VOI STESSI DATE LORO DA MANGIARE
(Mc. 6,37)
di P. Corrado Casadei


Il grosso problema che trovai nei villaggi al mio arrivo in terra Indonesiana era la lontananza dell'acqua dai centri abitati, quasi sempre costruiti sulle colline per difendersi dalle piogge torrenziali. L'acqua è fondamentale nella vita di questa gente, costretta a vivere sempre nel caldo e nell'umidità del clima tropicale.

Venni quindi subito richiesto di un aiuto. Le mie conoscenze erano quelle elementari che appresi quando riparavo gli impianti idraulici nell'allevamento di papà, ma la sfida mi piacque e sentii in me il desiderio di aiutare questa povera gente.

La prima prova come realizzatore di acquedotti fu a Pernangenen, un villaggio della montagna, uno dei più lontani da Deli Tua, lungo due Km. circa. Non presentava grosse difficoltà, l'unico problema era la poca pendenza dei terreno, ma, essendo a conoscenza del fenomeno provocato dalle bolle d'aria che all'interno dei tubi fanno da tappo, provvidi alla sfiatatura ed ecco l'acqua al villaggio.

La fama si sparse in un baleno e dopo poco tempo anche gli abitanti di Páen mi chiesero aiuto: “Il nostro villaggio sta morendo perché l'acqua è lontana più di un KM. e le famiglie appena formate, se possono, se ne vanno". Qui il problema era molto più grosso. Sapevo che già gli olandesi e i giapponesi avevano fallito. Se non fossi riuscito sarebbe stata una grossa umiliazione per i nostri cattolici e chissà se poi si sarebbero ripresi.

Valutai i pro e i contro e poi decisi di correre il rischio. Dopo sei mesi l'opera era completata. Venni consacrato "Guru" (maestro dell'acqua). E poi, in seguito alla fama che si divulgava nei villaggi della foresta, vennero altri progetti: Tàlapetà, Rambai, Ujung Bandar.

Non solo nell'acqua, ma anche in altri progetti sociali sono stato coinvolto: macchine per la brillatura dei riso, piccole centraline elettriche per villaggi sperduti ed isolati.

Gesù nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ha voluto la collaborazione dei presenti chiedendo loro tutto quello che avevano. Anch'io, aiutando questa gente, ho cercato sempre di coinvolgerla. Chiedevo la partecipazione di tutti, indipendentemente dalla religione di appartenenza. Naturalmente i cattolici, con il pastor così intraprendente e disponibile, crescevano di stima e di considerazione presso gli uffici statali e presso gli appartenenti alle altre religioni. L'impegno sociale faceva conoscere la nostra fede e ne favoriva la divulgazione.

Una cosa vorrei sottolineare: mi è sempre stato a cuore il coinvolgimento di tutti gli abitanti del villaggio, cosa molto più difficile dello stesso reperimento dei fondi. Non si può infatti realizzare un'opera se non è desiderata e sentita da tutta la gente, perché poi rimane il problema della manutenzione. Posso testimoniare che a distanza di anni queste opere sono ancora tutte efficienti ed ora è molto più semplice realizzarne altre, perché ormai tutti sanno come si deve lavorare. Purtroppo il tempo, che passa per tutti, e le ossa che cominciano ad infastidire più del dovuto, mi frenano, ma il desiderio di aiutare è cresciuto maggiormente. D'altronde mi sembra molto più semplice fare conoscere l'amore di Dio con queste opere più che fare disquisizioni filosofiche o teologiche e la gente pare che capisca maggiormente. E poi un giorno dovrò rendere conto al Signore dei talenti che mi ha dato; allora bisogna darsi da fare e farli fruttare e non sotterrarli come ha fatto il servo fifone del Vangelo.

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