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LETTERE DI CORSA |
Nel corso della sua lunga storia la pirateria si
confuse spesso e soprattutto a partire dal 1500, sulle rotte atlantiche
con la cosiddetta guerra di corsa Veniva così denominata
la guerra marittima esercitava da privati autorizzati da uno stato
contro navi di un altro stato nemico. In genere la guerra di corsa si
sviluppò in situazioni di conflitto vero e proprio tra due stati con lo
scopo di recare il massimo danno all’avversario colpendolo nelle fonti
stesse della sua ricchezza, impedendo che rifornimenti, materiali ecc.
gli giungessero per via di mare. Anche di guerra di corsa si hanno
esempi fin dai tempi antichi:le autorità delle città-stato greche
spesso, non potendo permettersi di equipaggiare flotte da guerra
regolari, incaricavano i pirati di combattere le guerre navali e di
distruggere le navi mercantili avversari. Grande diffusione ed efficacia
cominciò a prendere la guerra di corsa a partire dal XII secolo d.C. con
il fiorire delle potenze marinare italiane, soprattutto nel Mediterraneo
orientale. Genova Venezia si recarono in questo modo danni gravissimi.
Ci sono pervenuti nomi di temibili corsari liguri come Guglielmo Grasso,
Alamanno da Costa, Enrico Pescatore. Famosi rifugi di corsari erano
Portovenere, le isole Cicladi, Famagosta, Scio. Al secolo XIII risalgono
le prime notizie di corsari che agivano nell’Atlantico: si hanno notizie
di un certo Eustachio il Monaco, che corse l’Oceano al servizio
dell’Inghilterra prima e della Francia poi. Nel secolo XIV apparvero le
prime cosiddette lettere di marca, documenti, cioè, che davano
l’autorizzazione da parte di un governo, di un sovrano, ad esercitare la
guerra di corsa ai danni di una potenza nemica; la pirateria mercenaria
apparve ai sovrani inglesi e francesi uno strumento insostituibile di
lotta contro il nemico: non costava niente, perché i pirati prendevano
per sé una percentuale del bottino (quando non il bottino intero) e
anzi, talvolta, fu fonte di cospicue entrate per le casse dello stato.
Secolo d’oro dei corsari inglesi fu quello della regina Elisabetta I: i
nomi di John Hawkins, Francis Drake e Walter Raleigh fornirono ricco
materiale alla letteratura storico avventurosa dei secoli successivi. La
guerra dicorsa divenne normale strumento di lotta tra francesi e inglesi
durante il regno di Luigi XIV. Nel Seicento e nel Settecento
esercitarono spesso attività corsara i filibustieri e i bucanieri: il re
inglese Giacomo I cercò di indebolire la flotta della Spagna
commissionando spedizioni piratesche contro di essa. Nel 1630 Carlo I
autorizzò navi pirata a saccheggiare a <<correre i mari in lungo e in
largo e di impossessarsi di quei tesori, mercanzie, merci o altri
prodotti predati agli infedeli o a qualsiasi principe o monarca non in
rapporti di alleanza o amicizia con noi oltre la linea equinoziale>>.
Sul finire del XVIII secolo grande fama raggiunsero le imprese di Robert
Surcouf, il corsaro che, nell’Oceano Indiano, insidiava le navi inglesi
della Compagnia nelle Indie. Episodi di guerra corsara si ebbero ancora
durante il XIX secolo durante le guerre di indipendenza degli stati
sudamericani. La guerra di corsa venne abolita nel 1856 in un congresso
tenutosi a Parigi a cui presero parte quasi tutti gli stati europei ed
americani. |