TERZA USCITA - 24/03/2004

VISITA ALLA CAMERA IPERBARICA DI BRESCIA

Mercoledì ventiquattro marzo, grazie all'interessamento di un nostro carissimo socio, il dott. Gianni Cancarini, abbiamo potuto organizzare una visita alla Camera Iperbarica presso l'Istituto Clinico Città di Brescia.
Provare l'esperienza della camera iperbarica è qualcosa che nessuno di noi subacquei si augura, però riteniamo che conoscere cosa è ed a cosa serve sia fondamentale.
Uno dei commenti più frequenti fra i subacquei che hanno subito una Patologia Da Decompressione (PDD), siano essi Embolia Gassosa Arteriosa (EGA) o Malattia Da Decompressione (MDD), è che non avevano la più pallida idea di cosa sarebbe stato un trattamento iperbarico.
Sapere qualcosa di più, sul trattamento cui si sta per essere sottoposti è fondamentale, soprattutto per alleviare parte della naturale ansia, che accompagna tutti quei momenti che ci coinvolgono, quanto si tratta della nostra salute.
Mercoledì sera, come da programma, Pierluigi Gloria e Andrea, Beppe Angiolina e Silvia, Corrado, Paolo e Stefano, Celeste, Federico e Sonia, Natascia, nonché il nostro Gianni si sono trovati presso l'Istituto Clinico Città di Brescia.
Ad attenderci il dott. Renato Moroni specialista in medicina delle attività subacquee e del nuoto, consigliere della Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica (SIMSI), membro del comitato scientifico della rivista ufficiale del SIMSI, e primario del reparto di Ossigeno Terapia Iperbarica del Città di Brescia.
Il centro è dotato di due camere iperbariche da 11+1 posti, è in collaborazione con Strutture Ospedaliere pubbliche e private anche extra regionali per trattamenti ambulatoriali e/o in regime di ricovero.
Il dott. Moroni con la massima professionalità e semplicità nell'uso di termini clinici inizia la spiegazione, coadiuvato alla fine dal Sig. Botturi tecnico iperbarico.

Che cosa è una Camera Iperbarica?


Si tratta di strutture ( tipo grandi serbatoi ) entro i quali un paziente respira ossigeno al 100 % a pressioni superiori alla pressione atmosferica, per la cura di diverse patologie. Un comune malinteso è di considerare la medicina iperbarica come un nuovo, bizzarro e non convenzionale metodo di terapia alternativa. Nulla di più sbagliato!
Esistono diversi tipi di camere iperbariche.
Le camere monoposto possono accogliere un solo paziente. In genere funzionano con ossigeno puro e possono essere pressurizzate fino a 3 ATA. L'elevata concentrazione di ossigeno all'interno preclude l'uso di qualsiasi apparato elettrico, anche se esistono speciali attrezzature medicali, essenzialmente di rianimazione, specialmente disegnate per l'uso in queste camere. Un tipo particolare di monoposto è stato introdotto recentemente sul mercato subacqueo. Si tratta di camere gonfiabili, progettate per trattamenti di emergenza e per l'evacuazione sotto pressione da aree remote. Sono leggere e relativamente poco costose, ma sono pressurizzabili fino a 3 ATA di pressione e, quindi, di uso limitato negli incidenti da immersione.
Le camere multiposto sono lo strumento preferenziale per la cura della PDD. Possono ospitare più subacquei contemporaneamente e sono operative fino a 6 ATA. In queste camere si utilizza aria per la compressione, mentre l'ossigeno viene respirato attraverso maschere, tubi tracheali o speciali caschi. Il personale medico può entrare ed uscire dalla camera durante ogni fase del trattamento, che si può prolungare per tutto il tempo necessario.

A che cosa serve una Camera Iperbarica?


Usata inizialmente per curare le patologie da decompressione dei palombari, la tecnologia si è sviluppata negli ultimi anni dell'800. Negli ultimi 30 anni, la Ossigeno Terapia Iperbarica (OTI) è stata largamente accettata come una terapia utile per molte affezioni, il cui trattamento con OTI è raccomandato da diversi Comitati Scientifici Internazionali. Le indicazioni sono le seguenti: gangrena gassosa, intossicazione da ossido di carbonio e da fumo, avvelenamento da cianuro ed idrogeno solforato, alcune ustioni, infezioni necrotizzanti dei tessuti molli, ferite complicate, lesioni da schiacciamento, innesti cutanei a rischio, certe lesioni del midollo spinale, certe amputazioni, osteomieliti, vari tipi di radionecrosi ed altre indicazioni minori.
L'efficacia dell'OTI si basa su di un principio comune: l'ossigeno viene trasportato ai tessuti ed alle cellule dall'emoglobina del sangue. In condizioni normali, quando si respira aria atmosferica, l'emoglobina è satura di ossigeno quasi al 100%. Traumi, lesioni o malattie, però, possono alterare questo processo, privando i tessuti e le cellule - in tutto o in parte - del necessario apporto di ossigeno. In tali circostanze, la pressione atmosferica non è sufficiente a forzare quantità sufficienti di ossigeno nel sangue e nei tessuti. Oltre ad iperossigenare il sangue, la maggior ossigenazione dei tessuti rafforza grandemente la capacità dell'organismo di uccidere i batteri patogeni e di combattere certe infezioni. Riduce, inoltre, l'edema dei tessuti (accumulo di liquidi) attraverso la vasocostrizione ed aiuta la deposizione di nuovo tessuto connettivo per la riparazione delle ferite.
Come funzione l'ossigeno terapia iperbarica per la cura degli incidenti subacquei?
L'OTI è il trattamento di elezione per tutte le Patologie Da Decompressione (PDD), siano essi Embolia Gassosa Arteriosa (EGA) o Malattia Da Decompressione (MDD). Da un punto di vista pratico, la distinzione fra queste due forme di PDD può essere impossibile, solo sulla base dei sintomi e delle manifestazioni cliniche. La MDD è conseguente alla formazione di bolle gassose nell'organismo, che bloccano la circolazione ed il trasporto di ossigeno ai diversi tessuti del corpo. La EGA è causata da bolle che penetrano nelle arterie attraverso lacerazioni del tessuto polmonare. Il trattamento di entrambe le forme inizia con la ricompressione, per ridurre la dimensione delle bolle e favorirne la dissoluzione.

Cosa succede nella Camera Iperbarica?


La ricompressione terapeutica mira a tre obiettivi primari:
1. comprimere le bolle gassose a un minor volume, alleviando la compressione locale e ristabilendo il flusso sanguigno;
2. concedere tempo sufficiente al riassorbimento della bolla gassosa;
3. aumentare il contenuto di ossigeno nel sangue e l'apporto di ossigeno ai i tessuti sofferenti.
Durante il trattamento il subacqueo respirerà ossigeno al 100% attraverso una maschera o un casco trasparente. Ogni 30-40 minuti verrà normalmente fatto un intervallo di 5-10 minuti, durante il quale il sub respirerà aria e potrà bere o mangiare, se lo desidera. Questi intervalli sono importanti per ridurre il rischio (peraltro assai scarso) di episodi di tossicità da ossigeno. La parte più lunga del trattamento viene trascorsa a 9 metri, dopodiché si "risale alla superficie", sempre alla velocità di 0.3 metri al minuto. Spesso al primo trattamento seguono altre sedute iperbariche, se la persistenza di sintomi lo richiede.
Nella maggioranza dei casi, un trattamento iperbarico non comporta altro che lo stare seduti, respirare ossigeno e annoiarsi. Frequentemente i medici suggeriscono di bere liquidi o prescrivono liquidi per fleboclisi, per combattere la disidratazione che spesso accompagna la Patologia da Decompressione. Nei casi più seri, in presenza di disturbi urinari e paralisi della vescica, potrà essere necessaria l'inserzione di un catetere.
In una piccola percentuale di casi, i sintomi non scompaiono totalmente dopo il primo trattamento o si possono avere ricadute. Spesso un solo ulteriore trattamento iperbarico basta a risolvere il problema, a volte, invece, sono necessari trattamenti iperbarici più prolungati, almeno fino a quando non sia evidente che non si ottiene più alcun miglioramento, il che significa due - tre sedute iperbariche senza alcuna variazione del quadro clinico.

Riconosciamo i sintomi delle PDD ( patologie da decompressione).
Principali segni e sintomi dell'EGA (embolia gassosa arteriosa):
Segni: schiuma rossastra da bocca o naso, paralisi o debolezza muscolare, convulsioni, perdita di coscienza, arresto respiratorio.
Sintomi: vertigini, problemi visivi, dolore toracico, disorientamento, alterazioni della personalità, paralisi o debolezza.
Principali segni e sintomi della MDD (malattia da decompressione):
Segni: eruzioni cutanee, paralisi, debolezza muscolare, barcollamento, eccessi di tosse, collasso o perdita di coscienza.
Sintomi: spossatezza estrema, fastidio e prurito cutaneo, dolore agli arti o al torso, vertigine, intorpidimenti e formicolii, paralisi, disturbi respiratori. I sintomi compaiono di solito fra 15 minuti e 24 ore dall'emersione, ma nei casi più gravi i sintomi possono comparire prima dell'emersione o immediatamente dopo. La comparsa più ritardata è rara, ma può accadere, specialmente se l'immersione è seguita da un volo aereo.

Alla fine della visita i visi degli OTTOSUB erano cupi e preoccupati. Qualcuno minacciava il ritiro dall'attività.
Ma consci del fatto, che noi le regole della subacquea le rispettiamo tutte e sempre, prendiamo coraggio e soprattutto vista l'ora andiamo a cena in un ristorante poco distante dall'ospedale.