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Escursioni termiche

Corriere della Sera - giovedì 18 gennaio 2001

 «Escursioni termiche anche di venti gradi. E’ sbalorditivo»

 Vincenzo Ferrara dell’Enea: la prossima primavera potrebbe scomparire

 

ROMA — «Perdita di stabilità e di identità delle stagioni, con ondate successive di caldo e di freddo, che comportano sbalzi di temperatura di decine di gradi in poche settimane». E’ la diagnosi del climatologo Vincenzo Ferrara, direttore della divisione Ambiente globale dell’Enea, di fronte al gelo polare che si è abbattuto su diverse regioni italiane, scaricando tempeste di neve anche su zone in cui gli inverni sono tradizionalmente temperati.

A guardare l’andamento del tempo nel nostro Paese dall’autunno a oggi c’è da restare sbalorditi per l’accentuarsi della variabilità commenta Ferrara. Tra ottobre e novembre una vera e propria stagione delle piogge, simile a quella dei Paesi tropicali, con precipitazioni molto sopra la media e ripetute alluvioni. A dicembre, fino a Natale, un’ondata anomala di caldo, una specie di estate di San Martino ritardata, con temperature fino a 10 gradi sopra la media in diverse regioni. Ora un’ondata di freddo violento, col termometro che in diverse località, scende di 10 gradi sotto la media. Insomma, nell’ultimo mese, in Italia, ci sono state vaste aree in cui la popolazione è stata sottoposta a escursioni termiche di ben 20 gradi.

C’è chi sta molto peggio. Il record lo hanno toccato gli abitanti della Russia siberiana, che nel corso dell’estate hanno sperimentato temperature africane, fino a 40-45 gradi sopra lo zero, mentre questo inverno, per quanto abituati al cosiddetto ‘freddo siberiano”, sono scesi a 50 gradi sotto lo zero. «Un’escursione termica di oltre 90 gradi nel giro di pochi mesi è davvero un fatto eccezionale per il nostro pianeta». Facciamo un salto nel Pacifico, fra le bellissime isole di sogno dell’arcipelago delle Hawai. A novembre un autentico diluvio universale; poi una secchezza totale.

Che cosa sta succedendo al clima, perché la macchina del tempo ha perso il suo equilibrio?

«Non abbiamo dubbi che tutto questo stia succedendo per l’incremento dell’effetto serra, per l’aumento delle temperature medie globali, che si traduce in una maggiore energia a disposizione del sistema atmosferico - spiega il climatologo dell’Enea -. Questo nostro sistema atmosferico, per quanto obbedisca a regole generali, è già di per sé caotico. La maggiore energia cui è sottoposto ne accresce il dinamismo e, in fin dei conti, l’instabilità».

In termini spiccioli dovremo rassegnarci a stagioni fortemente instabili, ormai prive di connotati precisi. Tutte saranno attraversate da ondate estreme, con eccessi di caldo e di freddo, di precipitazioni e di siccità, senza più una regola apparente. Per di più le stagioni intermedie, primavera e autunno, tenderanno ad appiattirsi, cancellate da quella che precede e da quella che segue.  Anche se è impossibile fare previsioni a lungo termine, soprattutto nella regione Mediterranea - osserva Ferrara -, la prossima primavera potrebbe scomparire o ridursi, cancellata da un’ondata che ci fa passare da un estremo all’altro, dal freddo invernale, al caldo estivo.

Sullo sfondo di questa accentuata instabilità, ricorda Ferrara, ci sono i gravi problemi della vulnerabilità territoriale in aumento, di ecosistemi, terreni e opere pubbliche che non sono abituati ai fenomeni estremi e che bisognerà imparare a proteggere. 

Franco Foresta Martin