Cenni di calcolo vettoriale
1)-Grandezze scalari
Vengono chiamate scalari quelle grandezze che sono completamente individuate da un numero positivo o negativo.
Ad esempio, una lunghezza, un volume, la temperatura, la carica elettrica, ecc.
La misura di una grandezza scalare è naturalmente riferita ad una prefissata unità.
Grandezze vettoriali
Vengono chiamate grandezze vettoriali
quelle altre entità delle quali si fa uso continuo nella fisica, che sono
caratterizzatie, oltre che da un valore numerico, anche da una direzione
e da un verso o senso.
Ad esempio, le forze, la velocità, l'accelerazione, ecc.
2)-Rappresentazione di una grandezza vettoriale - Vettori
La
rappresentazione geometrica di due numeri complessi, vista in
precedenza, consente di pervenire alle considerazioni che seguono e che
hanno analogia con la rappresentazione geometrica dei numeri relativi, ossia con la posizione di un sistema di coordinate ascisse.
Infatti, si ricordi che quando su una retta sono fissati un punto origine O, un'unità di misura, segmento
unitario Ou = 1 ed un verso, il numero x corrispondente ad un qualsiasi
punto P della retta orientata, retta sostegno, non è altro che
la misura del segmento orientato, con verso, cioè segno, OP.
Si ricordi inoltre che il numero complesso (a, b) = a + bj = ρ(cosα + jsenα)
determina un certo punto P, punto immagine, che, a sua volta,
considerato come estremo del segmento di origine O, determina il
segmento orientato o vettore .
Dunque, un vettore è caratterizzato da:
a)-un numero positivo , detto modulo o intensità;
b)-una direzione, retta a cui appartiene il segmento OP;
c)-un verso, o senso, indicato dalla freccia < o >.
Tuttavia,
bisogna tenere presente che due segmenti orientati o vettori si
considerano uguali non quando hanno solo lo stesso modulo e lo stesso
verso, ma anche la stessa direzione, mentre i segmenti orientati o
vettori aventi lo stesso modulo e lo stesso verso, e non anche la
stessa direzione, si dicono equipollenti.
Pertanto, quando si parla di vettore, senza aggiungere altro, o come è più preciso dire quando si parla di vettore libero, s'intende riferirsi ad uno qualsiasi dei suddetti vettori equipollenti.
In altri termini, il
vettore libero è quell'entità definita per astrazione, che ha i
caratteri comuni, misura, direzione e verso, a tutti gli equipollenti
ad un dato sistema orientato.
Da quanto detto, segue che:
-un vettore è solo rappresentato da un segmento orientato ma non è confondibile con esso.
Quando
invece, oltre ai suddetti termini caratteristici, si conviene di
considerare dato anche il punto origine del vettore, questo si chiama
vettore localizzato e, allora, è identificato dal segmento
orientato.
Si conviene indicare un vettore, libero o localizzato con una lettera scritta in grassetto o tra parentesi:
u = (u), w = (w), ecc.,
mentre il suo modulo è indicato dalla stessa lettera scritta in corsivo o senza parentesi o ancora con
modu, |u|.
Un vettore di modulo unitario si chiama versore.
3)-Definizione- Prodotto di un vettore per un numero reale
Il prodotto di un vettore u per un numero reale k è l'altro vettore che ha:
a)-la stessa direzione di u;
b)-lo stesso verso, o quello opposto ad u, a seconda che k sia maggiore oppure minore di zero;
c)-modulo uguale a k·|u|.
Se in particolare k = -1, si ottiene il vettore di verso opposto a quello dato e lo si indica con -u.
Interpretazione vettoriale della somma e del prodotto di due numeri complessi
1)-Somma
Siano P e P' i punti immagine dei due numeri complessi (a, b) e (a', b') e i vettori applicati che essi individuano.
Costruito il parallelogramma OPTP', la sua diagonale, uscente dal punto O origine comune, individua il vettore
detto somma o risultante dei due dati, in quanto il punto T è il
punto immagine del numero complesso (a + a', b + b') = (a, b) + (a',
b').
Infatti, dalla figura suddetta e dalla considerazione che sono equipollenti, si ha:
OQ' = QQ'' = a',
OP = Q''S = b,
Q'P' = ST = b',
quindi
OQ'' = OQ + QQ'' = a + a',
Q''T = Q''S + ST = b + b',
cioè
T = (a + a', b + b'),
come volevasi dimostrare.
Nel
caso di più numeri complessi, ossia di più vettori
applicati nello stesso punto, basta applicare successivamente la regola
del parallelogramma vista, che, come è noto dalla fisica,
equivale alla costruzione del poligono delle forze.
Prodotto
a)-E' noto che il prodotto dei due numeri complessi, in forma trigonometrica è espresso dalla formula:
[ρ(cosα + jsenα)]·[ρ'(cosβ + jsenβ)] = ρ·ρ'·[cos(α + β) + jsen(α + β)].
Dalla stessa formula risulta che il vettore applicato, immagine del prodotto di due numeri complessi di moduli ρ e ρ' e argomenti α e β, ha per modulo il prodotto ρ·ρ' dei moduli ed è inclinato sull'asse reale di un angolo di ampiezza α + β, ossia si ottiene facendo ruotare la direzione del 1° vettore di un angolo uguale all'argomento β del secondo vettore.
b)-Non
altrettanto immediata è l'interpretazione del prodotto di due
numeri complessi quando si parte dalla forma algebrica, ossia dalle
coordinate cartesiane dei loro punti immagine. Tale trattazione
è propria della meccanica e non dell'analisi matematica, per cui
si tralascia.