P. Adeodatus Laibahas: il battistrada
Data storica e memorabile quella del 22 dicembre 1966: il P. Generale
P. Basilio Heiser, OFMConv., consegna a P. Adeodatus Laibahas la
lettera obbedienziale che lo invia in Indonesia, nell'isola di Sumatra,
per riportare la presenza dell'Ordine in quella terra dalla quale
era scomparso dopo la partenza degli Olandesi.
Così egli, con tanta speranza nel cuore, s'imbarca sulla
nave Dortmund il 04/02/1967. Arriva a Giava all'inizio del mese
di marzo. Si ferma appena due settimane con i suoi fratelli e poi
si dirige subito alla sua destinazione di Medan. Il Vescovo di quella
città, Mons. Dr. A.H. Van den Hurk, OFMCapp., lo accoglie
con gioia il 07/04/1967. E' stato programmato che diventerà
parroco di una nuova zona pastorale di Binjai-Langkat e quindi il
12/04/1967, assieme all'Arcivescovo Mons. Van den Hurk, P. Adeodatus
parte per Pangururan-Samosir, sul lago Toba, per imparare la lingua
Batak.
Il 16/04/1967, terza domenica di Pasqua, il P. Adeodatus celebra
la sua ultima S. Messa e legge e spiega nell'omelia quelle parole
del Vangelo: "Ancora un poco e non mi vedrete, un po
ancora e mi vedrete" (Gv. 16,16). Fu un annunzio velato della
sua morte e resurrezione.
Sorella morte lo aspetta proprio quel giorno sulle acque del lago
Toba, la culla del popolo batak.
E' una bella giornata. Alle ore 15, assieme a P. Giovanni Veldcamp,
OFMCapp., e ad una decina di ragazzi della scuola media cattolica
Budi Mulia Pangururan, P. Adeodatus prende il largo nel placido
ed immenso lago Toba con il piccolo motoscafo della parrocchia di
S. Michele in Pangururan.
P. Radboud Waterreus racconta: "Dopo 50-60 metri dalla riva
essi si tuffano con l'intento di raggiungere la spiaggia del lago,
nuotando. Dopo 10 metri di nuoto, improvvisamente P. Adeodalus sprofonda
nell'acqua e non ritorna a galla. P. Giovanni, i ragazzi presenti
e molti altri uomini, subito, salendo su piccoli motoscafi, corrono
a cercarlo e continuano fino a notte inoltrata.. ma senza esito.
Forse per un infarto è annegato. Il suo cadavere viene cercato
per due giorni e due notti. Il lunedì viene celebrata una
S. Messa da requiem con la partecipazione di molti fedeli. Finalmente
il terzo giorno, martedì notte, viene ritrovato il suo cadavere.
Sul lago vengono gettati molti fiori come segno di stima ed affetto".
Viene sepolto il 19/04/1967 presso la canonica-pastoran di Pangururan.
Il 05/12/1987, con una grande cerimonia stile batacco, le sue ossa
vengono portate a Deli Tua e, dopo una solenne S. Messa, vengono
collocate nel piccolo cimitero riservato ai Padri Missionari Indonesiani,
presso la Chiesa S. Gíuseppe Sposo e la canonica.
Il 15/04/1992, con profonda commozione, viene ricordato il 25°
della sua tragica morte. Sono presenti le sue tre sorelle: mamma
Samson da Malang, Teresa ed Edith Dirharn Kasidi. Mancano i suoi
genitori che vivono in Olanda. La cerimonia è semplice ma
toccante. Dopo la S. Messa e il pellegrinaggio alla sua tomba, si
cena assieme. Molti discorsi, fra cui quello del suo compagno di
occasione, P. Johannes Veldcamp e quello della sorella Edith Dirharn
Kasidi.
Sono passati 25 anni dalla sua morte, ma il P. Adeodatus è
ancora vivo nella sua Missione in terra batacca, specie nella parrocchia
S. Michele in Lumban Lintang Pangururan che celebra ufficialmente
il 07/02/1992 i quant'anni o nozze d'oro della sua fondazione. E'
oggi la parrocchia più grande dell'Indonesia, con 70 stazioni
e 33.000 anime.
La morte di P. Adeodatus è un segno, dunque, che Dio non
ha abbandonato il suo popolo e i suoi confratelli. Nella luce di
Dio riceve luce quel mistero che altrimenti ci schiaccerebbe: "Se
il chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo, se invece
muore, produce molto frutto (Gv. 12,24).
P. Adeodatus ha inteso e speso veramente la vita come dono, come
servizio di sé, un operare per il prossimo.
Questo giovane confratello indonesiano ha appena iniziato la sua
Missione e poi Dio l'ha subito chiamato a sé. Misteri della
Sua volontà! Ma la morte è stata più feconda
della sua vita. Oggi la Missione, grazie alla sua intercessione,
è una bella realtà nella grande vigna del Signore.
La sua figura simpatica ed irenica, il suo impegno sacerdotale e
missionario di pioniere francescano conventuale è sempre
visibile sullo sfondo azzurro della Missione Maria Immacolata.
"Signore, non ti chiediamo perché ci hai tolto, improvvisamente,
il P. Adeodatus Laibahas, ma ti ringraziamo per il breve tempo che
ce l'hai lasciato".
Il sogno di P. Adeodatus si è realizzato per vie diverse
e misteriose che lui non avrebbe mai immaginato, ma che Dio conosceva
molto bene. "Altri semina, altri raccoglie", dice S. Paolo,
"ma è l'unico Signore che fa tutto.
"Ma voi Indonesiani dovete per forza dare una buona mano per
questa intrapresa. Ecco quindi la domanda mia: siete disposti ad
andare in Sumatra? Lo so, non è precisamente la vostra patria;
v'è, un'altra lingua, le circostanze sono diverse, ecc. Ma
non vedo la possibilità di andare a Giava, certamente non
è il caso di cercare un posto a Djakarta". Così
scriveva il P. Heiser a P. Adeodatus il 26/12/1964. Ed egli rispondeva
generosamente senza sapere che Dio gli chiedeva il sacrificio della
sua vita per lo sviluppo di quella Missione che altri avrebbero
continuato.
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