E' nascosto su una sperduta valle fuori cittā, difficilmente raggiungibile anche da quei pochi volenterosi che ne conoscono l'esistenza. E' la Badiazza. Il pių bel gioiello dell'architettura messinese.

Sorta probabilmente in etā normanna, su progetto di un architetto arabo, presenta pianta basilicale composta da una pianta centrale, detta santuario, tipica dell'architettura araba e bizantina, e tre corte navate. Molte altre chiese arabo-normanne, soprattutto a Palermo, sono costituite dall'accostamento di pių piante centrali.

Volte aragonesi, finestre normanne al primo piano e sveve al piano superiore, merlature ogivali, capitelli d'impronta bizantina e araba fanno di questa chiesa dal passato burrascoso e nobile al tempo stesso l'edificio architettonico di maggior pregio presente nella cittā di Messina.

Il suoi altri due nomi, Santa Maria della Valle, perchč situata sulla valle San Rizzo; Santa Maria della Scala, perchč al suo interno era custodito un quadro della Madonna con una Scala, non rendono abbastanza quanto il nomignolo di "Badiazza", brutta Badia, assegnatole dagli abitanti delle contrade vicine a voler significare lo stato di abbandono nel quale la chiesa si č sempre trovata.

Le alluvioni e l'incuria delle amministrazioni hanno fatto soffrire chi invece di questo tempio ha sempre avuto rispetto e stima. Adesso che i lavori di restauro sono quasi terminati il monumento č ancora inaccessibile. Eppure tanti, ma tanti anni fa, la nostra Badiazza si trovava lungo una strada trafficata da carrozze e viaggiatori su quella via che conduceva da Messina a Palermo.

Oggi quel suo aspetto di chiesa fortificata, tipico dell'architettura normanna, le dā un aspetto d'altri tempi. Senza palazzi intorno, senza nč asfalto nč cemento, sembra di rivivere lo splendore che certamente ha avuto nel passato.