responsabilità che le persone devono assolvere nell'ambito del loro ruolo attivo nella società.

 

Obiettivi del progetto

a) rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza. Accettare i disabili come persone capaci e responsabili che hanno proprie e ugualmente legittime scelte di vita. Tra l'altro ciò comprende il supporto al concetto di "Vita Indipendente" e ai mezzi necessari per realizzarli. Al conseguimento dell'integrazione e della partecipazione, nonché i metodi impiegati dovrebbero essere sistematicamente consoni del tutto alla dignità, all'indipendenza e alla sfera privata delle persone disabili nel rispetto di questi valori.

b) revisione dei sistemi di formazione per promuovere la partecipazione. Incoraggiare i disabili ad esprimere il meglio delle loro capacità per integrarsi e partecipare alla vita sociale su una base di parità e inserirsi nel mercato del lavoro ad un livello effettivamente commisurato alle loro capacità. La sperimentazione di iniziative sperimentali di formazione può aprire nuove vie all'occupazione.

c) revisione delle strutture di assistenza e di altro tipo per promuovere la partecipazione. Ridefinire tali strutture per far si che esse non comportino l'isolamento della persona, bensì che svolgano un ruolo attivo in un contesto partecipativo. In particolare il compito di soddisfare i bisogni persistenti delle persone disabili dovrebbe essere considerato come supporto essenziale ad una durevole partecipazione.

Le strategie dovrebbero essere strettamente orientate al perseguimento della parità di opportunità. Dovrebbe essere attivamente promosso e sostenuto il positivo sviluppo verso una riabilitazione basata sulla partecipazione comunitaria.

 

Componenti del progetto

  1. Scelta e definizione di un percorso formativo
  2. Attuazione (in via sperimentale) di un progetto pilota di servizio di aiuto alla persona chiamato "Vita Indipendente" rivolto alle persone disabili (le stesse che hanno partecipato all'azione formativa) gestito dagli operatori sociali sopracitati.
  3. Presentazione dei risultati raggiunti dal progetto pilota.

 

Durata del progetto e articolazione delle attività

Il progetto avrà durata annuale. (12 mesi)

Le attività si articoleranno nel seguente modo:

  • il percorso formativo, di 100 ore, si svilupperà durante l'arco di tutto l'anno; sarà frequentato da 30 persone disabili, residenti in provincia di Venezia e da 8 operatori sociali; i primi quattro mesi saranno caratterizzati prevalentemente dall'attuazione delle azioni formative, seguiranno cinque follow-up (attività di monitoraggio e di self-valutation); l'ultimo mese vedrà un ritorno dei partecipanti ad un'azione formativa caratterizzata da attività di verifica e valutazione sia del progetto formativo che dei risultati raggiunti dal nuovo servizio di aiuto alla persona attuato in via sperimentale
  • il servizio di aiuto alla persona denominato "Vita Indipendente" prevede in intervento presso la persona disabile di due ore per tre giorni alla settimana per una periodo di sei mesi
  • la presentazione dei risultati , attraverso momenti pubblici, dovranno garantire la diffusione delle esperienze acquisite in modo da consentire lo scambio di informazioni.

 

PREPARAZIONE DEL PROGETTO

Identificazione delle esigenze e delle difficoltà presunte / lavoro di preparazione già intrapreso

Da alcuni anni, anche in Italia, si sta discutendo per realizzare un progetto di servio di aiuto alla persona che portino ad una organizzazione collegata al modello Vita Indipendente. In questo periodo non esiste una precisa ed organizzata iniziativa. Alcune attività di servizi di aiuto alla persona, tuttavia lontane dai modelli nord europei, sono state realizzate sia con base di volontariato sia con interventi limitati delle amministrazioni comunali.. Vi sono alcune comunità alloggio che operano con modelli di parziale autonomia delle persone disabili e in ogni caso sono limitate le situazioni di completa autonomia; questo è ancor più vero se si considerano le tipologie di disabilità gravi o gravissime.
Queste considerazioni ci permettono di precisare:

  • la complessità e differenziazione delle esigenze della persona disabile in funzione della diversa tipologia e gravità di handicap;
  • la necessità di interventi specifici e personalizzati e pertanto la conseguente presenza di gruppi di tecnici in grado di riconoscere le specifiche necessità e di formare professionalemnete gli operatori dei servizi alla persona;
  • l'urgenza di uno standard dei servizi alla persona da organizzare in tutti i Comuni, ovviamente predisponendo ulteriori aree di intervento libere secondo le tipologie sociali del territorio.

Per quanto riguarda il personale qualificato per la realizzazione del progetto formativo ci si avvarrà di docenti esperti appartenenti alla scuola per Operatori Addetti all'assistenza e per Educatori professionali-Animatori gestita dall'AG.FO.L. di Venezia, agenzia formativa accreditata presso la Regione Veneto e titolare e gestore di vari progetti formativi nazionali e internazionali. Inoltre, la partnership con una ONG svedese (STIL) che ci permetterà di mettere in atto processi di scambio di esperienze e relativi apprendimenti e confronti.
A questo proposito riteniamo utile allegare (allegato n.2) una pubblicazione a cura di Roberto Bressanello (Presidente nazionale) dal titolo "Guida alla vita Indipendente" del Maggio 1997 - U.I.L.D.M.- all'interno della quale sono riportate tutta una serie di riflessioni sul Progetto pilota per il quale chiediamo autorizzazione oltre ai vincoli ma anche alle risorse che tale iniziativa incontrerà.

 

Sostegno da parte delle autorità locali/regionali/nazionali o di altri organismi

Particolare importanza pone l'aspetto legislativo del nostro Paese. I numerosi richiami alla Carta Costituzionale e gli obblighi comunali previsti fin dal secolo scorso in materia di assistenza e beneficenza verso i cittadini, chiariscono il ruolo della pubblica amministrazione verso la persona disabile.

  • Legge quadro per l'assistenza alle persone disabili (L. 104/92)
  • Decentramento territoriale dei servizi e degli interventi rivolti alla prevenzione, al sostegno ed al recupero della persona disabile (L. 142/90)
  • Delibera Comunale "Assistenza Domiciliare", n. 64 del 10.04.95
  • Delibera Comunale "Accompagnamento", n. 65 del 10.04.95, mod. 151 del 29.09.95

 

Come sono stati calcolati i preventivi di spesa?

II preventivi di spesa sono stati calcolati sulla base dei parametri italiani rispetto alle spese ammissibili, privilegiando il massimo della partecipazione al progetto di persone disabili (75%), ottimizzando i costi e i benefici in un rapporto di efficienza e di efficacia. Le spese sono state parametrate anche rispetto al contesto dei costi presenti nella realtà economica del territorio della provincia di Venezia così diverso tra acqua e terra.

 

CONCETTO ALLA BASE DEL PROGETTO

Il progetto intende favorire la realizzazione di vite indipendenti in modo individualizzato a seconda del caso di patologia e a seconda del ruolo sociale (occupato, disoccupato, inoccupato) della persona, elementi peraltro di grande influenza sui costi. Il progetto non vuole sostituire l'assistenza domiciliare o le comunità alloggio, ma vuole integrare i servizi già esistenti permettendo così maggiore scelta e maggiore risparmio.

 

Spiegare in che modo il progetto viene incontro a una o più esigenze prioritarie

Spesso la persona disabile deve affrontare ostacoli enormi, percorsi assurdi e adattarsi ad attese e soluzioni umilianti per intraprendere non solo azioni straordinarie ma per affrontare la semplice quotidianità.
Gli sforzi che la collettività impiega per contenere i tentativi di autodeterminazione delle persone con disabilità sono molteplici e tanto più devastanti quanto maggiore è l'assenza di autonomia.
Le modalità utilizzate per mantenere inalterata la loro condizione di subalternità sono così radicate nella prassi e nel "buon senso" comune, così scontate e considerate così fatali che pochi si accorgono della portata di violenza che viene scaricata sulle persone con disabilità le quali pagano più di ogni altro, in molti casi con la cessione del sè, o con la segregazione il loro diritto di esistere.
Le persone con disabilità conoscono le soluzioni più adatte a soddisfare le loro necessità e per essere indipendenti e libere, ma c'è sempre qualcuno pronto a parlare per loro, a pianificare per loro, a stabilire i loro limiti, a delimitare i loro recinti.
Il presente progetto pilota va inteso come armonizzazione delle dimensioni cognitive, affettive, sociali del disabile. Il miglioramento della qualità della vita deve attuarsi sotto forma di risposta ai bisogni di assistenza del disabile senza scadere nel semplice custodialismo e assistenzialismo.
Le esigenze prioritarie a cui il progetto pilota in questione intende dare risposta sono le seguenti:

  • autonomia: incremento delle capacità di auto-accudimento e, più in generale, di autonomia generale
  • sviluppo psico-affettivo e delle competenze sociali: mantenimento e potenziamento delle dimensioni relazionali dell'individuo in rapporto al sè e all'altro, ai concetti spazio-temporali, agli oggetti ed all'ambiente, e dall'altro lato al raggiungimento della massima capacità di gestione di sè nel contesto sociale
  • riconoscimento e soddisfazione dei propri bisogni: accelerazione del processo interpretativo e non descrittivo dei bisogni.

 

Indicare quali elementi del progetto siano ritenuti innovativi

  • partnership con STIL (Svezia) che sta già attuando progetti di Vita Indipendente
  • partnership con AG.FO.L. per la progettazione e attuazione di un percorso formativo e informativo frequentato sia da persone disabili che da operatori sociali
  • progettazione e attuazione (progetto pilota) di un servizio di aiuto alla persona chiamato "Vita Indipendente"
  • diffusione dei risultati ottenuti dal progetto pilota

 

7.3 Indicare quali siano le conseguenze positive presunte del progetto

L'attuazione del progetto "Vita Indipendente: una buona prassi" prevede le seguenti conseguenze positive.

Ogni disabile partecipante al corso:

  • dovrà avere la capacità di incidere nell'impostazione e concorrere alla determinazione della scelta "imprenditrice" strategica, attraverso una partecipazione attiva che ne richieda il coinvolgimento, tanto in fase organizzativa quanto in fase decisionale
  • dovrà venire a conoscenza di qualsiasi servizio sia in grado di rispondere ai bisogni in modo costante e quantomeno supporto nelle emergenze
  • dovrà divenire in grado di trasferire il know-how acquisito durante il progetto pilota in termini di conoscenze ed esperienze del proprio essere con sé stesso e con gli altri

Ogni operatore sociale partecipante al corso:

  • dovrà ricoprire un preciso ruolo di partecipazione e responsabilità nella realizzazione di un prodotto sociale con finalità di promozione, di presa in carico non deresponsabilizzante, di sensibilizzazione in termini di stimolo della comunità locale
  • dovrà essere in grado di orientare e rendere il servizio di aiuto alla persona qualitativamente visibile, valutabile, riproducibile ed efficace
  • dovrà individuare le aree di responsabilità, la negoziazione del ruolo, la definizione dei compiti, la precisazione degli standards qualitativi e la progettazione di soluzione e cambiamenti
  • dovrà favorire il lavoro d'équipe non solo tra operatori facenti parte dello stesso servizio ma anche tra altri operatori inseriti in altre situazioni di vita indipendente
  • dovrà favorire una precisa cultura contrattuale con la persona disabile stimolando la collaborazione in vista del raggiungimento di risultati quali la partecipazione alla propria presa in carico, alla produzione di qualità, all'accesso al controllo e alla qualità del risultato.

 

Indicare se le risorse richieste per la realizzazione del progetto siano coerenti con i risultati presunti

Rispetto alle necessità presenti sul territorio della provincia di Venezia il progetto è da intendersi pilota e sperimentale e solo la sua applicazione sull' intera popolazione e non solo su un campione di persone disabili e operatori sociali (economia di scala) permetterà di rendere il rapporto costi-benefici sempre più efficienete ed efficace. Inoltre, il progetto pilota va inteso come uno stimolo necessario e sufficiente per stimolare le Amministrazioni Locali e il Privato Sociale ad attivare tale servizio di aiuto alla persona alla luce di progetti governativi aattualmente in fase di definizione che per la prima volta all'interno della Nazione prevedono finanziamenti su scala nazionale, purtroppo limitati, per progetti sperimentali di definizione ed attuazione di servizi di aiuto alla persona disabile. Infine il presente progetto pilota è credibile per poter sostenere nel prossimo futuro progetti a più ampio raggio.

 

Fornire informazioni dettagliate sulla gestione, l'attuazione, la valutazione e il seguito del progetto, giustificandone i metodi previsti

La responsabilità del progetto è a carico della U.I.L.D.M. Sezione provinciale di Venezia.
La gestione sarà condivisa con AG.FO.L di Mestre-VE la quale ha responsabilità e interessi nel settore in causa e che intende partecipare al progetto.
AG.FO.L. ha come obiettivo principale la difesa dei diritti e la promozione della parità di opportunità.
AG.FO.L. è una Società Cooperativa con struttura regionale che opera dal 1984 al servizio del territorio veneto per favorire tra l'altro le modificazioni culturali ed economiche di una società in evoluzione, progettando (tra l'altro) itinerari formativi secondo varie modalità adeguate alle singole realtà.
AG.FO.L. è un' agenzia formativa accreditata e riconosciuta e ha maturato una significativa esperienza in campo tramsazionale in occasione di partecipazione a programmi comunitari.

 

RISORSE UMANE E ORGANIZZATIVE DEDICATE AL PROGETTO

Risorse dedicate al progetto dai collaboratori

  • n.1 Coordinatore del progetto (100%)
  • n.1 Coordinamento dell'azione formativa
  • n.1 Coordinatore amministrativo (dis. 100%)
  • n.4 Docenti STIL (dis. 100%)
  • n. 4 Docenti AG.FO.L. (1 dis. 100%)

 

In quale misura le risorse suddette garantiranno un'attuazione e una sorveglianza continua soddisfacenti del progetto?

Per il Coordinatore del progetto è previsto un impiego part-time per un periodo di sei mesi.
Per il Coordinatore dell'azione formativa è previsto un periodo di collaborazione di sei mesi.
Per il Personale amministrativo è previsto un periodo di coinvolgimento nel Progetto pari a 100 gg. lavorativi.
Per i Docenti (sia italiani che svedesi) sarà previsto un monte ore di 100 da distribuirsi in circa quattro mesi.
Tale impiego di risorse umane permetterà al progetto di essere, per tutta la sua durata (annuale) continuamente e in modo efficace monitorato sia nelle sue parti formative che di implementazione del progetto pilota del servizio di aiuto alla persona.

 

Fornire dettagli che dimostrino la realtà della partnership e in che modo sarà mantenuta la cooperazione lungo tutto l'arco di vita del progetto

La partnership si concretizzerà nei seguenti modi e azioni:

  • incontri tra docenti (STIL e AG.FO.L.) e responsabile del progetto pilota e coordinatori, finalizzati allo scambio di esperienze per la raccolta di documentazione e per l'analisi del servizio realizzato in Svezia al fine di verificare e arricchire le rispettive ipotesi di modelli del sistema e della rete di servizi e di interventi e formulare nuove ipotesi che tengano conto delle tendenze, delle normative e delle problematiche a livello locale.
  • attività di docenza e di formazione da parte del docenti STIL e AG.FO.L.
  • scambi tra i docenti-formatori di documentazione, schede, strumenti anche per via telematica per costruire una metodologia di rilevazione e raccolta dati, di formazxione e tutoraggio, accompagnamento per l'integrazione socio-comunitaria delle persone disabili, strumenti e pacchetti didattici e di valutazione delle azioni formative, strumentazioni per la messa in rete delle informazioni e degli interventi e per la verifica dei risultati e incrementare così il know-how complessivo acquisito nel progetto pilota realizzato a Venezia.
  • scambi (dall'Italia verso la Svezia) con visita di almeno 4 persone disabili accompagnate da altrettanti operatori per prendere consapevolezza della fattibilità del progetto e diventare così testimoni privilegiati da impegnare in un'opera di feedback al loro ritorno in Italia.
  • la U.I.L.D.M. nella persona del suo presidente nazionale (dr. R. Bressanello) ha già avuto nel 1995 l'opportunità di essere ospitato a Stoccolma e quindi di prendere contatti con i progetti in questione già attivi in quel paese: ciò ha permesso di attivare numerosi e frequenti contatti, visite e pubblicazioni.

 

Spiegare in che modo i disabili parteciperanno alla realizzazione e al seguito del progetto, indicandone le modalità

Il progetto è stato costruito sia con il contributo delle persone disabili presenti nel Consiglio Direttivo della U.I.L.D.M. di Venezia che con l'ausilio dell'esperienza maturata dai progettisti di AG.FO.L.
Le persone disabili parteciperanno con la loro presenza durante le 100 ore di formazione e saranno i "clienti" del servizio di aiuto alla persona per un periodo di sei mesi (nel rispetto dei criteri di ammissibilità del progetto è prevista la massima partecipazione di persone disabili alla gestione e all'attuazione del progetto pilota nella misura del 75% e oltre).
Inoltre, tutti i partecipanti al progetto, diverranno testimoni privilegiati nei confronti della cittadinanza di quanto appreso ed elaborato durante la formazione e di quanto esperito nell'implementazione del servizio di aiuto alla persona: verranno attivati momenti e azioni informative da attivarsi nella fase di conclusione del progetto.

 

Si prega di indicare uno scadenzario dettagliato dell'attuazione del progetto, nei termini seguenti:

MESE AZIONE COSTO PREVISTO
Ottobre
  • Formazione
10.386.665
Novembre
  • Formazione
10.386.665
Dicembre
  • Formazione
10.386.665
Gennaio
  • Formazione
10.386.665
Febbraio
  • Servizio di aiuto alla persona
21.915.000
Marzo
  • Servizio di aiuto alla persona
21.915.000
Aprile
  • Servizio di aiuto alla persona
  • Follow-Up
18.065.570
Maggio
  • Servizio di aiuto alla persona
21.915.000
Giugno
  • Servizio di aiuto alla persona
21.915.000
Luglio
  • Servizio di aiuto alla persona
  • Follow-Up
18.065.570
Agosto
  • Servizio di aiuto alla persona
21.915.000
Settembre
  • Formazione
10.386.665
Ottobre
  • Follow-Up
  • Presentazione dei risultati del progetto
  • Chiusura del progetto
18.064.535
    215.704.000



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U.I.L.D.M. di venezia
E-Mail: uildmve@tin.it