Introduzione
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Premessa indispensabile: questo sito non ha alcuna pretesa di carattere "scientifico" ma vuole essere solo un inventario condiviso del materiale in mio possesso.

Parliamo dunque di super8. Tutto comincia, a dire il vero, con una cinepresa ed un proiettore 8mm, con il quale il mio povero babbo (probabilmente non sono il solo a collegare questo hobby a una figura paterna perduta) realizzava e proiettava filmati familiari, il cui fascino resta tuttora ineguagliato dalla sofisticata videocamera digitale che uso a mia volta per riprendere il mio bambino. E’ così, probabilmente, che sono rimasto stregato dai rumori, dai colori e dagli odori della proiezione. Ha fatto seguito tutta la trafila del bambino cinemaniaco. Ho posseduto un cinevisor (di cui venero ancora il relitto come una reliquia) ed un cinemax, prima di approdare, grande salto di qualità, ad un Silma ripasso muto, al quale infine ha fatto seguito un Bauer T170 sonoro. Non ho mai posseduto film completi, che noleggiavo da un cine foto ottica della mia città, ma solo qualche bobina da 60 metri, di cui una sola sonora. Questa frustrazione da mancato possesso, all’avvento del VHS, ha causato il mio distacco dal super8. Le videocassette, a costi molto contenuti, consentivano il collezionismo cinematografico a cui agognavo. Lo stesso dicasi, una quindicina di anni più tardi, a proposito del DVD, al quale mi sono prontamente convertito. Verso la fine del 2001, entrato casualmente in possesso di un proiettore 16mm, ho cominciato a navigare su internet in cerca di informazioni, scoprendo così (onestamente non lo avrei immaginato), che il cinema a passo ridotto sopravviveva per merito di una ristretta cerchia di eroici collezionisti . La grande passione per la pellicola, rimasta latente per 20 anni, è riesplosa in modo violento, costringendomi a cominciare ad acquistare pellicole. Il bambino che ero stato, attraverso l’adulto finalmente indipendente dal punto di vista economico, reclamava il diritto di soddisfare i suoi desideri. In seguito ho capito i motivi più profondi di questo bisogno. Chi ama il cinema in modo viscerale e desidera collezionarlo ha bisogno di un oggetto-feticcio sul quale concentrare le proprie brame. Il digitale ha trasformato il cinema in qualcosa di impalpabile, e questo è inaccettabile per chi, fin da bambino, è rimasto affascinato, anche se in modo subliminale, dalla pellicola e dalla tecnica della proiezione. Poi ci si mette l'ansia da innovazione tecnologica. Che senso ha collezionare DVD, già sapendo che essi saranno presto superati da un media più avanzato e che comunque, in un futuro probabilmente prossimo, buona parte della produzione cinematografica sarà digitalizzata e resa disponibile a chiunque on demand su terminali domestici? Non fraintendetemi: io non sono contrario a tutto questo e, viceversa, sono ben felice di tenermi al passo con i tempi. La storia del super8 é, dopotutto, anche quella dei film che in tale formato furono editati e credo che ad ogni opera cinematografica debba corrispondere la modalità di visione domestica propria del suo tempo. Devo però dire che per me collezionare cinema, in un epoca in cui i film si scaricano da internet come files riproducibili all'infinito sempre uguali a sé stessi, ha un senso solo se significa collezionare celluloide, che ha sempre e comunque il fascino dell'unicità. Insomma, questa è, in estrema sintesi, la mia storia, e credo che molti amici superottisti, soprattutto quelli che, come me, sono vicini alla quarantina, ci si potranno identificare. D’altronde sono perfettamente cosciente, come ho avuto modo di fare capire, che il super8 rappresenta il bambino che è in me. Non me ne vergogno perché so che è la parte migliore di me stesso.

Acquisto, a prezzi ragionevoli, pellicole in super8 e 16mm

mysuper8@hotmail.com

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