I QANAT

 Nella Piana di Palermo le falde acquifere profonde venivano sfruttate per mezzo del sistema idrico dei qānat , denominato con voce siciliana ingruttatu. Non sappiamo in quale periodo storico e attraverso quale cultura questo sistema sia stato importato o se non sia altro che un’evoluzione di conoscenze autoctone ma sicuramente, fornendo acqua abbondante per l’irrigazione dei campi e per uso domestico, ha contribuito non poco allo sviluppo dell’economia locale. Le fonti storiche forniscono poche informazioni, i soli dati disponibili riguardano il ritrovamento di frammenti di ceramica interrati in una rampa d’accesso di un qānat della Piana dei Colli, che sono stati attribuiti al XII – XIII secolo.Nella Piana di Palermo sono state finora individuate tre aree di diffusione di qānat: una è localizzata nel settore occidentale della pianura (Mezzomonreale), un’altra a nord (Piana dei Colli) e una terza a sud (Piana di Brancaccio e Ciaculli).                                                                                       

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ll qānat è costituito da uno stretto cunicolo sotterraneo che raggiunge formazioni acquifere profonde in cui l’acqua si manifesta come falda freatica sorretta alla base da uno strato impermeabile. Il drenaggio e lo scorrimento dell’acqua nel cunicolo avvengono per caduta naturale sotto l’azione della sola gravità, fino allo sbocco a valle dove era raccolta in una gebbia e poi distribuita con canalizzazioni di superficie (saje e catusi) per l’irrigazione o per gli usi potabili.                                                     Normalmente il cunicolo veniva scavato avanzando da valle verso monte dopo aver raggiunto la profondità stabilita per mezzo di pozzi verticali regolarmente distanziati. La tecnica di scavo procedeva dal fondo di due pozzi contigui da dove operavano due squadre contrapposte di puzzari. Questi erano operai specializzati nello scavo dei pozzi che ereditavano le loro conoscenze dalle propria famiglia, come gli omologhi muqanni persiani.Una squadra si muoveva verso valle mantenendo l’allineamento fissato in superficie, l’altra prolungava la stessa traccia risalendo verso monte fino ad incontrarsi con la prima, e così via attraverso una lunga serie di pozzi intermedi, fino al raggiungimento della falda  acquifera alimentatrice.  

Schema di un qanat 

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Un importante beneficio garantito dallo scavo di un qānat, era quello di poter usufruire di acqua fresca non inquinata grazie alla lunga condotta sotterranea la cui spessa copertura di roccia garantiva inerzia termica e protezione dagli agenti inquinanti di superficie. Il sistema ebbe una rapida diffusione a partire dall’Alto Medioevo, periodo in cui Palermo restò inserita nella grande comunità del mondo islamico. A differenza delle acque sorgive che non potevano garantire deflussi costanti nella stagione calda, l’utilizzo dei qānat era in grado di assicurare portate poco variabili nel corso dell’anno. I qānat hanno origine plurimillenaria, la loro area di diffusione interessa tutte le regioni che furono sotto l’influenza culturale dell’antica Persia dove queste canalizzazioni, chiamate qānat o karez, sono ampiamente utilizzate.Il significato della parola qānat nella lingua araba è “canale d’acqua”, come nella lingua persiana. Alcuni autori ritengono che l’etimo qānat deriva dall’akkadico qanu e pertanto risale al periodo in cui prosperò il regno Akkadu in Mesopotamia (2500 a.C.). Questa ipotesi è stata contestata recentemente da alcuni ricercatori cinesi, i quali affermano che questo sistema si è originato in Cina durante la dinastia Han (200 a.C.- 200 d. C.). Si legge, infatti, nell’antico Libro dei Fiumi e dei Canali, che l’imperatore Wu, impiegando diecimila soldati fece scavare un profondo canale sotterraneo per farvi defluire le acque del fiume Luo fino alla lontana regione di Shang-Jan. Sono stati rinvenuti qānat nella Russia asiatica, nel Pakistan, nello Yemen, in Iraq, in Siria e Giordania. E’ probabile che durante i periodi della dominazione romana e araba il sistema si estese verso occidente raggiungendo l’Africa del Nord, la Sicilia, le Baleari e la Spagna. La fine dell’800 segna la graduale disattivazione della rete dei qānat. La diffusione delle macchine a vapore consenti infatti di pompare con continuità notevoli portate d’acqua attingendo da falde sempre più profonde.

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