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Preghiere per ogni occasione

N.1  La Preghiera della Massaia

<<Signore, padrone delle pentole, dei piatti e delle casseruole, fra cui passo le mie giornate, non posso essere la santa che medita seduta ai piedi del Maestro e che ricama per Lui con mani bianche una candida veste di broccato.Bisogna che io diventi santa qui in cucina. Perciò fa in modo che io ti piaccia quando accendo la stufa, quando sorveglio la minestra sul fuoco, quando lavo i piatti e li asciugo. Se ho le mani di Marta, che il mio cuore sia quello di Maria. Quando lavo per terra inginocchiata, penso alle tue mani che hanno sanato tante piaghe e assolto i nostri torti. Se lucido le scarpe penso ai sandali tuoi, Signore. Scusami se non ho il tempo di pregare a lungo. La mia casa riscalda col tuo cuore. E non lasciarmi sola quando sono triste. E con pazienza ascoltami se qualche volta, stanca, mi lamento; se ti era tanto caro nutrire i tuoi seguaci sulla montagna, sulle rive del lago e nella casa, provvedi anche ai miei cari che fra poco tornano a casa.

E quando servo a tavola il pranzo che sta a mensa, accettalo anche Tu; perché in ognuno dei miei cari io serva Te, o Signore!>>.

 

 

N.2  La preghiera e le distrazioni dell'eremita

La preghiera è il più alto impegno per lo spirito umano e ne è,

ad un tempo, la manifestazione più delicata.

E’ indubbiamente come riconosceva un fisiologo di fama mondiale quale Alexis Carrel  la più grande forza dell’uomo, ma è anche delicatissima realtà, delicata quanto un petalo di rosa.

Quando si prega bisogna, infatti, superare due scogli pericolosi:

la fa­ciloneria, che porta a pregare tanto per pregare, e l’ angelismo inumano, che pretende dall’uomo ciò che dall’uomo non si può pretendere.

Conoscete la storiella dell’eremita che aveva fama di pregare senza alcuna distrazione? Un montanaro, dotato di molto buon senso, andò a trovarlo.

« Ti regalerò — gli disse — un somarello, che ti servirà per scendere in paese, a questa condizione: che tu riesca a recitare cinque volte il “Pater” senza distrarti ».

« Accetto senz’altro! »l’eremita e sicuro del fatto suo, congiunte le mani, cominciò la recita del primo Pater. «Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga... » Qui s’interruppe per chiedere al montanaro:

« Con la sella... il somarello... o senza? » Anche lui, l’eremita orante, si era distratto nella preghiera!

(Padre Mariano – vivere il quotidiano con fedeltà – Gribaudi)

 

 

N.3  La preghiera della devota Vishu'

     Signore, ti chiedo perdono per tre miei peccati gravi:

il primo e’ che mi sono recata in pellegrinaggio in molti santuari,

senza pensare che tu sei presente in ogni luogo;

il secondo e’ che ho invocato spesso il tuo aiuto,

dimenticando che tu sai meglio di me cio’

di cui ho bisogno; e infine, ecco che vengo a chiederti perdono

dei miei peccati, pur sapendo che sono gia’ stati perdonati

prima ancora di essere commessi.

Anthony de Mello (La preghiera della rana - ed.S.Paolo)

 

 

N.4  La preghiera del pellegrino

O Amore traboccante del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,

Tu vieni nella dimora del nostro cuore, viaggi sulle nostre strade,

ci accompagni nella nostra famiglia,

ci raggiungi nel luogo del nostro lavoro,  

partecipi alla mensa della nostra gioia,     

ti accosti al letto della nostra malattia,

ti immergi nella nostra cultura,

ti impegni con noi nella ricerca scientifica e tecnologica,

lotti con noi per la libertà e la pace,

condividi i nostri sforzi per un mondo di solidarietà

assecondi l’anelito che ci indirizza a te,

affronti con noi la paura del la morte,

l’incertezza sul senso della vita, il peso interiore del rimorso

il bisogno urgente di perdono.

Raggiunti e amati, calziamo i sandali dei figli e camminiamo con te,

che trasformi il nostro viaggio in semina.

Condividiamo ogni dono con gli altri, colmati di vita e di bene che vengono da te,

mentre il tuo sguardo e la tua voce ci confermano

che l’umanità è il santuario della tua presenza.

Angelo De Simone                                                                       

 

 

 

N.5  La preghiera del catechista

     Chiamato ad annunciare la tua Parola,

aiutami, Signore, a vivere di te

e a essere strumento della tua pace.

Assistimi con la tua luce, perché i ragazzi

che la comunità mi ha affidato

trovino in me un testimone credibile del Vangelo.

     Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita, perché le parole,

quando veicolano la tua, non suonino false sulle mie labbra.

Esercita su di me un fascino così potente,

che, prima ancora dei miei ragazzi, io abbia a pensare come te,

ad amare la gente come te, a giudicare la storia come te.

Concedimi il gaudio di lavorare in comunione,

e inondami di tristezza ogni volta che, isolandomi dagli altri,

pretendo di fare la mia corsa da solo.

  Ho paura, Signore, della mia povertà.

Regalami, perciò, il conforto di veder crescere i miei ragazzi

nella conoscenza e nel servizio di te,

uomo libero e irresistibile amante della vita.

     Infondi in me una grande passione per la verità,

e impediscimi di parlare in tuo nome

se prima non ti ho consultato con lo studio

e non ho tribolato nella ricerca.

Salvami dalla presunzione di sapere tutto.

Dall’arroganza di chi non ammette dubbi.

Dalla durezza di chi non tollera ritardi.

Dal rigore di chi non perdona debolezze.

Dall’ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone.

Trasportami, dal Tabor della contemplazione, alla pianura dell’impegno quotidiano.

E se l’azione inaridirà la mia vita, riconducimi sulla montagna

del silenzio. Dalle alture scoprirò i segreti della <<contemplattività>>,

e il mio sguardo missionario arriverà più facilmente agli estremi confini della terra.

Affidami a tua Madre. Dammi la gioia di custodire i miei ragazzi

come lei custodì Giovanni.

E quando, come lei, anch’io sarò provato dal martirio,

fa’ che ogni tanto possa trovare riposo

reclinando il capo sulla sua spalla. Amen.

(Don Tonino Bello  - Scrivimi - lettera ai catechisti)

 

 

N.6  Preghiera di una mamma

 Signore, ti ringrazio per la nuova vita che sento crescere dentro di me.

Questa presenza mi fa vedere persone e cose in modo diverso,

mi riempie di tenerezza e rinnova in me

una grande ammirazione

per il mistero della tua opera creatrice che continua attraverso

la mia persona.

Sono felice di essere donna e di essere madre.

Veglia, ti prego, su questa creatura che tu già vedi e conosci.

Io percepisco soltanto il suo fruscio, lieve come una carezza,

e sogno i lineamenti del suo volto, il colore degli occhi e dei capelli.

Lasciami sognare, ti prego, ma aiutami a conoscerla perché

possa accompagnarla fin d’ora nel cammino della vita.

Fa che la fatica della gravidanza e la paura del parto non turbino

la mia serenità e possa vivere questa meravigliosa “avventura”

affidandomi alla tua Provvidenza.

Maria, tua madre coraggiosa e tenera,

e la tua dolce nonna S.Anna,

mi siano accanto in questo tempo di attesa e mi rendino capace

di accogliere questa bambina o bambino, con lo stesso amore

con cui la mamma tua accolse te. Amen

 

 

 

N.7 Preghiera di un pagliaccio

SIGNORE, sono un fallito, però ti amo,

Ti amo terribilmente, pazzamente,

che è l’unica maniera che ho di amare perché,

io sono solo un pagliaccio.

Sono vari anni che sto nelle Tue mani,

presto verrà il giorno in cui volerò da Te…

la mia bisaccia è vuota,

i miei fiori appassiti e scoloriti, solo il mio cuore è intatto.

Mi spaventa la mia povertà però mi consola la tua tenerezza.

Sono davanti a Te come una brocca rotta,

però con la mia stessa creta puoi farne un’altra come ti piace……

SIGNORE, cosa Ti dirò quando mi chiederai conto?

Ti dirò che la mia vita,

umanamente, è stata un fallimento,

che ho volato molto basso.

SIGNORE, accetta l’offerta di questa sera……..

La mia vita, come un flauto, è piena di buchi…….

ma prendila nelle Tue mani divine.

Che la Tua musica passi attraverso me

e sollevi i miei fratelli, gli uomini,

che sia per loro ritmo e melodia,

che accompagni il loro camminare,

allegria semplice dei loro passi stanchi……..

(da un manoscritto spagnolo)

 

 

N.8  Preghiera di un capo Sioux 

O Grande Spirito,la cui voce sento nei venti
ed il cui respiro dà vita a tutto il mondo, ascoltami.

Vengo a Te,uno dei tuoi tanti figli.
Sono piccolo e debole.
Ho bisogno della Tua forze, della Tua saggezza.

Lasciami camminare fra le cose belle
e fa' che i miei occhi ammirino il tramonto rosso e oro.

Fa' che le mie mani rispettino ciò che Tu hai creato,
e le mie orecchie siano acute nell’udire la Tua voce.

Fammi saggio, così che io conosca le cose
che Tu hai insegnato al mio popolo,
le lezioni che hai nascosto in ogni foglia, in ogni roccia.

Cerco forza,non per essere superiore ai miei fratelli,

ma per essere abile a combattere

il mio più grande nemico: me stesso.

Fa che io sia sempre pronto a venire a Te,
con mani pulite e occhi diritti,
così che quando la vita svanisce, come luce al tramonto,
il mio spirito possa venire a Te senza vergogna.

 

 

 

N.9  Preghiera del mattino

Signore!
Nel silenzio di questo giorno che inizia, vengo a chiederTi
la pace, la saggezza, la forza;
voglio guardare oggi il mondo con occhi pieni di amore,
essere paziente; comprensivo, mite e prudente;
vedere al di là delle apparenze i tuoi figli

come Tu stesso li vedi;
e così non vedere che il bene in ciascuno.
Chiudi le mie orecchie ad ogni calunnia e mormorazione.
Frena la mia lingua da ogni malevolenza,
che solo di benedizioni si riempia il mio spirito.
Che io sia così buono e allegro,
che quanti si avvicinano a me sentano la Tua presenza.
Rivestimi della Tua bellezza, o Signore;
e fa' che nel trascorrere di questa giornata,

io Ti riveli a tutti. Amen!

 

 

N.10 Padre Mio

 

Padre, io non ero

e Tu mi hai pensato;

Tu mi hai chiamato dal nulla

e mi hai tatto dono di rispondere: io sono.

Tu hai guidato con segreta provvidenza

la vita della mia esistenza,

Tu hai disposto le tappe del mio cammino.

Da lontano mi hai chiamato perché io ti rispondessi vicino.

Sono, creatura nelle Tue mani,

argilla deforme e immagine del Tuo volto.

Ricomponi in me le Tue sembianze,

e non giudicarmi se io le ho dimenticate.

Io sono fragile nelle Tue mani potenti,

la mia infermità è indice del Tuo dominio,

ma le Tue mani sono pietose:

sorreggono e sostengono, puniscono e vivificano.

lo metterò in esse la mia vita:

dove niente si perde, perderò l’essere mio in Te,

Padre mio, mio principio e mia fine.

(Paolo VI)

 

N.11 Festa della Misericordia

Tu, Padre misericordioso, gioisci di più

per una sola anima pentita che per novantanove giusti

che non hanno bisogno di conversione.

E noi, con grande gioia sentiamo narrare

quanto è felice il pastore nel riportare sulle spalle la pecora

che si era smarrita, e strappa lacrime di gioia

la festa che si fa nella tua casa quando si legge

il racconto del tuo figlio minore che era morto ed è risuscitato,

era perduto ed è stato ritrovato.

Tu gioisci in noi e nei tuoi angeli,

resi santi da un amore santo;

sei infatti sempre il medesimo,

sempre nel medesimo modo conosci tutte le cose,

che pure non esistono sempre nè sempre allo stesso modo.

(Sant’ Agostino)

 

 

N.12  Non piangete i vostri morti

Nessuno, dunque pianga più i morti, nessuno si disperi,

 né rigetti così la vittoria di Cristo.

 Egli infatti ha vinto la morte. Perché dunque piangi?

A che pro gemi e ti lamenti!

Coraggio, c’è la risurrezione con assoluta certezza: 

dorme non è morta; riposa, non è perduta per sempre. 

Sono infatti ad accoglierla la risurrezione, la vita eterna,

 l’immortalità e l’eredità stessa degli angeli. 

Non senti il Salmo che dice: “Torna, anima mia, al tuo riposo, 

perché Dio ti ha fatto grazia”. 

Dio chiama “grazia” la morte, e tu ti lamenti? – 

(S.Giovanni Crisostomo) 

 

       N.13  Pace nella cella       

Pace nella cella: fuori d’essa, invece,

molte sono le guerre.

Ascolta tutti. Credi a pochi. Porta rispetto a tutti.

Non credere tutto quello che ascolti.

Non giudicare tutto ciò che vedi.

Non arrischiare tutto ciò che potresti fare

Non dar via tutto quanto hai.

Non dire mai tutto quello che sai,

Prega. Leggi. Fuggi (l’ozio). 

Taci. Rilassati.

Chi vuol trascorrere la vita gradita al cielo,

legga spesso questi consigli saggi:

    Tre cose passate.

   Il male commesso

   Il bene non fatto

   Il tempo perso.

   Tre cose presenti:

La brevità della vita

La difficoltà di salvarsi

  Il numero limitati dei salvati

     Quattro cose future:

La morte: nulla è più certo

Il giudizio: niente è più severo

L’inferno: nulla è più terribile

Il paradiso: nulla è più bello

     (B. Papa Giovanni XXIII)

 

 

 N.14 - Fratello,

se tu vedi il tuo peccato,

sei più grande di chi risuscita i morti

Quando guardi gli uomini dì nel tuo cuore

tutti saranno salvati, io solo sarò dannato.

Se pensi all’inferno, credi che esso esiste

ma solo per te che sei peccatore

Conserva il tuo spirito all’inferno

ma non disperare mai dell’amore di Dio

Se pensi di andare all’inferno

pensa che anche là potrai sempre cantare

l’amore di Dio per te.

Se il Tuo Signore è asceso nell’alto,

Egli è pure disceso in basso, all’inferno

Se il Tuo Signore ha regnato dal legno

ha regnato e regna anche per te

Se il Tuo Signore ha preso l’ultimo posto

il più basso, tu non potrai mai rubarglielo!

Se scenderai agli inferi troverai il Signore

Se salirai nei cieli Egli ti attende!

Da quel giorno, da quell’alba Pasquale

il Tabor e il Golgota sono un unico monte. 

(Enzo Bianchi – Comunità di Bose – facendo memoria della comune Madre, 

la Vergine Santa venerata a Czestochova, dai cattolici e dagli ortodossi slavi)

 

N.15 - Il mio penare

Il mio penare è una chiavina d’oro

piccola, ma che m’apre un gran tesoro.

E’ croce, ma è la croce di Gesù:

quando l’abbraccio non la sento più.

Non ho contato i giorni del dolore,

so che Gesù li ha scritti nel suo cuore.

Vivo momento per momento e allora

il giorno passa come fosse un’ora.

Mi han detto che guardata dal di là,

la vita tutta un attimo parrà.

Passa la vita, vigilia di festa;

muore la morte…il Paradiso resta.

Due stille ancora dell’amato pianto

e di vittoria poi l’eterno canto.

P. Giovanni Bigazzi S.J.

 

N.16 - Il prete: grandissimo e piccolissimo

Un prete deve essere: grandissimo e piccolissimo

Nobile di spirito come un discendente di re

Semplice e dimesso come un servo di contadino

Un eroe che ha vinto se stesso

Un uomo che ha lottato con Dio

Una sorgente di vita santa

Un peccatore al quale Dio ha perdonato

Un dominatore dei propri desideri

Un servitore dei deboli e degli inquieti

Di fronte a nessun grande s’inchina

Un discepolo del suo Maestro

Una guida nella lotta degli spiriti

Un mendicante con le mani imploranti

Un araldo con doni preziosi

Un uomo nel campo del combattimento

Una madre al capezzale degli ammalati

Un vecchio nel contemplare

Un bimbo nel confidare

Tende alle cose più alte

Non disprezza le cose più piccole

Destinato alla gioia

Ha familiarità con il dolore

E’ lontano da ogni rimpianto

Chiaro nel pensare

Schietto nel parlare

Amico della pace

Nemico nell’inerzia

Stabile in se stesso

Del tutto diverso da quanto sono io

(Da un manoscritto medioevale di Salisburgo)

 

 

N.17 Non tornare indietro 

SE la porta del mio cuore resta chiusa, SIGNORE

sfondala ed entra nel mio animo,

NON TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!

SE qualche giorno nelle corde del liuto non risuona il tuo dolce nome, 

per pietà, aspetta un poco,

NON TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!

SE qualche volta la tua voce non rompe il mio sonno profondo, 

risvegliami con i colpi del tuo tuono,

NON TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!

SE qualche giorno sul tuo trono preferirò far sedere un altro, 

o RE di tutti i giorni della mia vita,

NON TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!

-- R. TAGORE--

 

 

N.18 Solo per oggi

SOLO PER OGGI, cercherò di vivere alla giornata, 

senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta

Solo per oggi, avrò la massima cura del mio aspetto: 

vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; non criticherò nessuno; 

on pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso

Solo per oggi, sarò felice nella certezza che sono stato creato 

per essere felice non solo nell’altro mondo ma anche quaggiù

Solo per oggi, mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che

le circostanze si adattino tutte ai miei desideri

Solo per oggi, dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche

lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del

corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima

Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno

Solo per oggi, farò almeno una cosa che non desidero fare e, 

 mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga

Solo per oggi, mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. 

E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’indecisione

Solo per oggi, crederò, nonostante le apparenze, che la provvidenza

di Dio si occupa di me come nessun altro esistente al mondo

solo per oggi, non avrò timori. In particolare non avrò paura 

di ciò che è bello e di credere alla bontà.......

Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe 

se pensassi di farlo per tutta la vita.

da << Il giornale dell’anima del Beato Papa Giovanni XXIII >>

 

N.19 Una ricetta per tutto l'anno

Canta – Cammina – Sorridi a tutti – Costruisci un album di famiglia – Imita nel bene quelli che ami – Chiama i tuoi amici al telefono – Dì a qualcuno : <<Ti voglio bene>> - Parla con Dio – Ritorna bambino un’altra volta – Salta alla corda – Abolisci la parola  “rancore” – Di di sì –  Mantieni le promesse – Ridi – Leggi un buon libro - Chiedi aiuto – Cambia pettinatura – Corri – Ascolta una canzone – Permettiti di sbagliare – Perdonati – Ricorda compleanni e onomastici – Pensa – Termina un progetto – Aiuta un ammalato – Regala un bagnoschiuma – Offriti volontario – Sogna ad occhi aperti – Compi un favore – Elimina un vestito – Spegni il televisore e dialoga – Comportati amabilmente – Ascolta il canto dei grilli e degli uccelli – Ringrazia Dio per il sole – Nascondi i tuoi crucci – Accetta un complimento – Concediti ciò che hai sempre desiderato – Toccati la punta dei piedi – Dimostra la tua felicità – Fatti un regalo – Lascia che qualcuno abbia cura di te – Guarda un fiore con attenzione – Lasciati  guardare da un fiore, dalle nuvole, dalle stelle – Impedisciti per un giorno di dire: <<Non posso>> - Canta mentre fai la doccia – Vivi ogni minuto nella mano di Dio – Incomincia una tradizione familiare – Per oggi non preoccuparti – Pratica il coraggio e la fedeltà nelle piccole cose –Aiuta un vicino anziano – Accarezza un bimbo – Guarda vecchie foto – Ascolta un amico – Immagina le onde del mare –Cedi il passo – Gioca con la tua mascotte – Dai una pacca sulla spalla – Fai un pic-nic nell’anima – Permettiti di essere simpatico – Fai il tifo per la tua squadra – Dipingi un quadro – Delega un lavoro – Saluta il nuovo vicino di casa – Fai un piccolo scambio – Fa sentire “benvenuto” qualcuno – Prova a non dire: <<Ormai>> - Chiedi scusa – Permetti a qualcuno di aiutarti – Convinciti che non sei solo – Impegnati a vivere con passione: nulla di grande si fa senza di essa -  Sii un incorreggibile ottimista – Porta a termine un impegno con lo stesso entusiasmo degli inizi – Lascia perdere il pettegolezzo e non ripensare a un’offesa – Credi che in ogni cuore c’è un germe di bontà e di bene da scoprire – Regalati ogni giorno una sorsata di parola di Dio – 

                         (Trovata in una Chiesetta di montagna)

 

 

N.20 - Il tuo desiderio è la tua preghiera (S.Agostino) 

Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio continua è pure la tua preghiera. L’Apostolo infatti non a caso afferma: “Pregate incessantemente”

(1 Ts. 5, 17). S’intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio 

o prostrati o con le mani levate per obbedire al comando di pregare incessantemente?

Se intendiamo così il pregare, ritengo che non possiamo farlo senza interruzione.

Ma v’è un’altra preghiera, quella interiore, che è senza interruzione, ed è il desiderio.

Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare.

Se non vuoi interrompere di pregare, non  cessare di desiderare.

Il tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce.

Tacerai, se smetterai di amare.

Tacquero coloro dei quali fu detto:

“Per il dilagare dell’ iniquità, l’amore di molti si raffredderà” - ( Mt 24, 12).

La freddezza dell’amore è il silenzio del cuore, l’ardore dell’amore è il grido del cuore.

 Se resta sempre vivo l’amore, tu gridi sem­pre; se gridi sempre, desideri sempre;

se desideri, hai il pensiero volto alla pace.

“E davanti a te sta ogni mio desiderio” (Sal 37,10).

Se sta davanti a Lui il desiderio, come può non essere davanti a Lui

anche il gemito che è la voce del desiderio?

Perciò egli continua: “E il mio gemito a te non è nascosto”

(Sal 37,10), ma lo è a molti uomini.

(S. Agostino dal “Commento sui Salmi”)

 

 

N.21 - Dove vengo giudicato

Quando l’uomo considera, al fondo di se stesso,

con occhi arsi d’amore, l’immensità di Dio....;

quando l’uomo in seguito, guardandosi,

conta i suoi attentati contro l’immenso e fedele Signore.....,

non conosce disprezzo abbastanza profondo da soddisfarlo.....

Cade in uno stupore strano,

lo stupore di non potersi disprezzare abbastanza profondamente......

Si rassegna dunque alla volontà di Dio e, nell’abnegazione intima,

trova la vera pace, invincibile e perfetta,

quella che nulla riuscirà a turbare.

Poiché è sprofondato in un abisso tale

che nessuno andrà a cercarlo lì.....

I nostri stessi peccati sono diventati per noi

fonte di umiltà e d’amore.....

Essere immersi nell’umiltà, è come essere immersi in Dio,

poiché Dio è il fondo dell’abisso, supremo in altezza,

supremo in profondità.

L’umiltà ottiene le cose troppo alte per essere insegnate;

raggiunge e possiede ciò che la parola non raggiunge.

(Beato Jean Ruysbroeck l’Ammirevole, 1293-1381)

"da PREGHIERE DELLA GENTE" (pag. 430) di Alessandro Maggiolini 

Devozioni Popolari - OSCAR MONDADORI

 

N.22 Il frutto del silenzio è la preghiera

  Comincio sempre la mia preghiera in silenzio, perché è nel silenzio del cuore che Dio parla. Dio è amico  del silenzio: dobbiamo ascoltare Dio perché ciò che conta non è quello che diciamo noi, ma quello che Egli dice a noi e attraverso di noi.

La preghiera alimenta l’anima: essa sta all’anima come il sangue sta al corpo, e porta più vicini a Dio. Dona inoltre un cuore limpido e puro. Un cuore limpido può vedere Dio, può parlare a Dio e può vedere l’amore di Dio negli altri. Quando hai un cuore limpido, vuol dire che sei aperto e onesto con Dio, che non Gli stai nascondendo nulla, e ciò consente a Lui di prendere da te quello che vuole. []

Esiste un solo Dio ed Egli è il Dio di tutti. E’ importante, dunque, che ognuno venga considerato uguale davanti a Lui. Ho sempre detto che dovremmo aiutare un hindu' a diventare un hindu' migliore, un musulmano migliore, un cattolico a diventare un cattolico migliore.

(Beata Madre Teresa di Calcutta)

 

N.23 Il frutto della preghiera è la fede

Dio è ovunque e in ogni cosa e senza di Lui non possiamo esistere. Io non ho mai dubitato dell’esistenza di Dio, nemmeno per un momento, ma so che talune persone sono dubbiose. Se non credi in Dio, puoi aiutare gli altri facendo opere d’amore, e i frutti di queste opere saranno le grazie che entrano nella tua anima. Comincerai  allora, lentamente, ad aprirti e a desiderare la gioia di amare Dio. []

  Siamo tutti capaci di fare il bene e il male. Non siamo nati cattivi: ognuno ha dentro qualcosa di buono. Alcuni lo nascondono, altri lo trascurano, ma c’è. Dio ci ha creati per amare ed essere amati, e la prova a cui Dio ci sottopone sta nel vedere se scegliamo una strada o l’altra. Qualsiasi negligenza nell’amare può indurre a dire «si» al male, e quando ciò avviene, non abbiamo idea di quanto si possa diffondere. Questo è triste. Se qualcuno sceglie il male, si erge un ostacolo tra quella persona e Dio: e chi è gravato da quel fardello non riesce più a vedere Dio chiaramente. Ecco perché dobbiamo evitare qualsiasi tipo di tentazione che ci distruggerà. La preghiera ci dà la forza per sconfiggere le tentazioni: se siamo vicini a Dio diffondiamo gioia e amore su chiunque sia intorno a noi.

Se il male si impossessa di qualcuno, questi, a sua volta può diffondere il male intorno a sé. Se siamo vicini a persone di questo tipo, dobbiamo provare ad aiutarle, e mostrare loro che anch’esse stanno a cuore a Dio. Prega intensamente per favorire il loro riavvicinamento alla preghiera, di modo che possano vedere ancora Dio in se stesse, per poterLo poi vedere negli altri.  È questo che aiuta la persona cattiva, perché tutti, indistintamente, sono stati creati dalla stessa mano amorevole. L’amore di Cristo è sempre più forte del male nel mondo, e dunque abbiamo bisogno di amare e di essere amati: è tanto semplice. Non dovrebbe essere una conquista così dura. []

(Beata Madre Teresa di Calcutta)

 

N.24 Il frutto della fede è l'amore

  La peggiore malattia dell’Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra, ma è il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati. La medicina può guarire le malattie del corpo, ma l’unica cura per la solitudine, la disperazione e la mancanza di prospettive è l’amore. Vi sono molte persone al mondo che  muoiono per un pezzo di pane, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore. E la povertà in Occidente assume forme nuove: non è solo solitudine, ma anche povertà spirituale. Vi è fame d’amore, e vi è fame di Dio. []

L’amore non è accondiscendente, e la carità non ha nulla a che vedere con la pietà: è amore. Carità e amore sono la stessa cosa. Con la carità dai  amore: perciò non limitarti a dare denaro, ma invece tendi la mano. []

L’amore non ha senso se non viene condiviso. L’amore deve venire posto all’opera. Devi amare senza aspettative, fare qualche cosa per l’amore fine a se stesso, non per quello che ne potrai ricevere in cambio. Se ti attendi qualche forma di ricompensa, non è amore: l’amore vero è amare senza condizioni e senza aspettative. []

 Ciò che conta non è quanto fai, ma quanto amore metti in ciò che fai e condividi con gli altri. Cerca di non giudicare gli altri. Se giudichi gli altri, non stai dando nessun amore. Piuttosto, cerca di aiutarli comprendendo quali sono le loro esigenze e agendo per farvi fronte. []

Dobbiamo crescere nell’amore, e per farlo dobbiamo continuare ad amare e amare e a dare e dare finché non ci fa male – come ha fatto Gesù. Fare cose ordinarie con straordinario amore: piccole cose, come assistere i malati e i senzatetto, chi è solo o non è stato desiderato, lavare e pulire per loro.

   Devi dare ciò che ti costa qualcosa. Quindi, non significa solo donare ciò  di cui puoi fare a meno, ma ciò di cui non puoi fare a meno o di cui non vorresti fare a meno, qualcosa che ti piaccia davvero. Allora il tuo dono diviene un sacrificio, che avrà valore davanti a Dio. Qualsiasi  sacrificio è utile se viene fatto con amore.

Anche questo dare finché non ti fa male – questo sacrificio – fa parte di quello che io chiamo amore in azione. []

La parola d’ordine dei primi cristiani era «gioia», e dunque continuiamo a servire il Signore con gioia. 

   La gioia è amore, la gioia è preghiera, la gioia è forza. Dio ama chi dà con gioia; se tu dai con gioia, dai sempre di più. Un cuore allegro è il risultato di un cuore ardente d’amore.

   Le opere d’amore sono sempre opere di gioia. Non abbiamo bisogno di cercare la felicità: se possediamo l’amore per gli altri, ci verrà data. È il dono di Dio.

(Beata Madre Teresa di Calcutta)

 

N.24 Il frutto dell'amore è servizio

  La preghiera attiva è amore, e l’amore attivo è il servizio. Cerca in ogni momento di dare incondizionatamente qualsiasi  cosa di cui una persona abbia bisogno. L’importante è fare qualche cosa (per quanto piccola) e dimostrare con le proprie azioni, donando il proprio tempo, che si vuol bene. A volte vorrà dire impegnarsi in un lavoro fisico (come facciamo nelle nostre Case per i malati e i moribondi), altre volte offrire sostegno spirituale a chi se ne sta sempre chiuso in casa. Se un malato vuole medicine, dagli medicine, se ha bisogno di conforto, confortalo.

Siamo tutti figli di Dio, perciò è importante condividere i Suoi doni. []

Il nostro lavoro è costante, le nostre Case sono piene. I problemi dei poveri continuano, e quindi continua il nostro lavoro. Eppure tutti, non solo i Missionari della Carità, possono fare qualcosa di buono per Dio andando incontro ai poveri dei loro paesi. Non vedo alcuna esitazione ad aiutare gli altri, vedo solo gente piena d’amore di Dio che vuole compiere opere d’amore. È questo il futuro – questo è il desiderio di Dio, che noi dobbiamo servire per mezzo dell’amore nell’azione, e dobbiamo lasciarci ispirare dallo Spirito Santo ad agire quando vi siamo chiamati.

Non saremmo in grado di svolgere il nostro lavoro senza i volontari. Vengono da molte esperienze, culture e fedi diverse, ma noi chiediamo loro solo di essere in grado di dare amore e tempo agli altri.

(Beata Madre Teresa di Calcutta)

 

 

N.25 Il frutto del servizio è la pace

Le opere dell’amore sono sempre opere di pace. Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri, ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro. Dove c’è pace c’è Dio; è così che Dio tocca le nostre vite e mostra il Suo amore per noi, riversando pace e gioia nei nostri  cuori. []

Abbiamo diritto di vivere felici e in pace. Siamo stati creati per questo – per essere felici- e possiamo trovare la vera felicità e la vera pace solo quando siamo in un rapporto d’amore con Dio: vi è gioia nell’amare Dio, vi è grande felicità nell’amarLo. Molti pensano, specie in Occidente, che il denaro renda felici. Io penso invece sia più difficile essere felice se sei ricco, perché ti è più difficile vedere Dio: hai troppe altre cose a cui pensare . Se tuttavia Dio ti ha dato il dono della ricchezza, allora usala per i Suoi scopi:aiutare gli altri, aiutare i poveri, creare posti di lavoro, dare lavoro agli altri. Non sprecare la tua ricchezza: anche avere cibo, una casa, dignità, libertà, salute e istruzione sono tutti doni di Dio, ed è questo il motivo per cui  dobbiamo aiutare chi è meno fortunato di noi. [] È soltanto Dio che ha il potere di donare e di togliere: condividi dunque tutto ciò che ti è stato dato, compreso te stesso. []

(Tratto dal libro di Madre Teresa con Lucinda Vardey: Il cammino semplice, Milano Oscar Mondadori 2001)

 

 

N.26 Io mi abbandono o Dio nelle tue mani

Gira e rigira questa argilla come creta nelle mani del vasaio. Dalle una forma e poi spezzala se  vuoi. Domanda, ordina: <Cosa vuoi che io faccia, cosa vuoi che io non faccia?>>. Innalzato, umiliato, perseguitato, incompreso, calunniato, consolato, sofferente, inutile a tutto, non mi resta che dire, 

ad esempio della tua Madre:

<<Sia fatto di me secondo la tua parola>>.

    Dammi l’Amore per eccellenza, l’amore della croce, ma non delle croci eroiche che potrebbero nutrire l’amor proprio, ma di quelle croci volgari, che purtroppo porto con ripugnanza....

di quelle che s’incontrano ogni giorno nella contraddizione, nell’oblìo, nell’insuccesso,

 nei falsi giudizi, nella freddezza, nei rifiuti e nel disprezzo degli altri, nel malessere 

e nei difetti del corpo, nelle tenebre della mente e nel silenzio e aridità del cuore.

Allora solamente Tu saprai che ti amo, anche se non lo saprò io; ma questo mi basta. 

(Robert Kennedy la recitava tutte le mattine)

 

        N.27 - La preziosità del silenzio

         Il silenzio è mitezza:

quando non rispondi alle offese

quando non reclami i tuoi diritti

quando lasci a Dio la tua difesa e il tuo onore

Il silenzio è magnanimità:

quando non riveli le colpe dei fratelli

quando perdoni senza indagare nel passato

quando non condanni, ma intercedi nell’intimo

Il silenzio è pazienza:

quando soffri senza lamentarti

quando non cerchi consolazioni umane

quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli

Il silenzio è umiltà:

quando taci per lasciare emergere i fratelli

quando celi nel riserbo i doni di Dio

quando lasci che il tuo agire sia male interpretato

quando lasci ad altri la gloria dell’impresa

Il silenzio è fede:

quando taci perché è lui che agisce

quando rinunci alle voce del mondo

per stare alla sua presenza

quando non cerchi comprensione

perché ti basta essere conosciuto da lui

Il silenzio è saggezza:

quando ricorderai che dovremo rendere conto di ogni parola inutile

quando ricorderai che il diavolo è sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocerti e uccidere

Infine il silenzio è adorazione:

quando abbracci la croce, senza chiedere il perché

nell’intima certezza che questa è l’unica via giusta.

(Da un condensato di S.Giovanni della Croce)

 

 

N.28 - Quale sei tu?

L’oro per essere purificato deve passare attraverso il fuoco, così come l’essere umano ha bisogno di prove per fortificare il proprio carattere.

Una figlia si lamentava con il padre per le difficoltà sperimentate nella vita. Era stanca di continuare a lottare e stava per arrendersi: infatti, si era accorta che, una volta risolto un problema, se ne presentava subito un altro.

Il padre, cuoco di professione, decise di portarla in cucina: lì riempì tre pentole di acqua e le mise sul fuoco a scaldarsi. Dopo poco tempo, l’acqua delle tre pentole iniziò a bollire. Nella prima pentola depose delle carote, nella seconda delle uova e nella terza dei chicchi di caffè. La figlia, impaziente, si domandava che cosa stesse facendo.

Dopo venti minuti il padre spense il fuoco e, prese le carote, le sistemò in una ciotola; quindi depose le uova in una scodella, il caffè filtrato in una tazza. Poi rivolgendosi alla figlia, le chiese: «Che cosa vedi?».

«Carote, uova e caffè», fu l’immediata risposta. Il padre la invitò ad avvicinarsi e le chiese di toccare le carote, facendole osservare che erano morbide. Poi le chiese di prendere un uovo e di romperlo facendole notare che, una volta tolto il guscio, l’uovo era duro. Infine le chiese di gustare il caffè e lei sorrise, mentre ne assaporava il ricco aroma.

La figlia gli domandò: «Che significa tutto questo?».

Il padre le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa avversità, l’acqua bollente, però ognuno aveva reagito in forma diversa.

La carota era stata introdotta nell’acqua forte e dura, ma il contatto con l’acqua bollente l’aveva resa debole e fragile.

Quando l’uovo era stato immerso nell’acqua era fragile e il suo guscio sottile serviva a proteggerne il liquido interno. Una volta esposto all’acqua bollente, il suo interno aveva acquisito una consistenza solida e dura.

Invece i grani di caffè, a contatto con l’acqua bollente, ne avevano cambiato il colore.

«Quale di questi rispecchia il tuo modo di reagire alle avversità?», domandò il padre alla figlia. «Sei una carota, un uovo o un grano di caffè? Sei forte come la carota prima di essere immersa nell’acqua, ma quando l’avversità o il dolore bussano alla porta, diventi debole? O sei come l’uovo che inizialmente presenta un cuore fluido e adattabile ma, dopo un distacco o una morte, diventa duro e rigido? O sei come un grano di caffè che riesce a cambiare il colore dell’acqua bollente, l’elemento che le produce dolore? E proprio quando l’acqua raggiunge il punto di ebollizione che il caffè opera la sua trasformazione. Se sei come il caffè, quando l’avversità ti mette alla prova, tu reagisci al meglio e fai in modo di trarre il maggior vantaggio possibile dalla situazione. »

(Padre A.Pangrazzi – Aiutami a dire addio – Ed. Erickson)

 

N.30 Preghiera di un pupazzo di stracci

Se per un istante Dio dimenticasse che io sono un pupazzo di stracci e mi regalasse un poco di vita, forse non direi tutto quello che penso ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per ciò che valgono, ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più, sapendo che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano, e come gusterei un buon gelato di cioccolata.
Se Dio mi concedesse un poco di vita, vestirei leggero, mi appiattirei al sole, lasciando scoperto non solo il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi un cuore...
Scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei il sorgere del sole.
Dipingerei sulle stelle una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh, e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che dedicherei alla luna.
Annaffierei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle spine e il bacio incarnato dei petali.
Dio mio, se avessi un poco di vita...
Non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
Convincerei ogni donna o uomo che sono i miei preferiti e vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini dimostrerei quanto si sbagliano a pensare che si smette di innamorarsi quando si invecchia, senza sapere che si invecchia quando si smette di innamorarsi.
A un bambino darei ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con il dimenticare.
Tante cose ho appreso da voi uomini...
Ho appreso che ognuno vuole vivere in cima alla montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel modo di salire la scarpata.
Ho appreso che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene intrappolato per sempre.
Ho appreso che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto in basso soltanto quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma alla fine non potranno servirmi molto, perché, quando mi riporrete dentro la valigia, purtroppo io starò morendo...

  (Gabriel Garcia Marquez)

 

31 - Accosta di più il tuo orecchio alla terra
(Helder Camara)

Metti il tuo orecchio contro la terra
e interpreta i rumori.
Quello che domina
sono dei passi inquieti e agitati,
passi pesanti di amarezza e di ribellione...
Non si sentono ancora
i primi passi della speranza.
Accosta di più il tuo orecchio alla terra.
Trattieni il fiato.
Libera le tue antenne interiori:
il Maestro cammina lì vicino.
E' più facile che sia assente
nelle ore felici
che in quelle dure,
dai passi malcerti e difficili...
 

*****

32 - Il tuo desiderio è la tua preghiera:

Se continuo è il tuo desiderio continua è pure la tua preghiera.

L’Apostolo infatti non a caso afferma:

“Pregate incessantemente” (1 Ts. 5, 17).

S’intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio

o prostrati o con le mani levate per obbedire

al comando di pregare incessantemente?

Se intendiamo così il pregare,

ritengo che non possiamo farlo senza interruzione.

Ma v’è un’altra preghiera, quella interiore, 

che è senza interruzione, ed è il desiderio.

Qualunque cosa tu faccia, se desideri

quel sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare.

Se non vuoi interrompere di pregare, non  cessare di desiderare.

Il tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce.

Tacerai, se smetterai di amare.

Tacquero coloro dei quali fu detto:

“Per il dilagare dell’ iniquità, l’amore  di molti si raffredderà”

( Mt 24, 12). La freddezza dell’amore è il silenzio

 del cuore, l’ardore dell’amore è il grido  del cuore.

Se resta sempre vivo l’amore, tu gridi sempre; se gridi sempre,

desideri sem­pre; se desideri, hai il pensiero volto alla pace.

“E davanti a te sta ogni mio desiderio”(Sal 37,10).

Se sta davanti a Lui il desiderio, come può non essere davanti

a Lui anche  il gemito che è la voce del desiderio?

Perciò egli continua: “E il mio gemito a te non è nascosto”(Sal 37,10),

 ma lo è a molti uomini. (S. Agostino -“Commento sui Salmi”)

 

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33 - Prima di tuffarmi nel giorno

Eccomi davanti a te, Signore!
Attendo le tue mani sul mio capo
prima di tuffarmi nel giorno.

Tieni i tuoi occhi su di me!
Venga con me la certezza
della tua preziosa amicizia.
La tua musica calmi i miei pensieri
nel rombo frettoloso della strada.

Il sole del tuo amore,
anche nei giorni di bufera,
renda generosa la mia mente
e alimenti di luce la mia vita
perché maturi come frumento.

RABINDRANATH TAGORE

 

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34 - Tu solo puoi guarirmi

O Dio e Signore di tutte le cose,
che hai potere su ogni vita e su ogni anima,
tu solo puoi guarirmi:
ascolta dunque la preghiera di me infelice.
Per intervento del tuo divino Spirito
fa’ morire e scomparire
il serpente che si nasconde in me...
Concedi, Signore,
l’umiltà di cuore e pensieri convenienti
a un peccatore deciso di ritornare a te.
Non abbandonare per sempre un’anima
che una volta si è sottomessa a te,
ti ha confessato, ti ha scelto e onorato
al di sopra del mondo intero.
Tu, o Signore, sai che voglio essere salvato,
anche se il mio malvagio tenore di vita
mi è di ostacolo;
ma a te, Signore, è possibile
tutto ciò che è impossibile ai mortali.
SIMEONE IL NUOVO TEOLOGO

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35 - Fa che io veda le mie colpe 

Signore e Sovrano della mia vita,
non mi lasciare in balia
dello spirito dell'ozio, della leggerezza,
della superbia e della loquacità.

Concedi invece al tuo servo
spirito di prudenza, di umiltà,
di pazienza e di carità.

Sì, Sovrano e Signore,
fa’ che io veda le mie colpe
e non condanni il mio fratello,
poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli.
Amen.
EFREM IL SIRO

 

*****

 

36 - Invochiamo la misericordia

Invochiamo la misericordia
di Dio onnipotente
perché ci renda capaci
non solo di ascoltare la sua parola,
ma anche di praticarla.
Egli faccia scendere
anche sulle nostre anime
il diluvio della sua acqua,
distrugga in noi ciò che sa
che deve essere distrutto,
e vivifichi ciò che stima
che deve essere vivificato,
per mezzo di Cristo nostro Signore
e del suo Santo Spirito.
A lui la gloria
per gli eterni secoli dei secoli.
Amen.
ORIGENE
Omelia 11 in Gen.; PG 12, 174-173

 

*****

37 - Tu chiami tutti alla salvezza

O Cristo Dio,
tu che in ogni tempo e in ogni ora,
in cielo e in terra sei adorato e glorificato,
tu che sei pieno di misericordia
e di condiscendenza,
che ami i giusti e hai pietà dei peccatori,
che chiami tutti alla salvezza
mediante la promessa dei beni futuri,
tu, Signore, accogli in questa ora
anche le nostre suppliche e orienta
la nostra vita verso i tuoi comandamenti.
Santifica le nostre anime,
purifica i nostri corpi,
correggi i nostri pensieri,
rettifica le nostre intenzioni,
liberaci da ogni afflizione,
da ogni male e dolore.
Difendici con i tuoi santi angeli
affinché, custoditi e guidati
dalla loro schiera,
perveniamo all’unità della fede
e alla conoscenza della tua gloria inaccessibile,
perché tu sei benedetto
per i secoli dei secoli.
Amen.

BASILIO DI CESAREA
(da leron Enkeiridion, 8-9)


*****

37 - Perdonami

Signore Dio, che davanti ai tuoi occhi
non sia trovato il mio peccato;
se per la fragilità della nostra natura
ho mancato in parole, opere e pensieri,
perdonami, tu che hai sulla terra
il potere di rimettere i peccati,
affinché io riprenda coraggio
e nel momento in cui
sarò spogliata del mio corpo
io sia trovata senza macchia
nella bellezza dell’anima mia.
Allora il mio spirito sia accolto,
irreprensibile e puro, nelle tue mani,
come profumo al tuo cospetto.
GREGORIO DI NISSA

 

38 - Santificami

Signore, che solo sei santo,
santifica la mia anima e il mio corpo,
la mia mente e il mio cuore,
gli affetti e i sentimenti:
rinnovami completamente!
Radica il tuo timore nelle mie membra
e rendi indelebile in me la tua santità.
Sii il mio aiuto e il mio protettore
dirigendo la mia vita nella pace
e rendendomi degno di essere ammesso
alla tua destra con i tuoi santi:
per le preghiere e l’intercessione
della tua santissima Madre,
delle Potenze spirituali e immacolate
che ti servono
e di tutti i santi a te graditi
dall’inizio dei secoli.
Amen.
GIOVANNI CRISOSTOMO

 

******

 

39 - Vieni in mio aiuto

O Dio, abbi pietà di me, peccatore,
che non ho fatto niente di bene
davanti a te.
Liberami dal maligno
e rendimi degno di aprire,
senza timore di condanna,
la mia bocca indegna
a celebrare il tuo Nome tutto santo
Padre, Figlio e Spirito Santo.
O Signore,
che scruti il cuore e i sentimenti, perdonami
ogni sconveniente impeto del cuore.
Tu sai, o Signore di tutte le cose,
che essi sono contro la mia volontà.
Sono indegno di accostarmi a te,
ma tu perdonami,
perché ti ho sempre desiderato
e ancora ti desidero...
Tu, che solo sei buono e misericordioso,
vieni in mio aiuto e salvami...
Ti prego, o Signore amico degli uomini,
benevolente, non detestare me,
tuo servo peccatore e inutile,
per l’intercessione dell’immacolata Vergine,
Signora nostra e madre di Dio,
e per le preghiere di tutti i santi.
MACARIO L’EGIZIANO

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40 - Infondi un vivo pentimento

O Cristo, amore sommo,
vieni, ti preghiamo, nei cuori redenti
e infondi nelle nostre voci
un vivo pentimento.
A te, dolcissimo Gesù,
leviamo con fede le nostre preghiere:
di grazia, o Cristo, perdona
le colpe che abbiamo commesso.
Per il segno della santa croce,
per il tuo santissimo corpo,
ti chiediamo:
difendici come figli,
tutti e sempre.
BEDA IL VENERABILE

 

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41 - Ogni Giorno é da Vivere

Ogni mattina è una giornata intera

che riceviamo dalle mani di Dio.

Dio ci dà una giornata da Lui stesso

preparata per noi.

Non vi è nulla di troppo

e nulla di non abbastanza

nulla di indifferente e nulla di inutile.

E' un capolavoro di giornata

che viene a chiederci di essere vissuto.

Noi la guardiamo come una pagina d'agenda,

segnata d'una cifra e d'un mese.

La trattiamo alla leggera

come un foglio di carta.

Se potessimo frugare il mondo

e vedere questo giorno elaborarsi

e nascere dal fondo dei secoli,

comprenderemmo il valore

di un solo giorno umano.

(Madelein. Delbrel)

 

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42 - Chi è Gesù per me?
Gesù è la parola da predicare
Gesù è la verità da rivelare
Gesù è la strada da percorrere
Gesù è la luce da diffondere
Gesù è la vita da vivere
Gesù è l'amore da amare
Gesù è la gioia da condividere
Gesù è la pace da dare.
Gesù è l'affamato da nutrire
Gesù è l'assetato da dissetare
Gesù è l'ignudo da vestire
Gesù è il senzatetto da accogliere
Gesù è il malato da curare
Gesù è la persona sola da amare
Gesù è il reietto da accettare
Gesù è il lebbroso cui lavare le piaghe
Gesù è il mendicante cui donare un sorriso
Gesù è l'alcolizzato cui prestare ascolto.
Gesù è il malato di mente da proteggere
Gesù è il piccolo da abbracciare
Gesù è il cieco da guidare
Gesù è il muto per cui parlare
Gesù è l'invalido da sostenere
Gesù è il tossico cui offrire amicizia
Gesù è la prostituta da salvare dal pericolo,
la donna alla quale dare affetto
Gesù è il carcerato da visitare
Gesù è il vecchio da assistere.
Gesù è il mio Dio .Gesù è il mio sposo
Gesù è la mia vita. Gesù è il mio unico amore.

(B. Madre Teresa di Calcutta)

 

 

 

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