MIKY & GENNY

RELAZIONI FUNZIONALI ---> INDICE

Siano E ed F due insiemi e G una relazione fra elementi di E ed elementi di F, cioè


Definizione di relazione funzionale
Si chiama relazione funzionale tra elementi di E ed elementi di F ogni relazione G che verifica le seguenti condizioni:

1)-
xE la sezione G(x), di G relativa ad x, è non vuota, cioè:

xE : G(x) ≠ .

2)-
xE la sezione G(x), di G relativa ad x, è formata da un solo elemento, cioè:

x x' G(x)  y'G(x) : x' = y'.

in cui il simbolo  esprime "uno ed un solo".

In altri termini, si dice che G è una relazione funzionale o grafico, se si verifica quanto segue:

(G grafico)  (xyF  (x, y) G)  xE : G(x) ≠   G(x) è formato da un solo

elemento.

Definizione di
funzione, o applicazione o trasformazione

Sia f un'applicazione fra elementi di E ed elementi di F a cui corrisponda una terna ordinata f = (E, F, G) nella quale la 1^ e la 2^ coordinata sono insiemi e la 3^ 
una relazione funzionale tra elementi di E ed elementi di F.
A queste coordinate si assegnano i seguenti nomi:
-ad E insieme di definizione o di partenza,
-ad F insieme di variabilità o di arrivo,
-a G di grafico dell'applicazione f.
Si chiama funzione, o applicazione o trasformazione dell'insieme E nell'insieme F ogni applicazione f che abbia E come insieme di definizione ed F come insieme di variabilità.
In tal caso si può anche dire che f è una funzione definita in E che assume valori in F.
Spesso, un'applicazione di E in F si indica soltanto con una lettera minuscola, ad esempio f, e si scrive:

f : E F.

Valore dell'applicazione
Se f è un'applicazione dell'insieme E nell'insieme F, cioè

f : E F,

xE 
si chiama valore di f in x, e s'indica con f(x), l'unico elemento di F a cui si riduce la sezione G(x) del grafico G dell'applicazione f.

Essendo



Se G è un grafico, si dimostra che:

(x, y)
 y = f(x).

Infatti, siccome y
G(x), si ha:


cioè

y = f(x).

Viceversa, se


Teorema - Se f' ed f'' sono due applicazioni dell'insieme E nell'insieme E', risulta f' = f'', se e solo se per ogni x
 E risulta
f'(x) = f''(x), cioè se

f' : E E'
 
f'' : E E'

f' = f'''
xE : f'(x) = f''(x).

Infatti, considerati i grafici G' e G'' delle funzioni f' ed f'', essendo f' = (E, E', G'),
f'' = (E, E', G'') e per ipotesi f' = f'', dev'essere G' = G''; ciò equivale a dire che

xE : f'(x) = f''(x).

Nota bene

In tema di notazioni, se A e B sono insiemi, esiste un insieme che si indica con B elevato ad A oppure con effe gotica di A, B, cioè


i cui elementi sono tutte e sole le applicazioni di A in B:

 
f : A B.

Caratterizzazioni
di relazioni funzionali
1)-Applicazione costante
Siano E
ed F insiemi e y0F.
Si consideri la relazione tra elementi di E ed elementi di F, in corrispondenza dell'elemento
y0F, cioè:


Si dimostra che



è una relazione funzionale, quindi la sezione


ed è formata da un solo elemento.

Infatti, si prenda una coppia arbitraria



Quindi, si è dimostrato che la sezione è non vuota; si dimostra ora che essa è formata da un solo elemento. Allo scopo, si considerano due elementi e si dimostra che essi coincidono.
Siano essi

Avendo dimostrato che


è una relazione funzionale, ha senso considerare l'applicazione


Essa si chiama applicazione costante di costante valore
y0.
Per definizione


2)-Applicazione identica o bigezione canonica

Sia E un insieme.
Si consideri la diagonale del prodotto E X E, dell'insieme E per se stesso o più brevemente diagonale di E, indicata con ΔE, cioè l'insieme delle coppie (x, y)
E X, tali che x = y.
In altri termini:


Si dimostra che

ΔE

è una relazione funzionale, quindi la sezione

ΔE(x)
,

ed è formata da un solo elemento.

Infatti, si prenda una coppia arbitraria

(x, x)
ΔE(x)  x ΔE(x)  ΔE(x) .

Quindi, si è dimostrato che la sezione è non vuota; si dimostra ora che essa è formata da un solo elemento. Allo scopo, si considerano due elementi e si dimostra che essi coincidono.

Siano essi

Avendo dimostrato che

ΔE

è una relazione funzionale, ha senso considerare l'applicazione

iE = (E, E,
ΔE).

Essa si chiama applicazione identica
, o bigezione canonica o identità dell'insieme E.
Per definizione



3)-Ingezione canonica

Sia E un insieme, A una parte dell'insieme E e 
ΔA la diagonale del prodotto A X E, definita come segue:


Si dimostra che

ΔA

è una relazione funzionale, quindi la sezione

ΔA(x)
,

ed è formata da un solo elemento.

Infatti, si prenda una coppia arbitraria

(x, x)
A X A  A X E  (x, x)ΔA xΔA(x)  ΔA(x) .

Quindi, si è dimostrato che la sezione è non vuota; si dimostra ora che essa è formata da un solo elemento. Allo scopo, si considerano due elementi e si dimostra che essi coincidono.
Siano essi


Avendo dimostrato che

ΔA

è una relazione funzionale, ha senso considerare l'applicazione

jA = (A, E,
ΔA).

Essa si chiama in
gezione canonica o applicazione inclusione di A in E.
Per definizione


Convenzione

Siano E, F, G insiemi; se

 f : E X F  G,

è un'applicazione dell'insieme E X F, prodotto dell'insieme E per l'insieme F, nell'insieme G,
xE X F il valore che f assume in (x, y) è indicato con f(x, y).
La circostanza che il valore f(x, y) dipenda da
xE e da yF spiega il motivo per cui f si chiama funzione di due variabili.
E' bene tener presente che tale valore si sarebbe dovuto indicare con f((x, y)), ma è preferibile indicarlo con f(x, y) per snellire la terminologia.

4)-Prima e seconda proiezione del prodotto di due insiemi

Siano E ed F insiemi ed R1 la relazione fra elementi dell'insieme (E X F) e l'insieme E
, definita
come segue:


Si dimostra che

R1

è una relazione funzionale, quindi la sezione

R1
(x),

ed è formata da un solo elemento.

Infatti, si prenda una coppia arbitraria

((x, y), x)
 R (x, y)R1(x, y)  R1(x, y).

Quindi, si è dimostrato che la sezione è non vuota; si dimostra ora che essa è formata da un solo elemento. Allo scopo, si considerano due elementi e si dimostra che essi coincidono.

Siano essi


Avendo dimostrato che

R1

è una relazione funzionale, ha senso considerare l'applicazione

pr1 = (E X F, E,
R1).

Essa si chiama prima proiezione del prodotto E X F
.
Per definizione


Analogamente,
sia R2 la relazione fra elementi dell'insieme (E X F) e l'insieme F, definita come segue:



Si dimostra, come è stato fatto in precedenza, che

R2

è una relazione funzionale, quindi la sezione


R2
(x) ,

ed è formata da un solo elemento.
Quindi, ha senso considerare
l'applicazione

pr2 = (E X F, F,
R2).

Essa si chiama seconda proiezione del prodotto E X F
.
Per definizione


5)-Applicazione fondamentali
Siano E ed F insiemi ed R1v la relazione fra elementi dell'insieme E e dell'insieme (E X F), con vF, definita come segue:



Si dimostra che

R1v

è una relazione funzionale, quindi la sezione


R1v
(x),

ed è formata da un solo elemento.
Infatti, si prenda una coppia arbitraria

(x, (x, v))
 R1v (x, v) R1v(x)  R1v(x, y).

Quindi, si è dimostrato che la sezione è non vuota; si dimostra ora che essa è formata da un solo elemento. Allo scopo, si considerano due elementi e si dimostra che essi coincidono.

Siano essi


Avendo dimostrato che

R1v

è una relazione funzionale, ha senso considerare l'applicazione


φ
1v = (E, E X F, R1v).

Per definizione


Analogamente,
sia R2u la relazione fra elementi di F ed (E X F), così definita:



Si dimostra che

R2u

è una relazione funzionale, quindi la sezione


R2u
(x) ,

ed è formata da un solo elemento.
Quindi, ha senso considerare l'applicazione

φ
2u = (F, E X F, R2u).

Per definizione


6)-Estensione di un'applicazione alle parti di un insieme

Si consideri l'applicazione f = (E, F, G), cioè
f : E F e



si consideri l'insieme



che rappresenta, come si vedrà in seguito, l'immagine diretta di X mediante f.
Si considerino ora


insiemi di partenza e di arrivo e si indichi con R la relazione tra i loro elementi, cioè:


Si dimostra che

R

è una relazione funzionale, quindi la sezione


R
(X) ,

ed è formata da un solo elemento.
Infatti,


Quindi, si è dimostrato che la sezione è non vuota; si dimostra ora che essa è formata da un solo elemento. Allo scopo, si considerano due elementi e si dimostra che essi coincidono.

Siano essi


Avendo dimostrato che

R

è una relazione funzionale, ha senso considerare l'applicazione


Essa si chiama estensione di f alle parti di un insieme.

Per definizione


E' bene osservare che f(X)
R(X) è il nuovo valore di X nella nuova applicazione e coincide proprio con f(X) dell'applicazione di partenza.

Proposizione

Sia f = (E, F, G), cioè f : E F e


Si consideri ora la sezione G(X), di G relativa ad X, si dimostra che:

f(X) = G(X).

Allo scopo, si suppone che:

X
,

e quindi

f
(X) .

Sia



Resta dimostrato che



Viceversa, sia


Resta anche dimostrato che



Quindi:


7)-Estensione reciproca

Si consideri l'applicazione f = (E, F, G), cioè
f : E F e



si consideri l'insieme



che rappresenta, come si vedrà in seguito, l'immagine reciproca di Y mediante f.
Si considerino ora


insiemi di partenza e di arrivo e si indichi con R1 la relazione tra i loro elementi, cioè:


Si dimostra che

R1

è una relazione funzionale, quindi la sezione


R1
(Y),

ed è formata da un solo elemento.
Infatti,


Quindi, si è dimostrato che la sezione è non vuota; si dimostra ora che essa è formata da un solo elemento. Allo scopo, si considerano due elementi e si dimostra che essi coincidono.

Siano essi


Avendo dimostrato che

R1

è una relazione funzionale, ha senso considerare l'applicazione


Essa si chiama estensione reciproca di f alle parti di un insieme.

Per definizione



Proposizione

Sia f = (E, F, G), cioè f : E F e


Si consideri ora la sezione inversa G-1(Y), di G relativa ad Y, si dimostra che:

f-1(Y) = 
G-1(Y),

per ogni parte Y di F.
Allo scopo, si suppone che:

,

e quindi

f-1(Y)
.

Sia


Resta dimostrato che


Viceversa, sia


Resta anche dimostrato che


Quindi:



8)-Applicazione prodotto di due applicazioni

Siano f = (E, F, R) e g = (E', F', R') due applicazioni; la relazione associata all'applicazione prodotto delle due è:



Essa è una relazione funzionale così definita:


9)-Applicazione parziale
Sia assegnata un'applicazione di due variabili

f : E X F E' X F'.


Si possono considerare due applicazioni, chiamate applicazioni parziali di f:
fissato y
F, si può considerare l'applicazione

f(., y)
: E E' X F'  xf(., y)(x) = f(x, y)

e, fissato x
E, si può considerare

f(x,
.) : F E' X F'  yF f(x, .)(x) = f(x, y).

10)-Applicazione composta
Siano assegnate due applicazioni:

f : E
F  e  g : F G.

A partire da esse si può considerare una nuova applicazione chiamata applicazione composta di f e g.
Si dimostra che l'insieme



è una relazione funzionale tra elementi di E ed elementi di G, cioè la sezione relativa ad esso è non vuota ed è formata da un unico elemento, cioè:


Essendo R una relazione funzionale, ha senso considerare l'applicazione



tra elementi di E ed elementi di G, che si legge g cerchietto f.

Ciò giustifica la seguente definizione:
-se
f : E F  e  g : F G sono due applicazioni, indicato con R l'insieme delle coppie ordinate (x, z) E X G  z = g(f(x)), l'applicazione (E, G, R), si chiama applicazione composta di f e g.
Il valore che l'applicazione assume in x è il seguente:



11)-Restrizione di un'applicazione ad una parte di un insieme

Sia assegnata l'applicazione f : E E',



e
l'ingezione canonica o applicazione inclusione di A in E

jA
: A E.

Si chiama restrizione di f ad A, e si indica con



l'applicazione composta di f e 
jA, cioè:



Il valore che l'applicazione assume in x è il seguente:



cioè



12)-Estensione o prolungamento di un'applicazione
Sia f : A Y, X un insieme in cui è contenuto A, si chiama estensione di f da A ad X ogni eventuale applicazione



Si distinguono due casi:



Infatti, poichè dev'essere



si ha che



13)-Applicazione ridotta

Sia f = (E, E', G) un'applicazione dell'insieme E nell'insieme E' di grafico G.
Come si vedrà in seguito, considerata l'immagine f(E), di E mediante f, essa risulta parte di E', cioè:



Si dimostra che G è una relazione funzionale fra elementi di E ed elementi di F(E), oltre ad esserlo fra elementi di E e di E'.
Pertanto, la terna ordinata

g = (E, f(E), G)

è un'applicazione di E in f(E) avente lo stesso grafico G di f e quindi si ha:

xE : g(x) = f(x).

Quindi, se f = (E, E', G) è un'applicazione dell'insieme E nell'insieme E' di grafico G, l'applicazione g = (E, f(E), G) di E in f(E) si chiama applicazione ridotta di f.

E' bene osservare che se si considera l'ingezione canonica di f(E) in E, cioè

jf(E) : f(E) E

risulta:



Infatti, il valore che l'applicazione assume in x è dato da:



14)-Applicazione involutoria
Sia f : E E un'applicazione dell'insieme E nell'insieme E ed



l'
applicazione composta dell'insieme E nell'insieme E.
E' noto che
un'applicazione di E in E è la bigezione canonica. Se si verifica la circostanza che



si dice che f è un'applicazione involutoria di E. Si osserva inoltre che f è anche bigettiva.
Per dimostrare ciò, basta riconoscere che f è anche invertibile, ossia è una permutazione di E cioè, essendo per ipotesi f involutoria, basta provare che



Se per caso si può dire che che g esiste, automaticamente f è invertibile, e ciò accade se si assume f = g.

Pertanto, si può anche stabilire che l'insieme delle applicazioni involutorie di E è contenuto nell'insieme delle permutazioni di E.

Si consideri l'applicazione



definita come segue:



Si dimostra che è un'applicazione involutoria, cioè



Infatti:


Tale applicazione, essendo involutoria è anche bigettiva.
 
15)-Applicazione surgettiva
L'applicazione f : E F, dell'insieme E nell'insieme F si dice surgettiva se f(E) = F, cioè:

(f surgettiva) (yF x f(x) = y).

16)-Applicazione ingettiva
L'applicazione f : E F, dell'insieme E nell'insieme F si dice ingettiva se

xE yf(x) = f(y)  x = y,

cioè:

(f ingettiva)
(xyF f(x) = f(y)  x = y').

17)-Applicazione bigettiva
L'applicazione f : E E', dell'insieme E nell'insieme E' si dice bigettiva se è surgettiva e ingettiva, cioè:

(f bigettiva) (f surgettiva    f ingettiva).