"Messina, 18 maggio 1909. - Ill.mo Signor Prefetto, avrei desiderio di innalzare in Messina una Cappella votiva per i morti del terremoto....Per questo monumento votivo io domanderei di avere l'area gratuita e vorrei, se è possibile, che fosse là dove accatastarono tanti morti...Se avrò quell'area, farò sorgere per i bambini messinesi, orfani del terremoto, un Istituto, un'opera di bene".

Con queste parole, tratte dalle tante lettere scritte durante la sua permanenza a Messina fra il 1909 e il 1912, Don Orione chiedeva al Prefetto di Messina, dopo aver avuto il consenso dell'Arcivescovo e del Santo Padre, un'area sulla quale costruire la sua "Chiesa Baracca".

Venendo incontro alla richiesta del Canonico, il Prefetto, più tardi, gli assegnava un'area di circa 1.000 metri quadrati, un vecchio agrumeto, esattamente di fronte al camposanto. Giusto nella zona in cui, in quei mesi andavano sorgendo le baracche per i sinistrati del terremoto.

I lavori iniziavano il 4 novembre, festa di San Carlo, alla presenza dell'Arcivescovo, Mons. D'Arrigo, il quale benediceva la "prima pietra", nonchè di altre autorità religiose, fra le quali Padre Annibale di Francia, grande amico di Don Orione.

Il 28 dicembre del 1909, primo anniversario del terremoto, Don Orione celebrava la Messa per i figli di Messina scomparsi durante il terremoto, ed inaugurava la "Chiesa della Madonna Consolata", dal nome del quadro posizionato sull'altare maggiore, proveniente da Torino e benedetto da Pio X.

In realtà le chiese costruite erano due, una sovrapposta all'altra. Quella inferiore, che doveva fungere da Cripta, in conci di pietra, quella superiore, in legno. Quest'ultima, ad unica navata, era coperta da capriate che sorreggevano un tetto a forte spiovente. Era illuminata da 5 finestre di aspetto neo-gotico, come molte costruzioni post-terremoto di Messina, e terminava con un arco trionfale ribassato che dava accesso al transetto, su un livello più alto, che fungeva all'uopo da palco per rappresentazioni teatrali. Proseguendo oltre il transetto, un'altra navata, di uguale lunghezza, ospitava, nel giugno 1910, una scuola molto frequentata.

Nel 1933 la chiesetta veniva smontata e il quadro della Madonna trasferito in un salone accanto.

L'attuale noto centro Don Orione si trova a poche centinaia di metri dalla non più esistente "Chiesa Baracca". Originariamente "Casa per i figli dei carcerati", l'edificio veniva donato dall'Arcivescovo Paino ai figli di Don Orione nel 1943. E' un sobrio edificio a tre livelli, scandito da alte lesene, concluso in altezza da una cornice aggettante modanata. Alla sua iniziale forma a C col lato lungo sul viale San Martino, sono stati aggiunti la moderna Chiesa (1960) ed altri corpi, sino a formare così un patio.