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DOVE CI PORTANO GLI AROMI?
  sniff... sniff... sniff...  

Michela C. Alice D. Alessia V. I D Arenzano

ANICE STELLATO

ILLICIUM VERUM
FAMIGLIA: MAGNOLIACEAE
 
L’anice stellato è diffuso nella Cina meridionale, in Giappone, Indonesia e Filippine, ma viene coltivato in tutta l’Asia orientale tropicale e subtropicale.
Ha proprietà digestive e regolatrici dell’intestino. In prevalenza il suo impiego, come quello dell’anice, è nella cura di alcune affezioni gastrointestinali. Facilita inoltre la produzione di latte nelle puerpere.
Questa spezia, pur essendo giunta in Europa solo alla fine del XVII secolo, ha rapidamente raggiunto una notevole fama.
Le sue proprietà ne fanno un ingrediente di molte ricette, prevalentemente liquoristiche. Nella cucina cinese è uno degli ingredienti della “ polvere delle cinque spezie”. La ricetta della miscela comprende anche i chiodi di garofano, l’anice, la cassia e il pepe.

ERBA LUISA


LIPPIA TRIPHYLLA
FAMIGLIA: VERBENACEAE
 
Proviene dall’America del sud: Argentina, Cile, Uruguay. Importata in Europa dagli Spagnoli alla fine del Settecento, si è rapidamente diffusa in orti e giardini dell’area mediterranea.
La medicina popolare attribuisce all’erba luisa proprietà aperitive e digestive. Si utilizzano le foglie, da raccogliere tra giugno e settembre, nella preparazione di tisane che esercitano inoltre una lieve azione antinevralgica, antispasmodica e sedativa.
Mettendo un rametto di foglie di erba luisa in una bottiglia di olio, lo si trasforma in un condimento dal gusto delicato e dal profumo lievemente limonoso.

SANDALO


SANTALUM ALBUM
FAMIGLIA: SANTALACEAE
 
Il sandalo è una pianta indigena della regione indo-malese, da cui è stata esportata e coltivata anche in Cina e in Sudamerica; vive nelle foreste equatoriali dal clima permanentemente caldo e umido.
Il prezioso e aromatico olio di sandalo si ottiene dalla distillazione della parte centrale del tronco e delle radici.
L’olio di sandalo viene oggi utilizzato in cosmetica, frequentemente mescolato con il burro di karitè e il burro di cacao.
L’uso del legno di sandalo ha avuto origine in India, dove gli alberi crescono spontanei. Il suo successo è legato alla credenza di poter placare la parte razionale della mente, consentendo di entrare in rapporto con gli stadi più profondi del proprio essere. L’incenso prodotto dal sandalo è usato appunto come aiuto per la meditazione.
DRAGONCELLO


ARTEMISIA DRACUNCULUS
FAMIGLIA: COMPOSITAE
 
Il dragoncello è originario delle steppe della Russia meridionale e dell’Asia Centrale. Dragoncello deriva dal latino dracontium, e a sua volta dal greco drakon, drago, serpente. Si crede che questa pianta sia stata chiamata Artemisia in onore di Diana Artemide; da ciò le derivava la proprietà di ristabilire il flusso mestruale; dracunculus significa “piccolo drago” forse perché la forma del cespuglio ricorda questo mitico animale. Il dragoncello, detto anche estragone, si è diffuso in Europa nel Medioevo, quando veniva usato nei casi di inappetenza e nelle digestioni difficili. In seguito le sue proprietà terapeutiche sono state dimenticate e oggi deve la sua popolarità all’uso culinario. Fa parte del bouquet gastronomico francese detto “ fines herbes”.
IL PATCHOULI


POGOSTEMON CABLIN
FAMIGLIA: LABIATAE
Il patchouli è una pianta originaria della Malesia. Altre colture sono localizzate nelle Filippine, nelle Indie occidentali e in Paraguay. L’olio essenziale del patchouli si ottiene per distillazione dei germogli e delle sommità fiorite. Un altro processo di estrazione consiste nella fermentazione delle foglie. L’essenza di patchouli, famosa per il suo aroma intenso e un po’ saponoso, ha trovato per molti decenni impiego in profumi dal gusto orientaleggiante. In tutta l’Asia le foglie seccate sono utilizzate per curare reumatismi, mal di testa, nausee, dolori addominali. Il suo inconfondibile aroma pervade spesso gli ambienti pubblici e domestici, in quanto la medicina tradizionale ritiene che abbia un effetto positivo sull’equilibrio fisico e sulla psiche. In Giappone e in Malesia è usato come antidoto contro il veleno dei serpenti.

IL KARKADE’


HIBISCUS SABDARIFFA
FAMIGLIA: MALVACEAE
Il karkadè è specie originaria dell’Africa tropicale, probabilmente dell’area etiopica, ma diffusa oggi in una larga fascia del mondo, comprendente l’India, lo Sri Lanka, le Filippine, il Messico e l’Australia..
Il karkadé è una bevanda rinfrescante e dissetante, dal sapore acidulo; non contiene sostanze eccitanti come il tè e il caffè.
Dall’infuso dei fiori essiccati di una varietà di ibisco si prepara la bevanda omonima, simile al tè. L’abitudine a sorseggiare questa colorata bibita è molto diffusa soprattutto nei Paesi caldi.
In Europa questa bevanda è arrivata nel XVIII secolo, al seguito dei funzionari statali che rientravano dalle colonie.
E’ di recente tornata di moda nelle diete salutiste per l’alto contenuto di vitamina C e per le proprietà diuretiche e digestive.
L’EUCALIPTO


EUCALYPTUS GLOBULUS
FAMIGLIA: MYRTACEAE
Tutti gli eucalipti provengono dall’ Australia dove si contano oltre 800 specie. Questo eucalipto proviene dalla zona sud-orientale e dalla Tasmania, e fu introdotto Europa con qualche esemplare alla fine del ‘700, e poi in modo massiccio dalla metà dell’ 800 in poi, a scopi selvicolturali . È l’ eucalipto più resistente alle siccità e alla salinità dei terreni. Viene impiegato anche per alberature stradali, frangivento e rimboschimenti.
Dalle foglie di eucalipto si ricava un olio contenente eucaliptolo; dall’ olio si ricavano prodotti dalle funzioni calmanti della tosse, antisettiche, balsamiche e antiparassitare.
Il miele di eucalipto è fortemente aromatico: il suo profumo intenso ed il suo gusto amarognolo lo rendono inadatto ad un uso dolciario, ma è invece perfetto per i classici usi invernali antiraffreddore.
LA CANFORA


CINNAMOMUM CAMPHORA
FAMIGLIA: LAURACEAE
L’albero della canfora cresce spontaneo fino ad oltre 2000m di quota nelle sue regioni di origine: Asia orientale, Cina, Giappone e Taiwan.
La canfora costituisce un ottimo antisettico e disinfettante, che ne ha favorito l’impiego nella preparazione di saponi e di deodoranti ecologici. E’considerata un albero sacro in tutto l’Estremo Oriente, dove viene utilizzata da secoli come ingrediente per incensi. In particolare, questi incensi vengono bruciati durante cerimonie sacre e riti divinatori grazie al loro potere di placare gli istinti e di stimolare quindi la meditazione ed il raggiungimento di uno stato di estasi mistica.
Il suo legno ha anche una proprietà antitarmica che ne ha favorito, nelle regioni di origine, l’impiego nella costruzione di stipi e bauli per guardaroba molto ricercati nell’800 dalle famiglie inglesi benestanti.
E questo è un bellissimo albero di canfora che si trova nel Parco Negrotto Cambiaso di Arenzano e che abbiamo osservato da vicino durante una delle nostre uscite didattiche. Alcuni di noi sono vicino al tronco e danno un’idea delle dimensioni dell’albero.



Sopra, particolare delle foglie e dei fiori
L’ANETO


ANETHUM GRAVEOLENS
L’aneto è originario del Medio Oriente.
Il profumo delle foglie ricorda il finocchio e l’anice, ma possiede una nota piccante che lo rende inconfondibile. Come altre spezie ed erbe veniva usato per profumare l’ alito.
I semi conferiscono un particolare gusto alle verdure conservate sotto aceto.
Sicuramente i Persiani ne facevano un largo uso, gastronomico e medico, e lo consideravano così prezioso da usarlo come moneta.
I Romani impararono presto ad apprezzarne le caratteristiche, tanto che lo scrittore dell’epoca Apicio inseriva spesso l’Anethum come erba aromatica per arrosti di cacciagione.

IL CARDAMOMO


ELETTARIA CARDAMOMUM
FAMIGLIA: ZINGIBERACEAE
Il cardamomo si trova sia spontaneo che coltivato in Indonesia, Sri Lanka e India.
Sino all’800, la pianta del cardamomo cresceva quasi esclusivamente spontanea. La raccolta era affidata alle sole donne, che fra agosto e febbraio si facevano largo nella densa vegetazione dei canali paludosi per staccare a mano ed uno a uno i frutti. L’essicazione avveniva al sole, sorvegliata con attenzioni e premure. Nella cucina indiana questa spezia è usata a capsule intere nella preparazione dei risi e, macinato, in numerosi altri piatti. In Svezia si mettono le capsule intere del cardamomo nel glogg, una bevanda calda alcolica bevuta durante le festività natalizie; costituisce anche l’ingrdiente principale del käffebrod, un tipo di pasticcino cha accompgna il caffè.
Anche in Danimarca si aromatizzano i dolci con la polvere di cardamomo. In Italia è usato nell’industria dei liquori, in particolare per la preparazione di quasi tutti gli amari.
IL CHIODO DI GAROFANO


EUGENIA CARYOPHILLATA
FAMIGLIA MYRTACEAE
Originario delle isole Molucche (Indonesia), il chiodo di garofano viene coltivato in africa, in Asia, in America meridionale e in Australia. I fiori dell’albero sono raccolti a mano quando i boccioli vicini a schiudersi tendono al rosa. Esposti al sole per tre giorni, assumono così il loro colore scuro e la loro forma caratteristica. Il loro profumo è speziato e floreale. I cinesi avevano l’abitudine di masticare un chiodo di garofano per deodorare l’alito. Si usa in cucina per aromatizzare dolci e creme ed è essenzialeper bolliti, cacciagioni e verdure.
LA NOCE MOSCATA


MYRISTICA FRAGRANS
FAMIGLIA MYRISTICACAE
 

È una specie coltivata nelle zone tropicali, originaria delle isole Molucche
( Indonesia).
La spezia nota come macis altro non è che la membrana protettiva in cui è contenuta la noce moscata.
A fare la fortuna della spezia nella gastronomia di tutto il mondo fu il suo incofondibile aroma. A differenza di molte spezie, la noce moscata non risente della cottura; questa prerogativa ha favorito il suo impiego in ogni portata del menu, dall’antipasto al dolce.

LA MAGGIORANA


ORIGANUM MAJORANA
FAMIGLIA LABIATAE

Il suo habitat originario è un areale piuttosto esteso nelle zone subdesertiche, che va dal Nordafrica alla regone dell’Indo. Da Medioevo la maggiorana fu sempre coltivata negli orti europei; pare che le sue foglie strofinate sui mobili e sui pavimenti di legno, li rendano particolarmente lucenti. Foglie e fiori chiusi in sacchetti di cotone profumano delicatamente la biancheria.


IL PEPE


PIPER NIGRUM
FAMIGLIA PIPERACEAE
Originario delle foreste tropicali dell’India meridionale, il pepe viene oggi coltivato in tutta l’Asia sudorientale e in molte altre parti del mondo, come nelle Indie occidentali, in Brasile, in Kenya e in Madagascar. I grani di pepe, pur essendo di colore diverso, sono frutti di una stessa pianta, il Piper nigrum. Il pepe nero, dal sapore più piccante, si ricava dai frutti ancora acerbi, staccati dalla pianta ed essiccati al sole. Il pepe bianco ha sapore più delicato e si ottiene dai frutti maturi, di colore rosso, che vengono privati del pericarpo ( la parete del frutto che circonda i semi) dopo essere stati fatti macerare in acqua. Il pepe verde è ottenuto da frutti acerbi conservati n salamoia o essiccati; ha un sapore delicato e la polpa carnosa. Non è facile raccontare in breve la storia del pepe perché il commercio del pepe spesso ha influenzato la storia grazie alla capacità di questa spezia di conservare le derrate alimentrai dalla decomposizione, a partire dalle carni.
LA CANNELLA


CINAMMOMUM CEYLANICUM
FAMIGLIA LAURACEA
La cannella è spontanea a Ceylon, l’odierno Sri Lanka. La parte preziosa della cannella è costituita dalla corteccia, che viene posta in commercio sotto forma di bastoncini cilindrici o appiattiti. Il nome deriva appunto dal latino canella, “piccolo tubo” o cannuccia. Il fascino di questa spezia , legato a un profumo intenso e delicato al tempo stesso, è rimasto inalterato nel corso dei secoli. In alcuni paesi la cannella viene usata come aromatizzante del caffè. In alcuni paesi, come ad esempio il Portogallo, la tazzina di caffè è accompagnata non solo dalla bustina di zucchero ma anche da un pezzetto di stecca di cannella.

IL CUMINO


CUMINUM CYMINUM
FAMIGLIA: UMBELLIFERAE

Il cumino è originario di un’area che va dall’Egitto alla penisola arabica e all’Asia centrale e si è poi diffuso in tuto il bacino del Mediterraneo.
Viene ampiamente adoperato nella cucina greca, e la fa da padrone in quella araba e turca; da noi lo si incontra in molti piatti siciliani.
Originariamente il cumino era presente nell’area centroasiatica, in Arabia e nell’alta valle del Nilo, dove era tenuto in grande considerazione; semi di cumino sono stati infatti ritrovati all’interno delle piramidi. Furono proprio gli Egiziani ad introdurlo a Roma, dove i patrizi ricorrevano ai suoi semi digestivi per concludere le libagioni.
In Europa la sua popolarità gastronomica continuò fino a tutto il Medioevo.