CONKER’S BAD FUR DAY  (RAREWARE 200?)

Fra le tante cartucce disponibili per il Nintendo 64 c’è un titolo “ultimo” entusiasmante: "Conker's bad fur day" firmato RAREWARE. La storia ha come protagonista un piccolo scoiattolo dai grandi occhioni azzurri, dolce e carino, che avendo consumato troppo alcol ne subisce le conseguenze il giorno successivo. L’avventura è indirizzata ad un’utenza con età superiore a 16 anni, a causa del linguaggio forte, delle insinuazioni sessuali e della violenza animata. L’ idioma nei vari dialoghi è tipico dell’attuale generazione, il parlato della vita d’ogni giorno convertito in un videogame. Scurrile, duro, sanguinario, senza rimorsi (nemmeno per la fidanzata Berri) Conker avanza pregevolmente e colpisce il cuore di chi ama l’ironia.

La presentazione iniziale vede Conker con espressione perfida che con una motosega spacca il logo N della celeberrima Nintendo scaraventandone i due tronconi all’esterno del campo, subito rimpiazzato dal luccicante logo RARAWARE. L’introduzione, immediatamente, fa intendere che non si tratta dello stereotipato "eroe" ma di un personaggio furbesco e accattivante, ubriacone e maniaco, opportunista e ingordo, che fa trasparire in maniera esplicita maligne battute ovvero perspicaci ed irresistibili. In alcuni filmati bisogna carpire con attenzione la chiave nascosta in ogni frase proferita in quanto svelano puzzle di difficile risoluzione. Se non si mastica perfettamente la lingua anglosassone nelle sue volgari espressioni da strada rischiate di inchiodarvi e di gironzolare a vuoto.

Affascinanti sequenze fanno riemergere autentiche  scene di cartoon. Magnifiche inquadrature operate da fluenti telecamere facilitano nell’azione anche quando si riprende il controllo. Gioco originale e graficamente “perfetto”, quasi innaturale per un game sviluppato per il vecchio Nintendo64. I dialoghi sono parlati e ottimamente scanditi a differenza della mimica infantile riscontrata in Banjo Kazooie (che comunque rimane un classico). Le recitazioni, anche quelle minori sono impersonate con maestria e precisione. Il doppiatore di Conker's riesce abilmente a caratterizzare e a donare al personaggio tonalità mirabolanti. Se Conker’s lo si usa su PC, la roms scompattata occuperà sull’ HD oltre 60 Mb. Il gioco gira alla grande sull'emulatore Project 1.4. Su PC alla risoluzione di 1024x768 le scene sono quasi sempre fluide, mentre le musiche patiscono brevi inceppi quando si passa da un livello ad un altro; inoltre il personaggio principale cangia la splendida pelliccia in un bianco anemico nei ravvicinamenti. Un capolavoro della RAREWARE che spreme a fondo tutte le capacità hardware del N64. Non so se i nuovi games del CUBE Nintendo mostrano colori così vivi e spettacolari e figure "ben arrotondate" come in Conker’s. 

Non sono molti i giochi che meritano, ma questo titolo, trasgressivo e fuori dalle regole, è rivoluzionario. Alla stregua di Zelda per quanto riguarda originalità e intelligenza, ma Zelda perde sicuramente nella fluidità grafica e nella minuziosità scenografica dei vari ambienti. I personaggi principali sono caratterizzati da una mimica facciale dinamica, assolutamente inedita, e l’inespressività statica che hanno accompagnato protagonisti di altre platform-adventure non appartiene a Conker. In passato nessun gioco per il N64 ha raggiunto vette così alte sia per la complessità delle scene sia per i dialoghi. Un cartoon amabile e interattivo. Se si fosse lavorato come hanno fatto quelli della RAREWARE, il Nintendo 64 avrebbe sicuramente vinto la battaglia con la Playstation. Si è preferito, invece, spesso rilasciare titoli smorti e senza storia, arruffando sulle textures e sulle musiche, facendo così cadere la mannaia sul Nintendo 64, giudicata come macchina arrivata in ritardo e al di sotto delle aspettative. Questo giudizio affrettato e superficiale è letteralmente spazzato dalla capacità sbalorditive emerse dal game impersonato dal superlativo scoiattolo. Conker’s batte tantissimi giochi blasonati nati per consolle avversarie. La storia, la tecnica complessiva di realizzazione e l’amore speso per ogni dettaglio la dicono lunga sulle capacità “inespresse” e poco sfruttate del caro vecchio N64. Come accennato in precedenza le grandiose textures dei vari personaggi hanno tutti una definizione altissima. Ogni personaggio è modellato con una miriade di poligoni al fine di poter far assumere delle espressioni facciali davvero uniche nel loro genere. Conker si apprezza nelle sue metamorfosi facciali: dall’inebriante espressione quando intasca pacchetti di dollari, alla caratterizzazione singolare, con occhi arrossati e faccia inebetita, quando ubriaco barcolla con divertente andatura. 

Il game ha un sonoro incredibile, originale e d’alta qualità. Le musiche, veramente originali e superbamente miscelate nei vari generi, adattate alla scena creano un’atmosfera che sembra non appartenere ad un videogame. Il tema musicale non è la variante di un solo pezzo che cambia tonalità (come in Banjo-Tooie). Qui le musiche sono tutte differenti (con esaliranti effetti scurrili nel mondo “fecale”) e gli strumenti utilizzati sono ben inseriti come in una sorta d’orchestra. La sonorità digitale è cristallina e ad alta fedeltà. Gli effetti secondari sono anch'essi pregevoli: il rumore di una leva, una porta che si apre, il rumore in lontananza, il gong ad ogni padellata e lo "splash" degli accumuli fecali e dei cadaveri spappolati. Alcuni pezzi musicali sono vocalizzati. Memorabile le musiche del mondo preistorico e nell’arena del toreador. Sublime l’estensione lirica tenorile del mostruoso sterco nella battaglia nel ventre della Montagna Caccona.

Le fuori-scene del gioco sono molteplici e tutte caratterizzate di una vitalità mai viste prima. Se vi fermate, anche la pausa  del personaggio assume atteggiamenti scoppiettanti. Lo scoiattolo non riesce a stare proprio fermo pìù di qualche secondo. Se questo accade lo vedrete in atteggiamenti fantasiosi: guarda l'orologio, succhia con la cannuccia una bibita, legge un magazine, tracanna una birra, si massaggia i piedi, adopera lo yo-yo,  si spolvera, si distende i muscoli e così via.

I comandi per muovere Conker's sono semplici e nello stesso tempo fanno compiere al personaggio un notevole numero d’azioni. Per spostare agevolmente il personaggio non c'è bisogno del manuale per imparare tutte le mosse perché l'unica cosa che si deve fare è premere il bottone B per estrarre la padella o compiere azioni contestuali in determinati punti (prendere la fionda, lanciare i coltelli, trasformarsi in incudine ecc.). Il bottone A serve per saltare-volare-nuotare-arrampicare; il bottone Z per abbassare il personaggio e lo stick analogico per dirigere il protagonista in tutte le direzioni. Il Bottone Z in combinazione con A  fa saltare più in alto il personaggio e nelle azioni contestuali premendo Z (quando sul terreno è contrassegnato una B)  si scagliano contro il nemico “proiettili”. Per muovere la telecamera, zoomare o visualizzare differenti inquadrature, si utilizzano C e R. Altre azioni specifiche in determinati livelli sono automatiche (abbassare una leva, montare il toro,  aprire porte, salire sul carro-armato e così via). 

Insomma un gioco abbastanza longevo e pieno di fantasia. Pochi sono i passaggi pedanti e snervanti. Se si adopera il Nintendo 64 bisogna armarsi di pazienza giacché alcuni passaggi faranno ripetere decine di volte l’azione.  Se, invece, si utilizza l’emulatore Project, si abbrevia il gioco ma non si perde quasi mai la pazienza (santa comodità del Save). La varietà è tanta e questa breve recensione non è una soluzione al gioco. Le meraviglie e lo spettacolo grafico potranno essere apprezzati solo da “occhi incantati”.  Allora cosa fare: non resta che procurarsi immediatamente questa superba opera perché questa recensione non è un consiglio ma una raccomandazione. Fra tanta Poltiglia scegliete quella Giusta, d’Altissima Qualità, Maleodorante ma color Cioccolata!  A questo aggiungete la perla del Multiplayer. I Joypad non si staccheranno mai dalla vostre candide manine!

 

ROM: Conker's Bad Fur Day.zip (58,4 Mb)

EMULATORE: PROJECT 64

 

VOTO 9

 Recensione di Nino da Bisaccia