La riserva dello Zingaro è stata istituita nel maggio del 1981
dalla Regione Sicilia in un tratto di litorale che va da Scopello (frazione
di Castellammare del Golfo) a S. Vito Lo Capo, bloccando la costruzione
di una strada che avrebbe collegato Castellammare a S. Vito e che, sicuramente,
avrebbe favorito la cementificazione di questo bellissimo tratto di costa
ancora incontaminato. Questa volta la pressione degli ambientalisti e dell'opinione
pubblica ha avuto la meglio e ha reso possibile preservare questo lembo
di Sicilia che è una delle cose più belle che ho visto nella
mia vita.
L'area protetta si estende su 1650 ettari e si spinge sino a quota 913 m.
Si tratta di una riserva naturale finalizzata alla salvaguardia e conservazione
del patrimonio naturale, ambientale e paesaggistico. Vi si trovano tantissime
specie di piante tra le quali spiccano, l'agave, i ficodindia, le palme
nane, il frassino, l'alloro, il carrubo e un'infinità di fiori comprese
alcune specie di orchidee selvatiche.
Ero già stato in vacanza a S. Vito Lo Capo e avevo avuto la possibilità
di sentirmi padre degenere per aver portato con me la famiglia e, in particolar
modo, Simone allora di appena 6 anni. Ci sono tornato lo scorso anno e le
emozioni provate sono state le stesse. Tutte e due le volte ho percorso
il sentiero principale che si trova lungo la costa e che in circa 6,5 km
porta dall'entrata lato S. Vito a quella di Scopello. Naturalmente, in entrambe
le occasioni, abbiamo fatto il percorso di andata e ritorno.
Ci sono altri due percorsi uno che, dopo aver percorso una parte del sentiero
principale, sale verso la parte alta della riserva per poi fare ritorno
verso il mare. L'ultimo e più impegnativo percorso è praticamente
un tour completo della Riserva che si snoda sia lungo il primo sentiero
che lungo quello dell'intera parte alta dello Zingaro.
Qui di seguito riproduco un mio scritto del 1987, dal quale spero traspaiano le emozioni che ho provato in quella occasione...
Era dal 1987 - quando durante le vacanze a S. Vito Lo Capo in una delle
mie escursioni mattutine scoprii la riserva naturale "Lo Zingaro"
- che accarezzavo l'idea di farci un giro con tutta la famiglia. Così
una mattina ci siamo alzati di buon'ora, ci siamo abbigliati convenientemente,
Gabriella ha preparato i panini e due borracce di acqua, io ho preparato
la mia attrezzatura fotografica e in macchina abbiamo raggiunto il parcheggio
nei pressi della riserva.
All'entrata un custode ci ha dato uno stampato contenente il Regolamento
e una piantina con i vari itinerari possibili per visitare la riserva.
Nella piantina erano scritti anche i km dei vari percorsi e quindi abbiamo
scoperto che quello scelto da noi era di circa 6,500 m per l'andata e altrettanti
per tornare indietro.
Eravamo tanto entusiasti dalla vista della "Tonnarella dell'Uzzo"
(una bellissima spiaggetta proprio sotto l'ingresso, con un mare dai colori
incantevoli) da non preoccuparci per la strada da percorrere e senza esitazione
ci siamo messi a camminare per il sentiero.
Presto siamo arrivati in vista della grotta dell'Uzzo, un'ampia cavità
di 50 m di apertura e profondità e di 45 m di altezza. Ho raccontato
ai bimbi che si trattava di una grotta nella quale erano state trovate tracce
risalenti al periodo paleolitico superiore.
Ci siamo soffermati ad ammirare la grotta e a scattare alcune foto e quindi
ci siamo rimessi in cammino.
Ammiravamo tutte le cose belle che ci si presentavano davanti e una natura
con colori così intensi che si intonavano bene con il blu scuro del
mare. Di tanto in tanto ci fermavamo a fare delle foto al paesaggio, alle
lucertole, alle farfalle e alle piante.
Quando i bimbi cominciarono a sentire un languorino ci fermammo all'ombra
di un carrubbo a mangiare i panini e riposarci un po'. Intanto il sole cominciava
a scaldare sempre più e i ragazzi chiedevano sempre più spesso
di bere, tanto che ci preoccupammo di non finire l'acqua prima di essere
arrivati alla fine del percorso.
Cominciammo a razionarla ed io iniziai a pensare con apprensione al ritorno
anche perchè erano già le 10 ed era sempre più caldo.
I bimbi erano stanchi e così decidemmo di fermarci sotto un albero
nei pressi del Centro Visitatori a poche centinaia di metri dall'uscita.
Mentre Gabriella rimaneva con i bimbi io andai verso l'uscita a cercare
l'acqua senza la quale non potevamo affrontare il ritorno. Trovai un furgoncino
nel parcheggio e comprai dei panini e dell'acqua.
Tornai dove avevo lasciato la famiglia e appena mi avvicinai Simone mi corse
incontro dicendomi che era stato punto in un dito da una vespa.
Comunque erano contenti che fossi ritornato con i panini e l'acqua fresca.
Dopo esserci dissetati e rifocillati decidemmo di visitare il Centro Visitatori.
All'interno erano esposti dei lavori tipo cesti, borse e altro fatti con
le foglie delle palme nane o con altre piante che si trovano nella riserva.
Il responsabile del centro si meravigliò nel sentirci intenzionati
a rientrare a quell'ora a S. Vito.
Nonostante questo decidemmo di iniziare il ritorno e io cominciavo ad avere
il rimorso per aver portato i bimbi in quel posto e già mi immaginavo
di dover trasportare Simone sulle spalle e ascoltare tutti i brontolii di
Matteo.
Invece tutto sommato i ragazzi non fecero storie e spronati da una mia promessa
che se avessero camminato la sera saremmo andati al ristorante e dopo li
avrei mandati in sala giochi, camminarono di buona lena. A metà percorso
ci fermammo nei pressi di alcuni rovi a mangiare delle more gustosissime.
Nonostante la stanchezza e il caldo ogni tanto ci fermavamo ad ammirare
il paesaggio e commentavamo le cose viste mentre Simone e Matteo parlavano
dei giochi che avrebbero fatto la sera.
La vista del parcheggio dov'era la nostra macchina fu comunque motivo di
felicità per tutti e già pregustavamo il piattone di spaghetti
che ci saremmo mangiati appena tornati a casa.
Sulla via del ritorno in macchina abbiamo fatto i complimenti ai bimbi che
avevano tanto camminato e, nonostante tutto, ci siamo detti contenti di
aver fatto questa bella escursione.
Adesso, a distanza di qualche mese, ogni tanto guardiamo le immagini scattate
in quella occasione e ci assale una grande nostalgia...