OTTAVA USCITA- 17-18/07/2004

MALGA BISSINA

Rifugio Val di Fumo

Lo scorso anno (causa vari impegni e le imminenti ferie) non è stato possibile effettuare l'escursione prevista in Val di Fumo.
Quest'anno, grazie all'interessamento del nostro Diego, siamo riusciti ad organizzare la nostra prima gita in Montagna. La partenza è prevista alle ore 08.45, presso il parcheggio del campo sportivo di Chiari, per i residenti in zona per tutti gli altri l'appuntamento è previsto presso Idro.


Il programma dell'uscita prevede:


RITROVO : Ore 08,45 presso il parcheggio del campo sportivo di Chiari.
PARTENZA : da Chiari con vetture proprie ore 9.00
ARRIVO : previsto al parcheggio auto verso le ore 11.00


Sabato 17 luglio


Le automobili vengono parcheggiate nel piazzale presso l'ufficio del parco dell'Adamello. Indossati gli scarponcini ci si incammina verso la Malga. Durante il tragitto verso le 12,30 circa e appena il paesaggio lo consente, sostiamo per il pranzo al sacco. Dopo la sosta riprendiamo il cammino verso la Nostra meta con arrivo previsto entro le ore 16,30 circa.
Arrivati in malga ci attende una rifocillante cenetta.
La serata (grappa permettendo) è libera.


Domenica 18 luglio


Al risveglio previsto verso le ore 8,30 ci attende la prima colazione
Verso le ore 9,30 è possibile organizzare escursioni verso l'Adamello oppure per gli amanti della tintarella è offerto gratuitamente il bagno di sole.
Per il pranzo domenicale ognuno si organizza come meglio crede.


EQUIPAGGIAMENTO RICHIESTO


1. Scarponcini o pedole da montagna;
2. Spolverino impermeabile;
3. Maglietta di ricambio;
4. Pile o maglione;
5. Sacco letto o sacco a pelo o lenzuola.
Partecipano all'uscita:
1. Bariselli Pierluigi e famiglia;
2. Dotti Beppe e moglie;
3. Rossini Franco e moglie col nipote Andrea;
4. Zanoli Diego e famiglia;
5. Zatti Fausto (incredibile ma vero);
6. Belli Alberto e moglie;
7. Mattiuzzo Ladislao con moglie;

Il viaggio di andata


Fortunatamente, la perfetta redazione del programma con allegata cartina autostradale (redatta da Beppe), permette a tutti di raggiungere la cittadina di Idro.
Infatti, Diego in testa al gruppo, corre come se dovesse partecipare ad un G.P. e manco a dirlo gli equipaggi si disperdono tra le valli.
Con un leggero ritardo sulla tabella di marcia, ci ritroviamo tutti nella località prefissata, che da il nome al lago omonimo. Una breve sosta per un caffè ed i saluti di rito e poi via si riparte, in direzione di Tione.
Da Tione si segue la Strada Statale n. 239 del Caffaro in direzione di Pieve di Bono fino a Lardaro; usciti dall'abitato si devia sulla destra per Praso-Daone.
Si entra così in Val Daone. La strada asfaltata si inoltra per 17 km. attraverso Vermongoi, Limes, Pracul, Boazzo. Superato il lago artificiale di Malga Boazzo si entra in Val di Fumo e seguendo la strada si prosegue fino al lago artificiale di Malga Bissina.
Abbandonate le autovetture presso il parcheggio a pagamento del parco, come veri alpinisti zaino in spalla e partiamo.

La Valle


Esempio superbo di modellamento glaciale, la Val di Fumo è una tra le più suggestive valli dell'arco alpino e ricade per intero nel Parco naturale Adamello Brenta. La valle si allunga nel settore centro meridionale del Gruppo dell'Adamello, è delimitata sulla destra dalle cime del sottogruppo del Carè Alto (Crozzon di Lares, Corno di Cavento, Denti del Folletto, Carè Alto, Cop di Casa, Cop di Breguzzo e Cima Valbona), e sulla sinistra dal crinale che stabilisce il confine tra Trentino e Lombardia (dal Monte Fumo alla Cima Buciaga fino al Monte Re di Castello).
Con il nome di Val di Fumo si individua il tratto superiore della Val Daone (le due valli insieme si sviluppano per 24 km. e rappresentano la più estesa convalle abitata del Trentino), che dal lago artificiale di Malga Boazzo si allunga in direzione nord fino alla Conca delle Levade e termina sulle seraccate che scendono dalla Vedretta di Fumo dove il fiume Chiese ha le sue sorgenti.
Dal tipico profilo ad "U", la Val di Fumo geologicamente è costituita prevalentemente dalle rocce intrusive tipiche dell'Adamello: graniti e granodioriti (tonalite).
Al potente modellamento esercitato dai ghiacciai che hanno inciso gradini, vallette sospese, circhi glaciali minori (Cop di Breguzzo), si sono aggiunte azioni erosive più recenti che hanno formato sul fondovalle uno straordinario ed espressivo paesaggio.
Dal punto di vista naturalistico nella Val di Fumo è presente una estesa oasi di Pino cembro che qui si è sviluppato su uno strato arbustivo di rododendri; sono presenti alcuni endemismi floristici (del genere Primula e Melampyrum).
L'estensione e le varietà geologiche presenti (rocce sedimentarie, vulcaniche e metamorfiche, depositi alluvionali) rendono la Val di Fumo estremamente interessante sotto l'aspetto biologico.
La fauna è qui rappresentata dalle specie più tipiche presenti nel Parco: alle quote più alte si muove in consistenti branchi il camoscio, non mancano caprioli, marmotte, lepri, l'aquila reale, trote e salmerini nelle acque dei laghi e dei numerosi torrenti.
Dal lago di Malga Boazzo si sale alla spianata di Nudole con la sua malga; poco sopra si stacca il sentiero per il Lago di Campo ed il Passo omonimo che scende in Val Saviore. L'uomo, costruendo per scopi idroelettrici la diga del lago artificiale di Malga Bissina terminata nel 1958, ha ridisegnato il paesaggio e l'ambiente originale di una parte della valle.
Oltre il bacino di malga Bissina l'ambiente alpestre della valle riacquista la propria originalità; nel fondovalle scorrono le acque del Chiese interrotte da suggestive cascate. Dominati dal profilo del Carè Alto e del Corno di Cavento, si sale dolcemente verso la Conca delle Levade, dove si erge la seraccata di Fumo che continua nella Vedretta della Lobbia. Dal rifugio Val di Fumo (45 minuti dal lago di Malga Bissina) si affrontano le ascensioni al Carè Alto (dalla cresta est), le traversate sui ghiacciai delle Lobbie e dell'Adamello e nelle valli laterali; luoghi dove si possono ancora incontrare numerose testimonianze della Grande Guerra (Passo San Valentino, Passo delle vacche, Cresta Croce, Cavento). Quasi al confine tra la Val Daone e la Val di Fumo, all'altezza del Lago artificiale di Malga Boazzo, si staccano, rispettivamente sulla destra e sulla sinistra, la Val Danerba e la Val di Leno, due valli alpine selvagge e appartate ricche di acque che scendono verso il bacino di Boazzo formando suggestive cascate (particolarmente maestosa quella di Leno).
L'origine più probabile del toponimo Fumo deriverebbe da "Valle dei Fini" (Finis=confine), per la posizione della valle sulla linea di confine tra Trentino e Lombardia; secondo altre fonti si spiegherebbe con il fumo degli incendi appiccati dai pastori per creare nuovi pascoli.

La salita al rifugio


Giungiamo al parcheggio verso le 12,30 e con entusiasmo iniziamo al salita.
Ben presto si formano piccoli gruppetti, dettati soprattutto dal fiatone, ma l'ora è topica e senza nulla dire ne organizzare, verso le 13.15 ci ritroviamo tutti in spiazzo ombrato per il pranzo al sacco.
Nonostante il frugale panino, ci permettiamo anche il caffè che il nostro Ufo aveva pensato di portare in un termos. Anzi lui ha solo pensato alla bevanda, mentre sua moglie l'ha portata nello zaino.
Terminato il pasto, ci incamminiamo verso la Vetta e subito si riformano i gruppetti.
Dopo diverse e svariate soste, soprattutto per godere del meraviglioso paesaggio, giungiamo alla spicciolata presso il rifugio Val di Fumo alle ore 16.30 circa.
Vista l'ora ci apprestiamo al tè (o birra) con la torta di rose. Poi per sgranchirci le gambe, andiamo a far visita ad una malga poco distante dove vengono preparate formaggi nostrani.
Finalmente alle 19.00 tutti seduti a tavola (tanto per cambiare). La cena prevede un menù tipico, che tutti noi dimostriamo di gradire in modo molto favorevole.
Dopo cena come previsto tutto a base di grappe nostrane.

La notte


In condizioni normali, la sera ci si corica volentieri, dopo una dura giornata di fatica. Effettivamente cerano tutte le premesse per una lunga notte di sonno profondo, la camminata, l'ottima cena e le grappe facevano da preludio al meritato riposo.
Ma come spesso succede le premesse vengono disattese.
Verso le ore 11,30 circa, ha inizio la lunga notte da incubo (tranne che per Ladislao). Appena coricati, in un'unica camerata in mansarda (tranne i bambini che dormivano in una camera al piano primo), i primi problemi:
- i letti a castello sono troppo alti;
- i letti morbidi sono troppo morbidi;
- le reti dei letti cigolano troppo;
- i materassi sono troppo materassi;
- le coppie separate si inviano miagolii e bacetti a distanza.
In questa situazione poco idilliaca, il buon Ladislao, incurante dei problemi dei letti e degli amanti, dormiva profondamente emettendo un suono molto simile ad una motosega da boscaiolo.
Verso le ore 15,00 della notte, mentre altre persone si erano unite a Lady aiutandolo nel taglio del legname, Fausto con balzo felino si tuffa dal letto alto del castello, sul pavimento in parquet accompagnato dal materasso e prende sonno.
Passano altre due ore, mentre qualcuno passava la notte in bianco e altri cercavano di prendere sonno, Celeste e Gloria iniziano uno spettacolo sonoro composto da gridolini, condito da grasse risate e accompagnato da corse su e giù per le scale (probabilmente avevano iniziato il riscaldamento per l'escursione domenicale).
Le luci dell'alba giungono per tutti, come una liberazione dall'incubo, tranne che per il magnifico Ladislao che incurante di tutto aveva dormito l'intera notte.
Scendiamo per l'ottima ed abbondante colazione, liberando la camerata dai nostri effetti personali.

Domenica 18 luglio


Ci prepariamo per una breve escursione in direzione nord internamente alla vallata, liberi dagli zaini depositati al rifugio, la camminata è sicuramente più sciolta e meno faticosa.
L'allegra combricola dimenticate le fatiche della notte, prosegue il cammino per circa un'ora, per poi girare e tornare verso il rifugio.
Raccolte le nostre cose salutiamo e ci incamminiamo verso la diga e verso il parcheggio.
Non sappiamo chi l'ha commissionato, ma ad un certo punto del nostro cammino, incontriamo un barbecue in muratura completo di legna e griglia, pronto per l'accensione.
Il buon Pierluigi che aveva uno zaino atto a contenere un'attrezzatura montana per un intero reggimento, alla vista del focolare si blocca, scarica lo zaino dal quale toglie salcicce di maiale per tutti da fare alle brace.
Naturalmente tutti ringraziano e si azzuffano sul companatico in parte ancora crudo.
Dopo aver mangiato e ben bevuto (acqua di fiume), ci riposiamo stravaccati sul tappeto erboso della Val di Fumo e poco dopo ci incamminiamo verso il parcheggio.