Agostino Scilla nacque a Messina e ivi compì i suoi studi. Trasferitosi a Roma divenne un notissimo pittore. 

Oggi la sua figura è stata rivalutata. Molti studiosi si stanno occupando di lui, delle sue innumerevoli attività: dalla pittura alla numismatica, dalla filosofia all'architettura. Insomma un personaggio polivalente e anche scomodo, tanto che dovette trasferirsi in esilio a Torino, dopo aver operato moltissimo a Messina e in tutta la Sicilia.

Aver preso parte alla rivoluzione antispagnola del 1674 gli costò quindi caro, ma questa avversione contro i dominatori non si manifestò nel suo stile se è vera la paternità che gli si dà del restauro della loggia annessa alla Cattedrale di Randazzo. 

Lo stile è tardo rinascimentale, ma non di importazione italiana, bensì spagnola. La disposizione dei conci a faccia vista, l'aspetto turrito, le semplici bucature rettangolari protette da inferriate e con timpano sovrastante, gli acroteri terminali a forma di bolas e gli archi ribassati ci parlano decisamente spagnolo. Basti vedere come esempio il palazzo della Generalidad a Valencia o tantissimi altri edifici spagnoli di aspetto severo costruiti sull'onda stilistica herreriana dell'Escorial.

I suoi dipinti, invece, che ritraggono spesso paesaggi e nature morte, riflettono i suoi studi classici. Oltre ai quadri conservati nel museo di Messina e ad alcuni ritrovati presso collezioni private, di notevole pregio sono i suoi affreschi per la Cappella del Sacramento nel Duomo di Siracusa, la cui costruzione è attribuita al siculo spagnolo Giovanni Vemexio.