Lo scorso anno (causa vari impegni e le imminenti ferie) non è
stato possibile effettuare l'escursione prevista in Val di Fumo.
Quest'anno, grazie all'interessamento del nostro Diego, siamo riusciti
ad organizzare la nostra prima gita in Montagna. La partenza è
prevista alle ore 08.45, presso il parcheggio del campo sportivo di Chiari,
per i residenti in zona per tutti gli altri l'appuntamento è previsto
presso Idro.
Il programma dell'uscita prevede:
RITROVO : Ore 08,45 presso il parcheggio del campo sportivo di Chiari.
PARTENZA : da Chiari con vetture proprie ore 9.00
ARRIVO : previsto al parcheggio auto verso le ore 11.00
Sabato 17 luglio
Le automobili vengono parcheggiate nel piazzale presso l'ufficio del parco
dell'Adamello. Indossati gli scarponcini ci si incammina verso la Malga.
Durante il tragitto verso le 12,30 circa e appena il paesaggio lo consente,
sostiamo per il pranzo al sacco. Dopo la sosta riprendiamo il cammino
verso la Nostra meta con arrivo previsto entro le ore 16,30 circa.
Arrivati in malga ci attende una rifocillante cenetta.
La serata (grappa permettendo) è libera.
Domenica 18 luglio
Al risveglio previsto verso le ore 8,30 ci attende la prima colazione
Verso le ore 9,30 è possibile organizzare escursioni verso l'Adamello
oppure per gli amanti della tintarella è offerto gratuitamente
il bagno di sole.
Per il pranzo domenicale ognuno si organizza come meglio crede.
EQUIPAGGIAMENTO RICHIESTO
1. Scarponcini o pedole da montagna;
2. Spolverino impermeabile;
3. Maglietta di ricambio;
4. Pile o maglione;
5. Sacco letto o sacco a pelo o lenzuola.
Partecipano all'uscita:
1. Bariselli Pierluigi e famiglia;
2. Dotti Beppe e moglie;
3. Rossini Franco e moglie col nipote Andrea;
4. Zanoli Diego e famiglia;
5. Zatti Fausto (incredibile ma vero);
6. Belli Alberto e moglie;
7. Mattiuzzo Ladislao con moglie;
Il viaggio di andata
Fortunatamente, la perfetta redazione del programma con allegata cartina
autostradale (redatta da Beppe), permette a tutti di raggiungere la cittadina
di Idro.
Infatti, Diego in testa al gruppo, corre come se dovesse partecipare ad
un G.P. e manco a dirlo gli equipaggi si disperdono tra le valli.
Con un leggero ritardo sulla tabella di marcia, ci ritroviamo tutti nella
località prefissata, che da il nome al lago omonimo. Una breve
sosta per un caffè ed i saluti di rito e poi via si riparte, in
direzione di Tione.
Da Tione si segue la Strada Statale n. 239 del Caffaro in direzione di
Pieve di Bono fino a Lardaro; usciti dall'abitato si devia sulla destra
per Praso-Daone.
Si entra così in Val Daone. La strada asfaltata si inoltra per
17 km. attraverso Vermongoi, Limes, Pracul, Boazzo. Superato il lago artificiale
di Malga Boazzo si entra in Val di Fumo e seguendo la strada si prosegue
fino al lago artificiale di Malga Bissina.
Abbandonate le autovetture presso il parcheggio a pagamento del parco,
come veri alpinisti zaino in spalla e partiamo.
La Valle
Esempio superbo di modellamento glaciale, la Val di Fumo è una
tra le più suggestive valli dell'arco alpino e ricade per intero
nel Parco naturale Adamello Brenta. La valle si allunga nel settore centro
meridionale del Gruppo dell'Adamello, è delimitata sulla destra
dalle cime del sottogruppo del Carè Alto (Crozzon di Lares, Corno
di Cavento, Denti del Folletto, Carè Alto, Cop di Casa, Cop di
Breguzzo e Cima Valbona), e sulla sinistra dal crinale che stabilisce
il confine tra Trentino e Lombardia (dal Monte Fumo alla Cima Buciaga
fino al Monte Re di Castello).
Con il nome di Val di Fumo si individua il tratto superiore della Val
Daone (le due valli insieme si sviluppano per 24 km. e rappresentano la
più estesa convalle abitata del Trentino), che dal lago artificiale
di Malga Boazzo si allunga in direzione nord fino alla Conca delle Levade
e termina sulle seraccate che scendono dalla Vedretta di Fumo dove il
fiume Chiese ha le sue sorgenti.
Dal tipico profilo ad "U", la Val di Fumo geologicamente è
costituita prevalentemente dalle rocce intrusive tipiche dell'Adamello:
graniti e granodioriti (tonalite).
Al potente modellamento esercitato dai ghiacciai che hanno inciso gradini,
vallette sospese, circhi glaciali minori (Cop di Breguzzo), si sono aggiunte
azioni erosive più recenti che hanno formato sul fondovalle uno
straordinario ed espressivo paesaggio.
Dal punto di vista naturalistico nella Val di Fumo è presente una
estesa oasi di Pino cembro che qui si è sviluppato su uno strato
arbustivo di rododendri; sono presenti alcuni endemismi floristici (del
genere Primula e Melampyrum).
L'estensione e le varietà geologiche presenti (rocce sedimentarie,
vulcaniche e metamorfiche, depositi alluvionali) rendono la Val di Fumo
estremamente interessante sotto l'aspetto biologico.
La fauna è qui rappresentata dalle specie più tipiche presenti
nel Parco: alle quote più alte si muove in consistenti branchi
il camoscio, non mancano caprioli, marmotte, lepri, l'aquila reale, trote
e salmerini nelle acque dei laghi e dei numerosi torrenti.
Dal lago di Malga Boazzo si sale alla spianata di Nudole con la sua malga;
poco sopra si stacca il sentiero per il Lago di Campo ed il Passo omonimo
che scende in Val Saviore. L'uomo, costruendo per scopi idroelettrici
la diga del lago artificiale di Malga Bissina terminata nel 1958, ha ridisegnato
il paesaggio e l'ambiente originale di una parte della valle.
Oltre il bacino di malga Bissina l'ambiente alpestre della valle riacquista
la propria originalità; nel fondovalle scorrono le acque del Chiese
interrotte da suggestive cascate. Dominati dal profilo del Carè
Alto e del Corno di Cavento, si sale dolcemente verso la Conca delle Levade,
dove si erge la seraccata di Fumo che continua nella Vedretta della Lobbia.
Dal rifugio Val di Fumo (45 minuti dal lago di Malga Bissina) si affrontano
le ascensioni al Carè Alto (dalla cresta est), le traversate sui
ghiacciai delle Lobbie e dell'Adamello e nelle valli laterali; luoghi
dove si possono ancora incontrare numerose testimonianze della Grande
Guerra (Passo San Valentino, Passo delle vacche, Cresta Croce, Cavento).
Quasi al confine tra la Val Daone e la Val di Fumo, all'altezza del Lago
artificiale di Malga Boazzo, si staccano, rispettivamente sulla destra
e sulla sinistra, la Val Danerba e la Val di Leno, due valli alpine selvagge
e appartate ricche di acque che scendono verso il bacino di Boazzo formando
suggestive cascate (particolarmente maestosa quella di Leno).
L'origine più probabile del toponimo Fumo deriverebbe da "Valle
dei Fini" (Finis=confine), per la posizione della valle sulla linea
di confine tra Trentino e Lombardia; secondo altre fonti si spiegherebbe
con il fumo degli incendi appiccati dai pastori per creare nuovi pascoli.
La salita al rifugio
Giungiamo al parcheggio verso le 12,30 e con entusiasmo iniziamo al salita.
Ben presto si formano piccoli gruppetti, dettati soprattutto dal fiatone,
ma l'ora è topica e senza nulla dire ne organizzare, verso le 13.15
ci ritroviamo tutti in spiazzo ombrato per il pranzo al sacco.
Nonostante il frugale panino, ci permettiamo anche il caffè che
il nostro Ufo aveva pensato di portare in un termos. Anzi lui ha solo
pensato alla bevanda, mentre sua moglie l'ha portata nello zaino.
Terminato il pasto, ci incamminiamo verso la Vetta e subito si riformano
i gruppetti.
Dopo diverse e svariate soste, soprattutto per godere del meraviglioso
paesaggio, giungiamo alla spicciolata presso il rifugio Val di Fumo alle
ore 16.30 circa.
Vista l'ora ci apprestiamo al tè (o birra) con la torta di rose.
Poi per sgranchirci le gambe, andiamo a far visita ad una malga poco distante
dove vengono preparate formaggi nostrani.
Finalmente alle 19.00 tutti seduti a tavola (tanto per cambiare). La cena
prevede un menù tipico, che tutti noi dimostriamo di gradire in
modo molto favorevole.
Dopo cena come previsto tutto a base di grappe nostrane.
La notte
In condizioni normali, la sera ci si corica volentieri, dopo una dura
giornata di fatica. Effettivamente cerano tutte le premesse per una lunga
notte di sonno profondo, la camminata, l'ottima cena e le grappe facevano
da preludio al meritato riposo.
Ma come spesso succede le premesse vengono disattese.
Verso le ore 11,30 circa, ha inizio la lunga notte da incubo (tranne che
per Ladislao). Appena coricati, in un'unica camerata in mansarda (tranne
i bambini che dormivano in una camera al piano primo), i primi problemi:
- i letti a castello sono troppo alti;
- i letti morbidi sono troppo morbidi;
- le reti dei letti cigolano troppo;
- i materassi sono troppo materassi;
- le coppie separate si inviano miagolii e bacetti a distanza.
In questa situazione poco idilliaca, il buon Ladislao, incurante dei problemi
dei letti e degli amanti, dormiva profondamente emettendo un suono molto
simile ad una motosega da boscaiolo.
Verso le ore 15,00 della notte, mentre altre persone si erano unite a
Lady aiutandolo nel taglio del legname, Fausto con balzo felino si tuffa
dal letto alto del castello, sul pavimento in parquet accompagnato dal
materasso e prende sonno.
Passano altre due ore, mentre qualcuno passava la notte in bianco e altri
cercavano di prendere sonno, Celeste e Gloria iniziano uno spettacolo
sonoro composto da gridolini, condito da grasse risate e accompagnato
da corse su e giù per le scale (probabilmente avevano iniziato
il riscaldamento per l'escursione domenicale).
Le luci dell'alba giungono per tutti, come una liberazione dall'incubo,
tranne che per il magnifico Ladislao che incurante di tutto aveva dormito
l'intera notte.
Scendiamo per l'ottima ed abbondante colazione, liberando la camerata
dai nostri effetti personali.
Domenica 18 luglio
Ci prepariamo per una breve escursione in direzione nord internamente
alla vallata, liberi dagli zaini depositati al rifugio, la camminata è
sicuramente più sciolta e meno faticosa.
L'allegra combricola dimenticate le fatiche della notte, prosegue il cammino
per circa un'ora, per poi girare e tornare verso il rifugio.
Raccolte le nostre cose salutiamo e ci incamminiamo verso la diga e verso
il parcheggio.
Non sappiamo chi l'ha commissionato, ma ad un certo punto del nostro cammino,
incontriamo un barbecue in muratura completo di legna e griglia, pronto
per l'accensione.
Il buon Pierluigi che aveva uno zaino atto a contenere un'attrezzatura
montana per un intero reggimento, alla vista del focolare si blocca, scarica
lo zaino dal quale toglie salcicce di maiale per tutti da fare alle brace.
Naturalmente tutti ringraziano e si azzuffano sul companatico in parte
ancora crudo.
Dopo aver mangiato e ben bevuto (acqua di fiume), ci riposiamo stravaccati
sul tappeto erboso della Val di Fumo e poco dopo ci incamminiamo verso
il parcheggio.