MIKY & GENNY

FUNZIONI PARTICOLARI ---> INDICE

Siano (E, ), (E', ≤') due insiemi ordinati e, considerata la seguente applicazione

f : E E',

si danno le seguenti definizioni:

f è crescente o isotona
xE, yE, x < y : f(x) ≤'
f(y).

Nota bene

Se x = y, risulta
f(x) = f(y).

f è decrescente o antitona
xE, yE, x < y : f(y) ≤' f(x)
.

f è strettamente crescente
xE, yE, x < y : f(x) <' f(y)
.

f è
strettamente decrescente xE, yE, x < y : f(y) <' f(x)
.

Se l'applicazione f rispecchia uno dei quattro casi suddetti, si chiama monotòna.


Si dimostra ora che:
-ogni applicazione costante di E in E' è un'applicazione crescente e decrescente.

Infatti, sia

f : E E'

un'applicazione costante, cioè, fissato un elemento

a
E', xE : f(x) = a.

Si verifica prima che f è crescente, cioè che

xE, yE, x < y : f(x) ≤' f(y).

Infatti risulta:

f(x) = a
≤' a' = f(y)  f(x) ≤' f(y).

Infine si verifica che f è decrescente, cioè che

xE, yE, x < y : f(y) ≤' f(x).

Infatti risulta:

f(x) = a
≤' a' = f(y)  f(x) ≤' f(y).

In generale,
un'applicazione crescente e decrescente non è costante, però, con altre ipotesi lo è; pertanto si dimostra che:

(E,
) filtrante superiormente, crescente e decrescente  f : E E' è costante
.

Si deve dimostrare che f è costante, cioè che considerato un elemento
aE con f(a)E',

xE : f(x) = f(a).

Allo scopo, si prenda un elemento 
xE e siccome aE ed E è filtrante superiormente, per definizione

z a ≤ z, x ≤ z.

Siccome

f è crescente
f(a) ≤' f(z), f(x) ≤' f(z),

f è decrescente
f(z) ≤' f(a), f(z) ≤' f(x),

e quindi da

f(a)
 ≤' f(z),  f(z) ≤' f(x) f(a) ≤' f(x),f(x) ≤' f(z), f(z) ≤' f(a)  f(x) ≤' f(a),

risulta

f(a)
= f(x).

Siano (E,
), (E', ≤')(E', ≤'') tre insiemi ordinati e si considerino le seguenti applicazioni:

f : E E',  g
: E' E'',  g о f : E E''.

Si dimostra che se

(1) f e g sono strettamente crescenti
 g о f è strettamente crescente
,

(2) f e g sono crescenti  g о f è crescente,

(3) f e g sono strettamente decrescenti
 g о f è strettamente decrescente
,

(4) f e g sono decrescenti
 g о f è decrescente
.

Dimostrazione (1).
f è
strettamente crescente, cioè fissati

x
E, yE x < y  f(x)E', f(y)E', f(x) ≤' f(y).
 
g è strettamente crescente, cioè fissati

 
f(x)E'f(y)E' f(x) ≤' f(y) g(f(x))E'', g(f(y))E'', g(f(x)) ≤'' g(f(y))  g о f(x) ≤'' g о f(y).

In tal modo è dimostrata la (1), cioè che
g о f è strettamente crescente; (2), (3) e (4) si dimostrano analogamente.

Sia (E,
) un insieme ordinato e si consideri la bigezione canonica

iE : E E.

Si vuol vedere se
iE è monotòna e, allo scopo, si dimostra che è strettamente crescente.
Infatti, considerati due elementi

x
E, yE x < y  iE(x) = x < y = iE(y)  iE(x) < iE(y).

Siccome
iE è bigettiva, e quindi invertibile, ed essendo iE stessa la la sua inversa, quest'ultima è anche strettamente crescente.

Tutto ciò è un prototipo di quanto è chiamato isomorfismo secondo la seguente definizione:
-isomorfismo di E in E' per
≤ e
≤' è ogni applicazione bigettiva di E in E' strettamente crescente insieme alla sua inversa.

Quando esiste un isomorfismo di E in E',
(E, ) e (E', ≤'
) si dicono isomorfi per l'ordine e tale circostanza si indica con

(E,
) (E', ≤').

Siano (E,
), (E', ≤')(E', ≤'') tre insiemi ordinati, si dimostra che:

(E,
) (E', ≤'), (E', ≤')  (E'', ≤'' (E, )  (E'', ≤'').

Allo scopo, basta dimostrare che, essendo f e g bigettive e strettamente crescenti insieme alle loro inverse, anche
g о f è strettamente crescente insieme alla sua inversa.
Infatti,
g о f : E E'', essendo composta di due applicazioni strettamente crescenti, è anch'essa strettamente crescente, inoltre l'applicazione inversa di g о f, essendo composta dalle inverse di f e g a loro volta strettamente crescenti, è anche strettamente crescente, quindi risulta

(E,
)  (E'', ≤'').

S
i dimostra inoltre, in modo ovvio, che:

(E,
) (E', ≤')  (E', ≤')  (E, ),

ed anche

(E,
) (E, ),

in quanto esiste
 iE.

Dunque, l'isomorfismo gode delle stesse proprietà delle relazioni di equavalenza.

Sia 
(E, ) un insieme totalmente ordinato, (E', ≤'un insieme ordinato, ed

f : E E'
 (1) f(E) = E', (2) xE, yE, x < y : f(x) <' f(y);

si dimostra che:

a) f è un isomorfismo di E in E' per
≤ e ≤'.

b)
≤' è una relazione di totale ordine.

Dimostrazione a).
Affinchè f sia un isomorfismo, basta dimostrare che f è bigettiva e che la sua inversa sia strettamente crescente.
Siccome per ipotesi f è surgettiva, affinchè sia bigettiva, basta dimostrare che sia anche ingettiva, cioè

xE, yE,  y : f(x)  f(y).

Essendo E totalmente ordinato, e tenendo conto che
y, risulta

x < y  v  y < x.

Per la crescenza di f, risulta

x <
f(x) <' f(y)  f(x)  f(y);

se invece

y < x
  f(y) <' f(x)  f(y)  f(x).

Pertanto la f è ingettiva.
Essendo f bigettiva, ha senso considerare la sua inversa, chiamata

g : E'
 g о f = iE, f о g = iE'.

Si dimostra che g è anch'essa 
strettamente crescente, cioè considerati

x'
E', y'E', x' < y'  g(x') < g(y').

Essendo

x'
E', y'E'  g(x')E, g(y')E,

ed E
totalmente ordinato da , risulta

g(x')
g(y'),

oppure

g(y')
g(x').

Inoltre, g è bigettiva ed
x' <' y', per cui

(1) g(x')
< g(y')  v  (2) g(y') < g(x').

La (1) dimostra quanto asserito. Si vede ora se sussiste la (2).
Per la stretta crescenza di f, risulta

f(g(y'))
<' f(g(x')).

Siccome

f(g(y')) = 
f о g(y') = iE'(y') = y',

f(g(x')) = 
f о g(x') = iE'(x') = x',

cioè

y'
<' x',

e ciò non può essere, perchè si è supposto che

x'
<' y'.

In tal modo si è dimostrato che
f è un isomorfismo di E in E' per ≤ e ≤'.

Dimostrazione b).

Si dimostra che
≤' è una relazione di totale ordine.
Infatti, siano

x'
E', y'E'   xE, yE f(x) = x', f(y) = y',

ed essendo E 
totalmente ordinato, risulta

x ≤ y  v  y ≤ x.

Se

x
≤ y,

per la stretta crescenza della f, si ha

f(x) 
≤' f(y)  x' ' y'.

Analogamente, si dimostra che

y'
 x',

pertanto resta dimostrato che
≤' è una relazione di totale ordine.

Nota bene
Avendo dimostrato che una relazione di buon ordine è
una relazione di totale ordine, il teorema ora dimostrato sussiste ugualmente; solo nell'ipotesi che sia una relazione di buon ordine, tale risulterà anche ≤', cioè occorre dimostrare che:


Chiaramente risulta


essendo ≤
una relazione di buon ordine su E,

mX  xX : m x.

Si consideri ora

f(m) = m';

essendo

mX  f(m)f(X) = f(g(X')) = f о g(X') = iE'(X') = X',

cioè

f(m)
X'  m'X'.

Si dimostra ora che m' è
il più piccolo elemento di X' per '.
Scelto ad arbitrio

x'
X'  xE  f(x) = x';

inoltre

x'
X'  g(x')X,

allora,
essendo m il più piccolo elemento di X, risulta

m
g(x').

Tenendo conto della crescenza di f,

m
g(x')   f(m) ≤' f(g(x')) = f о g(x') = iE'(x') = x',

cioè

f(m) 
≤' x'  m' ≤' x'.

Quindi 
≤' è una relazione di buon ordine.

Corollario
Se è assegnato un insieme totalmente ordinato o bene ordinato ed un isomorfismo di tale insieme in un altro insieme ordinato, quest'ultimo è un
insieme bene ordinato.

Siano
(E, ) un insieme ordinato, E' un altro insieme ed

f : E
E'

un'applicazione bigettiva.

Si dimostra che esiste una ed una sola relazione d'ordine
≤' su E' in modo tale che f sia un isomorfismo di E in E', cioè:


Si indichi con


cioè

x'E', y'E' x' ≤' y'  g(x') g(y').

Si dimostra ora che è una relazione d'ordine.

Allo scopo, si deve verificare che:

(1)
x'E', y'E', z'E' x' ≤' y', y' ≤' z'  x' ≤' z'.

(2)
x'E', y'E' x' ≤' y', y' ≤' x'  x' = y'.

Dimostrazione (1).

x'
E', y'E', z'E' x' ≤' y', y' ≤' z'  g(x') g(y'), g(y') g(z') g(x') g(z') x' ≤' z'.

Dimostrazione (2).

x'
E', y'E' x' ≤' y', y' ≤' x'  g(x') g(y'), g(y') g(x') g(x') = g(y'),

e per la bigettività di f, si ha:

f(g(x'))
= f(g(y'))

ed inoltre, tenendo conto che

f(g(x'))
= f о g(x') = iE'(x') = x' e f(g(y')) = f о g(y') = iE'(y') = y'  x' = y'.

In tal modo resta provata l'esistenza della relazione d'ordine
≤'; si prova ora l'unicità.
Allo scopo, basta riconoscere che, considerata l'ulteriore
relazione d'ordine ≤'', risulta

≤' =
≤'',

cioè

≤'
relazione d'ordine su E,  ≤'' relazione d'ordine su E ≤'' = ≤''.

Si dimostra prima che:

≤' 
≤''.

Infatti, si consideri

(
x'', y')≤'  x'' y'  g(x') g(y')

e, 
siccome ≤'' è una relazione d'ordine su E, si ha:

x' = f(g(x')) 
'' f(g(y')) = y'  x' '' y'  (x'', y')≤''.

Per ≤'' si dimostra, analogamente che:

≤'' 
≤'.

Si dimostra ora che f è un isomorfismo, cioè che f è strettamente crescente insieme alla sua inversa g.
Siano ora

x
E, yE, x < y  x y  f(x) f(y),

essendo f bigettiva e quindi ingettiva.
Ora per dimostrare che

f(
x) ≤' f(y),

per come è stata definita
≤', basta dimostrare che

g(f(x))
< g(f(y)),

e ciò è già vero, in quanto

g(f(x)) = x, 
g(f(y)) = y,

vale a dire che

x < y.

La relazione ≤' così costruita su E' si dice ottenuta per trasporto di
su E' per f.

Nota bene
Se
≤ è una relazione di totale ordine, anche ≤' è tale, e lo stesso dicasi se ≤ è una relazione di buon ordine.

Tra le assunzioni fondamentali della "Teoria degl'insiemi" figurano le seguenti:

a) Assioma della scelta,
b) Teorema di Zermelo, c) Teorema di Zorn.

L'assioma della scelta esprime
:


Il teorema di Zermelo
esprime:


Il teorema di Zorn
esprime:
se (E, ) è un insieme ordinato induttivo,

x0E, mE, massimale per x0 ≤ m.

Si riconosce che dall'assioma della scelta consegue il teorema di Zermelo, e da questi quello di Zorn, e da quest'ultimo l'assioma della scelta, cioè:

a)
b) c) a).

Per facilitare tali dimostrazioni, si premettono alcuni lemmi.

Lemma 1
Si consideri l'insieme ordinato
(E, ) e l'applicazione

f : 
E  xE : x f(x).

Si fissi
x0E e si indichi con



l'insieme delle parti K di E che verifichi le condizioni KI, 
KII, KIII, cioè:


A tal punto, si dimostra quanto segue:


Dimostrazione 1)
.
Allo scopo, è necessario che essa verifichi
KI), KII) e KIII), cioè:


e ciò è vero, in quanto





pertanto, si ha:





e ciò è vero, perchè:


In tal modo è dimostrata la 1).

Dimostrazione 2)
.
Allo scopo, è necessario che essa verifichi
KI), KII) e KIII):

KI
) è verificato, in quanto si ha:


KII
) è verificato, in quanto si ha:


KIII
) è verificato, in quanto, considerata la famiglia


Infatti:


perchè per K è valida
KIII).

Dimostrazione 3).
Si deve
dimostrare che x0 è il più piccolo elemento di E(x0), cioè un minorante degli elementi di E(x0).
Infatti:


e, scegliendo come K l'intervallo



Si consideri ora


Pertanto resta dimostrato il lemma 1).

Nota bene
Si dimostra anche che:



Ciò rappresenta il principio di induzione completa.
Infatti, siccome per ipotesi risulta che

A
E(x0),

ed essendo noto che


è dimostrato quanto asserito.

Lemma 2

Si considerino l'insieme ordinato
(E, ), l'applicazione f : E E ed x0E.
Supponendo per ipotesi che


si dimostra:

1)
nN : BnE(x0);  2) N = E(x0).

Dimostrazione 1)
.

E' ovvio che:


Per il principio d'induzione completa, affinchè risulti
BnE(x0), bisogna dimostrare che:


cioè
Bn deve verificare KI), KII) e KIII).

KI
) - E' noto che x0E(x0), per cui si considera



KII
) - Si consideri


Se x
E(x0), siccome E(x0) verifica KII), si ha f(x)E(x0).
Sia allora


Supponendo



Se


Se


Supponendo ora


KIII
) - Si considerino


Siccome 
E(x0) verifica la KIII), se


Inoltre, se



Supponendo che


Se invece


Dunque, in ogni caso,


quindi
Bn verifica KIII) ed è così dimostrato che

Bn
= E(x0).

Dimostrazione 2).

Si deve dimostrare che:

N = 
E(x0).

Per come è stato definito N, risulta

 E(x0).

Allora, per il principio d'induzione completa, basta dimostrare che N verifica le proprietà 
KI), KII) e KIII).

KI
) Se


Si ricorda ora una proprietà sulla relazione d'inclusione

A
B B C,

in virtù della quale,
essendo


si ha:


KII
) Si deve dimostrare che, considerato

n
f(n)N.

Per ipotesi, dunque, è noto che



La tesi è la seguente:


Infatti, che 
f(n)E(x0) è ovvio, perchè E(x0) verifica KII), allora si deve dimostrare che:


dunque


Essendo
xE(x0), dal momento che


in quanto x < f(n), deve risultare

≤ a.

Se

x = n 
f(x) = f(n)  f(x) f(n).

Se


dunque



KIII
) Sia


Per ipotesi, dunque, è noto che


Si deve dimostrare che, considerato


Infatti,


Inoltre, siccome



Si osserva ora che la condizione
f(ni) ≤ x è da scartare perchè è contro l'ipotesi, infatti supponendo

iI : f(ni) ≤ x,

essendo


e ciò non è possibile, perchè


Allora,

i x ni.

Se


Se x = ni
, è noto che:


Certamente


perchè


Si è così dimostrato che

N = E(
x0).

Dunque, in conclusione:


Si dimostra ora che
E(x0) è un insieme bene ordinato, cioè che presa una parte non vuota di E(x0), questa è dotata del più piccolo elemento. Sia


si vuole dimostrare che X ha il più piccolo elemento.

Siccome

xE(x0) : BxE(x0),

si ricava che
E(x0) è una parte di E totalmente ordinata per .
Infatti, se

x
E(x0),  yE(x0 y ≤ x  v  f(x) ≤ y,

e, per l'ipotesi su f, si ha che
x ≤ f(x) ed x ed y sono paragonabili per .

Si suppone che X abbia più di due elementi, si presentano due casi:

1)
x0X,

2)
x0X.

Dimostrazione 1).
Sia

x0
 E(x0)  xX  E(x0) : x0 x;

dunque
x0 è un minorante di X, derivante dal fatto che x0 è il più piccolo elemento di E(x0). Quindi x0X, inoltre

xX x0 x;

e ciò dice che
E(x0) è un insieme bene ordinato, risultando X fornito del più piccolo elemento.
Dimostrazione 1).
Sia

x0
 E(x0),

essendo
x0 il più piccolo elemento di E(x0), risulta che x0 è un minorante di X, cioè

xX : x0 x.

Si indica ora con A l'insieme dei minoranti di X, cioè:


Ovviamente

A
≠ ,

in quanto 
x0A.

Si consideri ora una famiglia


e si supponga esistente il



Si dimostra che



Infatti:

 
iI : x x,

cioè x è un maggiorante degli 
xi, per cui si ha che
 

Ciò esprime che


è un minorante, e come tale è elemento di A, cioè


Quindi:



Pertanto, A verifica
KI) e KIII); si può notare che A non verifica KII), cioè che:

(aA : f(a)A).

Supponendo per assurdo che ciò sia vero, essendo

A
 E(x0)

e verificando 
KI), KII) e KIII), risulta

A = E(x0),

e ciò non è possibile, infatti se

aE(x0), xX : a  x;

inoltre se

X
 E(x0),

cioè

x
E(x0),

il tutto implica che x è il più grande elemento di 
E(x0), ma al massimo ne può esistere soltanto uno, e ciò esprime che X si dovrebbe ridurre ad un unico elemento, contro l'ipotesi che X è formato da più di due elementi. Dunque A non verifica KII), cioè deve

aA  f(a)A,

vale a dire che 
f(a) non è un minorante di X, cioè f(a) non può essere minore o uguale di ogni elemento di X, allora deve

xX  f(a) > x.

Si dimostra che x è il più piccolo elemento di X.
Infatti:


ciò è possibile, in quanto

xE(x0), E(x0) = Bx,

in particolare per A.

Non potendo essere


deve risultare x
a; ma a è un minorante di X, risultante minore di un minorante, pertanto anch'esso è tale. Inoltre, xX e pertanto X ha il più piccolo elemento ed E(x0) risulta bene ordinato.

Sia (E,
) un insieme ordinato induttivo e si consideri l'applicazione

f : E
E

così definita:

xE : x ≤ f(x);

si vuole dimostrare che:


1)
supE(x0) = x*0,

2) x*0 è il più grande elemento di 
E(x0),

3)
x*0 = f(x*0).

Si ricorda che E è un insieme ordinato induttivo se

B E, B ≠ , B bene ordinato supB.

Dimostrazione 1).
Siccome E è un insieme ordinato induttivo, essendo E(x0) E, con E(x0) bene ordinato e diverso dalla parte vuota, in quanto x0E(x0), si ha che

supE(x0) = x*0.

Dimostrazione 2).
Affinchè
x*0 soddisfi la 2) basta dimostrare che x*0E(x0), essendo già estremo superiore e di conseguenza un maggiorante.

Allo scopo, si consideri la famiglia


dal momento che
E(x0) verifica KIII), deve verificarsi che


e di conseguenza

x*0
E(x0).

Dimostrazione 3).
Per come è stata definita f, risulta

x*
f(x*0);

inoltre

f(
x*0) E(x0),

in quanto 
E(x0verifica KII.

Ma
x*0 è il più grande elemento di E(x0), pertanto risulta

f(
x*0)  x*0.

Dunque


x*0
= f(x*0).

Si dimostra ora che le seguenti tre proposizioni sono equivalenti:


a) Assioma della scelta
:


b) Teorema di Zermelo
:


c) Teorema di Zorn
;
se (E, ) è un insieme ordinato induttivo, x0E, mE, massimale per

x0 ≤ m.

Dimostrazione
a)
b)

Si consideri l'insieme E
e si associ ad esso l'insieme



delle sue parti, e si indichi con


Si dimostra ora che


Siccome


Si consideri pertanto la famiglia


Siccome ci si trova nelle ipotesi dell'assioma della scelta, vero per l'ipotesi a),


Si consideri ora l'applicazione



così definita:


Si vuol dimostrare:


Se X
≠ E,


Se X =
E,

f(X) =
f(E) = E,

inoltre è noto che

E
E = f(E),

e, considerando X al posto di E, si ha:

X
 f(X).

Si dimostra inoltre che:


Infatti,


Considerando f(X) - X, per definizione si ha:


Dunque, l'unico elemento che è trasformato in se stesso da f è solo E.

Nota bene
Si ricorda quanto segue.
1)-Considerata la coppia


si è costruita
un'applicazione



2)
-Considerato l'insieme ordinato (E, ) si è costruita un'applicazione f : E  xE : x f(x) ed inoltre si è stabilito che x0E si poteva considerare E(x0) che risultava ben ordinato da .

3)-Considerato

E insieme ordinato induttivo
 
supE(x0) = x*.

Sulla scorta di quanto ora detto, nel caso in questione si può considerare X0 =
ed in corrispondenza di esso costruire


che risulterà bene ordinato dalla relazione
, e quindi totalmente ordinato.

Si ricorda ora che è stato dimostrato che


è un reticolo completo, e quindi


è un insieme induttivo, pertanto
X*0 estremo superiore di essendo X*0 la riunione di tutte le


Quindi risulta:


Siccome è stato detto che l'unico elemento che la f trasforma in se stessa è E, si può concludere che
X*0 = E.
Pertanto:



Si indica ora con


Si può in tal modo considerare la restrizione di g a


indicata con


Siccome


è un insieme bene ordinato, tale è pure



Nell'ipotesi che
φ sia bigettiva, essendo


bene ordinato, esiste su E una relazione d'ordine
' ottenuta per trasporto, in modo tale che φ sia un isomorfismo.
Pertanto, essendo




bene ordinato, tale è E.
In tal modo, resta dimostrato il teorema di Zermelo.

Si dimostra ora che
φ è bigettiva, pertanto basta provare che φ è ingettiva e surgettiva.
Per la surgettività di 
φ, si deve dimostrare che:



Si fissi un 
xE e si indichi con a gotica il seguente insieme:


Certamente si verifica quanto segue:


in quanto l'insieme vuoto non è formato da alcun elemento.
Quest'ultima condizione esprime che verifica KI).

Si consideri ora la famiglia




Logicamente risulta



in quanto



Si osserva ora che


Infatti, supponendo che


ma


Quest'ultima condizione esprime che verifica
KIII).
A tal punto
verifica KI e KIII); si prova ora che non verifica KII).
Supponendo che
verifichi anche KII), ci si troverebbe nelle seguenti condizioni: verifica KI, KII) e KIII), inoltre, per come è stato definito, risulta


allora, per il principio d'induzione completa, si avrebbe


e ciò è impossibile, in virtù del fatto che


Infatti, se dovesse risultare



si svrebbe

E
xE,

e ciò è contro l'ipotesi, in quanto 
xE.

Dunque,
non verifica KII) e ciò equivale a dire che

X : f(X)    xf(X).

Essendo inoltre


e ciò si verifica quando
E e quando, considerato X, si ha


Di conseguenza risulta


Resta dunque dimostrato che
φ è surgettiva.

Si dimostra ora che 
φ è ingettiva, cioè:


Tenendo conto che

φ(X) = g(X),  
φ(Y) = g(Y),

è sufficiente dimostrare che

g(X)
= g(Y)  X = Y.

Si suppone per assurdo
che X ≠ Y, essendo


bene ordinato, sarà pure totalmente ordinato, pertanto X ed Y si troveranno nelle seguenti due possibili condizioni:

1) X
Y,
 
2) Y
X.

A tal punto, si ricorda che:


Si esamina ora il caso 1).
Allo scopo, si considera


Per il richiamo suddetto si ha:



Siccome


Inoltre, se


e ciò è assurdo, perchè per ipotesi


Quindi X
non può essere contenuto strettamente in Y; analogamente, si dimostra che Y non può essere contenuto strettamente in X. L'unica conclusione possibile è quindi che X = Y.

b)
c)
Si ricorda che:



Si consideri ora 
x0E, se fosse


ne dedurremmo che
x0 è elemento massimale, pertanto m coinciderebbe con x0. Logicamente, dire che x0 non è elemento massimale, equivale a dire che


Si vuole dunque dimostrare che esiste almeno un 
elemento massimale dell'intervallo


si ragiona per assurdo, cioè


Si consideri l'insieme E; essendo vera la b), su E dovrà esistere una relazione di buon ordine, indicata con
≤'. Si costruisce ora l'applicazione

f : 
E E

così definita:


Pertanto, fissato
xE,


In ogni caso,

xE : x f(x).

Inoltre, siccome E è un insieme ordinato induttivo,

x*0 x0 x*0 = f(x*0),

tenendo conto che quest'ultima uguaglianza è stata dimostrata in precedenza.

Essendo


si è così pervenuti ad un assurdo, in quanto 
x*0 = f(x*0) e quindi esiste almeno un

x
E  x0 ≤ x

che risulta massimale per
.
Si indichi con


Si fissi


in corrispondenza di tale i si consideri Xi
E ed xXi; in tal modo, si può considerare l'applicazione


e porre

φ(i) = x
Xi.

Allora



Si fissi ora su
una relazione ≤' così definita:


Si dimostra che
≤' è una relazione d'ordine, cioè che è riflessiva, antisimmetrica e transitiva.
E' logico che se

(J, φ)  (J, φ) ≤' (φ, J),

in quanto risulta


Dunque,
≤' è riflessiva.

Si dimostra ora che
≤' è antisimmetrica, cioè che

(J',
φ') ≤' (J'', φ''), (J'', φ'') ≤' (φ'', J'') (J', φ') = (J'', φ'').

Infatti:


Dunque,
≤' è antisimmetrica.

Si dimostra infine che ≤' è transitiva, cioè che

(J',
φ') ≤' (J'', φ''), (J'', φ'') ≤' (J''', φ'''),  (J', φ') ≤' (J''', φ''').

Infatti:


Pertanto risulta

J'
J'', J'' J''' J' J''',

quindi ha senso considerare e dimostrare quanto segue:


Infatti, considerato


Essendo poi
xJ'', in quanto J' J'', sarà


Quindi



allora


Dunque,
≤' è transitiva.

Si è così dimostrato che
≤' è una relazione d'ordine.

Prima di dimostrare la parte finale del teorema, si dimostra quanto segue:
sia E un insieme e si consideri una famiglia di parti di E, cioè



Si considera ora 
un nuovo insieme E' e l'applicazione

fi : Xi E',
iI.

Si dimostra che le seguenti due proposizioni sono equivalenti:




Si ricorda prima che se

f : E E'

e se

 

si può considerare
jX : X E,

e quindi l'applicazione composta

f ο
jX : X E,

indicata con


Si dimostra ora che:
a) b)

Si considerino,

λ, μI, λ μ,    Xλ  Xμ 

e si osserva che

X
λ
 Xμ Xλ,  Xλ  Xμ  Xμ,

ed inoltre che

f
λ
Xλ E',  fμXμ E'.

Si consideri ora

x
Xλ  Xμ,

ed inoltre




Resta quindi dimostrata la b), cioè:


Si dimostra ora che:

b) a)

Si suppone che ogni

fi
 = (Xi, E', Gi),

in cui

Gi
 Xi  E'

e si indica con


Si dimostra che G è una relazione funzionale, e quindi si può considerare l'applicazione f(E, E' G).
Allo scopo, si deve dimostrare che considerato x
E, la sezione G(x) e non vuota e si riduce ad un solo elemento.

Infatti, considerato

x
E iI xXi Gi ,

ed inoltre sia

y
Gi(x) (x, y)Gi  G yG(x)  G(x) .

Si dimostra ora che
la sezione G(x) è formata da un solo elemento.
Allo scopo, se ne considerano due:


Supponendo che

λ = μ,

allora

(x, y)
G, (x, z) yGλ(x), zGλ(x).

Essendo Gλ
una relazione funzionale, Gλ(x) si riduce ad un unico elemento, il che implica che

y = z.

Supponendo invece che

λ 
μ,

allora


Pertanto, si consideri


siccome

x
Xλ  Xμ,

ha senso considerare l'uguaglianza


Analogamente, si consideri

(x, z)
Gμ z = fμ(x),

ma

x
Xλ  Xμ,

quindi ha senso considerare l'uguaglianza


Per la validità della b), deve risultare


il che ha come ovvia conseguenza che

y = z.

Si è così dimostrato che
Gè una relazione funzionale, si può pertanto considerare la terna

f = (E, E', G).

Si dimostra ora che, quale che sia x in X
i,


Si può allora fissare:

(
x, f(x))G,

se si considera


Si dimostra ora l'unicità della f.
Siano

Sia


In tali condizioni, si può considerare:


Essendo uguali i secondi membri di tali uguaglianze, si ha:

f'(x) = 
f''(x) x f' = f''.

Dopo aver dimostrato l'equivalenza delle proposizioni a) e b), si continua ora con la dimostrazione finale del teorema:
è un insieme ordinato induttivo, cioè ogni parte non vuota e bene ordinata ammette estremo superiore. Allo scopo, sia
 
 ,

con
bene ordinata, e di conseguenza totalmente ordinata; si dimostra che tale parte di  ammette estremo superiore.
Si indichi con



Si consideri ora la famiglia di applicazioni


se si dimostra che per tale famiglia è vera la b) ora dimostrata, allora si può asserire che è vera la a).

Si considerino due elementi

(J',
φ') e (J'', φ'')

dell'insieme degl'indici
, totalmente ordinato da ≤', può verificarsi che:

(J',
φ'≤' (J'', φ'')  v  (J'', φ'') ≤' (J', φ').

Se è


Siccome


Inoltre,


Quindi:


Se è

(J'',
φ'') ≤' (J', φ'),

si perviene allo stesso riusultato, pertanto si può concludere che comunque si prendano due elementi dell'insieme degl'indici, si trova che le restrizioni delle due applicazioni relative sono uguali, quindi è vera la b) prima dimostrata, ed essendo quest'ultima equivalente alla a), si ha che:


Si dimostra ora che:



Affinchè


deve verificarsi che


Che


è stato già verificato.

Siccome risulta

 

Si verifica ora che



Si fissi


Siccome 
iJ, si calcola ora



Inoltre, in quanto


risulterà

φ(i)
Xi,

allora, sussistendo l'uguaglianza


si ha:


Pertanto, avendo verificato che:



senz'altro risulta



Si dimostra ora che


è un maggiorante e che risulta il più piccolo.
Si verifica prima che è un maggiorante, cioè che:


Allo scopo, si fissi


Si dimostra ora che


è
il più piccolo dei maggioranti.

Sia


Dire che


in quanto J varia mentre J' rimane fisso, quindi


Si dimostra ora che


e ciò si verificherà se


Pertanto, si consideri


Essendo
iJ, si calcola quindi


Così pure


Essendo uguali gli ultimi membri, risulta:


Resta così dimostrato che


Pertanto, si può affermare che


Esistendo l'estremo superiore di
, è un insieme induttivo, si può allora applicare il teorema di Zorn, per il quale

(L, f) massimale per   iL : f(i)Xi.

Se si dimostra che L = I, il problema è risolto.


Si suppone per assurdo che L
 
I e si tiene conto che L  I, perchè (L, f).
Dire che

L
 
I - L ≠ .

Sia

α I - L

e si indichi con



Si consideri ora l'applicazione


Si dimostra che

(
L*f*);

innanzitutto si osserva che

L
*  I,

pertanto resta da verificare che

iL* : f*(i)Xi.

Poichè

i
LiLi = α.

Se

i
L :  f*(i) = f(i)Xi,

se

i = 
α  f*(i) = xXα.

Dunque

(
L*f*),

si prova che

(
Lf) ≤' (L*f*).

Infatti,

L
L*

inoltre



Ia qual cosa deriva dal modo in cui è stata costruita f.
D'altro canto,

(
Lf (L*f*),

in quanto

L
 L*,

ne consegue pertanto che

(
Lf) <' (L*f*),

e ciò è assurdo, perchè 
(Lf) è massimale.

Siccome l'assurdo è derivato dall'aver supposto

L  I,

si conclude che

L = I.