L'arrivo dei normanni segnò la fine di quasi tutte le costruzioni arabe in Sicilia ma non dell'arte. Come tutti sanno i normanni sfruttarono a pieno il genio costruttivo dei vecchi dominatori.

A parte il nucleo centrale del Parlamento siciliano di Palermo, probabili resti del vecchio Palazzo degli Emiri, a parte alcuni resti di fondazioni in San Giovanni degli Eremiti nella stessa città e le terme di Hamman a Cefalà Diana, si può affermare che tutta l'arte araba presente in Sicilia sia stata realizzata sotto i normanni.

Quella di Ruggero e dei suoi successori, non fu, come alcuni storici sostengono, un opera di distruzione per puro spirito di devastazione.

La politica dei normanni di cristianizzazione dell'isola richiedeva per forza di cose che le moschee venissero trasformate in cattedrali.

Quindi enormi cattedrali sorsero su moschee (quella di Palermo pare ospitasse più di 7000 fedeli) e palazzi reali sorsero all'interno di giardini paradiso (GENOARD).

Per avere un'idea di come fossero tali giardini paradiso in Sicilia basterebbe leggere gli scritti dei viaggiatori che visitarono in lungo e in largo l'isola fra il XI e il XII secolo o visitare a Granada, ultima città araba in Spagna a essere cristianizzata, la famosa Alhambra, un vero e proprio spettacolo di architettura immersa nella natura.

Nei pressi del castello di Favara a Maredolce, secondo Abd er Rah, edifici suburbani, all'ombra di splendide palme, si rispecchiavano sulle acque di fiumi e laghi. Mentre i giardini di limoni, cedri e aranci della Zisa e della Cuba venivano descritti da Romualdo Salernitano e niente meno che dal Boccaccio.

Malgrado non possiamo più godere di simili spettacoli possiamo, grazie a loro, ricostruirne l'aspetto.

Erano costruzioni sfavillanti, nelle quali gli elementi architettonici arabi come i portici sostenuti da esili o tortili colonne, gli archi ogivali o a ferro di cavallo decorati a guancialetti e le raffinate e preziose decorazioni degli interni si integravano in uno splendido unicum architettonico con le geniali opere di idraulica e di agricoltura.

I Normanni erano talmente tanto attratti dalla cultura dei loro predecessori che organizzavano la vita reale sul modello di quella araba. 

In questi grandi parchi, praticavano la caccia e, si dice, navigassero anche con piccole barche i ruscelli e i laghetti.