Qui di seguito un articolo apparso sul "Giornale di Sicilia" nel quale si parla del centro di accoglienza "Maria Grazia Cutoli" di cui Gisella Mistretta è responsabile. |
Siracusa, prima
sentenza in Sicilia. Il
giudice: quel sudanese
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SIRACUSA.
Da ieri Hussien, un giovane sudanese di 29 anni, guarda con maggiore fiducia
al proprio futuro. Ha vinto la sua battaglia legale, condivisa con i
responsabili del centro di accoglienza «Maria Grazia Cutuli» di Siracusa, per
il riconoscimento dello status di rifugiato politico. I giudici del Tribunale di
Siracusa hanno esaminato il suo caso ed accolto la sua richiesta. E' la prima
volta in Sicilia.
Hussein
Abdalrhman Adam è arrivato a Lampedusa nel novembre del 2001, assieme ad altre
37 persone di varia nazionalità a bordo di un gommone. Quindi aveva richiesto
il permesso di soggiorno come perseguitato di guerra. "Nel novembre dello
scorso anno era stato convocato dalla commissione centrale a Roma - ricorda
Gisella Mistretta, responsabile del centro d'accoglienza di Siracusa - Hussein aveva sostenuto un
colloquio di appena tre minuti ed al
termine dell'incontro avevano rigettato la sua domanda. Non si è scoraggiato
ed ha avuto la forza di lottare. Abbiamo presentato ricorso, con la
collaborazione dei legali del centro, Maria Grazia Guardo e Giorgio Cappello,
e finalmente il tribunale di Siracusa ha dato ragione ad Hussein".
Il
giovane sostenitore della "Sudan federal democratic alliance", il partito
che si oppone alla dittatura, ha ancora vivo il ricordo della sua fuga. "Sono
scappato perché mi sono ribellato al regime dittatoriale che vige in Sudan. Mi
sono rifiutato di andare a combattere contro la mia stessa gente e sono stato
arrestato". Tre mesi all'interno del carcere di Kartum, capitale dello stato centroafricano,
vissuti tra celle d'isolamento e torture fisiche e psicologiche.
Segni che, nel suo corpo, sono testimonianza indelebile dei maltrattamenti subiti in patria. Ha dovuto corrompere un infermiere per fuggire attraverso una finestra del carcere, da lì la fuga verso la libertà e la democrazia. "Il mio futuro è a Siracusa" dice Hussein. Per il giovane sudanese è l'inizio di una nuova vita ma non dimentica il suo Paese dilaniato dalla guerra civile.
Gianluca
Carnazza
Giornale di Sicilia - 17/6/2003
Giornale di Sicilia (17/6/2003)