Home
I fiori del Barro
Alberi Monte Barro

Flora del Monte Barro

 

fiteuma.jpg (58166 byte)

La flora del Monte Barro, con i suoi endemismi e le sue specie sopravvissute alle epoche glaciali, ha sempre attirato l’attenzione dei naturalistici e degli studiosi di botanica, tanto che all’inizio dell’Ottocento la montagna era frequentata da botanici come i Cesati, Moretti e Comolli, che raccolsero esemplari di diverse specie per i loro studi. Sono state proprio le particolari caratteristiche della flora e della vegetazione di questa montagna a convincere l’autorità Regionali a istituire per il Monte Barro un Parco Regionale. La diversa esposizione dei versanti, la morfologia e la natura dei suoli determinano una certa varietà nella distribuzione delle forme vegetali tutto intorno al Monte Barro. Nei versanti Est e Sud, nella loro fascia più elevata, è occupata dai prati magri, formazione di erbe che vegetano sui suoli poveri e aridi, e dalle praterie insubriche, eccezionalmente ricoperte di specie rare.

L’interesse di quest’area è tale che le rupi e le praterie della sommità del monte sono sottoposte a particolare tutela come riserva naturale parziale di interesse floristico della vetta. Gli elementi tipici di questa zona sono la ricchezza e la varietà della flora, tanto che in 1-2 m2 di superficie si trovano fino a 40-50 specie di vegetali. Oltre a numerose graminacee si possono osservare molti fiori assai appariscenti e ormai rari, come la peonia selvatica, di colore rosso, la pulsatilla comune e la pulsatilla alpina, viola la prima, bianca la seconda, nonché il dittamo dalla fragranza di limone. L’orchidea è presente con ben venti varietà, mentre vicino alle rocce crescono le vedovelle, dalla colorazione bluastra; nei siti più asciutti si può notare con una certa facilità il lino delle fate. Sopravvivono sul Monte Barro anche molte specie endemiche, come l’aquilegia di Einsele e la Primula glaucescens. Anche le bianche rupi calcaree della vetta ospitano elementi di grande interesse naturalistico che si possono tuttavia trovare anche in alcune zone di più facile accesso; si tratta ad esempio della cinquefoglie penzola (Potentilla caulescens) e il raperonzolo di Scheuchzer (Phyteuma scheuchzeri), spesso accompagnate da specie rare, presenti in aree ristrette del territorio quali Viola dubyana, Primula auricola, Telekia speciosissima.

Sui pendii meridionali del monte sta riconquistando terreno la vegetazione boschiva, secondo ritmi naturali interrotti di tanto in tanto solo da qualche incendio. La natura calcarea dei terreni e la loro relativa aridità fanno si che cresca su questo versante un tipo particolare di vegetazione, detta orno-ostrieto, nome derivato dalle due specie arboree più tipiche, cioè l’orniello e il carpino nero. A queste due essenze si unisce la roverella, anch’essa ben ambientata in questo particolare microclima; tra i numerosi arbusti presenti su questo versante si distinguono il sommacco selvatico, la rosa canina e il pungitopo. A differenza del versante meridionale in buona parte caratterizzato da dolci ondulazioni soleggiate, quello settentrionale si presenta con fianchi ripidi e scoscesi, occupati dalla valle del Faè; questo versante ha un clima mitigato dalla vicinanza del Lago di Lecco, ma appare più selvaggio e densamente alberato, con le condizioni morfologiche hanno fortemente limitato l’uso dei terreni da parte dell’uomo. Su questi terreni freschi e umidi la composizione dei boschi è molto diversa da quelli visti sui versanti soleggiati. Qui dominano l’acero, il frassino e il tiglio.

Anche questa valle è protetta dalla regione Lombardia come Riserva naturale parziale di interesse forestale. Dal momento che in tutta l’area del Parco si sta registrando una graduale espansione delle aree boschive, favorita dal progressivo abbandono dei terreni verificatosi negli ultimi quarant’anni, si stanno espandendo anche quelle specie vegetali che vengono definite "di cintura boschiva"; esse colonizzano i terreni non più utilizzati per il pascolo e precedono l’avanzata del bosco, soprattutto sui pendii soleggiati e asciutti. Su questi terreni si possono ammirare il geranio sanguineo, il sigillo di Salomone e il giglio rosso, mentre in primavera spicca la fioritura della pulsatilla, il cui fiore di colore leggermente violaceo è stato scelto come simbolo del Parco. Presso l’eremo del Monte Barro si trovano 15 maestosi esemplari di faggio che sono stati elevati al rango di monumenti regionali.

Ritorna a cronaca

Da: "Il Monte Barro e il San Genesio" - BELLAVITE

Editore in Missaglia