(Di questo
volume composto da 19 liriche e 3 illustrazioni
sono state
stampate 29 copie non numerate, firmate dall'autore
e 120 copie
numerate da 1 a 120
I clichès
originali sono stati biffati)
Edizione curata
da:
Emilio Brogi
Luciano Canepa
LUNA FU
La musicachiama l'ottava nota, si è persanel pianto del morente, scorrein quell'effigie: i poeti sono quì,guardano il viso del nuovo chiaroreche rompe ogni traccia: Lo chiamano i poeti,con sillabe scarne e interrottelo chiamano i poeti per stringere amicizia.I poetihanno stracciato il patto con l'endecasillabo.I poetinon sono più alunnidella luna che fu.Alla ringhiera di un valzer di Viennas'irride alle claudicanti migliadi chi cerca le facce dei pianetialti e, dentro di noi, la veritàche i suoi battenti apra: il sensodel ritmo nuovo, degli uomini, del mondo.
PRETESTO
" A Marina alle 12.30, carissimo". Ma chi,chi torna, in questo buio, a far credere agli angeli
?Chi torna, Franca, con le anella d'oro(so bene, la vita offerta per nientech'io, sui tetti, a far sirena: ohé, gente,
ho le anellad'oro!). Ho. Franca, due ettari di sassi, un po' d'olive,l'ansia quì dentro, il giro vago delle strade,
e tuche torni quaggiù. Ti tingi i capelli. Mac'è un uomo quaggiù, sogna una vela,
la velache non c'è. Resta ai Sabbioni,Franca.Oggi, per aria, soffoca anche il gabbiano,c'è aria di cancro, un bottone di pelle,un coperchio di cielo,la stanza senza speranza: " il listino di Borsaa MIlano" quì, dealla radio. E quanti
saltitra immagini e schiaffiper questa vela (di poesia?)che vento non piglia." A Marina alle 12.30, carissimo". Ma chi,chi torna, in questo buio, a far credere agli angeli
?uccidere il pensiero: un paese di uomini in castigoci cerca. La libertà forse è una stradache attende la svolta,il castigo è già un ordine per noi.
VEDREMO
Che ora, che cielo, che stanzala radio, i pennelli, la pennainvischiata tra clacson e meandriocculti di noia: ti ascolto (Luisa) quì, nonpenso a Livorno, ho un uomo alto e leggerocon la duemila, sfioro i palazzinel sole.Quì,i pittori dei fossi alzano un fischio..... quì, è un cimitero, Luisa,di mare,le barche sono ipotesi,ondeggianocome floscie mammelle:che ora, che mare, che cielo......
LAPSUS
Assessore comunale,sindaco,vice sindaco,senza dire una parolaperché nessuno vorrà direvorrà dire nessuno perché:sono parole di noiama anche di correttore:potrebbe essere una poesiama se ne guarda bene,è un giornale serioper la fascia costierafino, magari, a Dulcora.Ora vado a cena,ho scritto una poesia.
VECCHIA
la città la città la città la
città,zero 9 zer0 8 zer0 7 zero 6zero zero zero ( i saltimbanchi,i musicisti, i commedianti...).....................................................Oiè, oiè, oiè,"Con te è tutto
differenteil tempo passa dolcemente...".Oiè ! Che progetto Saturnoche satiro progetto. Chissa
se un sognoche ...Lala città. La cittàs'invoca di folla, i licantropitornano, tornano, tornano,la terraalzerà, tra poco, le
bracciadi fuoco,....................................................di fuoco, come lingue di fuoco,....................................................la terra.(Quì finisce la storiadella città. Quì,i saltimbanchi,i musicisti,i commedianti... ).
(nota : l'avere scelto, da questo volume,
solo alcuni brani e non altri, non esprime un giudizio critico
ma risponde a mere esigenze di spazio)