La Chiesa Cattolica in Indonesia

Già nel 650 circa, nella città di Barus, sulla costa occidentale dell'isola di Sumatra, si parla dell'esistenza di una chiesetta dedicata alla Madonna e di un gruppo di cristiani. Ma poi tutto scompare e solo nel 1534 si può notare la fioritura di una nuova comunità cristiana. Questo avviene quando il capo del villaggio Mamoia chiede protezione ai portoghesi per difendersi dai sultani vicini. I portoghesi assicurano il loro aiuto e il sultano si fa battezzare e prende il nome di Yóanes. Egli fa poi venire un missionario, P. Simon Vaz, che si mostra assai attivo e zelante, cosicché la maggior parte dei Moro abbraccia la fede cattolica. P. Simon viene ucciso nell'isola Morotai, ma ormai il Vangelo è stato seminato e un altro missionano, il francescano P. Francesco Alvarez, continua la predicazione.

Anche S. Francesco Saverio giunge fra i Moro e vi rimane a lungo per insegnare e battezzare. Nel 1565 si contano già 47 villaggi a Morotai con 80.000 cattolici. Il sangue dei martiri ha veramente generato altri cristiani.

Ma ben presto il cristianesimo trova ancora difficoltà e persecuzioni causa le dispute economico­politiche fra i Sultani di Tidore, Ternate e Jailolo e fra i militari Portoghesi, Spagnoli e Olandesi.

All'inizio dei sec. XVII la Compagnia Olandese, d'accordo col Sultano di Ternate, distrugge tutti i villaggi di religione cattolica. Ma il Signore protegge la sua chiesa: distrutta a Ternate, essa si sviluppa a Solor, Flores e Timor.

Lungo tutto il periodo della dominazione della Compagnia Olandese (VOC: 1619-1799) i cattolici sono privati del diritto di esistenza e spinti ad abbracciare il calvinismo, i missionari sono ricercati per essere o imprigionati o cacciati.

Finalmente nel 1808 un accordo di mutuo rispetto fra il Re di 0landa e la S. Sede permette la libertà di culto anche ai cattolici. Dopo il periodo di prova, finalmente dal tronco vecchio spunta la gemma nuova: dalla parrocchia Larantuka (1860) la comunità cattolica si sviluppa e forma tre diocesi a Flores.

Da tutta l'Europa, specie dall'Olanda, vengono mandati missionari laici e religiosi; ordini e congregazioni mandano forze per l’evangelizzazione; si riaprono scuole per la formazione dei quadri o gruppi di laici-guida; si aprono seminari minori e maggiori per accogliere le vocazioni.

La Chiesa indonesiana è molto giovane, sia a causa della sua breve esistenza, sia in senso numerico (appena il 2,7% della popolazione), ma l'entusiasmo non manca. La Chiesa cattolica, sparsa in questo immenso arcipelago, oggi comprende quasi cinque milioni di cattolici, divisi in 34 diocesi o archidiocesi, sotto un Presidium KWI, Ufficio di rappresentanza della Chiesa Indonesiana.

"Dio vuole che tutti si salvino e giungano alla conoscenza della verità" (1 Tim.2,4): per questo tutti i cattolici - clero, religiosi e laici - sono impegnati nell'opera di evangelizzazione.

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