Che in epoca pre-araba la costa dove oggi sorge Santa Teresa fosse già abitata, sembra ormai opinione diffusa fra gli storici.

Principalmente per proteggersi proprio dalle incursioni arabe, come accadde in altri punti della costa jonica, gli abitanti furono costretti a riparare sulle alture. Fu, dove oggi sorge Savoca, sulla "Rocca di Pentefur", che vennero realizzate delle costruzioni militari, in seguito restaurate dai normanni.

Savoca crebbe, ed ebbe il suo apice nel quattrocento. Già agli inizi del secolo successivo, raggiunta una maggiore sicurezza e affievolitesi le incursioni dal mare, pian piano, sia agricoltori che le ricche famiglie del luogo cominciarono a costruire le loro case nuovamente sulla costa. La famiglia Bucalo, ad esempio, costruì il suo palazzetto incorporando una delle tante torri di avvistamento costiere, che malgrado chiamate "saracene", erano anti saracene.

Nacque così Santa Teresa di Riva, inizialmente chiamata Marina di Savoca. Mentre il quartiere, su cui il suddetto palazzetto e la torre tutt'oggi insistono, venne chiamato appunto Bucalo.

Ma ritornando alla mitica città che doveva esistere già prima della nascita di Cristo. Molti storici hanno individuato in Santa teresa di Riva la città dove si accampò l'esercito pompeiano durante gli scontri fra Sesto Pompeo Magno Pio e Ottaviano per il controllo del triangolo Messana-Tyndaris-Tauromenium.

Secondo varie testimonianze e scritti di alcuni storici locali e secondo gli studi più recenti di Ajello e Raccuglia che si basano su ritrovamenti archeologici nei luoghi dove oggi sorge la stazione ferroviaria di Santa Teresa, nell'entroterra della frazione Baracca, fra le località Bollina, Scorzonello, Catalmo e Cantidati, doveva esistere una città fenicia chiamata Phoinix.

Questa città dovette fare prima i conti con gli straripamenti del torrente Agrò e poi con le prime incursioni saracene, fino a sparire e lasciare solo testimonianze di non meglio identificati ritrovamenti nella sua necropoli.