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   mailto:Graziani

     

 

La prima, se non l'unica, testimonianza di vita della nostra Paganica gia nell'età imperiale romana, l'abbiamo da una iscrizione su di un cippo lapideo rinvenuto in contrada "la ira" di Secinaro e pubblicata dall'insigne studioso Niccolò Persichetti il quale ha avuto l'accorgimento di pubblicarne insieme anche la foto perché del cippo in questione si sono perse le tracce. L'iscrizione dice:

SEX . APICIUS . V . F .

T . CRISPLIUS . L . F .

T . PONTIUS . T . F .

MAG . PAG . ITER .

PAGANICAM . FAC .

EX P . S . C . EIDEMQ . P .

Il Prof. Dott. Felice Santarelli nativo di Secinaro, il quale si interessò molto alla iscrizione del cippo secinarese, chiese, all'insigne epigrafista e storico Prof. Giuseppe Cardinali di interpretarla secondo i canoni più puri dell'epigrafia.

Così il Cardinali lesse:

SEX(tius) APICIUS V(ibi) F(ilius)

T(itus) CRISPIUS L(abieni) F(ilius)

T(itus) PONTIUS T(iti) F(ilius)

MAG(istri) PAG(i) ITER

PAGANICAM FAC(iundum)

EX P(ecunia) S(ua) C(uraverunt) EIDEMQ(ue) P(robaverunt)

E' chiaro che l'iscrizione a giudicare dai suoi caratteri, appartiene al I° sec. d. C.; ma è anche chiaro che se gli amministratori della Secinaro romana sentirono la necessità di collegarsi con una strada di circa 30 Km con la Paganica di allora, sopportandone il peso delle spese "ex pecunia sua curaverunt", collaudandola regolarmente "eidemque probaverunt", ciò vuol dire che la Paganica di allora aveva una vitalità piena suffragata da parecchi secoli.