Recensioni Marzo 2004

 

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 La terra

e gli uomini

 

Bandecchi & Vivaldi Editori

Pontedera 2003

 

 

 Il volume, edito dal Comune di Collesalvetti, con il patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno e della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Livorno, curato dalla dott.ssa Valentina Guastella, ricercatrice ISPESL, specialista di tecniche fotografiche, dal prof. Francesco Mineccia, docente di storia moderna e storia sociale all'Università di Lecce, dal prof. Luigi Tomassini, docente di storia contemporanea e storia tecnica della fotografia all'Università di Bologna, e dall'Assessore alla Cultura del Comune di Collesalvetti prof.ssa Nicla Spinella Capua, affronta ed illustra attraverso suggestive foto d'epoca (prima metà '800 ­ prima metà '900) temi legati alla società agraria del Comune di Collesalvetti: le più importanti famiglie di una borghesia operosa e intelligente che nel territorio del Comune teneva (e in parte tiene ancor oggi) i propri possedimenti e le famiglie dei coloni e dei mezzadri che quelle terre conducevano. Il volume tratta dei mutamenti che si sono prodotti nel Comune di Collesalvetti a partire dalla sua creazione da parte dei francesi nel 1808, con particolare riguardo alla funzione avuta dal rapporto di mezzadria e alla conseguente trasformazione socio-ambientale dovuta alla sua estinzione verso la metà del secolo scorso. Dopo una prima serie di belle e caratteristiche immagini di paesaggi e scorci di territorio vengono proposte diverse fotografie che illustrano le tipologie edilizie e architettoniche delle case coloniche e delle ville padronali...  (Lido Pacciardi)

 

 Terminato il libro, ho scorso il sintetico curriculum dell'autrice. Non mi ero sbagliato, c'era stata anche la stagione della lirica. Qualcuno sostiene che ormai é destino della poesia confluire nella prosa; non essendo però io un veggente né predisposto agli oroscopi, non è dato associarmi alla predizione ma, se così é, allora le storie della narratrice toscana forniscono un'ottima prova all'assunto. L'esigenza lirica non appare mai fine a se stessa, organica sempre alla narrazione come la colonna sonora di un film, gli stessi personaggi vi trovano le credenziali per accedere al libero territorio di un candore fantasioso quanto verosimile, dove si fanno realtà incontestabili la "donna-fiore" e "l'uomo-aquilone", lo spartirsi la luna in due fette, il trasformare in lago giallo la camomilla della tazza. Senza il sussidio poetico sarebbe stato arduo a quest'arca di semplici sperimentare la via normale all'anormalità, comprendere illogicamente che l'anormale supposto é la normalità dell'esistere. È forse la negazione o l'accettazione strumentale delle loro esperienze da parte del mondo ad indurre alla fuga le cinque donne, oppure fuggono da se stesse? La fuga rimane un falso problema, conduce ad altre catene. Si diceva un tempo che il volto é specchio dell'anima, diciamo qui che le copertine sono l'araldo del libro. La tela di Sandra Tesi è stata realizzata per il testo, non é la solita immagine estranea, scelta per affinità elettiva, lasciamo quindi la parola all'allegoria:...                            (Brunello Mannini

 Roberta Degl'Innocenti

Donne in fuga

Sassoscritto 2003

 

 Comune di Livorno

Livorno nell'800

B&C 2003

 Di questo volume non se ne può parlare che bene. Necessariamente d'accento aulico e cerimoniale, come si conviene per una celebrazione che riguarda un Archivio Storico Comunale, appare allo stesso tempo impeccabile nel suo lindore formale e per la chiara, sostanziosa sintesi storica dell'ottocentesca fase livornese, che all'occasione meglio non si sarebbe potuta tracciare da quanto ha fatto il dott. Paolo Castignoli, già direttore dell'Archivio di Stato Livornese e quindi anche il più "storicamente amaranto". Uno spassionato elogio, se ce ne fosse bisogno data la notorietà, merita l'infaticabile Ugo Canessa, curatore dei testi e selezione iconografica, questa certo non tutta ignota nei riferimenti, essendo consolidato ormai il patrimonio pubblico e privato cui attingere, ma provvida di numerose "chicche" tanto per dirla con un termine middle-class che renda l'idea. L'auspicio è che il volume non sia consumato solo dagli "addetti ai lavori" ma dal maggior numero di cittadini possibile, cui rimanga certo di piacevole intrattenimento e fonte d'affetto per la nostra città, allo stesso tempo però motivandoli ad approfondire quanto in loro immagini e testi sono riusciti a far lievitare.           (Brunello Mannini )

 

"Frammenti" è il titolo dell'ultima silloge di Renata Canepa che con voce carezzevole e sommessa continua a proporci delicati quadretti dall'inconfondibile sapore di semplicità, una ricetta vincente: Mi sono sempre/ accontentata solo di poco/ e l'ho sempre amata/ questa pochezza e ancora: Poche cose/ per giungere a tema il cuore per dettare i miei pensieri. Il percorso poetico dell'autrice non prende mai le distanze né dall'amore né dalla tenerezza, espressa anche attraverso le attenzioni che un rapace ha per i suoi piccoli:Alte le grida/ dell'aquila madre/poi l'ombrello/ delle ali/ su gli aquilotti. Energia mista a dolcezza si coglie in questi versi, è l'anima del poeta che emerge:per essere sempre/ anima presente con te,/ nel traghettare la nostra vita, anima che con un barlume/ di luceaccoglie la notte. Dall'intimità, pur caleidoscopica, di un microcosmo alla ciclicità universale: Dorme la vita/ e sogna/ pensieri/ che tornano.

La freschezza delle immagini che ci propone Renata Canepa non è opacizzata dai molti richiami al passato, né dall'inesauribile fonte dei ricordi e delle emozioni interiorizzate che, al contrario, arricchiscono il contingente e sono fruibili anche attraverso le sonorità del dialetto natio...

(Silvia Frigenti)

 

 Renata Canepa

Frammenti

Edizioni "Il Grappolo"

 

 Dicembre 2003

Giugno 2004