STORIE DI SANTA CATERINA
….COME COMINCIO’…
"...molto ispirata
padre", mormorò Sybil mentre usciva dalla chiesa. Stava
commentando sul murale da poco scoperto dietro la croce
sull’altare maggiore. Quello spazio aveva a lungo implorato
qualche genere di pittura e finalmente era stato fatto. Quando
P. Bernie in un primo momento abbozzò il soggetto con la
congregazione, essi furono unanimi nel loro accordo. Quando
chiese chi lo avrebbe fatto tutti indicarono Johnny. Egli era
molto timoroso di farlo, ma acconsentì. Il Padre mise un’unica
condizione; Johnny non l’avrebbe fatto finché non fosse stato
pronto. Così prima di Pasqua e sei mesi buoni dopo che l’idea fu
avanzata Johnny portò alcuni schizzi per farli valutare dalla
comunità. A loro piacque ciò che videro, cosi, già prima di
Pasqua, cominciò.
L’INIZIO
Che il murale sia
stato fatto è una specie di miracolo. Johnny è un convertito e
di un genere atipico. Egli venne prima da P. Bernard come
alcolista, sofferente di paure, tremori, attanagliato da visioni
di demoni che volevano il suo spirito. Egli aveva bisogno di
preghiere per allontanare i demoni. Il Padre lo indusse a
partecipare ad un certo numero di riti di liberazione. Egli
rinunciò al bere, per un po’, solo che in seguito ricominciò.
Egli avrebbe voluto tornare per pregare di più e chiese
se poteva venire alla Chiesa; gli fu risposto che sarebbe stato
sempre molto benvenuto e che non ci sarebbe stata nessuna
pressione per indurlo a diventare cattolico. Qualora un giorno
egli avesse sentito questo desiderio, avrebbe potuto
chiederlo lui stesso. Un giorno venne alla roulotte del padre,
bussò alla porta e disse che era pronto per essere battezzato.
Fu battezzato la domenica successiva e da allora è stato un
tranquillo e coerente partecipante alla vita della Chiesa. Molto
spesso portava anche sua moglie e i bambini.
RICADUTA
Ma tutto questo fu
interrotto da periodi di pesanti bevute e ricadute nel suo
precedente stato di disperazione. Riuscì a controllarsi solo per
fare la "Danza dell’Alba" per sua figlia che risultò un dipinto
molto bello. Credeva di essere stregato. Lui e sua moglie
ricominciarono a bere .Per un tempo piuttosto lungo fu difficile
mettersi in contatto con loro. Occasionalmente, noi lo
osservavamo con rapide occhiate ed egli aveva uno sguardo
terribile. Ma alla fine ritornò. Avevano toccato il fondo.
Avevano perduto la loro casa ed erano nella strada. Gli furono
tolti anche i figli e fu loro proibito di vederli salvo che in
speciali occasioni. Il Padre fece quello che poteva per loro, ma
essi vivevano nelle case di altre persone e chiunque era
volenteroso di ospitarli.
DISTRUGGERE LE
VECCHIE COSE
Lo shock causato
da tutto ciò li ricondusse alla sobrietà e cercarono di nuovo il
Padre per averne l'aiuto. Fortunatamente egli aveva grande
necessità di entrambi per alcuni lavori. La vecchia “ Casa di
pietra” stava per essere demolita. Era finalmente diventato
chiaro che non poteva funzionare a lungo come Centro
Parrocchiale. Il legno era marcio, le porte non si chiudevano,
le finestre non potevano essere aperte. Scoiattoli entravano e
morivano al piano superiore. Il fetore rendeva impossibile
starci finché il locale non fosse stato aerato a dovere. Il
posto era anche troppo piccolo per ospitare la quantità di
persone di una volta. S. Caterina aveva bisogno di un nuovo
Centro Parrocchiale e così il Padre seguì le usuali procedure
per reperire i fondi. Finalmente, dopo moti frustranti
mesi e lunghi ritardi, ebbe successo. Grazie alla gentile
disponibilità della Fondazione Indiana del Sud Ovest e
della Estensione Fondi Cattolici ottenne i soldi sufficienti per
firmare un contratto e mettere in moto il progetto.
Ma la vecchia
costruzione doveva essere ripulita e le vecchie cose o vendute o
immagazzinate. Johnny e Karen si resero disponibili e
lavorarono ogni giorno per smistare la massa di immondizie e
salvare quello che secondo loro era degno di essere custodito
scartando il resto. Senza il loro continuo aiuto il lavoro non
avrebbe potuto essere fatto. Essi divennero presenze regolari
attorno alla Chiesa e molti altri furono i lavori che,
senza la loro fattiva presenza, sarebbero stati trascurati.
Johnny mostrò la sua abilità in molti generi di lavoro.
IL DIPINTO
Fu durante questo
periodo, quando stavano vedendo e sentendo molte cose buone e
avevano di nuovo i loro bambini con loro che l’idea del dipinto
venne a galla. Johnny era pronto per farlo e un giorno annunciò
che lo avrebbe iniziato. Dopo aver pregato per la riuscita del
progetto, egli cominciò e tre giorni dopo l'opera era
terminata. S Caterina aveva un murale che raffigurava un
Apache supplicante Cristo in Croce che si stagliava sullo sfondo
delle colline di Cibecue. C’è qualcosa di molto forte in esso e
anche così adatto. Uno non può che credere che Johnny dipinse il
murale con tutto il suo cuore e certamente tocca il cuore di
tutti quelli che lo vedono.
LA FINE DELLA
VECCHIA CASA
Johnny e Karen
continuarono a venire a lavorare. A essi sembrava piacere
passare il tempo alla Chiesa. Ciò manteneva le loro menti
lontano dal bere, senza dubbio. Specialmente Johnny fu prezioso
quando finalmente Fr. Bernie riuscì a far demolire la vecchia
Casa di Pietra . Ciò fu un periodo di confusione e di stress.
C’erano scadenze da affrontare e niente sembrava che stesse
succedendo. L’attrezzatura non arrivava in tempo e,
disperato, Padre Bernie aveva chiamato parrocchiani e
amici di una locale segheria per aiutarlo. Essi aderirono.
Demolirono il vecchio palazzo in un pomeriggio.
Era un periodo
triste. Il vecchio palazzo risaliva al 1910; costruito di
mattoni e di fango aveva ospitato molti nostri parrocchiani di
tanto in tanto. C’erano voluti più di 18 mesi per rinnovarlo e
aveva visto le loro feste indiane, classi di catechismo, gruppo
di studio biblici e matrimoni durante i 4 anni di durata della
sua qualifica di Centro Parrocchiale. Nessuno era veramente
felice di vederlo demolito, ma non c’era più niente da fare .
Restaurarlo sarebbe stato costoso e persino allora non sarebbe
stato abbastanza grande per i nostri bisogni. Doveva andarsene e
non fu fatta nessuna obiezione, ma ciò non rendeva più semplice
osservare le gru affondare i loro artigli di acciaio nei suoi
fianchi e ridurlo a niente.
DISPERAZIONE
Poi ci fu questo
enorme cumulo di macerie. Dove buttarle? Nessuno era passato per
questa esperienza prima. Il Padre era abbattuto, preoccupato,
disperato.
Nella disperazione
fece due cose: la prima non si può dire, la seconda fu che egli
stesso portò le macerie lontano collocandole dentro un
grosso avvallamento. Sembrava andar bene. Prima Johnny si unì a
lui, poi qualcun altro si unì a loro, poi gli amici del Padre
della segheria vennero di nuovo e spianarono l’area.. Finalmente
i fondi tribali arrivarono e le macerie furono portate via e il
suo sito liberato per la costruzione, ed eccolo lì: un mare di
polvere fine in attesa della compagnia di costruzione.
Pazienza,
pazienza, pazienza è la parola d’ordine qui. Ma il Padre sta
diventando di nuovo nervoso. Un’altra scadenza si sta
avvicinando, se non sarà rispettata il tetto, pevisto per la
posa in opera entro luglio perderà la sovvenzione.
Preghiere ,
preghiere, preghiere sono necessarie. Anche più soldi. Egli ha
abbastanza denaro per coprire la costruzione ma non per
ultimarla. Essa ha bisogno, infatti, di sedie e tavoli. Avrà una
classe e una cucina che dovrà essere rifornita. Necessita di una
TV e VCR per l’insegnamento. Non vi è dubbio che molti sono gli
accessori necessari prima che esso sia pronto.
SMOKE RISING
Di una cosa non
c’è bisogno ovvero della statua di S. Caterina. E’ arrivata
dall’Italia, inviataci da un gruppo denominato SMOKE RISING . La
sua sede è un convento Francescano. Fu il vescovo a indicarci a
loro e chiese se c’era qualche modo per aiutarci. Che cosa
potrebbe fare un gruppo italiano per gli Apache di Cibecue? P.
Bernie alla fine pensò alla statua di S. Caterina da Siena. Era
possibile? Si lo era. Così questo gruppo fu tanto gentile
da racimolare i soldi per la statua organizzando la “fiera del
dolce” e altri progetti. Così finalmente ordinarono la statua da
artigiani di Siena ed essa arrivò qui integra e sarà messa nella
apposita nicchia del nuovo Centro Parrocchiale.
TALE PADRE TALE
FIGLIO
Quando la statua
sarà sistemata si spera che sia in compagnia di un murale
della Madre Benedetta. Questa volta il murale sarà fatto dal
figlio di Johnny che, come suo padre, è un’artista. Ciò sarebbe
realmente bello, ma si spera che anche mamma e babbo potranno
rallegrarsene. Essi sono tornati a bere e hanno persino perso
una casa temporanea. Mentre scrivo non so dove vivranno o che
cosa faranno. Indubbiamente perderanno i loro bambini di nuovo e
forse anche la possibilità di avere una casa. Erano così vicini
ad ottenere una casa nuova! Gliela daranno ancora? Di fronte a
questa perdita continueranno a bere o saranno spronati a cercare
di smettere ancora? Chi lo sa?
Bellezza e
tragedia, gioia e dolore, esaltazione e disperazione, luce e
oscurità, tutto viaggia mano nella mano qui. Un passo avanti due
indietro, due passi avanti uno indietro e così si va'.
Così la danza va
avanti. Dove finirà nessuno lo sa. Ma la gente per molti anni
continuerà a venire qui e a essere stupita dal dipinto. Senza
dubbio, il suo soggetto risuonerà dentro di loro ed essi
sentiranno la supplica che sale dai cuori della gente qui così
come salì dal cuore di Cristo sulla Croce. “ Padre fa nascere la
bellezza dalle macerie , fa nascere la gioia da questo dolore.
Fa sorgere una vita nuova da questa distruzione “. Forse
continueranno per molti anni ad unirsi a quella supplica
accorata per la redenzione che Johnny ha dipinto sopra la
presenza del Cristo risorto nel tabernacolo. Guarderanno la
firma in un angolo e proveranno meraviglia per l’umile artista
che lo dipinse.
Grazie per il
vostro aiuto e le vostre preghiere.
Continuate a mandarceli ne abbiamo bisogno.
Sinceramente nel Divin Salvatore.