MIKY & GENNY

METODI DI INTEGRAZIONE ---> INDICE

1)-Considerazioni generali
Non vi sono dei metodi generali che permettono di calcolare l'integrale di una qualsiasi funzione però, come è stato illustrato negli esempi, si possono eseguire degli artifici per riportare l'integrale proposto ad uno dei tipi immediati, per poi trasformarlo in un altro più facilmente calcolabile. Gli artifici di calcolo, a cui si fa più comunemente ricorso, sono i seguenti:
a)-integrazione per parti,
b)-i
ntegrazione per decomposizione,
c
)-integrazione per sostituzione.

2)-Integrazione per parti

Siano

u = u(x)  e  v = v(x)

due funzioni derivabili che, per brevità, saranno indicate in seguito soltanto con u e v.
Il differenziale del loro prodotto è:

d(u·v) = u·dv + v·du

e quindi

u·dv = d(u·v) - v·du.

Integrando ambo i membri di tale uguaglianza e applicando al 2° membro il teorema della somma, a meno di una costante additiva, si ha:


Questa è la formula dell'integrazione per parti.
Posto

u = fattore finito  
e  dv = fattore differenziale,

essa esprime la seguente regola di integrazione:
-l'integrale di un fattore finito(u) per un fattore differenziale (dv) è uguale al fattore finito (u) per il fattore differenziale


meno l'integrale dell'integrale del fattore differenziale (v) per il differenziale del fattore finito (du)
.
L'integrazione per parti si applica soprattutto quando la funzione integranda è trascendente o è il prodotto di una funzione algebrica per una funzione trascendente.

3)-Esempi di integrazione per parti



Posto

u = logx  e
 dv = dx,

si ha:




Posto

u = arctgx  e
 dv = dx,

si ha:




Posto

u = arcsenx  e
 dv = dx,

si ha:




Posto


si ha:




Si è quindi trovato:



per cui



e, in definitiva,





Posto



si ha:


Si è quindi trovato:




per cui




e, in definitiva,






In teoria, si potrebbero effettuare le seguenti tre posizioni:


di esse, in generale, non si devono considerare convenienti quelle in cui l'integrale del fattore differenziale non è immediato o noto e quelle il cui integrale del suddetto fattore differenziale conduce ad un fattore di grado maggiore di quello che compare nella data funzione integranda.

Si è detto in generale, giacchè in taluni casi, e precisamente quelli in cui il fattore finito è un logaritmo o un arcotangente, che l'elevamento di grado suddetto viene ad essere compensato o eliminato allorchè si fa il differenziale del fattore finito.
In base alla posizione a), si ha:


Si è quindi trovato:


per cui



La posizione b) non conviene, per i motivi suddetti; si tralascia lo sviluppo con la posizione c).




Delle tre possibili posizioni




la b) è chiaramente non conveniente, in quanto


richiederebbe un'altra integrazione per parti. In base alla posizione a), si ha:



Si è quindi trovato:



per cui



Si tralascia lo sviluppo con la posizione c).




Delle tre possibili posizioni


per quanto già detto nell'esempio precedente, la b)
non è conveniente, In base alla posizione a), si ha:



Si è quindi trovato:



e, dopo aver osservato che l'integrale figurante nel 2° membro è quello del 5° esempio per a = 1, sostituendo la funzione primitiva trovata in precedenza, si ha


In definitiva:



E' bene notare che, nell'integrazione per parti dell'integrale dato, è stato necessario effettuare ancora 
l'integrazione per parti di un altro integrale. La posizione che porta a ciò in generale è sconveniente nel senso che, applicandola, si perviene ad un altro integrale non immediato, o per lo meno non noto per precedente calcolo, pertanto si tralascia. In base alla posizione c), si ha:


Come si può osservare, anche con la posizione c) si è pervenuti allo stesso risultato di prima, e ciò spiega perchè nella nota precedente si è detto in generale di tralasciare la posizione considerata.


Delle tre possibili posizioni


la a) e la c)
non sono convenienti in quanto fanno pervenire ad un altro integrale più complesso di quello dato. In base alla posizione b), si ha:





Delle tre possibili posizioni


la a) e la c)
non sono convenienti. In base alla posizione b), si ha:





E' analogo al precedente, quindi posto


si ha:

 



Posto


si ha:


Quindi, si è ottenuto:



da cui



o anche





Posto


si ha:



Quindi, si è ottenuto:



da cui



o anche





Posto


si ha:



Si osserva ora che l'ultimo integrale ottenuto è il 9°), e quindi in tale esempio, come spesso accade, è necessaria un'altra, o anche più, integrazione per parti per calcolare quello proposto.

4)-Integrazione per decomposizione
Consiste nel decomporre la funzione integranda in una somma algebrica di altre funzioni e, quindi, nel trasformare l'integrale proposto in una somma di integrali di altre funzioni, le cui primitive siano note, o per lo meno più facilmente calcolabili. Inoltre, tale metodo trova un'importante applicazione nella ricerca degl'integrali delle funzioni razionali.


5)-Esempi di integrazione per decomposizione



Applicando la formula di bisezione, si ha:





Applicando la formula di bisezione, si ha:
















6)-Integrazione delle funzioni razionali

Si considerino due polinomi nella stessa variabile x, primi fra loro, cioè senza fattori comuni:

(1) N(x) = a0xm +
a1xm-1 + a2xm-2 + ... + am-1x  + am,
(2) D(x) = b0xn + b1 n-1 + b2xn-2 + ... + bn-1x  + bn.

Una funzione razionale fratta è data dal loro rapporto:


Se m > n, la frazione P(x) si dice impropria, mentre se m < n si dice propria.
Quando la frazione è impropria, ed anche quando m = n, si può effettuare la divisione tra N(x) e D(x) e, indicando con Q(x) il polinomio quoziente, di grado m - n, e con R(x) l'eventuale polinomio resto, di grado minore di n, si ha:


cioè la funzione


risulta scomposta nella somma di una funzione intera Q(x) e di una funzione razionale fratta propria


Considerando l'integrale indefinito di ambo i membri della (4), si ha:


Poichè è noto il calcolo di


resta da vedere come effettuare quello di


A tal punto, è bene evidenziare che, per l'integrazione delle funzioni razionali fratte, si ridurrà sempre ad un integrale del tipo
(6), ovvero ad una funzione integranda frazione propria.
Si distinguono ora i seguenti casi:
a)-l'equazione D(x) = 0 ha radici tutte reali e distinte;
b)-
l'equazione D(x) = 0 ha radici tutte reali ma non tutte distinte;
c)-
l'equazione D(x) = 0 non ha radici reali.

a)-l'equazione D(x) = 0 ha radici tutte reali e distinte
Considerata l'equazione di grado n,


dividendo ambo i membri per b0, diverso da zero, la si trasformi nell'altra equivalente, avente il 1° coefficiente uguale ad uno:


Se

x1,
x2, ..., xn

sono le n radici reali e distinte della (7) o della (7'), si sa, dall'algebra elementare, che vale la decomposizione

(8)  D(x) = (x -
x1)(x - x2)(x - 3) ... (x - xn).

Si può dimostrare inoltre, ma si omette la dimostrazione, che vale la seguente scomposizione in somma:


ove le n frazioni del 2° membro hanno per denominatore, ciascuna e ordinatamente, uno dei fattori di 1° grado della (8), e per numeratore le n costanti

A1,
A2, A3..., An

che si possono determinare in vari modi, tra i quali il seguente.
Liberando la
(9) dai denominatori, si ha:


Ponendo di seguito in ambo i membri della (10)

x =
x1,  x = x2,  x = x3, ... x = xn,

si ricavano rispettivamente i valori di

A1,
A2, A3..., An.

Considerando ora l'integrale di ambo i membri della (9), si ha:


Quindi, dopo aver seguito il procedimento suddetto, è stato effettuato il calcolo dell'integrale del tipo (6).

Esempi



Essendo

x2 - 4x + 3
= (x - 1)(x - 3),

vale la seguente scomposizione in somma:



da cui, liberando dai denominatori, si ha:

1
= A1(x - 3)A2(x - 1);


Pertanto:


Considerando l'integrale di ambo i membri, si ha:




Essendo

x3
+ 5x2 + 2x - 8 = (x - 1)(x + 2)(x + 4),

vale la seguente scomposizione in somma:



da cui, liberando dai denominatori, si ha:

7 =
A1(x + 2)(x + 4) + A2(x - 1)(x + 4) + A3(x - 1)(x + 2);


Pertanto:



Considerando l'integrale di ambo i membri, si ha:




Essendo

2x2 -
3x + 1 = (2x - 1)(x - 1),

vale la seguente scomposizione in somma:


da cui, liberando dai denominatori, si ha:

3 =
 A1(x - 1)  + A2(2x - 1);

Pertanto:


Considerando l'integrale di ambo i membri, si ha:





Essendo

3x2 -
4x + 1 = (3x - 1)(x - 1),

vale la seguente scomposizione in somma:


da cui, liberando dai denominatori, si ha

5x - 3 =
A1(x - 1 ) + A2(3x - 1);



Pertanto:



Considerando l'integrale di ambo i membri, si ha:




Essendo

2x3
3x2 - 11x + 6 = (2x - 1)(x + 2)(x - 3),

vale la seguente scomposizione in somma:


da cui, liberando dai denominatori, si ha:

3x2
x + 4 = A1(x + 2)(x - 3) +  A2(2x - 1)(x - 3) + A3(2x - 1)(x + 2);


Pertanto:


Considerando l'integrale di ambo i membri, si ha:




Effettuando la divisione, la funzione integranda diventa


Quindi, si ha:


Per calcolare quest'ultimo integrale, si procede come negli esempi precedenti.
Essendo

6x3 + 19
x2 - 26x - 24 = (3x + 2)(2x - 3)(x + 4),

vale la seguente scomposizione in somma


da cui, liberando dai denominatori, si ha:

x2 - 5x + 6 = A1(2x - 3)(x + 4) + A2(3x + 2)(x + 4) + A3(3x + 2)(2x - 3);


Pertanto:


Considerando l'integrale di ambo i membri, si ha:


Pertanto, l'integrale proposto diventa:


b)-l'equazione D(x) = 0 ha radici reali multiple
Considerata l'equazione di grado n:

D(x) = b0xn + b1n-1 + b2xn-2 + ... + bn-1x  + bn = 0,

le sue radici siano, ad esempio, quattro e cioè

x1 di molteplicità α,


x2 di molteplicità
β,

x3 di molteplicità
γ,

x4 di molteplicità
δ,

in cui, come è noto dall'algebra, dev'essere
α + β +  γ + δ = n, grado dell'equazione D(x) = 0.
Si può dimostrare inoltre, ma si omette la dimostrazione, che vale la seguente scomposizione
in somma:


in cui


sono n costanti da determinare come segue:
si libera la (1) dai denominatori e, dopo aver ugualmente ordinato i due membri rispetto all'incognita, per il principio di identità dei polinomi, deve aversi quella dei coefficienti delle incognite di pari esponente dei due membri. Tali uguaglianze costituiranno un sistema nelle incognite (2) che, risolto, darà i valori delle costanti.

Esempi



Poichè l'equazione

D(x) = x3 + 5
x2 + 8x + 4 = 0

ammette le radici  
x1 = -1  e  x2 = x3 = -2,

per cui è

x3 + 5
x2 + 8x + 4 = (x + 1)(x + 2)2,

e vale la seguente scomposizione in somma:


Liberando dai denominatori, si ha:

3x2 - 4
x + 5 = A1(x + 2)2 + B1(x + 1)(x + 2) + B2(x + 1) = A1x2 + 4A1x + 4A1 + B1x2 + 3B1x + 2B1 + B2x + B= (A1 + B1)x2 + (4A1 + 3B1+ B2)x + (4A1 + B1+ B2)

e quindi, per il principio di identità dei polinomi, dev'essere


Le soluzioni di tale sistema sono:

A1
= 12,  B1= -9,  B2 = -25,

pertanto la (1) diventa


Quindi:




L'equazione

D(x) =
x5 - 13x4 + 67x3 - 171x2 + 216x - 108 = 0

ha per radici

x1
x2 = 2  e  x3 = x4 = x5 = 3,

per cui è

x5 -
13x4 + 67x3 - 171x2 + 216x - 108 = (x - 2)2(x - 3)3

e vale la seguente scomposizione in somma:
 


Liberando dai denominatori, si ha:

5x - 27 = 
A1(x - 2)(x - 3)3 + A2(x - 3)3 + B1(x - 2)2(x - 3)3 + B2(x - 2)2(x - 3) + B3(x - 2)2.

Sviluppando, ordinando e raccogliendo i fattori comuni nel 2° membro, si perviene all'uguaglianza

5x - 27 =
(A1 + B1)x4 + (-11A1 + A2 - 10B1 + B2)x3 + (45A1 - 9A2 + 37B1 - 7B2 + B3)x2 +
+ (-81
A1 + 27A2 - 60B1 + 16B2 - 4B3)x + (54A- 27A2 + 36B1 - 12B2 + 4B3),

per il verificarsi della quale, deve aversi


Le soluzioni di tale sistema sono:

A1
= 46,  A2 = 17,  B1 = -46,  B2 = 29,  B3 = -12,

pertanto la (1) diventa


Quindi:




Poichè l'equazione

D(x) = x3(x - 2)
= 0

ammette le radici

x1
x2 = x3 = 0  e  x4 = -2,

vale la seguente scomposizione in somma:



da cui

2x2 - 3
x + 4A1x2(x + 2) + A2x(x + 2) + A3(x + 2) + B1x3.

Sviluppando, ordinando e raccogliendo i fattori comuni nel 2° membro, si perviene alla seguente uguaglianza:

2x2 - 3
x + 4 = (A1 + B1)x3 + (2A1 +  A2)x2 + (2A2 +A3)x + 2A3,

per il verificarsi della quale, deve aversi


Le soluzioni di tale sistema sono:


pertanto la (1) diventa


Quindi:


c)-l'equazione D(x) = 0 ha radici complesse

Ci si limita a considerare i seguenti due tipi:



in cui k è una costante e l'equazione

D(x) = a
x2 + bx + c = 0,

avendo il discriminante negativo, non ha radici reali.

E' noto, dall'algebra elementare, che può aversi la seguente trasformazione:


Pertanto risulta


e l'integrale a cui si è pervenuti è del tipo 6°), cioè


Esempi












Osservando che si può scrivere


l'integrale proposto diventa


Esempi



Poichè si può scrivere

            
si ha:




Poichè si può scrivere


si ha:




7)-Integrazione per sostituzione
Un altro artificio molto utile per trasformare la funzione integranda in un'altra che appartenga a tipi di cui si conosca la primitiva, consiste nel cambiare la variabile con un'altra legata a quella da un'opportuna relazione.
Si voglia calcolare


in cui f(x) sia una funzione continua in un intervallo (a, b), e si supponga di conoscere una funzione F(x) primitiva della f(x), cioè tale che si possa scrivere


Nella F(x) si ponga x = g(t), in cui g(t) sia una funzione nella nuova variabile t, derivabile e continua in un certo intervallo (a', b'), in modo che quando la t varia con continuità in 
(a', b'), la x varia con continuità in (a, b). In tal modo la F(x) diventa una funzione composta della t tramite x, cioè F(x) = F[g(t)], ed è noto che


Dall'ipotesi
F'(x) = f(x), si ha che f(x) = F[g(t)] è una funzione primitiva di f(x)·g'(t), e quindi l'integrale (1) diventa


Quest'ultimo integrale, talvolta, risulta appartenente ad uno dei tipi già noti; una volta calcolato, e ammesso che la funzione x = g(x), basterà sostituire a t questa φ(x), per avere la funzione primitiva di quella integranda inizialmente proposta.

Nota bene
1)-Quando furono date le definizioni di integrale indefinito, furono fatte alcune considerazioni sulla precisione e sulla comodità delle stesse funzioni. In entrambi i casi, però, per indicare
l'integrale indefinito, si scrisse;


e non solo


Si vuole ora mostrare che il fattore dx, se è comodo per la risoluzione di alcuni tipi di integrali, è addirittura necessario nell'integrazione per sostituzione.

Esempi


                                                                                 
Si ha:




Si ha:


In ciascuno dei due esempi visti il fattore dx non è risultato necessario, in quanto senza di esso si è pervenuti ugualmente alla determinazione di una primitiva della funzione integranda proposta. La necessarietà dell'uso del fattore dx è proprio data dalla formula (3).


Infatti la sostituzione x = g(t), mentre trasforma la f(x) in f[g(t)], trasforma anche dx in
g'(t)·dt e, pertanto, poichè g'(t)·dt è effettivamente un prodotto, anche f(x)·dx è tale, ossia dx è proprio un fattore e non un simbolo.
2)-Non vi sono regole per stabilire la sostituzione più conveniente, in quanto essa dipende dalla pratica di calcolo che si possiede.

9)-Esempi di integrazione per sostituzione



Posto

cosx = t,

per cui

dcosx = dt,

cioè

-senxdx = dt,

sostituendo si ha:



Posto

x =
sent,

ossia

t
= arcsenx,

si ha

dx = d
sent = cost·dt

e sostituendo si ha:



L'integrale precedente è un caso particolare del seguente.




Posto

x = a
·sent,

da cui


si ha:

dx = a
·cost·dt

e sostituendo, risulta




Posto


si ha:


cioè


e sostituendo




Posto


per cui


si ha:


e, ricordando la formula parametrica


sostituendo si ha




Posto


per cui


cioè


e, sostituendo, si ha




Posto

x2 + a2 = t,

per cui

d(
x2 + a2) = dt,

cioè

2xdx = dt,

sostituendo, si ha:




Posto

x2 - 5x + 1 = t,

per cui

d
(x2 - 5x + 1) = dt,

cioè

(2x - 5)dx = dt,

sostituendo, si ha:


10)-Integrazione di alcune funzioni irrazionali
Il metodo di integrazione per sostituzione viene applicato per il calcolo di alcuni tipi di integrali di funzioni irrazionali. Infatti, per opportune sostituzioni, ci si riporta ad integrali di funzioni razionali della nuova variabile. Ci si limita a considerare i seguenti tipi:


Con la sostituzione


quadrando ambo i membri, si ha:

x2 + bx + c =
x2 + 2xt + t2,

ossia

bx + c = 2xt +
  t2,

da cui

e



Quindi risulta:


e


In tal modo la funzione integranda è diventata razionale.



Affinchè la funzione


abbia valori reali, dev'essere

-x2
+ bx + c ≥ 0.

Se α e β sono le radici dell'equazione associata, nell'intervallo (α, β), risulta
-x2 + bx + c ≥ 0 ed è anche


Si consideri allora la posizione


dalla quale, dopo aver quadrato ambo i membri, si ha:


e



Si può allora scrivere:


e quindi si ha

In tal modo la funzione integranda è diventata razionale.