Fra le varie ipotesi fatte sull'epoca di costruzione del torrione di Paternò non vi è dubbio che quella più accreditata e veritiera sia quella che lo vuol costruito nel 1072 dal grande Conte Ruggero il Normanno, su preesistente costruzione araba, come affermato dal geografo arabo Al-Muqaddasi.

Donjon di Paternò Donjon di Portchester

La sua tipologia è decisamente quella di un dongione normanno, ma il suo aspetto odierno è anche dovuto ai restauri e alle aggiunte fatte realizzare, come spesso accaddeva per tutta la Sicilia, da Federico II di Svevia, che lo usò come stazione di soggiorno, forse un solacia, e dai reali aragonesi, che lo dotarono di ulteriori confort ai quali erano solitamente abituati.

Del periodo svevo sembrano essere le due grosse bifore, una opposta all'altra, dell'ultimo piano, la volta ogivale a botte che le congiunge, il camino di cui adesso esistono solo alcune tracce e le quattro bifore, di robusta colonna, del primo livello, coi sedili all'interno.

Il dongione di Paternò, insieme a quello di Adrano e di Motta S.Anastasia era per i normanni un baluardo a guardia dei territori sottratti agli arabi. In particolare quello di Paternò era stato costruito, secondo il monaco benedettino Goffredo Malaterra, "ad infestandam Càtanam", cioè a tenere sotto pressione il presidio arabo di Catania.

Gli interni, diversi ad ogni piano, lasciano chiaramente intuire l'uso amministrativo già in epoca tardo normanna e poi di residenza signorile in epoca sveva e aragonese. Mentre in alcune stanze si intuisce l'uso carcerario fatto già sotto i Moncada. Alcuni graffiti ne sono la triste testimonianza.

Le scale di collegamento trovano spazio all'interno dello spessore delle stesse mura e sono quasi tutte a rampe rettilinee, come peraltro accade nel castello di Adrano.

Il prospetto est è quello più ricco, con le quattro bifore e la grande bifora sopradetta.

Tutte rivestite in conci di pietra calcarea, come i cantonali, in contrasto col resto della costruzione in pietra lavica, danno un aspetto decisamente palaziale al complesso architettonico.

L'edificio misura m. 24,30 x 18 in pianta e m. 34 in altezza. Rapporti dimensionali simili a quelli del donjon di Adrano (20 x 16,70) e a quello di Hedingham o di Portchester in Inghilterra.

Il dongione normanno di quest'ultimo castello, costruito in epoca più tarda, sotto il regno di Enrico I, era costituito da una serie di piani usati come dimora e collegati da scalette a chiocciola incassate nello spessore delle mura esterne. Tecnica molto usata anche dagli svevi. Ambedue avevano belle bifore romaniche nei loro prospetti.