Le opere sociali

SERVIZIO AGLI ULTIMI
P. Ferdínando Severí


I lebbrosi

Figura 1: P. Ferdinando porta viveri ai lebbrosi


Le statistiche parlano di centomila Lebbrosi in Indonesia, sparsi soprattutto nell'Irian Jaya, Celebes, Molucche. Di questi, 70.000 sono sotto controllo. Certamente non molti in relazione ai dieci milioni di lebbrosi presenti nel mondo e alla grande estensione dell'Indonesia, ma sufficienti perché i Missionari Francescani della Provincia di Bologna, che nel 1968 iniziarono la loro opera evangelizzatrice nel Nord Sumatra, si imbattessero, anche senza volerlo con questi malati lungo le strade. Il governo si sta impegnando a favore di questi malati. Nella nostra Provincia ci sono 4 lebbrosari, che consistono in villaggi piuttosto isolati dove essi vivono in capanne di legno o di bambù con mogli e figli. I meno gravi possono lavorare il terreno attorno al villaggio per arrotondare il sussidio che in maniera insufficiente il governo elargisce, i malati gravi si trovano al centro dei villaggio ricoverati in un piccolo ospedaletto o pronto soccorso.

Il Governo insiste molto sulla necessità che il lebbroso "si muova, faccia ginnastica con il lavoro manuale per mantenere gli arti in vita". “Sì, perché il lavoro nobilita l'uomo", dice l'esperto incaricato all'assistenza dei lebbrosi, magri, mutilati, seduti in coro. "Sì, e poi li rende simili al bufalo!", aggiungono questi gettando lo sguardo verso i loro campi tra dirupi e sterpaglie, da fare invidia ad un bulldozer!

P. Ferdinando ebbe la buona sorte di finire in pieno tra i lebbrosi nella zona di Lawe Desky, nella provincia di Aceh. Fra i lebbrosi di questa zona, tutti maomettani, della tribù degli Alas e Gayo, stava operando efficacemente un cappuccino olandese, P. Raessens. Ostacolato all'inizio e spesso preso a sassate dai malati stessi, era entrato nelle simpatie di tutti per la sua dedizione e spirito di abnegazione. Ma i rapporti con il governo non erano altrettanto buoni; non riusciva ad ottenere la licenza da parte del governo per un servizio ufficiale, per cui era costretto a curarli di notte, quasi di sotterfugio.

L'arrivo di P. Ferdinando fu una benedizione: egli riuscì ad ottenere dal governo la licenza di aprire ufficialmente una clinica per i lebbrosi. Iniziò anche una collaborazione con gli infermieri governativi e tramite l'Associazione nazionale "Amici dei Lebbrosi di Bologna si riuscì a passare un aumento di stipendio a questi infermieri, per cui si prestavano con più dedizione all'opera di ricerca e di cura dei lebbrosi nei villaggi remoti insieme con il P. Ferdinando e con un rappresentante della clinica.

Oggi la clinica, detta 'Leprosy Clinic,Panti Harapan", "Porto di Speranza” è veramente un porto di speranza per centinaia di lebbrosi. Sperano di guarire e di fatto molti guariscono; sono fiduciosi perché sanno che il Pastor dice la verità, non cerca un tornaconto personale, vuole bene a tutti.

Nel 1975, quando inoltrai la domanda alla Sanità della Provincia, il Capo era restio e mi confessò il motivo: "Voi userete la clinica per fare degli adepti al cristianesimo".Io risposi che era l'uomo che mi interessava, non la sua etichetta religiosa.

Sono passati tanti anni da allora e mai un maomettano è stato invitato a farsi cattolico né alcuno lo ha chiesto. Ma sono conVinto che se i Capi islamici dessero la libertà religiosa ai loro fedeli quasi tutti i nostri lebbrosi chiederebbero di essere battezzati, attratti dalla carità disinteressata di tanti fratelli!

Gli ammalati


In Indonesia esiste solo in parte l'assistenza, per cui uno dei primi impegni dei missionari è stato quello di organizzare, anche in collaborazione con alcuni Istituti religiosi femminili. un'as­sistenza ospedaliera, soprattutto per i casi più bisognosi.

Un esempio di questo impegno è l'ospedale pronto soccorso di Tiga Juhar. Si tratta di una semplice, ma funzionale costruzione progettata dal P. Razzoli per questa piccola frazione, lontana dalla città e quindi con scarsa assistenza sanitaria. Per il momento è adibita solo come pronto soccorso e nei giorni di mercato vengono medici ed infermieri dall'ospedale cattolico di Medan. C'è sempre una lunga fila di pazienti che attende di farsi visitare e le medicine necessarie.

Gli interventi chirurgici

Figura 2: P. Ferdinando con un bambino prima e dopo l'operazione


E' questa una forma di assistenza non molto appariscente, ma assai importante.

Si tratta di aiutare finanziariamente alcuni ammalati a ricoverarsi all'ospedale e farsi operare per rimediare ad alcune malformazioni che diversamente costituireb­bero un grave handicap soprattutto nella vita di ragazzi.

Tutti i centri missionari, in base alle proprie possibilità, vengono incontro ai casi più urgenti e pietosi, ma ultimamente c'è un impegno particolare da parte di P. Ferdinando Severi nella zona dì Banda Aceh, dove incontra molti casi di bambini storpi, con labbro leporino o di anziani con cataratta, ecc. L'assistenza prestata da P. Ferdinando indistintamente per i cristiani e per i mussulmani, suscita molta simpatia per la Chiesa cattolica anche da parte dei seguaci di Maometto ed è una preziosa testimonianza dei servizio disinteressato della Chiesa cattolica.

Gli orfani

Figura 3: Darto, un orfano di Bandar Baru


Un problema importante che i missionari dovettero subito affrontare fu quello dell'assistenza a tanti bambini rimasti orfani di uno o di entrambi i genitori. Per questo sorsero due orfanotrofi: quello di S.Angela a Deli Tua per le femmine e quello di Betlemme a Bandar Baru per i maschi. Quest'ultimo è stato ristrutturato, ampliato e solennemente inaugurato il 9 aprile 1992.

Così con l'aiuto di due Istituti di Suore, rispettivamente le Elisabettine e le Suore della Congregazione di Gesù e Maria, tanti bambini possono ritrovare, almeno in parte, il calore e l'affetto altrimenti compromessi.

E tutte queste realtà... con l'aiuto della Provvidenza: tutto cominciò senza tanti fondi in banca. Solo preghiera e fede erano stati depositati nella banca del Signore. E così accadde che un giorno dopo l’altro cominciarono ad arrivare le Rupie, qualche volta a migliaia, qualche volta a decine di migliaia e a centinaia di migliaia. . . da parte degli amici di Gesù e dei “piccoli”, tanto da residenti in Indonesia che da benefattori esteri.

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