Ho ricevuto da Rosario Licata (Figliu di Peppi) alcuni aneddoti di vita paesana preceduti dalla premessa che qui di seguito riproduco. Li pubblico volentieri e rinnovo la mia disponibilità a pubblicare scritti di Villalbesi

Le invio qualche piccolo aneddoto, di fatti realmente accaduti a Villalba e dintorni che ben rispecchiano la tipicità e la bonaria semplicità dei villalbesi stessi.Credo che una piccola rubrica a riguardo,in cui ognuno può inserire la sua storia o il suo aneddoto,darebbe un piccolo spazio all'umorismo, a questo bel sito, a mio avviso un pò troppo malinconico.

Ne approfitto per complimentarmi con lei per la creazione di questo sito e mi scuso altresì per il mio modo forse un pò troppo formale, di rivolgermi a un paesano.

Rosario Licata (Figliu di Peppi)  

     

Qualche aneddoto di vita paesana.

 

Al supermercato.

-Compa’ mi du 100 grammi di prosciutto?!

-Chistu ti piaci?

-Chi è di Parma?

Lui un po’ perplesso..

-Di Parma Parma noo…….Provincia!

 

 

Finezza paesana.

 

La mia ex ragazza (del nord)  si reca in un bar di Villalba (che non citerò! Ma si capisce).

 

-Ciao,scusa mi daresti un succo di frutta per favore?

-E come lo vuoi?

-Al mirtillo.

-A picchì?? A la pesca nun ti piaci??

 

 

Equivoco tra mussomolesi in vacanza in Romagna.

 

-Mi scusi.. la toilette?

-In fondo a destra.

-Quando torna gli si rivolge l’amico..

-Compà..a chi c’era ‘a Turca c’era??

-Nooo..compà..vacci ca nuddu c’è!

 

 

Galanteria paesana.

In discoteca..

Un paesano alle prese con l’abbordaggio.

-Ciao!

Lei subito..

-Mi dispiace sono occupata!!

-Ah va bè..allora vado nell’altro cesso!

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Dalla prima lettera a mio compare.

 

Carissimo compare, allibisco e nel contempo mi scoppolo davanti a tanta voglia di mettersi al passo con i tempi che corrono,ma anche con le migliori intenzioni,dato il l’alto tasso agricolo che ti contraddistingue, mi sovviene il dubbio che il disperato tuo tentativo si sprecherà in vana fatica. Apprezzo in ogni modo lo sforzo e il gesto tuo eroico per tentare di raggiungere l’ormai inafferrabile tecnologia,andata così avanti ormai,che non più ti vede ma neppure t’ode!

Il consiglio mio che mi vien dal core

 è quel d’abbandonar l’ardua tastiera,

 e tornar a stringere col di sempre amore

il ligneo marruggio con cui farai carriera.

 Sperando di tenerci ancora in contatto,dopo codesta epistola,ne approfitto per mandarti una vecchia foto che ti dissuaderà definitivamente dal metterti al passo con i tempi.

Con immenso affetto.

Sariddu   

Risposta

Sarì va caca.

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Dalla seconda lettera a mio compare.

Caro compare,

Avendo io appena adesso, completato un mio bisogno fisiologico impellente con esiti più che soddisfacenti,ed essendomi tu venuto alla mente,non so con quale attinenza, ne approfitto per scriverti questa mia. Spero che tu stia bene come lo spero per la famiglia tua tutta e in particolar per modo tua madre che tanto a cuore da sempre mi fu.

Qui in terra di Romagna si tira a campare,come disse Toto Cutugno “ ..E se vai a cercar fortuna in America,Ti accorgi che l’America sta qua”,lì in questo caso.

Comunque caro compare, con questo mi congedo da te per i motivi di cui sopra, rinnovandoti i miei più fervidi auguri e aspettando con ansia una tua epistola.

Saro

Risposta

Ha ogni tantu ni faciamu sentiri!

Devo ammetere che la cosa mi fa piacere.

Tu cuamu si? Noi stiamo bene e ma matri e puru bona! Spreo anche tu.

Ma sta cosa chi voli diri ca fazzu cacari?? Cerca di parlari potabbile.

Comunque fammi sapere quando ti arricampi e saalutami a casa.

Per quanto riguarda la pistola nun ti la puazzu mannari quannu si cca pua ni parlamu.

                                                                                                         

 

Dalla terza lettera a mio compare.

Caro compare,

Dall’ultimo tuo,a me graditissimo scritto, ho potuto desumere che hai seguito l’accorato mio appello a non lasciare l’amata zappa, difatti la lingua italiana mai,fin dalla notte dei tempi, era stata zappata in siffatta maniera.

Proprio oggi guardando “la prova del cuoco” mi venne in mente quel dì di festa,quando venendo a desinare a casa tua,non potei mangiare tutto perché il ventre mio ormai colmo,dalla bocca sua non accettava più nient’altro se non aria,che prontamente però riprendeva la sua via carica d’essenza.

E non avendo più posto per le pietanze ancora lì nel piatto,continuavo a girarle e rigirarle aspettando che si liberasse un piccolo spazio per poterle ingurgitare. In quel mentre una voce s’alzo nell’aria dolce e suadente venendomi in soccorso..

“Quannu lu puarcu scalìa voli diri ca è saziu!!”

Ah, quanta grazia talune volte la lingua esprime!

Ricordo ancora quel dolce verso,quella perla d’innata saggezza come se fosse ieri.

E cosi ti scrissi codesta mia. Mi auguro che questo mio ricordo,che è anche il tuo, ti sia stato gradito,

ti saluto e ti abbraccio di vero cuore.

E saluta a ma cuscinu Salvatore.

Risposta

Compà c’è puru chiddu di quannu lu puarcu acchiana susu,voli diri ca si piglia troppa confidenza!

Ti dirò che mi fa piacere di sentirti,ma mi chiedevo..dove lo trovi tutto questo tempo pi scriviri sti minchiati??

Comunque arracampati caccà servono braccia potenti e olio di vomito pi lu turrenu.Zappuni!

 

 

Dalla quarta lettera a mio compare

Caro compare,

è un po’ che non ci sentiamo.

Come stai? Tutto a posto?

Forsi scinnu a Natale..ti fa truvari?

Risposta

Compà statti duacu ca stanno cè la muria delle vacche.

 

 

Dalla quinta e ultima lettera a mio compare

Caro compare,

molto tempo ormai è trascorso dall’ultimo nostro incontro e la curiosità è tanta,nel sapere come stai.

Spero che il periodo della morìa sia finito e che finalmente le vacche siano grasse da poterle scannare. Aspetto ansioso, liete novelle.

 

 

Risposta(via SMS)

Compà se mi devi

 scrivere mannami

un messaggio ca lu portatili

 mi cadì ni la brivatura!


Salvatore Lumia, una passione per la fotografia

e-mail: matlumi@tin.it