da cui, passando alle misure,
o anche, ricordando la definizione di seno e coseno,
senα : cosα = tgα : 1
e quindi, dividendo per cosα, è ciò è lecito perchè cosα ≠ 0, in quanto α ≠ (2k + 1)90°, si ha
Si può allora enunciare la seguente proprietà:
-la
tangente di un angolo, che non sia un multiplo dispari di un angolo
retto, è uguale al rapporto tra il seno ed il coseno dello
stesso angolo.
Cotangente
Si consideri ora un angolo qualsiasi α non nullo, che non sia miultiplo dell'angolo piatto, cioè si suppone che
α ≠ k180°,
oppure
α ≠ kπ;
si conduce dal punto B la tangente al cerchio trigonometrico, che incontra in S il lato OP dell'angolo α.
Definizione - Si chiama cotangente dell'angolo α, o dell'arco , e si indica con ctgα,
il rapporto, in grandezza e segno, tra il segmento BS e il raggio OA.
Si ha quindi per definizione:
Nota bene
Nella definizione di cotangente si è supposto α ≠ k180°, perchè altrimenti la semiretta OP risulterebbe parallela alla tangente in B al cerchio
trigonometrico e allora non esisterebbe l'intersezione S.
In altri termini, non esiste la cotangente di un angolo multiplo di un angolo piatto. In seguito si vedrà come
sia possibile togliere questa eccezione.
Espressione della cotangente mediante seno e coseno
Si
conduce da P la perpendicolare al diametro BB' e sia R il punto
d'intersezione; i due triangoli rettangoli ORP, OBS sono simili
perchè hanno in comune l'angolo e quindi si può scrivere la proporzione
RP : OR = BS : OB,
o anche, siccome
RP = OQ, OR = QP, OB = OA,
OQ : QP = BS : OA,
da cui, passando alle misure, si ha
cioè, ricordando la definizione di seno e coseno,
e quindi dividendo per senα, è ciò è lecito perchè senα ≠ 0, in quanto α ≠ k180°, si ha
Si può allora enunciare la seguente proprietà:
-la
cotangente di un angolo, che non sia un multiplo di un angolo piatto, è uguale al rapporto tra il coseno e il seno stesso angolo.
In generale, supponendo che l'angolo α non sia in multiplo, nè pari nè dispari, dell'angolo retto, in modo che esistano tgα e ctgα, dalle (4) e (5), si deduce:
e quindi
o anche
tgα·ctgα = 1.
Si deduce la seguente proprietà:-le funzioni circolari tangente e cotangente, nelle ipotesi indicate per l'angolo, sono l'una inversa dell'altra.
Variazioni delle funzioni tangente e cotangente
In virtù delle formule (4) e (5), oppure dalle definizioni, si può scrivere:
tg0° = tg180° = 0; ctg90° = ctg270° =0.
Si suppone ora che l'angolo α
cresca dal valore 0° al valore 90°; di conseguenza
crescerà il segmento AT e quindi la sua misura rispetto al
raggio, cioè la tangente.
Si
può dire inoltre che, comunque si scelga un numero m positivo,
grande a piacere, esiste sempre un angolo sufficientemente vicino a
90°, tale che la sua tangente risulti maggiore del numero m.
Infatti,
fissato m, si riporti, a partire da A sulla tangente al cercho
trigonometrico, un segmento AM, la cui misura rispetto al raggio sia m,
e si congiunga M con O.
Si ottiene in tal modo l'angolo , tale che ; se si considera un qualsiasi angolo
maggiore di , la sua tangente, evidentemente, risulta maggiore di m, e ciò dimostra quanto asserito.
Si può quindi dire che:
-al crescere dell'angolo α
da 0° a 90°, la sua tangente cresce indefinitamente e diventa e
resta maggiore di un qualsiasi numero positivo prefissato, comunque
grande.
Per esprimere ciò, si dice brevemente che:
-la
tangente di un angolo tende all'infinito quando l'angolo tende a
90° o anche, meno esattamente, che la tangente di 90° è
infinita.
Si fa ora crescere l'angolo da 90° a 180°;
il punto P, nella figura precedente a quella suddetta, si
troverà nel II quadrante e di conseguenza il lato OP
incontrerà la tangente in A al cerchio trigonometrico in un
punto appartenente al IV quadrante; la misura del segmento AT
dovrà pertanto assumersi negativamente. D'altronde, se l'angolo α,
sempre supposto maggiore di 90°, diminuisce continuamente
avvicinandosi sempre più al valore di 90°, il punto T si
allontana indefinitamente sulla tangente e quindi di nuovo la misura
del segmento AT, in valore assoluto, tenderà all'infinito, nel
senso spiegato in precedenza.
Tale circostanza si esprime dicendo che la tangente tende all'infinito negativo.
Concludendo, si può dire che l'angolo, avvicinandosi al valore di 90°, con valori crescenti, cioè per angoli appartenenti al I quadrante, la tangente tende all'infinito positivo, mentre quando l'angolo si avvicina al valore di 90°, con valori decrescenti, cioè per angoli appartenenti al II quadrante, la tangente tende all'infinito negativo.
Per esprimere tale proprietà, si usa la scrittura:
e si legge "limite di tangente x, per x che tende a π/2, uguale a più o meno infinito".
Continuando
a far crescere l'angolo fino a 180°, il segmento AT diminuisce
continuamente fino ad annullarsi, quando l'angolo diventa 180° si
può dire che la tangente cresce algebricamente da meno infinito
a zero.
Quando poi l'angolo passa da 180° a 270° la tangente
torna, evidentemente, ad essere positiva, perchè dal punto T
viene a trovarsi di nuovo nel I quadrante, anzi, assume tutti i valori
positivi, da zero a più infinito, già assunti quando
l'angolo variava da 0° a 90°.
Quest'ultima circostanza si esprime scrivendo:
(7) tg(α + 180°) = tgα.
dove α rappresenta un angolo qualsiasi del I quadrante.
Se
l'angolo, contrinuando a crescere passa da 270° a 360°, la
tangente torna ad essere negativa, riprendendo gli stessi valori che
aveva assunto quando l'angolo apparteneva al II quadrante, così
vale ancora la (7), e α indica un angolo del II quadrante.
Considerazioni del tutto analoghe si possono ripetere per la variazione della cotangente, per la quale sussiste la formula
(7') ctg(α + 180°) = ctgα.
Si
deve però tenere presente che la cotangente cresce
illimitatamente quando l'angolo si avvicina al valore 0° e al
valore 180°.
Per comodità di consultazione, anche quest'ultimi risultati si riuniscono nella seguente tabella:
Variazione della tangente e della cotangente |
Angolo | Tangente | Cotangente | Quadrante | Tangente | Cotangente |
0° | 0 | +∞ | I | + | + |
90° | ±∞ | 0 | II | - | - |
180° | 0 | ±∞ | III | + | + |
270° | ±∞ | 0 | IV | - | - |
360° | 0 | -∞ | - |
Nota bene
Ricordando la definizione di funzione periodica, le formule (7) e (7') permettono di affermare:
1)-le funzioni circolari tangente e cotangente sono funzioni periodiche di periodo 180° oppure π;
2)-le funzioni circolari tangente e cotangente sono sempre di segno concorde, come appare evidente da tgα·ctgα = 1;
3)-la positività, nel I e III quadrante e la negatività, nel I e III quadrante, della tangente e della cotangente, era prevedibile anche in virtù delle relazioni (4) e (5) esprimenti il valore di tgα e ctgα in funzione di seno e coseno, perchè seno e coseno sono concordi nel I e III quadrante, discordi nel II e IV.
Secante e cosecante
In
alcune scienze applicate, specialmente in astronomia e topografia,
spesso è utile considerare altre funzioni goniometriche.
In riferimento al solito cerchio trigonometrico, si consideri un angolo ,
non multiplo di 90°; si conduca poi la tangente in P al cerchio
e si indichi con X, Y le sue intersezioni con gli assi x ed y.
Le misure dei due segmenti orientati OX, OY rispetto al raggio, cioè i due rapporti
si dicono rispettivamente secante e cosecante dell'angolo α e si indicano con:
Si considerino ora i due triangoli rettangoli OQP, OXP, simili fra loro perchè hanno in comune l'angolo α, quindi si può scrivere la proporzione
OQ : OP = OP : OX,
o anche, essendo OP = OA,
OQ : OA = OA : OX.
Passando alle misure, segue
cioè, ricordando la definizione di coseno e di secante,
cosα : 1 = 1 : secα,
e quindi, essendo cosα ≠ 0, perchè per ipotesi α ≠ k90°,
Analogamente, se si considerano gli altri due triangoli rettangoli OQP, OPY, simili fra loro perchè hanno in comune l'angolo , quindi si può scrivere la proporzione
QP : OP = OP : OY,
o anche, essendo OP = OA,
QP : OA = OA : OY.
Passando alle misure, segue
cioè, ricordando la definizione di seno e di cosecante,
senα : 1 = 1 : cosecα,
e quindi, essendo senα ≠ 0, perchè per ipotesi α ≠ k90°,
Variazioni delle funzioni secante e cosecante
Evidentemente la funzione cosecante resta definita da ogni valore dell'angolo α diverso da multipli di 180° e la funzione secante da ogni valore dell'angolo α diverso da multipli dispari di 90°.
Infatti, nel primo caso il secondo estremo P dell'arco
coincide con uno dei punti A, A', nel secondo con uno dei punti B, B';
la tangente al cerchio trigonometrico nel punto P risulta
rispettivamente parallela all'asse delle y o a quello delle x e di
conseguenza verrebbe a mancare uno dei punti Y o X.
Inotre, se si ripete lo stesso ragionamento fatto per la tangente, si può affermare che, quando l'angolo α tende a 0° o 180°, la cosecante tende all'infinito, positivo o negativo, mentre se l'angolo α tende a 90° o a 270°, la secante tende all'infinito, positivo o negativo.
Infine, le le due funzioni secante e cosecante, come per seno e coseno, risultano periodiche di periodo 360°, oppure 2π.