dalla puntata de "il Milione" andata in onda sul canale satellitare Marco Polo Tv il 20 novembre 2004

Una vita avvolta nel mistero

Si è parlato e si continua a parlare moltissimo di Gaudì, il grande architetto catalano, soprattutto di recente, da quando nel 2002 è stato festeggiato il 150 anniversario della sua nascita.

Ultimamente è stato anche avviato il suo processo di beatificazione. L'idea nacque nel 1992, in occasione del 140 anniversario della sua nascita, quando si costituì a Barcellona l'associazione che due anni dopo avrebbe consegnato all'arcivescovo della città tutta la documentazione necessaria. Ebbene, nel 1998, l'arcivescovo di Barcellona, Ricard Maria Carles, ha appoggiato in pieno l'iniziativa, ed ora si è in attesa delle prove che attestino la liberazione dal pericolo o la guarigione di qualcuno da parte di Gaudì.

Ma ci si potrebbe chiedere perchè è stata proposta la beatificazione per Gaudì? La risposta sta nella stessa volontà dell'architetto, il quale nelle sue opere ha sempre manifestato il desiderio di essere "l'architetto di Dio". Gaudì considerava la natura un'architettura divina e riteneva di poter fungere da intermediario architettonico fra Dio e gli uomini. Dalla natura traeva le forme architettoniche. "Ciò che è in natura è funzionale, e ciò che è funzionale è bello......Vedete quell'albero? Lui è il mio maestro" diceva Gaudi a chi gli domandava da dove traeva le sue forme. Ciò è palpabile in alcune sue opere che sembrano essere veri e propri atti di fede come la sua più famosa opera, la Sagrada Familia, ancora incompiuta, o come la Cripta della Colonia Guell, dove ogni elemento decorativo ha un profondo simbolismo religioso, esempi di una fede fortissima radicata nel centro rurale dove Gaudì ha vissuto da bambino, e dove la professione del cristianesimo era l'anello di congiunzione fra l'individuo e la collettività.

Si è detto tanto sulle sue condizioni fisiche, sul suo modo di vivere. Addirittura si è detto che soltanto un persona che facesse uso di sostanze stupefacenti avrebbe potuto partorire tali mirabili risultati. Per questa teoria si è preso come spunto la forma di un padiglione del parco Guell assomigliante a un fungo allucinogeno. Si è anche spettegolato sulla sua condizione di "eterno single". Ma c'è un altro argomento che ultimamente affascina gli storiografi di Gaudì ed è proprio quello del suo paese natio. Reus, come si è sempre saputo? O Riudoms, a pochissimi chilometri di distanza? ambedue nella provincia di Terragona.

A dire il vero le prove su cui si basano i sostenitori di Riudoms sono labili. E' invece certo che alcune ore dopo la sua nascita Gaudì sia stato battezzato a Reus, e non si spiegherebbe il motivo per cui un bambino appena nato, in non perfette condizioni fisiche, avrebbe dovuto affrontare tale viaggio, sia pur di pochi chilometri. Ma la polemica appare sterile. L'ambiente in cui ha vissuto Gaudì è comunque quello rurale catalano, ed è questo che può avere influito sulla sua personalità di artista, come ha influito certamente la sua appartenenza ad una famiglia di artigiani, sia da parte di padre che da parte di madre. Ambedue le città, comunque, sia Reus che Riudoms se ne assumono la paternità e ambedue ne vanno orgogliose.

E', invece, interessante fare notare che la prima opera di Gaudì, secondo lo storico catalano Ernest Vallhonrat i Llurba, non si trovi a Barcellona, bensì a Terragona, ed è la Cappella del Collegio di Gesù e Maria, da lui progetta nel 1877, un anno prima della sua laurea. Ma in tutte le opere di Gaudì appaiono le sue radici locali, dai superbi paesaggi naturali catalani, alle architetture mudejar aragonesi (casa Vicens), a quelle gotico-catalane (Bellesguard). Ed è sorprendente come egli con le sue opere sia riuscito a dialogare col mondo intero.

Soltanto il barocco, sintetizzato in forma modernista da Gaudi, non appartiene certamente alla cultura catalana. Tuttavia è impossibile non vedere nella Sagrada Familia il tipico barocco spagnolo slanciatissimo in altezza, molto in uso nel 700 oltre che in Castilla e Andalusia, anche in Sicilia e Sudamerica e nella facciata della natività il tipico portale retablò churrigueresco, anch'esso in voga nel 700.

Ma l'opera di Gaudi non può essere letta a fondo a prescindere del periodo in cui essa si sviluppò. Barcellona a cavallo fra 800 e 900 era forse l'unica città della Spagna vitale, non dormiente. Era una città che aveva ripreso ad essere capitale del commercio, ma questa volta via Atlantico, una città che andava demolendo le mura esterne e si andava sviluppando secondo i tracciati dettati da Ildefonso Cerdà. Ed è proprio qui che si sviluppa il modernismo di Gaudì, coevo del nostro Liberty. In questa città Gaudì ebbe anche la fortuna di incontrare un ricco industriale, rimasto estasiato da una vetrina per un negozio di guanti disegnata dal maestro in gioventù. Si trattava di Eusebi Guell, il quale, diventando il suo mecenate, gli diede massima fiducia e massima disponibilità economica affinchè Gaudi potesse lasciarci ciò che ci ha lasciato.

Un'architettura, tradizionalista o avanguardista che sia, fatta di forme nuove, frutto di continue sperimentazioni che il maestro, grazie alla pratica svolta presso l'officina del padre calderaro, svolgeva spesso con modelli tridimensionali e a volte in cantiere stesso. Tali sperimentazioni in cantiere, come nella Cripta della Colonia Guell, lo portarono a realizzare pilastri inclinati, volte ardite e strutture portanti atipiche.

Gaudi era strutturalista come Viollet Le Duc, nello stesso tempo era legato alle forme artigianali, come Morris, ed eclettico, nel senso che dagli stili del passato prendeva ciò che più si addiceva alle sue idee formali, sperimentando e cercando di correggerne i difetti.

Nelle sue opere egli sembrava plasmare la natura, come nel Parco Guell dove usa le pietre del posto, ed in questo si può definire, senz'altro, un precursore di Wright, ma non un ecologista, come hanno detto alcuni, dato che nel periodo in cui viveva non c'era bisogno di esserlo, grazie a Dio.

Le opere più significative

Forte gusto islamico mostra “El capricho”, a Comillas, Cantabria, con torre nell'angolo, molto usata anche nel liberty siciliano.

Decisamente islamica è anche Casa Vicens, costruita per un commerciante di ceramiche, a Gracia, appena fuori Barcellona, oggi inglobata. E’ decorata con muqarnas e archi mistilinei.

Gusto decisamente islamico anche nella Finca Guell con forti riferimenti ad Atlantida di Verdaguer

In Palazzo Guell, unico suo edificio nel “barrio gotico” di Barcellona, appare per la prima volta l'arco catenario o parabolico, da lui usatissimo in molte altre opere.

Nel Collegio Teresiano è presente lo steso tipo di arco, adattissimo per coprire gli angusti corridoi. Mentre il bianco dei muri contrasta sobriamente con i mattoni faccia vista di colonne tortili o con alto pulvino alla maniera araba.

La scala di Casa Calvet, con archi ribassati e colonne tortili, ci ricorda alcune case con patio gotico-catalane della stessa Barcellona ma anche di Sicilia (Casa Abelo a Siracusa)

Nella sala di candeggio della cooperativa mataronense le grandi arcate a diaframma sono un revival delle grandi arcate dei dormitori cistercensi (monastero di Poblet) e delle grandi sale gotico-catalane (salone Cruyllas a Calatabiano, in Sicilia e Salon del Tinell a Barcellona)

Nella Cripta della Colonia Guell, con grandi sperimentazioni in cantiere, fatte con modelli con corde e sacchetti contenenti pesi, Gaudi realizza volte paraboliche e nervate su pilastri obliqui. In questa opera c'è anche un grande simbolismo religioso. Le volte dall’aspetto di scheletro possono essere state lo spunto per alcune opere di Calatrava.

Nella torre Bellesguard, Gaudi riprende invece i temi dell'architettura civile catalana in onore a Martino I, che nel 400 aveva la residenza nello stesso luogo.

Parco Guell doveva essere una città giardino con 60 case unifamiliari. Il progetto non ebbe successo e grazie a questo oggi Barcellona può godere di un polmone verde in più. Pilastri obliqui, applicazione di vetri e ceramiche su superfici curve (trincadis), un ampio terrazzo poggiante su colonne doriche trabeate, che in progetto doveva essere un mercato coperto e un drago all'entrata, sono gli elementi caratterizzanti di questo famosissimo progetto.

Casa Batllo è un progetto di restauro di un edificio già esistente nel Paseo de Gracia, di passo stretto, in quella che poi sarà in seguito definita la mela della discordia per la differenza di stili dei vari palazzi. Elementi curvi, mosaici e ciminiere per una facciata barocca ondulata alla maniera spagnola, ma anche siciliana (Chiesa del Carmine a Milazzo)

La Casa Millà (“la Pedrera”) sembra ricavata dalla roccia. In realtà la struttura è in acciaio ed è ricoperta da grandi blocchi di pietra lavorati a pie d'opera. Il palazzo segue perfettamente l'andamento del lotto disegnato da Ildefonso Cerdà. Anche qui l'aspetto è barocco.

Nella Sagrada Familia i pinnacoli e le guglie sono di chiara provenienza gotica, ma non catalana, bensì francese. Le strutture si reggono da sole, non hanno bisogno di archi rampanti e contrafforti e la costruzione procede per passi verticali non orizzontali. Ogni torre è infatti autosostenuta. Le alte torri strette fra loro ricordano anche il barocco spagnolo settecentesco.

La decisione di costruite l’immenso edificio, dedicato alla sacra famiglia, fu di una congregazione di devoti di San Giuseppe, capitanati dall’editore Bocabella. Incaricato del progetto fu inizialmente l'arch. Villar. Ma questi presto venne licenziato per incompatibilità coi committenti e l'incarico venne affidato a Martorell, che per aver redatto la perizia contro Villar rinunciò per motivi deontologici all'incarico affidando il lavori a Gaudì, all'età di soli 31 anni.

La Sagrada Famiglia è ancora in costruzione, come prevedeva lo stesso Gaudì al momento di redigere il primo progetto.

Esistono alcune analogie fra l’architettura di Gaudi e quella di Ernesto Basile, palermitano e maggior esponente del liberty italiano. Ambedue sperimentano in forma romantica le architetture radicate nel territorio come quella araba (presente sia in Sicilia che in Spagna) e lo stesso gotico catalano. Ambedue realizzano le loro migliori opere, capisaldi del modernismo in Spagna e del liberty in Italia, grazie ai loro mecenati, da un lato Guell dall'altro Florio.