i Pirati

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Per almeno due secoli e mezzo le popolazioni liguri vissero con la paura del “turco”, infatti i pirati, soprattutto algerini e tunisini e poi di altre basi  africane  del mediterraneo,razziavano incessantemente le coste  europee del mediterraneo, da Gibilterra alla Sicilia, per procurarsi uomini robusti da impiegare  come rematori sulle galee,giovani donne per  infoltire gli harem e gente con qualche risorsa da ridurre in schiavitù per ricavarne un buon riscatto oltre che per procurarsi merce da vendere.

La riviera di ponente fu largamente battuta dalle incursioni barbaresche.

All’inizio del ‘500 ci furono numerosi assalti di pirati ad Andora, Taggia, Varigotti, Albenga e Laigueglia. In particolare, a Laigueglia , il pirata Dragut, sbarcando con mille uomini  riuscì a catturare circa i tre quarti della popolazione,rendendo vano anche il tentativo di aiuto portato dai vicini alassini, guidati dal Podestà.

Per ostacolare le sempre più frequenti incursioni di pirati, la Repubblica di Genova impose alle popolazioni  della riviera  di difendere le coste con la costruzione di torri di avvistamento e  torrioni di difesa e con la istituzione di guardie  diurne e notturne.

A differenza  dei paesi vicini, invasi e depredati, i pirati non misero mai piede sul suolo di Alassio, anche se fecero numerosi tentativi per riuscirvi.

Uno di questi venne  messo in atto nel 1500 e miracolosamente venne sventato. Gli abitanti  lottarono strenuamente e con ogni mezzo contro il nemico apparso all’improvviso ed ebbero piena vittoria che però, più che al loro valore attribuirono alla protezione  della Madonna.

A ricordo del fatto,quindi, la popolazione del Borgo Coscia, innalzò sulla spiaggia la chiesetta votiva della Madonna del Soccorso,diventata, attualmente la Parrocchia del quartiere.

Alla  protervia dei corsari purtroppo, però anche Alassio  dovette sottostare, infatti molto alto fu il numero di marinai e  di pescatori di corallo alassini  catturati e fatti schiavi, in mare.Il prezzo del loro riscatto ebbe un peso notevole sulla comunità:per questo, agli inizi del  sedicesimo secolo venne fondata la Compagnia della Santissima Trinità, con lo scopo di raccogliere fondi per la liberazione degli schiavi.

 

Sul soffitto del vecchio ufficio postale, nel Palazzo del Comune vi è un affresco, dipinto agli inizi del secolo, dal pittore alassino Ettore Morteo, che raffigura , sulla spiaggia antistante il Torrione ed il Convento dei Frati Cappuccini uomini e donne di fronte alla minaccia dei pirati.Si tratta di una pittura storica, rappresentante l’apparizione al largo del golfo, di due "fuste " barbaresche, veloci imbarcazioni, che andavano in ricognizione, per preparare il sopraggiungere della flotta di pirati invasori. Sulla sommità del Torrione, alcuni uomini si apprestano ad azionare un cannone,altri salgono a dare man forte ai compagni. Sul fondo si intravede Capo Mele, mentre in primo piano , altri abitanti cercano di porre in salvo una barca e alcune madri, abbandonate alla disperazione cercano di confortare i loro figlioletti.

Queste notizie sono state tratte dall’opuscolo " Il restauro de I SARACENI AD ALASSIO nel secolo XVII " realizzato a cura del Comune di Alassio Ufficio Turismo febbraio 1997e da pubblicazioni fornite dalla Associazione Vecchia Alassio.

torri di avvistamento e torrioni di difesa sono ancora presenti nel Golfo di Alassio, in parte demolite, in parte ristrutturate ed parte trasformate, come nel caso della Cappelletta dei Marinai del porto o il Torrione del Borgo Coscia trasformato in abitazione privata.

 

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