CHIESA  DI  SAN  GIACOMO A.M. DI  RIALTO - vulgo San Giacometo

 

Secondo la tradizione è la più antica di Venezia: la sua fondazione risalirebbe al 421 (lapide sul pilastro di sinistra del presbiterio).

 

Il tempio è stato riedificato sotto il dominio di Domenico Selvo (1071-84). L’ultima ricostruzione (anni 1599-1601) ha conservato la forma della chiesa antica, rialzandola alquanto, ad evitarne l'allagamento da alta marea.

 

Il doge di Venezia aveva il giuspatronato su questo tempio, che era soggetto alla giurisdizione del primicerio della chiesa ducale di S. Marco; questi nominava il rettore che aveva titolo di parroco (plebanus), l'unico in Venezia ad avere tale titolo senza cura d'anime.

 

Il doge visitava questa chiesa collegiata il giovedì santo, giorno in cui i fedeli accorrevano in gran numero per lucrare l'indulgenza plenaria concessa da Alessandro III nel 1177 e da Leone X nel 1516 (breve scolpito sul pilastro di sinistra della porta principale).

 

Nel 1932 la chiesa è stata concessa in uso perpetuo all' Arciconfraternita di S.Cristoforo e della Misericordia dall’allora Patriarca card. Pietro La Fontaine (lapide nella parete d'ingresso, a sinistra), e qui è stata eretta canonicamente l’Arciconfraternita, come si può leggere nello statuto del sodalizio.

 

La sua pianta si ricollega a quella della Basilica di S. Marco; le sei colonne di marmo greco conservano i capitelli veneto-bizantini del sec. XI, sormontati da pulvini.

 

L'altare di destra reca una Annunciazione di Marco Vecellio, (1545-1611; cugino di Tiziano); apparteneva all'Arte delli garbeladori e ligadori de Comun (crivellatori di grano e facchini; iscrizione sul parapetto dell'altare). Il titolo dell'Annunciata si riallaccia al leggendario dies natalis di Venezia e del tempio (25 marzo 421). A destra, Lo sposalizio dello stesso autore.

 

L'altare dell'abside destra ha una pala raffigurante S. Antonio di Padova opera di Leonardo Gavagnin (1809-1887); anticamente era l'altare dell'Arte dei travasadori di olio, che aveva tale Santo per patrono.

 

L'altare maggiore è stato costruito dall'Arte dei Casaroli (negozianti del formaggio); la decorazione marmorea e la statua di S. Giacomo Maggiore Apostolo sono di Alessandro Vittoria (1524-1608); il tabernacolo settecentesco è stato eretto dal Senato Veneto.

 

L'altare dell'abside di sinistra ha un altro dipinto di Leonardo Gavagnin: S. Francesco riceve le stimmate.

 

L'altare di sinistra è una fastosa architettura di Vincenzo Scamozzi (1552-1616) che lo costruì per l'Arte degli orefici, cui il doge concesse l'altare nel 1601. La statua di S. Antonio abate, loro patrono, è opera di Girolamo Campagna (c. 1550 - c. 1626).

 

Entrando a destra è posto un quadro di S. Leopoldo Mandić di A. L. Lucchiari, mentre a sinistra si trova il quadro dell'Addolorata, di Carlo Dolci. La "Via Crucis" è opera del noto pittore veneziano Carlo Dalla Zorza.

 

Uscendo dal tempio si può ammirare il porticato del sec. XIV, arricchito da cinque colonne gotiche in marmo greco (l'unico in Venezia giunto intatto ai nostri giorni) e nell'abside una croce bizantina del sec. XI (visibile dal ponte di Rialto).