Prefazione di Sangiuliano........Dei
poeti veri Landi è tra i più riservati e fra gli
scriventi uno dei meno coatti nella fabbrica e poi nella ostentazione
del ruolo culturale e letterario. Sicché, per fortuna,
la colpa di certi rischi è molto anche sua, nell'incapacità
di seguire il vento cantando in coro e frenando al momento giusto.
Invece fedele a una vita ordinata all'arte, soprattutto oggigiorno
che non fa moda, non si collega troppo coi ragionieri d'accademia
e i viziati d'alternativa: anche per ciò la sua è
memoria demente, segno della rottura di un meccanismo fondamentale
come la rimozione.(.....)
.........Sono
versi corposi, ma risonanti, quasi dotati di uno spessore vibrante,
perfino quando cadono nel parlato più quotidiano (verbalità
però drasticamente e traumaticamente recuperata dopo Horror
vacui) e si direbbe che ora - più che in pittura - si vogliono
risolvere in scultura, per la forma indurita di un paesaggio che
comunque mantiene fiato e colore.
.........C'è
semmai una purissima regressione, sciolta dai meccanismi complementari,
efficace a produrre una coscienza più chiara delle cose
già sognate, di una passione intatta attraverso gli anni,
che pur deve cessare, in un colpo solo, quando gli anni decidono;
e i versi stessi corrono tutti i rischi di un equilibrio psichico
conservato a malapena in seno all'amarezza di un'anima che dura
tenuta in vita soltanto dal ricordo e dalla paura. (....)
..........Il
respiro potente di questi versi, talvolta al limite ( e anche,
talatra, al di là) del controllo formale, risente certo
di echi novecenteschi inordinati e assimilati al fondo di un genuino
amore per la poesia, ma un nome si può fare: Dino Campana,
per un espressionismo che pure vive in un linguaggio ormai abbastanza
asciutto, senza bisogno del raffreddamento ad opera di forme surrealiste,
così come mi pare sia avvenuto, soprattutto in pittura,
non di rado nell'opera del poeta.
(.....)
Sangiuliano
Ho chiesto la resa dei continella stanza che guarda gli
alberisenz'altro dire, davanti agli
alberiil documento giallo della fine.Ho perduto un ritmo dalla pianola,un ritmo dalla vita, vorrei
ritrovarloper tronare ragazzo, nel libeccioma questo disco non esiste ancora,la musica è questa, la
mia casa è là,le radici gungono fino a lei,gli amici vegliano e non sanno,dentro di se, di chiamarmi.
Io ascoltoma non so più di rivedervitra i sugheri freddi come gli
ossi.(pag.17).................................................................................L'erba è cresciuta....................................................................fin dentro il pozzo,....................................................................segno di vita, certo,....................................................................Ma nel fondo, io dissi,....................................................................c'era il corpo di Lea,....................................................................così l'erba è cresciuta....................................................................sopra il suo corpo.....................................................................Tu gli vuoi bene?....................................................................a ciò che è vita, sì,....................................................................tu non hai ansie?....................................................................E' un nuovo morbo?....................................................................No, ma è una croce,....................................................................Lea la portò con se.....................................................................Cominciò a zampillare,....................................................................sai che faccio, rientro,....................................................................va bene, ti seguo....................................................................e guardai dietro....................................................................l'erba che mi afferrò la mano.....................................................................(pag.25)(Stanotte le statue si sono innalzateal cielo, avevano attintoal sangue di Scipione,così il fiume è
diventato vermigliocome le angurie sul ponte,poi la città si è
spezzata nel tuono,nessuno correva,nessuno chiamava,si è fatto, un tratto,
giorno,il fiume scorreva illimpiditoda quella febbre,le statue, vedete, sono ferme,nessuno, sui ponti, le soccorsecon funi o alte scale,sono ferme, chiedete, chiedete
loroil mistero di quella notte.(pag.33)...................................................................Verrà l'estate e un lungo viaggio...................................................................sarà per noi...................................................................incalliti agli stucchi dei vetri....................................................................Andremo, certo, a trovare gli amici,...................................................................quei pochi che restarono a fianco...................................................................nel male.......................................................................................................................................Sono un malato " speziale"...................................................................e questa è una domenica demente;...................................................................chiamo qualcuno, qualcuno chiamo,...................................................................guardo dai vetri, mi perdo lassù,...................................................................qualcuno esiste e guarda il mio viso....................................................................(pag.47).......Se la maremma piena dei
miei anniha regolato questa vitacon le sue ombre al vento,se questa vieta solitudinemi chiude nel suo girostolido di gesti e di pensieri,se l'anima non ha chi le somigliassolvi e libera dal cerchioaffumicato, almeno il cuore.
(nota : l'avere scelto, da questo volume, solo
alcuni brani e non altri, non esprime un giudizio critico ma risponde
a mere esigenze di spazio)