MIKY & GENNY

LA STORIA DEL CALCIO A TARANTO ---> INDICE

PRESENTAZIONE

Immagine storica

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Lo scopo di queste pagine è far conoscere ai giovani tifosi tarantini il cammino della propria squadra dalle origini ai giorni nostri, infondere nelle loro menti i principi di lealtà sportiva, abnegazione e attaccamento ai colori sociali indossati. Alle origini di questo sport, il fattore economico era totalmente assente, solo la passione muoveva gli atleti in campo, tutti dilettanti e quindi impegnati in un lavoro fuori dal calcio. Le strutture e l'organizzazione calcistica rispecchiavano gli stenti di inizio secolo, quando anche solo procurarsi il sostentamento era arduo.

Il confronto con il calcio odierno, multimiliardario ed iperprofessionistico fino alla Seconda Divisione, è impietoso: la lealtà sportiva è spesso un ricordo, il fair play in campo lascia il posto alle azioni furbesche per sconfiggere l'avversario in qualsiasi modo. Nel primo secolo di calcio, tante sono state le partite rivelatesi combinate, per non parlare degli incontri di fine stagione conclusi con taciti accordi di non belligeranza. Nonostante tutto, il calcio va avanti, sostenuto da quei tifosi che ancora non hanno perso il sogno e l'emozione di seguire la propria squadra. In fondo, esiste ancora qualcuno, come ad esempio il Chievo, che conserva i valori del calcio dei primi del novecento. Ricostruiamo di seguito la cronologia storica del calcio tarantino attraverso l'elenco dei presidenti che si sono avvicendati.

La prima squadra di calcio tarantina fu la Mario Rapisardi, fondata nel 1904 da studenti del circolo podistico omonimo.
Luigi AscanelliPresidente Luigi Ascanelli
Fondò l'U. S. Pro Italia Taranto nel 1906. E' il patriarca del calcio a Taranto. Luigi Ascanelli nacque a Ferrara il 2 febbraio 1864 e morì a Taranto il 23 gennaio 1947. Di antica e illustre famiglia ferrarese, fu Capo di 1° classe (Maresciallo Capo) e contabile del reparto della Regia Marina. Si sposò a La Spezia dove nacquero tutti i suoi figli: Francesco Dante, Olga, Alcibiade, Alcide e Adolfo. Nei primissimi anni del 1900 si trasferì con tutta la sua famiglia a Taranto, dove ultimò la sua carriera militare.
Giovanni SardellaPresidente Giovanni Sardella
Gestì l'Audace Taranto Football Club dal 1911.
Presidente Rondanini
Gestì l'U. S. Pro Italia Taranto.
Presidente Giuseppe Ramellini
Gestì l'U. S. Pro Italia Taranto.
Presidente Oscar Sorcinelli
Gestì l'U. S. Pro Italia Taranto.
Presidente Ettore Panarelli
Gestì l'Audace Taranto Football Club dal 1918 al 1920.
Presidente Giovanni Carano
Gestì l'U. S. Pro Italia Taranto.
Presidente Barenghi
Gestì l'Audace Taranto Football Club
nel 1920.
Presidente Vincenzo Gaeta
Gestì l'
Audace Taranto Football Club dal 1920.
Presidente Ugo Negri
Gestì l'Audace Taranto Football Club
.
Presidente Cesare Blandamura
Gestì l'Audace Taranto Football Club nel 1924.
Presidente Carlo Natale
Gestì l'Audace Taranto Football Club dal 1925 al 1926.
Presidente Antonio Colucci
Gestì l'A. S. Taranto, nato dalla fusione fra Audace e Pro Italia, nel 1927, disputando il campionato di prima divisione.
Pietro RestaPresidente Pietro Resta
Gestì l'A. S. Taranto dal 1927 al 1929 e dal 1933 al 1935, sempre in prima divisione, ottenendo nel 1935 la promozione in serie B.
Presidente Francesco Ruggieri
Gestì l'A. S. Taranto dal 1929 al 1930
in prima divisione.
Presidente Romeo Sciascia
Gestì l'A. S. Taranto dal 1930 al 1931
in prima divisione.
Presidente Arturo Guardone
Gestì l'A. S. Taranto dal 1931 al 1932
in prima divisione.
Presidente Alessandro De Biase
Gestì l'A. S. Taranto dal 1932 al 1933
in prima divisione.
Presidente Vincenzo Greco
Gestì l'A. S. Taranto dal 1935 al 1938. Nel 1935 il Taranto retrocesse in serie C.
Presidente Ruggero Melon
Gestì l'A. S. Taranto dal 1938 al 1939.
Fortunato De IntronaPresidente Fortunato De Introna
Gestì l'A. S. Taranto dal 1939 al 1940.
Presidente Francesco Zanetti
Gestì l'U. S. Taranto, nato d
alla fusione fra A. S. Taranto ed U. S. Pro Italia,
dal 1940 al 1943, disputando tre campionati di serie C.
Presidente Sante Scialpi
Dopo due anni di amichevoli e tornei regionali, 
Pro Italia e Audace
si fusero e nacque l'A. S. Taranto. Dal 1946 al 1947, sotto la gestione di Scialpi, retrocesse in serie C.
Presidente A. Tellarini
Gestì l'Arsenaltaranto, nato dalla fusione fra 
Arsenale e Taranto
, dal 1947 al 1948, disputando un campionato di serie B.
Presidente Michele Rinaldi
Gestì l'Arsenaltaranto dal 1948 al 1949
, disputando un campionato di serie B.
Napoleone MagnoPresidente Napoleone Magno
Gestì l'Arsenaltaranto dal 1949 al 1950
, disputando un campionato di serie B.
Presidente Luigi Santilio
Gestì l'Arsenaltaranto fino al 1956 e l'A. S. Taranto, nato dalle sue ceneri, dal 1956 al 1960. Dal 1950 al 1954 disputò quattro campionati di serie C, ottenendo la promozione in B; seguirono sei campionati di serie B conclusi con il ritorno in C.
Presidente Federico Pignatelli
Gestì l'A. S. Taranto dal 1960 al 14 novembre 1963 in serie C.
Presidente Igino Pitrelli
Gestì l'A. S. Taranto per un breve periodo, dopo le dimissioni di Federico Pignatelli, fino 14 novembre 1963 all'avvento di Michele Di Maggio, nel 1965, in serie C.
Immagine storicaPresidente avv. Michele Di Maggio
La sua gestione iniziò nel 1965 e terminò nel 1974. Nei suoi 9 anni, il Taranto disputò 4 tornei in serie C e 5 in B. Il suo bilancio fu molto positivo, grazie alla sua caparbietà ed alle sue doti manageriali. Nei 4 campionati di C ottenne un quarto, due terzi ed un primo posto. A lui si deve la promozione della squadra in serie B alla fine del campionato 1968-1969: durante le indagini della Federcalcio relative all'illecito della Casertana, si trasformò in agente 007, per cercare le prove che potevano condannarla. La burocrazia della Commissione Disciplinare e della CAF ritardò le decisioni sul caso. La Casertana partecipò alla Coppa Italia e fu inserita nel calendario di serie B
della stagione successiva. La Casertana avrebbe dovuto disputare il primo incontro di campionato a Pisa, ma la partita fu sospesa in attesa della sentenza. Di Maggio vigilava: il suo chiodo fisso era portare il Taranto in serie B e ci riuscì. La CAF espresse un giudizio favorevole al Taranto e finalmente il presidente raccolse i frutti del suo operato. Imprenditore di successo ma soprattutto presidente, un uomo schivo, dal carattere forte e dalla indubbia competenza calcistica. Anche la città deve ringraziare Di Maggio: la costruzione dello stadio della "Salinella" (o come lui preferiva dire "Sali-nell-A") ora intitolato alla memoria di Iacovone, è una sua vittoria esclusiva. Dopo 45 giorni e 45 notti (e non 100 come riportò la stampa dell'epoca) di lavori ininterrotti al fianco degli operai, l'8 dicembre del '64, Di Maggio inaugurò il nuovo stadio cittadino. Sotto la sua presidenza hanno indossato la casacca rossoblù calciatori come Beretti, Napoleoni, Biondi, Romanzini, Paina, Cimpiel e tanti altri.
Immagine storicaPresidente Giovanni Fico
La sua gestione iniziò nel 1974 e terminò nel 1979, ma nel 1978 lasciò la carica di presidente a Giuseppe Alessano, mantenendo la proprietà della squadra. In questi anni, il Taranto giocò sempre in serie B. Il suo bilancio fu molto positivo, grazie alla sua capacità di trattare con i calciatori e gli addetti ai lavori, e di difendere a spada tratta il suo allenatore nei momenti di difficoltà. Nei 5 campionati disputati ottenne un dodicesimo, due noni, un undicesimo ed un tredicesimo posto.
Immagine storicaPresidente avv. Domenico Greco
Dopo la stagione 1979-1980 condotta da Donato Carelli, che farà il suo ritorno nel 1989, subentrò Mimmo Greco, la cui gestione terminò nel 1981. Nei 2 anni, il Taranto disputò 2 tornei di B: il bilancio non fu positivo, perchè nei 2 campionati ottenne un sedicesimo ed un 18° posto, retrocedendo in serie C.
Presidente Giovanni Di Mitri
Gestì il Taranto soltanto nella stagione 1981-1982 in serie C, ottenendo un misero undicesimo posto.
Presidente avv. Giovanni Buonfrate
Gestì il Taranto soltanto nella stagione 1982-1983 in serie C, ottenne un ottimo terzo posto e sfiorò la promozione in serie B.
Immagine storicaPresidente cav. Luigi Pignatelli
Il cavaliere era tifosissimo del Taranto, uomo pittoresco, ironico, beffardo, devoto a Sant'Antonio, il suo sogno era vedere la squadra in serie A. La sua verve e la sua mancanza di cultura lo portavano a dire le cose più strane. Un cronista di Videolevante gli disse che al Taranto mancava l'amalgama e lui rispose che avrebbe comprato anche quella.
Una volta, leggendo la rosa del Taranto su un poster, esclamò: "Accosciati... quando l'abbiamo comprato questo?" La sua gestione iniziò nel 1983 e terminò nel 1985. Il primo anno conseguì la promozione in serie B: ricordiamo il rito scaramantico nel prepartita di Taranto-Salernitana, penultima e decisiva giornata, quando fece un giro di campo con la statuetta di Sant'Antonio a cui era devoto; il Taranto vinse 4-1. Purtroppo l'anno successivo ci fu il ritorno immediato in serie C1.
Immagine storicaPresidente ing. Vito Fasano
La sua gestione iniziò nel 1985 e terminò nel 1989. Nei suoi 4 anni, il Taranto disputò un torneo di serie C e tre di B, ottenendo un secondo posto con promozione in B, un quindicesimo, un quattordicesimo ed un ventesimo posto con retrocessione in C. Il suo bilancio fu discreto.
Immagine storicaPresidente cav. Donato Carelli
La sua seconda gestione iniziò nel 1989 e terminò nel 1993. Nei suoi 4 anni, il Taranto disputò un torneo di serie C, classificandosi al primo posto con promozione in B, e 3 in B ottenendo un nono posto, un quindicesimo con spareggi con Lazio e Campobasso ed un diciannovesimo posto retrocedendo in C.
Immagine storicaPresidente prof. William Uzzi
Gestì il Taranto nella stagione 1993-1994 nel Campionato Nazionale Dilettanti, dopo aver salvato il calcio in seguito al fallimento, e conseguì un quarto posto. Ritornò presidente nella stagione 2002-2003, nella gestione del proprietario Ermanno Pieroni.
Immagine storiaPresidente Pasquale Ruta
La sua gestione, insieme a Gino Bitetti e Giacomo Comegna, iniziò nel 1994 e terminò nel 1998, ma lasciò la carica di presidente prima a Giancarlo Cito e, nel febbraio 1996, a Comegna. Nel primo anno di gestione, la squadra si classificò al primo posto e fu promossa in C2, vincendo anche il titolo di campione d'Italia dei dilettanti.
Immagine storiaPresidente onorario Giancarlo Cito
Fu un periodo travagliato e pieno di polemiche: il suo tentativo di sistemare il bilancio, e riavvicinare la squadra ai tifosi diminuendo il prezzo dei biglietti, fallì per la debolezza intrinseca della rosa e per le polemiche interne con i proprietari del Taranto, in particolare Gino Bitetti. Dopo il suo abbandono, lo stadio Iacovone fu vietato alla squadra, che dovette giocare in campo neutro a Castellaneta fino a fine stagione. Nel campionato successivo acquisì il titolo sportivo dell'Altamura, ribattezzandola Taranto 2000, ma a causa dello scarso seguito e delle pressioni della piazza barese, cedette la squadra dopo poco più di un mese.
Immagine storicaPresidente Emanuele Papalia
La sua gestione iniziò nel 1998 e terminò nel 2000: operò molto bene in una fase di transizione.
Immagine storicaPresidente Massimo Giove
La sua gestione, sotto la maggioranza del 60% di Ermanno Pieroni, iniziò nel 2000 e terminò nel 2002. Proprietario del 5% delle quote, faceva gruppo con gli altri soci di minoranza: suo fratello Michele (5%), Cosimo Simonetti (10%), Mimmo Tagarelli (10%), Antonio Palma (10%).
Immagine storicaPresidente Vincenzo Stanzione
La sua gestione, sotto la proprietà di Ermanno Pieroni, iniziò nel 2002 e terminò nel 2004: si prodigò per sanare una società avviata verso il fallimento, senza riuscirci.
Il copresidente Vito Luigi BlasiPresidente Vito Luigi Blasi
Il 16 dicembre 2004 l'imprenditore Vito Luigi Blasi, durante l'asta fallimentare, acquistò il Taranto per 294.000 euro. Grandissimo imprenditore: fondò la sua attività su solide basi di programmazione, il primo obiettivo lo raggiunse concretizzando una salvezza quasi impossibile, istituendo una gestione economica sana. Il secondo obiettivo, disputare almeno i play off nel suo secondo campionato, per poi lanciare la squadra verso obiettivi più prestigiosi. L
a sua caparbietà fu premiata con la promozione in C1, e col rilancio del Taranto verso campionati che gli competono. Nella stagione d'esordio in C1, l'obiettivo prefissato fu centrato: accesso ai play off, nonostante la sconfitta in semifinale. Nel quarto anno della sua gestione il Taranto si classificò terzo e, nei play off, fu sconfitto in finale. Nel quinto anno della sua gestione il Taranto, un po' in declino, si salvò all'ultima giornata. A causa degli ostacoli ambientali e politici, è stato più volte tentato di lasciare il Taranto, fino alla definitiva cessione nel giugno 2009.
Il copresidente Enzo D'addarioPresidente Enzo D'Addario
Il 24 giugno 2009, dopo aver manifestato l'intenzione di lasciare la squadra, Blasi cedette il 50% delle quote societarie ad Enzo D'Addario, nominandolo copresidente. D'Addario acquisì il restante 50% il 16 settembre 2009, diventando così presidente ed unico proprietario.