L’idea del satellite
è alquanto nostalgica. Quando lavoravo in un
service, ero innamorato dei diffusori Turbosound, ormai
putroppo andati per sempre, da quando la società
è fallita. Si è vero esiste ancora, ma
chi l’ha rilevata non ha certo la stessa mente (o la
stessa libertà) degli uomini di allora. In particolare
sono rimasto affezionato al “piccolino” cioè
alla serie TSE; ed è proprio una replica del
TSE 111 che con questo satellite ho voluto provare a
tirar fuori. Si tratta di una unità medioalti
con banda passante utile da 140 Hz a 18 kHz, interamente
a tromba. Non è quindi né piccola né
leggera, tantomeno economica, però è estremamente
performante. Rispetto al Turbosound offre qualcosina
in più in termini di pressione sonora generata
e affidabilità: la tenuta in potenza è
di 250W contro i 150 dell’originale, e quindi riesco
ad ottenere qualche dB in più di pressione massima,
fermo restando la sensibilità che si attesta
sui 103 dB. Per contro è ben più grande
e pesante dell’originale; scelta obbligata per la persona
a cui ho dovuto fare il progetto. Le originali si fermavano
a 200Hz, io sono dovuto scendere a 140, perché
sotto ci va proprio un sub e non un basso; questo ha
significato una tromba più grande con gola più grande e direttività meno
controllata: non si può avere tutto!
La via superiore
è affidata ad un driver a compressione da 1 pollice
con tromba dedicata, mentre per il mediobasso ho utilizzato
un extended range da 25 cm caricato da una tromba commerciale
in fibre plastiche che presenta un cut-off di 125 Hz
e buoni angoli di dispersione. L’altoparlante non può
ovviamente essere montato sulla tromba, non ne reggerebbe
il peso, per cui sia l’altoparlante che la tromba sono
montati su un pannello interno. L’altoparlante è
montato da dietro e la tromba va a battuta sul legno;
per evitare vibrazioni ho lasciato un paio di millimetri
di spazio e ho “incollato” la tromba al pannello col
silicone. Il pannello posteriore va lasciato aperto
per la manutenzione del sistema. E’ fondamentale la
rigidità strutturale dell’insieme, le vibrazioni
a questi livelli sono all’ordine del giorno. Per il
legno ho usato normalissimo mdf da 19 mm, ma per chi
vuol fare le cose per bene consiglio multistrato di
betulla dello stesso spessore. Attenzione inoltre al
driver a compressione: se risulta vibrare (a me è
successo nel prototipo con mdf da 14 mm) si può
“accoppiare” al pannello superiore tramite feltrini
o un pezzo di poliuretano espanso.
Il crossover infine
è molto semplice; i data sheet del driver consigliano
un taglio a 12 dB a 2200 Hz, ma per garantire migliore
affidabilità e meno interazione con la tromba
sottostante, l’ho tagliato a 18 dB a circa 2400 Hz.
Alla stessa frequenza opera il passa basso del 25 cm,
stavolta a 6 dB, visto il naturale decadimento di energia
dato dal roll-off dell’altoparlante (che avviene più
in alto a circa 3500 Hz). Inoltre la rete di Zobel aiuta
ad avere una pendenza un po’ più ripida, arrivando
ad incrociarsi per bene col driver. Su quest’ultimo
è presente una rete di attenuazione a impedenza
costante per aggiustare la sensibilità rispetto
al mediobasso ed aumentarne l’affidabilità. Una
volta montato il Devastator ha sfoderato una dinamica
veramente buona e pressioni sonore di tutto rispetto.
Necessario il solito equalizzatore a terzi d’ottava
per adattare il sistema nell’ambiente in cui viene montato.
Il costo infine,
pur non essendo contenutissimo, risulta molto conveniente
rispetto a un prodotto commerciale: un Devastator finito
e rifinito rimane intorno ai 700 euro.
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