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Cesare, sulla presentazione del film in fase di sviluppo Un triangolo perfido e adattissimo alle corde di Danny Boyle. La storia riunisce molti film tra cui "Le Fate Ignoranti" e il sottovalutato ma bellissimo "The Opposite Of Sex" con una Christina Ricci mai così brava. Unica nota stonata: la parte della diciottenne Melissa affidata (si suppone) alla "strega" Alyssa Milano che ormai ha 26 anni. Interessante per il resto, e soprattutto per la presenza del grande "Duca Bianco" David Bowie. 7,5
Mr. Hyde Presentato in anteprima al Cisterna Festival, appare nei cinema il nuovo film di Danny Boyle, scritto e prodotto dall'esodiente Hecates. Lontano dalla coralità dei suoi film precedenti, l'inglese Boyle accompagna con discrezione ( e scarsa personalità, bisogna dirlo) una vicenda che innesta intelligentemente sulla classica crisi adolescenziale elementi diversi e spiazzanti: la storia della ragazza che abbandona la casa materna per raggiungere il padre che convive felicemente con un altro uomo, e il torbido rapporto che si instaura tra la protagonista e l'amante del padre potevano offrire lo spunto per ben altro risultato. Invece, complice una sceneggiatura ben scritta ma piuttosto superficiale e forse un po' "a senso unico": si veda la scena iniziale in cui la protagonista accusa la madre colpevole di odiare il padre, fuggito con un altro uomo, solo perché «lui è stato sincero con se stesso, ha cercato di essere felice! Ma così facendo ha distrutto il tuo piccolo mondo ipocrita»... Beh, credo che ben poche donne accetterebbero col sorriso sulle labbra che il proprio marito, padre di una figlia, le tradisca... e con un uomo poi! "Cercare di essere felici" non vuole dire per forza fare soffrire gli altri e distruggere una famiglia! Nel complesso la pellicola non decolla mai al di sopra di uno stile televisivo, fino all'affrettato finale che spreca un'ennesima buona occasione. Fra gli interpreti bella e brava Alyssa Milano, anche se con i suoi 29 anni appare un po' strettina nei panni di "adolescente" inquieta (senza contare che la 43enne Pfeiffer avrebbe dovuto averla a 14 anni... precoce eh?) e sempre affascinante la presenza di David Bowie, attore di gran classe e dotato di un innato carisma personale.
Fetch Un drammone familiare, con il difficile tema dell'omosessualità e della crescita, sono questi gli argomenti che ci vengono proposti in questa nuova pellicola della Hecates. La scelta di Bowie nel ruolo di "cattivo" è stata eccellente, il cantautore dimostra ancora una volta la sua vena di attore mostrandosi ambiguo, affascinante, sensuale e arido nei momenti giusti, senza caricare troppo il suo ruolo di bisessuale. Ma parlare di buoni e cattivi non serve in una pellicola dove i sentimenti sono la base ed i veri protagonisti, dove tutto quanto si basa sulle sensazioni, sulle decisioni sentimentali. La protagonista recita bene, forse con qualche eccesso alla lacrima, ma dimostrando una certa maturità di stile che non potrà che migliorare durante la sua carriera. Un plauso a Michelle Pfeiffer, nel suo piccolo ruolo recita sempre benissimo, dimostrando di sapersi adattare a ruoli sempre differenti.
Marco Come ogni settimana decido di soffermarmi su un film che particolarmente mi ha ispirato o colpito. Questa settimana scelgo l'ennesima pellicola che ha partecipato il mese scorso al "Cisterna". Opera prima di Hecates, con un titolo poetico, per una commedia eclettica. Il film si basa sulla vita di una ragazza con dei genitori separati. Schiacciata dal rapporto di conflitto con la madre, si rifugia nelle "torbide" pareti della casa del papà omosessuale e del suo amichetto particolare. La faccenda si complica quando tra la protagonista, interpretata dalla splendida Alyssa Milano, e il compagno del padre, interpretato dalla rock-star David Bowie, nasce un forte legame... che porterà la ragazza alla disperazione e... una tragica fine in una corsia d'ospedale. Pellicola straordinaria, eccezionalmente efficace nel descrivere il carattere ingenuo, insicuro, a volte immaturo, tipico delle ragazzine. E chi poteva ritrarre meglio dei problemi tardo-adolescenziali della protagonista del film? Certamente chi in quel mondo ci vive (o convive). Uno strepitoso, come sempre, Danny Boyle, dirige una storia mai ovvia, e sicuramente coraggiosa nel trattare un argomento delicato, come quello dell'omosessualità in maniera leggera. Devo dire che perfino il finale (che potrebbe apparire troncato) lascia un "delizioso" amaro in bocca, come in un altro film (su Cinematik) diretto dallo stesso Boyle: Bravi Ragazzi.
Cesare Un esordio sufficiente e una storia risolta in modo troppo sbrigativo per permettere l'apprezzamento della sua struttura, nonostante la bella idea di base
Merlino La sceneggiatura, scorrevole e ben scritta, ma in qualche passaggio lacunosa, lascia liberi gli attori di dare il meglio di sé ma la bellissima Alyssa Milano non sempre riesce ad immedesimarsi in una Melissa non ben identificata. Anthony Stewart Head compie il suo dovere senza lode e senza infamia mentre sembra fuori parte una deludente Michelle Pfeiffer. Bravo David Bowie, torbido e sornione. In conclusione un film niente male il cui maggiore difetto, come per tante opere prime, sta nel mancato approfondimento. Colpevole di questo un Danny Boyle praticamente inesistente. Una partenza in sordina per Hecates che riesce a sfiorare la sufficienza grazie ai tanti buoni ingredienti che ha usato, ma la prossima volta dovrà cucinarli con un po? più di attenzione.
Il critico Esordio della prima produttrice femminile di Cinematik. "Il fuoco e la tempesta" è un buon film, ben scritto, con una buona storia, che purtroppo non è molto approfondita, e soprattutto non è finita, visto che il finale lascia tutto in sospeso. Peccato, perché il fatto che la sceneggiatrice è una donna aiuta per quanto riguarda i punti di vista su argomenti nuovi in Cinematik, come quello dell?omosessualità. Un film che difficilmente avrebbe scritto uno sceneggiatore maschile, e per questo diamo il merito a Hecates. Tra l?altro, buona l?interpretazione di Alyssa Milano, e soprattutto quella di David Bowie, ancora in splendida forma. Peccato per la regia sotto tono di Danny Boyle, non era sicuramente il film adatto a lui. Con una sceneggiatura più lunga e meno "spezzata" (alcune scene durano troppo poco, e ci sono troppi cambi di scena in pochi minuti), il film sarebbe risultato molto più interessante.
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